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Previsioni Euribor e Irs del 21 ottobre 2016

Non cambiano le previsioni a breve sul mercato dei derivati di Londra prima, durante e dopo la conferenza stampa di giovedi, quando Mario Draghi ha annunciato lo scontatissimo mantenimento della politica monetaria ultra-accomodante europea.

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Rimangono fermi i tassi base, tra cui il Refi al minimo storico 0%, e rimane invariato il programma di acquisto per i titoli obbligazionari di cui il direttivo non ha parlato. Pertanto nessuna discussione sul tapering o sulla soluzione opposta: ogni decisione sul prolungamento temporale del QE, o su altre variabili afferenti, è rimandata a dicembre quando la Bce disporrà di ulteriori dati e previsioni, su crescita e inflazione, necessari a chiarire le idee e formare maggioranze larghe in seno al direttivo. Verso fine seduta gli acquisti sui titoli europei centrali e periferici hanno trascinato in lieve ribasso i tassi di interesse (Bund a 0% e Irs10 a 0,41% come non accadeva da due settimane): evidenti le rassicurazioni ricevute dal mercato per l’esclusione dell’ipotesi sull’imminente fine del programma in atto.euribor-360-gg-21-ottobre-2016

I tassi sul mercato interbancario hanno mostrato in settimana andamento in discesa generalizzata ivi incluso l’Euribor 3 mesi che però, dal minimo storico -0,313% di mercoledi e giovedi, ha chiuso un millesimo sopra in data 21/10/2016.

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Lo scenario dei successivi dodici mesi non cambia rispetto a venerdi scorso: estrapolato dai futures del 21 ottobre 2016, l’Euribor 3 mesi rimarrà stabile in quota -0,31% che, nelle valutazioni degli operatori del Liffe, appare la frontiera ultima della sorprendente discesa sperimentata negli ultimi anni.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-21-ottobre-2016

Minimo ritocco per il parametro più usato nei mutui a tasso variabile nell’anno 2018, in salita da quota -0,305% a -0,275%. Tuttavia rimarrà saldamente negativo, attorno all’1,9%, il tasso reale sulla base delle ultime previsioni di inflazione in crescita Eurostat.

Senza superare i quattro centesimi, diventano negativi i differenziali a sette giorni per l’Euribor 3 mesi a partire da dicembre 2019 (-0,18%) fino all’ultima previsione disponibile di metà 2022 (0,38%), quando il tasso nominale tornerà ad aggiungersi alla maggiorazione applicata dalle banche nella concessione di finanziamenti.

Anche per il tasso fisso dovrebbe essersi aperta la fase terminale della discesa. Le attese indicano ancora la presenza di movimenti orizzontali, ma stavolta il campo di variazione lungo il quale si producono le oscillazioni sembra essersi spostato verso l’alto correggendo nell’ordine del +0,2% le ultime indicazioni inficiate dall’immobilismo Eurotower.

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La prima settimana del mese ruotava attorno all’indiscrezione, poi smentita da fonti ufficiali Bce, sull’imminente uscita dal QE europeo.

Né le opinioni degli analisti, che vedevano l’estensione temporale del programma di acquisti in vantaggio sull’ipotesi tapering, né la lettura delle minute Bce, né infine la crescita deludente dell’occupazione Usa impedivano il rialzo di tutti i ritorni a scadenza europei: venerdi 7 il Bund tornava alla parità, il decennale italiano saliva anche sulle congetture di instabilità del Governo e l’Irs 10 anni raggiungeva quota 0,4%.irs-21-ottobre-2016

Se quanto avvenuto da un lato è sintomatico della rapidità con cui gli investitori siano pronti a riposizionare il portafoglio alla ricerca del valore vero di mercato, dall’altro non può lasciar escludere valutazioni sul petrolio che superava i 50 dollari al barile.

