Previsioni Irs del 30 dicembre 2016

L’Irs 10 anni, fissato a 0,68% il 30/12/2016 in discesa sulla quotazione del 9 dicembre, segnala che la presenza di movimenti orizzontali era stata correttamente individuata e che il mercato non è ancora maturo per la fase ascendente dei tassi.

eurirs-30-12-16Con la riunione di metà dicembre, il Fomc faceva salire i saggi base negli Usa come ampiamente atteso ma riservava comunque la sorpresa di programmare tre rialzi per il 2017: uno in più del previsto. Il Treasury toccava quota 2,6%, un livello forse troppo ottimistico.

Aumentava lo spread col Bund perché il governativo tedesco scendeva a 0,31%, anche a causa della lettura definitiva dell’inflazione europea confermata troppo debole.

Le prese di beneficio facevano scendere il Btp a 1,88% ma l’Irs10 chiudeva alto a 0,78% il giorno 16.

I giorni prima di Natale, finalmente, i tassi core (Bund 0,22%) e periferici scendevano in ragione degli aggiustamenti per le esagerazioni passate: l’Irs 10 anni si adeguava chiudendo a 0,7%.

Il Btp calava all’1,83% quando i volumi ridotti degli scambi non tradivano nervosismo per l’intervento pubblico deciso su Mps.

Nell’ultima settimana dell’anno, in assenza dell’azione stabilizzatrice della Bce che ha sospeso gli acquisti programmati del Quantitative Easing e nonostante l’ulteriore riduzione degli scambi, il mercato obbligazionario europeo ha vissuto una fase di stallo dei rendimenti sia nella componente centrale che in quella periferica.

Il Bund, sceso addirittura allo 0,175%, in chiusura di settimana è risalito a 0,2%: probabilmente questo valore identifica il limite inferiore che fa scattare le vendite sulla base delle attuali condizioni macro.futures-sul-bund-eurex-30-12-16

La previsione di fine gennaio è per quota 0,61% e in assenza di rilevanti novità sul piano della politica monetaria e fiscale, variabili per le quali i mercati hanno mostrato maggiore sensibilità ultimamente, la banda di oscillazione dell’Irs10Y per le prossime settimane è delimitata dagli estremi 0,55% e 0,75%.

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 20 gennaio 2017”)

Previsioni Euribor del 30 dicembre 2016

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Dopo aver trascorso l’anno all’insegna di continui ribassi, l’Euribor 3 mesi stabilisce l’ultimo record del 2016 con la quotazione -0,319% che permane da mercoledi scorso fino al 30/12/2016.

Eccesso di liquidità nel sistema stabile in quota 1.200 miliardi di euro.

Mentre il brevissimo continua a tenersi alla larga dai minimi assoluti, come la scadenza trimestrale anche la mensile (-0,368%) varia nei limiti dei due millesimi nel corso della settimana.

tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-30-dicembre-2016La curva delle attese sempre crescente, estrapolata dai derivati del Liffe il 30 dicembre 2016, si sposta verso il basso secondo aggiustamenti progressivi in scaletta: le limature giornaliere, nel clima delle contrattazioni festive ridotte ed in assenza di informazioni macro importanti o altre novità politiche, hanno assunto connotati conformi agli sviluppi sul secondario.

I tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi segnalano quota -0,315% per metà marzo prossimo e -0,265% per dicembre 2017: le variazioni negative a sette giorni sul tratto di breve termine, relativamente alte, indicano l’attività degli investitori finalizzata ad anticipare le mosse Bce per l’acquisto di titoli con durata residua inferiore ai due anni.

Velocità di crescita costante per l’Euribor 3 mesi anche nell’anno successivo (-0,185% a dicembre 2018).

Pure in quest’ultima settimana dell’anno, le differenze più consistenti si registrano sul tratto di medio-lungo termine e presentano segno negativo: tasso visto a 0,72% per metà 2022 contro il precedente 0,785%.

Euribor 6-12 mesi in chiusura rispettivamente a -0,221% e -0,082% (fonte dati: Gruppo Kairos).

Giovedi depositi overnight usati per 430 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 896 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 6 gennaio 2017”)

Previsioni Euribor del 23 dicembre 2016

La settimana che precede il Natale 2016 scorre secondo cadenze a rilento tipicamente festive.

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Soltanto lunedi, quando l’indice Ifo tedesco è andato sopra le attese, il Liffe ha preferito seguire l’andamento del mercato obbligazionario attraverso ribassi dei tassi future fino a sette centesimi, conseguenti a probabili acquisti della Bce. Come accadde alla fine dell’anno passato, l’attività dell’istituto centrale è stata poi sospesa e riprenderà alla prima seduta utile del 2017.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-23-dicembre-2016

Sul mercato interbancario è stata regolata la Tltro2 ma l’eccesso di liquidità sistemica è fermo attorno ai 1.200 miliardi di euro.

