Previsioni Euribor del 25 novembre 2016

I mercati finanziari si trovano probabilmente nella fase di assestamento delle aspettative: dopo il riposizionamento per l’esito delle elezioni americane, i fattori macroeconomici e la politica monetaria europea tornano ad incidere sulle scelte degli operatori.

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Il richiamo di Draghi al Parlamento europeo per la continuazione del QE, come pure l’espressione di un consigliere Bce che allontana il tapering, hanno neutralizzato i movimenti dei tassi attesi per il breve termine: l’Euribor 3 mesi rimane confermato in salita tra dicembre prossimo (-0,305%) e dicembre 2017 (-0,25%).tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-25-11-2016

Sul medio-lungo termine, invece, le quotazioni del greggio in rialzo e la crescita economica Eurozona (secondo il Markit Flash PMI) in accelerazione a novembre, al valore più rapido del 2016, hanno increspato i tassi future ma sono stati insufficienti a contrastare i movimenti in direzione opposta.

Sul mercato interbancario l’Euribor 3 mesi, dopo una fase di stallo iniziata a metà ottobre, giovedi è sceso al nuovo minimo storico -0,314% per chiudere poi invariato il 25 novembre 2016.

Le previsioni sul Liffe del 25/11/2016 rilevano scostamenti negativi rispetto a venerdi scorso nell’ordine dei sei centesimi per l’anno 2020, quando il parametro più usato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile sarà di nuovo aggiunto alla maggiorazione da un minimo di 0,065% ad un massimo di 0,265%.

Euribor 3 mesi visto a 0,66% nel primo trimestre 2022.

Venerdi depositi overnight usati per 434 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 811 miliardi.

Lievissima e generale discesa per l’Euribor 1-6-12 mesi, rispettivamente a -0,373%, -0,219% e -0,079% (fonte dati: Kairos Partners).

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 2 dicembre 2016”)

Previsioni Euribor del 18 novembre 2016

Il 18 novembre 2016 l’Euribor 3 mesi perde un millesimo su base giornaliera e torna di nuovo al fixing -0,313%, minimo storico raggiunto per la nona volta da ottobre.

Con l’eccesso di liquidità nel sistema stimato sempre sopra i 1.100 miliardi di euro, sul mercato interbancario si mantiene stabile anche il costo del denaro a scadenza mensile (-0,373%).

Risultano appesantite, invece, le scadenze più lontane per le quali si registra una leggera discesa dei tassi Euribor 6-12 mesi, rispettivamente a -0,217% e -0,077% (fonte dati: Aritma).

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E’ interessante notare come nelle giornate passate i tassi future si sono mossi soprattutto perché influenzati dalle operazioni di aggiustamento sul mercato secondario a seguito dell’elezione di Trump. La variabile politica continua ad essere protagonista sui mercati finanziari.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-18-novembre-2016

Lievi cambiamenti, invece, per i contenuti insiti nelle informazioni macroeconomiche: martedi limature per la deludente conferma della crescita del Pil Eurozona alla stessa velocità registrata nella prima parte dell’anno. Giovedi nulla di fatto sul breve termine dopo che Janet Yellen ha comunicato la percezione di tempi di attesa brevi per il prossimo rialzo dei tassi Fed e dopo che l’inflazione finale è stata misurata da Eurostat in aumento minimo su base annua.

In data 18/11/2016, dopo le osservazioni espresse a Francoforte dal governatore Draghi sull’inflazione debole e sulla dipendenza della ripresa economica dalla politica monetaria accomodante, i tassi impliciti nei derivati sull’Euribor 3 mesi confermano sul Liffe quota -0,305% per metà dicembre, l’andamento monotono crescente della curva e l’ingresso in territorio positivo per la seconda parte dell’anno 2019.

Rallenta la crescita dei tassi sul tratto di breve termine dove la scadenza di settembre 2017 indica -0,265% dal precedente -0,245%.

I differenziali a sette giorni invertono segno dal 2021 quando l’Euribor 3 mesi viaggerà oltre lo 0,4%.

Venerdi depositi overnight usati per 456 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 803 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 25 novembre 2016”)

Previsioni Irs dell’11 novembre 2016

Dopo lo shock iniziale per l’elezione di Donald Trump, i mercati finanziari sembrano dare credito alle parole di chi ha promesso di far tornare a correre l’economia a stelle e strisce: se politica fiscale e protezionismo faranno crescere l’inflazione e comporteranno l’intervento restrittivo dell’autorità di politica monetaria Usa, la strada al rialzo dei tassi di interesse è segnata.irs-11-11-2016

Indiscussa protagonista delle ultime tre settimane, la variabile politica (Stati Uniti e Italia su tutti) sorprendeva molti osservatori perché incideva con forza da fine ottobre sulla perdita di valore del titolo italiano e del Bund, sceso ben oltre la misura ipotizzata senza essere sostenuto dal fenomeno “flight to quality”.