La settimana cardine era quella successiva: rimaneva solido il Btp ma la crescita di rendimento per i decennali di Usa e Germania stabilizzava l’Irs10Y a quota 0,44%.

Le aspettative al rialzo sui tassi americani per dicembre trascinavano il rendimento del titolo tedesco e lo scenario era consolidato dal petrolio che ritrovava stabilmente quota 50$.

futures-sul-bund-eurex-21-ottobre-2016Lo spostamento verso l’alto del trading range manterrebbe il Bund vicino allo zero, visto che è bastato il misero rendimento nominale +0,07% a far scattare gli acquisti: l’Eurirs 10 anni, fissato a 0,41% il 21/10/16, è atteso al ribasso in quota 0,35% per fine ottobre.

Qualora dalla salute dell’economia americana non arrivassero segnali positivi per la Federal Reserve, l’Irs 10 anni proseguirebbe a rilento verso il basso anche per novembre.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 28 ottobre 2016”)

(per le prossime attese sul tasso fisso di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs dell’11 novembre 2016”)

Previsioni Irs del 30 settembre 2016

Il mese di settembre ha impartito una lezione significativa: i veri market movers del mercato continuano ad essere le banche centrali, anziché i fondamentali macro.

E le banche più importanti del mondo hanno suggerito che la via dell’exit strategy dalle politiche ultra-accomodanti non è ancora stata imboccata, Stati Uniti inclusi che avevano effettuato il primo passo a dicembre.

La BoE, causa Brexit, sorregge l’economia del nord-Europa.

La BCE non riesce ancora a stimolare a sufficienza l’economia reale e a produrre inflazione.

La BoJ prosegue a stampare moneta e ha stabilito un nuovo target nel rendimento del titolo di Stato sul tratto a lunghissimo termine, col decennale nipponico che dovrà mantenersi attorno all’attuale rendimento zero.

La Fed, pur dichiarandosi favorevole ad un rialzo entro fine anno in caso di consolidamento dei dati economici, non agisce e ridimensiona le stime di rialzo dei tassi di interesse per i prossimi due anni.

Evidentemente il momento della correzione non è ancora sopraggiunto, e gli investitori possono continuare ad acquistare attività a prezzi superiori al fair value.

eurirs-30-settembre-2016In sintesi: fino a metà settembre non arrivava alcuna sorpresa dal Regno Unito per il mantenimento dei tassi e del QE; i più importanti tassi Eurozona rimanevano tutti fermi ad eccezione del Btp, pesante in vista referendum (spread in risalita ai livelli prima dell’estate).

La settimana successiva si assisteva ad un film visto più di una volta: prima della decisione Fed, una parte degli operatori anticipava i tempi scommettendo sul rialzo dei tassi; poi, dopo il nulla di fatto, si tornava rapidamente al punto di partenza.

I rendimenti, in salita da inizio mese, invertivano così la rotta: i titoli centrali e periferici venivano tutti acquistati e perdevano circa 10 punti base ciascuno, il Bund tornava negativo e la carta italiana decennale scendeva sotto i 120 pb. L’Irs 10Y precipitava a 0,32% venerdi 23.

Nell’ultima settimana del mese i punti salienti erano due: l’accordo di Algeri e l’inflazione preliminare eurozona.

Il primo vedeva al centro dell’attenzione il ricompattamento dell’OPEC sul taglio all’offerta di petrolio: anche senza discussione sulle quote di produzione a cui parteciperanno i singoli Paesi, tanto bastava a far salire il prezzo del barile. Tuttavia l’effetto sui principali titoli pubblici era limitato alla riduzione dei rendimenti per circa tre punti base.