I riversamenti fiscali di fine anno hanno prodotto limitati effetti al rialzo dei tassi sulle sole scadenze più vicine: l’Euribor 1 settimana chiude a -0,373%, non troppo vicino al minimo storico -0,382%, mentre l’Euribor 1 mese risale a -0,369%.

Euribor 3 mesi fissato in ribasso a -0,317% il 23 dicembre 2016, quando i tassi impliciti nei derivati di Londra segnalano quota -0,305% per marzo prossimo ed una situazione invariata fino a metà dell’anno 2017.

Generale effetto di appiattimento della curva delle attese per i differenziali prima positivi e poi negativi.

Euribor 3 mesi sempre in rialzo per settembre 2020, quando il tasso nominale 0,2% si aggiungerà allo spread ai fini della determinazione della cedola d’interesse per le obbligazioni a tasso variabile.

Massimo ribasso sulle scadenze di lungo termine sotto lo 0,9%, dove sono dodici i centesimi in meno rispetto a venerdi scorso.

Euribor 6-12 mesi rispettivamente a -0,217% e -0,082% (fonte dati: Aritma).

Ultimo dato disponibile per i depositi overnight a 422 miliardi di euro e per i conti correnti presso Bce a 937 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 30 dicembre 2016”)

Previsioni Euribor del 16 dicembre 2016

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Non si registra cambiamento degno di menzione per la scadenza di metà marzo 2017, associata al valore -0,3% sulla curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti in data 16/12/2016, una settimana dopo la riunione del direttivo Bce che ha esteso all’intero anno prossimo il Quantitative Easing modificandone alcuni parametri. La risalita del tasso appare moderata fino a metà 2018.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-16-dicembre-2016

Seduta cardine è stata quella di giovedi, quando sono arrivate notizie riguardanti i tre rialzi dei tassi Usa in programma per l’anno prossimo, la stima flash dell’indice Markit PMI di dicembre che ha confermato la crescita economica sui massimi degli ultimi undici mesi nell’Eurozona ed il nulla di fatto per la Bank of England: tassi future in rialzo fino a otto centesimi sul Liffe.

Sul tratto di curva più ripido, in chiusura di settimana l’Euribor 3 mesi è stimato a -0,065% a metà 2019 e a 0,465% a marzo 2021, tre centesimi oltre il valore del venerdi precedente come differenziale più alto.

Molta stabilità anche sul mercato interbancario, dove la variazione massima riguarda l’Euribor 3 mesi risalito a -0,314% il 16 dicembre 2016.

Euribor 1-6-12 mesi rispettivamente a -0,372%, -0,216% e -0,081% (fonte dati: Aritma).

Eccesso di liquidità nel sistema sempre attorno ai 1.200 miliardi di euro e totale nuovamente record (1.332 mld) per i depositi giornalieri ed i conti correnti presso Bce mercoledi scorso, primo giorno di accantonamento della riserva obbligatoria per le banche europee.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 23 dicembre 2016”)

Previsioni Euribor e Irs del 9 dicembre 2016

Da previsioni poco variate entro l’orizzonte temporale 2018, dove le limature non raggiungono i due centesimi per la seconda settimana di seguito, si conclude che gli operatori sui futures di Londra stanno ancora stimando gli effetti del prolungamento della politica ultra-espansiva oltre il mese di marzo, ipotesi a cui avevano aperto con cautela senza rappresentare una situazione dei tassi di interesse caratterizzata da elementi di assoluta novità.

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I banchieri europei, dopo l’ultimo incontro dell’anno tenutosi giovedi, da un lato hanno confermato i tassi base (Refi 0%) e dall’altro hanno esteso il limite temporale del Quantitative Easing a tutto il 2017. Tuttavia il prolungamento annunciato sarà contemperato dalla riduzione dell’importo mensile degli acquisti, in discesa da 80 a 60 miliardi di euro a partire dal prossimo aprile.

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La Bce, inoltre, ha reso più elastico il programma riservandosi da gennaio la facoltà di acquisire titoli a durata residua anche inferiore ai due anni, ma superiore ad uno, e con rendimenti di mercato che potranno essere inferiori al deposit rate (confermato a -0,4%).

Come Draghi ha precisato, la decisione presa a maggioranza non attiene al tapering perché il direttivo non ha discusso il progressivo alleggerimento delle operazioni di acquisto fino a zero ma anzi il programma potrebbe tornare ad essere rinforzato per volume o durata sulla base della velocità di avvicinamento all’obiettivo inflazionistico fissato per mandato.

tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-9-dicembre-2016Giovedi sul Liffe, a fine seduta, limature minime fino a tutto il 2018 e increspature sul tratto medio-lungo, secondo un copione già sperimentato che vede agire forze di segno opposto tra la prima e la seconda parte della curva dei tassi previsti, resa in tal modo più ripida.