Il secondo, nonostante il lieve aumento della dinamica dei prezzi al consumo, non produceva variazioni per i tassi dei titoli europei né per l’Irs 10 anni, confermato a 0,28% il 30/09/2016 e vicino alle previsioni del 9 settembre, quando era stato accordato favore all’ipotesi di rapido riassorbimento dei rendimenti.

futures-sul-bund-eurex-30-09-2016Le risultanze ultime rientrano nell’ambito dei riposizionamenti tattici di breve termine e confermano ciò a cui si assiste da molto tempo e che dovrebbe ripetersi almeno fino alle elezioni Usa: il mercato obbligazionario è nel complesso laterale per via delle percentuali molto basse, l’azione continuativa delle banche centrali deprime ulteriormente i tassi portandone alcuni in negativo e il principale fattore che calamita il tasso del Bund verso l’alto è il Treasury.

Condizionate dalla scarsità di carta eleggibile che farebbe riparametrare il QE al prossimo meeting Bce, le previsioni dell’Irs 10 anni indicano quota 0,17% per fine ottobre e ulteriore discesa per novembre.

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 21 ottobre 2016”)

Previsioni Euribor del 23 settembre 2016

L’Euribor 3 mesi, al pari della scadenza mensile, è rimasto fermo fino alla seduta di ieri sulla quotazione del venerdi 16; infine è stato fissato in calo a -0,302% in data 23/09/2016.

Sul mercato interbancario, nel corso della settimana, sono risultati influenti i tassi del comparto obbligazionario, le scadenze fiscali ed i parametri di riferimento del flusso positivo di denaro tra la nuova operazione Tltro2 e la vecchia Tltro. Le forze divergenti hanno impedito il delinearsi di un trend univoco: venerdi salgono rispettivamente a -0,37% e -0,2% l’Euribor 1 mese e l’Euribor 6 mesi, mentre scende la scadenza annuale a -0,059% (fonte dati: Aritma).

Euribor 1 settimana a -0,378%, poco distante dal minimo storico ma sempre schiacciato in prossimità del limite teorico stabilito dalla Bce con la penalità -0,4% sui depositi.

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Fino a mercoledi, con pochi spunti macro, i movimenti sui derivati del Liffe si sono compensati.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-23-settembre-2016

Giovedi, invece, dopo l’annuncio di mantenimento dei tassi base per la banca centrale americana, si è delineata una chiara variazione al ribasso dei tassi attesi, con punte di oltre undici centesimi a scadenza.

Il 23 settembre 2016, al termine di contrattazioni sul mercato dei derivati di Londra disinteressate al valore minimo in venti mesi dell’indice composito Markit Flash PMI sull’Eurozona di settembre, l’Euribor 3 mesi è visto vicino quota -0,32% per gli ultimi giorni dell’anno.

Confermate le previsioni sui dati a sette giorni fino al primo trimestre 2018 (-0,38%): la curva delle attese si sposta poi verso il basso secondo differenziali crescenti.

Euribor 3 mesi a -0,22% a metà 2020 e tasso positivo soltanto nella seconda metà del 2021, con un ritardo di due scadenze sulla scaletta in blu.

Depositi overnight usati per 367 miliardi di euro, conti correnti presso Bce per 760 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 30 settembre 2016”)

Previsioni Euribor del 16 settembre 2016

L’eccesso di liquidità rimane stabile nel corso della settimana e l’Euribor 3 mesi chiude invariato sul fixing di venerdi scorso a -0,301%.

Euribor 1-6 mesi in discesa a -0,371% e -0,201%.

Euribor 12 mesi a -0,054% (fonte dati: Aritma).

Brevissimo sempre sui minimi assoluti.

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Tassi future confermati sul breve termine, poi rivisitati in lieve ribasso fino a metà 2019 per le voci che irrobustiscono l’ipotesi di estensione del Quantitative Easing oltre marzo prossimo, infine increspati sull’ultimo tratto della curva per effetto trascinamento del mercato secondario.

tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-16-settembre-2016Nessuna reazione sul breve e medio termine quando martedi l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha tagliato le stime per la domanda globale di petrolio ed ha previsto offerta eccedente per buona parte dell’anno prossimo.

Lievi limature a partire dalle scadenze 2019 al termine della seduta di giovedi, dopo la diffusione di informazioni importanti ma ampiamente attese: da un lato la conferma dei tassi d’interesse e delle operazioni di acquisto in titoli obbligazionari per la Banca centrale d’Inghilterra, dall’altro la conferma dell’inflazione eurozona di agosto allo 0,2% su base annua.

In data 16/09/2016 i tassi impliciti nei derivati sull’Euribor 3 mesi segnalano quota -0,32% per metà dicembre.

L’anno 2017 sarà tutto all’insegna del ribasso che, per quanto limitato nell’ordine dei cinque centesimi, porterà il parametro più usato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile al minimo -0,375% negli ultimi giorni.

Euribor 3 mesi visto a 0,28% nel 2022, sei centesimi sopra la previsione di venerdi scorso.

Si conferma il trend in salita per il primo giorno nel periodo di mantenimento della riserva obbligatoria con il surplus di 172 miliardi di euro fatto registrare mercoledi, fra conti correnti e depositi overnight, rispetto alla somma degli stessi dati di luglio.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 23 settembre 2016”)

Previsioni Euribor e Irs del 9 settembre 2016

Se nella prima metà della settimana i tassi di interesse delle obbligazioni sul mercato secondario, in parallelo a quelli previsti sul medio-lungo termine attraverso le contrattazioni dei derivati, avevano aperto alla possibilità di intervento della Bce nella prospettiva di fine anno anche grazie al supporto dei dati macroeconomici Usa poco brillanti, dalla seduta di giovedi si è verificato il ridimensionamento del fenomeno.

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A spegnere gli entusiasmi ha provveduto infatti la stessa autorità di politica monetaria europea che durante la conferenza stampa, dopo aver lasciato invariati i tassi base (Refi nullo) ed il Quantitative Easing come da corrette previsioni del Liffe, facendo uso della voce del governatore ha dichiarato di non aver discusso modifiche riguardanti il programma di acquisti obbligazionari.

Il quadro europeo disegnato dalle proiezioni di reddito e inflazione, quasi invariato rispetto a giugno, e la notizia secondo cui il direttivo Bce non ha neppure valutato l’estensione temporale del QE, in scadenza a marzo prossimo, hanno deluso molti a partire dagli operatori delle piazze azionarie. Sul mercato dei derivati di Londra, a titolo d’esempio: la scadenza di settembre 2018, che mercoledi si era spinta a segnalare l’Euribor 3 mesi vicinissimo all’attuale tasso sui depositi -0,4%, tornava a -0,365% a fine seduta.

Il tutto, giovedi mattina, era stato preceduto dai nuovi valori record per l’Euribor sulla scadenza settimanale (-0,382%) e su quella trimestrale (-0,304%) negli scambi di denaro tra banche commerciali.euribor-360-gg-9-set-16

Invece, ad esclusione dell’Eonia unico tasso “transato” su un mercato che vede di nuovo in aumento l’eccesso di liquidità, le banche del panel interpellate travolgono al rialzo tutte le scadenze fissate al 9 settembre 2016; in particolare, l’Euribor 3 mesi chiude invariato a sette giorni a -0,301%.

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tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-9-settembre-2016La curva delle attese alla stessa data, come è agevole notare dal grafico, ricalca quasi fedelmente la forma parabolica del venerdi prima e traccia la discesa dell’Euribor 3 mesi fino al minimo -0,36% a dicembre dell’anno prossimo.

A metà 2018, quando l’Euribor in quota -0,35% avrà ricominciato a salire, la convenienza del tasso reale avvantaggerà i mutuatari quasi nella misura del 2% annuo.

I differenziali sulle attese a sette giorni vengono segnalati a partire dalla fine del 2020 (-0,075%) e raggiungono il picco di venticinque millesimi per le scadenze relative alla seconda metà dell’anno 2021 (tassi nominali positivi).