Se le scadenze più lontane tengono conto della salita dei rendimenti per vari motivi, ai quali si è aggiunto in settimana il rialzo delle previsioni Eurostat sul Pil Eurozona a base annua, le attese sui tassi nei prossimi mesi riflettono anche la mole notevole di liquidità (eccesso sistemico vicino ai 1.200 miliardi di euro e destinato a salire) che nelle ultime sedute ha schiacciato l’Euribor 3 mesi verso nuovi record: il fixing -0,316% del 9 dicembre 2016 si pone poco sopra il minimo storico (-0,318%) registrato il giorno prima sull’interbancario.euribor-360-gg-9-dic-2016

Tasso a scadenza trimestrale visto a -0,29% a giugno dell’anno prossimo, mentre nel 2019 il tasso reale tenderà ad avvicinarsi all’1,7% negativo.

Euribor 3 mesi in quota 0,7% a fine 2021, sei centesimi sopra l’ultima previsione.

Chiuso il lunghissimo periodo dei rendimenti delle obbligazioni decennali ai minimi storici, affiora sempre più l’idea di un mondo finanziario fatto da tassi normalmente positivi.

Ma il passaggio non può essere immediato ed il contesto attuale prevede un braccio di ferro tra quanti venderanno il titolo rifugio tedesco, correlato al Treasury, e quanti lo acquisteranno aiutati dal QE.

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Nella seconda parte del mese scorso l’emotività continuava ad essere presente sui mercati ma l’effetto delle elezioni americane andava spegnendosi: volava il Treasury a 2,36% aiutato dalle parole della Yellen che definiva breve il tempo rimasto prima della stretta. Si allargava lo spread tra governativi Germania e Usa e poi l’Irs, dopo aver vissuto un massimo relativo a quota 0,74% come se Trump fosse stato eletto governatore della Bce, chiudeva il 18 novembre a 0,68% (invariato a 7 gg).

La settimana successiva il Treasury manteneva inalterato il rendimento, segnale verde per i mercati obbligazionari che, sulla via del completamento delle operazioni di aggiustamento, avevano già incamerato le aspettative di inflazione alta ed elevato debito pubblico per la politica di Trump.irs-9-dic-2016

Il Btp si teneva saldo al 2,1% perché la speculazione lucrava sul “No” al referendum, sulla fine della fase delle riforme in Italia e più in genere della moneta unica europea: chi vendeva carta italiana comprava Bund, che perdeva tre punti base in una settimana esattamente come l’Irs che scendeva a 0,65% venerdi 25.

Nella settimana a cavallo tra novembre e dicembre tornava a perdere quota il governativo Usa soprattutto per l’accordo inaspettato Opec sul taglio alla produzione di greggio che favorirà la ripresa dell’inflazione.

Seguiva il Bund (spread inalterato a 170 pb) ma risaliva il Btp (spread rientrato per 20 pb) perché il mercato, che aveva già scontato il NO alle urne, teneva conto del sostegno implicito della Bce al post referendum calcolando il prolungamento del QE (inflazione core stabile secondo stima flash Eurostat).

Con l’aggiunta di un nuovo fattore destabilizzante per i mercati (primo accordo OPEC dal 2008!) che escludeva il rimbalzo del Bund, dopo aver toccato nuovamente quota 0,74% l’Irs10Y chiudeva la settimana a 0,69%.

La riduzione futura del volume degli acquisti programmati, decisa giovedi dalla Bce, riflette la fiducia che l’autorità politica comunica agli investitori in merito alla ripresa economica del vecchio continente, certificata da Eurostat nell’ultima settimana. Inoltre la possibilità di acquisto per titoli a durata residua sotto i 24 mesi sottrarrà risorse per l’investimento sui decennali: l’insieme di questi fattori ha agito nel senso di un irrigidimento della curva dei rendimenti che pertanto, a lungo e lunghissimo termine, segnala adesso percentuali maggiori. Dopo rialzi generalizzati per i rendimenti governativi attorno allo 0,1% su base sette giorni, l’Irs 10 anni viene fissato a 0,78% in data 09/12/2016.futures-sul-bund-eurex-9-dic-16

La stabilità del Treasury dopo la manovra Fed, già scontata per il 14 dicembre prossimo, costituisce presupposto per alimentare la fase attuale di trading range: la previsione 0,74% per l’Irs 10 anni a fine dicembre va intesa come conseguente alla presenza sul mercato di movimenti orizzontali.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 16 dicembre 2016”)

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs del 30 dicembre 2016”)