Come anticipato, la correzione dei prezzi per le obbligazioni del vecchio continente e l’inversione di rotta per i tassi di interesse è iniziata giovedi ed è proseguita anche venerdi attraverso movimenti generalizzati per i titoli europei, coerentemente ai toni espressi in conferenza meno espansivi delle attese.

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Il tasso fisso per i mutui di durata decennale, pertanto, è risalito a 0,36% in data 09/09/2016 dopo aver oscillato per molte sedute vicino ai minimi.eurirs-9-set-2016

Difatti il fine mese di agosto si era presentato apatico, con il rafforzamento delle ragioni per la stretta monetaria nordamericana nel complesso insufficienti a definirne la tempistica e con la prosecuzione del movimento laterale del Bund.

Dopo la discesa al minimo storico 0,26% e prima che il dato Usa sulla creazione di buste paga mettesse la parola fine alle suggestioni di un rialzo immediato dei tassi oltreoceano, l’Irs10Y chiudeva il mese a 0,28%, vicinissimo allo 0,3% di cui alle previsioni ultime.

Attualmente i nuovi stimoli di allentamento quantitativo sembrano soltanto rimandati: la Bce, al di là dell’obiettivo istituzionale, deve continuare a proteggere il debito periferico e perciò i rialzi dei rendimenti nelle ultime sedute (il decennale tedesco è tornato positivo!) dovrebbero essere assorbiti in tempi abbastanza rapidi.

futures-sul-bund-eurex-9-set-2016L’azione dell’autorità monetaria dovrebbe spingere il Bund a bucare quota -0,2% (sempre se il rendimento reale verrà ritenuto accettabile dai grandi investitori che, diversamente, procederebbero a monetizzare); in tale ipotesi il Btp decennale rimarrebbe condizionato sotto l’1%.

Le previsioni Irs 10 anni indicano ribasso a quota 0,31% per fine settembre ed ulteriore calo per fine ottobre.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 16 settembre 2016”)

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs del 30 settembre 2016”)

Previsioni Euribor del 2 settembre 2016

I movimenti rilevati su mercato interbancario nel corso della settimana sono stati molto limitati ma sono tornati a descrivere un trend in discesa favorito dalla crescita dell’eccesso di liquidità sistemica (sopra i 1.000 miliardi di euro).

Il mese si è aperto col record per l’Euribor 1 settimana, sceso a -0,381%.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 2 settembre 2016)

L’Euribor 3 mesi, dopo essere stato fermo per tre sedute, chiude al nuovo minimo storico -0,301% il 2 settembre 2016, distante quasi un centesimo dalla previsione del Liffe -0,31% per metà mese.

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 2 settembre 2016)La curva dei tassi attesi è vicinissima a quella ipotizzata a luglio, all’indomani dell’ultimo meeting di politica monetaria: appaiono improbabili per giovedi 8, in occasione del prossimo incontro, un taglio del tasso sui depositi, un potenziamento del programma Quantitative Easing o la sua estensione temporale; più alte le possibilità per l’annuncio di misure quali un diverso criterio di acquisto degli asset, non più basato sulla esatta partecipazione percentuale dei Paesi membri al capitale Bce, o la variazione della soglia massima per singola emissione.

Le previsioni dei tassi sono rimaste immutate in scaletta per i prossimi quattro anni quando mercoledi i prezzi al consumo di agosto nella zona Euro sono risultati stabili, a livello annuale rispetto a luglio, secondo la stima flash di Eurostat.

In data 02/09/2016 i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi prolungano l’andamento in discesa fino al minimo -0,355% a cavallo tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018.

Euribor 3 mesi a -0,32% a marzo 2019, invariato rispetto a venerdi scorso.

Il tasso nominale tornerà positivo a metà 2021.

Euribor 1-6-12 mesi rispettivamente a -0,373%, -0,193% e -0,052% (fonte dati: Aritma).

Depositi overnight usati per 371 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 769 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 9 settembre 2016”)