L’avvicinamento del secondo step di normalizzazione della politica monetaria americana, e le incertezze sull’esito referendario italiano, rappresentavano motivo principale per lo spostamento verso l’alto della banda di oscillazione dei rendimenti (Irs10Y a 0,51% il 31 ottobre, distante dalle previsioni) a cui si aggiungevano altri due fattori: uno prettamente macroeconomico legato allo stato di salute dell’economia reale e all’inflazione in Europa che, segnalati in miglioramento, facevano tornare a pensare alla riduzione del QE a marzo; un secondo derivante dall’approssimarsi della fine dell’anno che induceva i gestori a realizzare lucrose plusvalenze dalla vendita dei titoli di Stato iscritti in bilancio.

Nella prima settimana di novembre, invece, il contributo al tasso Irs10 (che toccava lo 0,55%) veniva in prevalenza dal decennale italiano oltre l’1,75%.

Nell’ultima settimana si è abbattuto sui mercati mondiali l’attesissimo esito dell’elezione del Presidente Usa.

Trump ha promesso in campagna elettorale aumento della spesa pubblica e taglio delle tasse, fattori che potenzialmente creano reddito e inflazione nel medio-lungo termine ma fanno esplodere il debito pubblico americano: ora difatti abbandonato dagli investitori, il Treasury (rendimento schizzato a 2,15%) sta affossando l’omologo titolo rifugio europeo per correlazione. Le rassicurazioni subito pervenute da fonte Bce sull’estensione del Quantitative Easing hanno fatto da paracadute e lo spread tra i benchmark è aumentato per circa 20 punti base negli ultimi sette giorni.

Trump ha promesso anche misure protezionistiche, ulteriore fattore che fa leva sui prezzi (e indebolisce ancora di più il valore reale atteso del titolo governativo): la politica monetaria dovrà quindi intervenire con successivi rialzi dei tassi base per raffreddare le spinte inflazionistiche.

La perdita futura di competitività dell’Europa, in contrasto col contagio positivo vissuto dalle piazze azionarie nelle ultime sedute, è la logica conseguenza di un’economia debole storicamente e non più assecondata da tassi di interesse bassi: e più i Paesi sono deboli, più i rendimenti dei titoli salgono (Btp a 2,03%; spread italiano volato sopra l’1,7%). Giovedi l’Irs 10 anni è balzato a 0,68% dallo 0,55% del giorno prima.

futures-sul-bund-eurex-11-11-2016Al momento non è possibile considerare realizzata l’inversione di tendenza dei tassi perché occorre attendere la riduzione della volatilità e poi valutare la reazione dei mercati alla probabilissima contromossa Bce, forse già a dicembre; ma è chiaro che il lungo periodo di tassi ai minimi storici si è concluso.

Se è corretto ipotizzare il riassorbimento dell’ondata emotiva iniziale nei termini di un rimbalzo del governativo tedesco, allora le previsioni Irs 10 anni di fine novembre indicano quota 0,51%.

Diversamente, nessuno scenario è precluso e il tasso fisso potrà oscillare di nuovo verso l’alto.

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 9 dicembre 2016”)

Previsioni Euribor dell’11 novembre 2016

Le deboli increspature che hanno caratterizzato i tassi future nelle prime due sedute della settimana sono state seguite da violenti movimenti al rialzo per l’elezione del Presidente degli Stati Uniti d’America: dopo un primo momento di riflessione e inattività, gli operatori hanno deciso di dare credito alle parole di chi ha promesso un ritorno alla prosperità economica.

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In tale contesto è irrilevante la contrazione delle vendite al dettaglio in ottobre, registrata dal Markit Eurozone Retail PMI al livello più basso da giugno, per lo spiazzamento del contributo tedesco operato da Francia e Italia.

I tassi di interesse che regolano il costo del denaro prestato tra banche commerciali del vecchio continente, fra i pochissimi punti fermi di una settimana molto tribolata, hanno invece provveduto a contenere in quota -0,305% la previsione di metà dicembre nelle vicinanze del fixing Euribor 3 mesi -0,312% (confermato giorno dopo giorno fino all’11/11/2016).tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-11-novembre-2016

Stabile lo 0,28% atteso per marzo prossimo, epoca di conclusione del QE secondo le più recenti informazioni.

Ad eccezione delle prime due scadenze disponibili, l’irrigidimento della curva che rappresenta i tassi impliciti appare marcato e progressivo, con differenziali positivi a sette giorni che si assestano a ventitre centesimi soltanto sul tratto di lungo termine.

Anticipato quasi di un anno il ritorno al segno positivo per l’Euribor 3 mesi, visto a 0,03% per settembre 2019.

Gli operatori di Londra, l’11 novembre 2016, valutano il parametro usato più frequentemente per indicizzare i mutui a tasso variabile in avvicinamento verso quota 0,7% al termine del primo trimestre dell’anno 2022.

Euribor 1-6-12 mesi rispettivamente a -0,374%, -0,21% e -0,069% (fonte dati: Aritma).

Depositi overnight usati per 459 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 804 miliardi. Eccesso di liquidità nel sistema stimato sempre sopra i 1.100 miliardi di euro.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 18 novembre 2016”)

Previsioni Euribor del 4 novembre 2016

Scende impercettibilmente per due millesimi l’Euribor 12 mesi a -0,071%, ma nel complesso rimangono stabili i tassi di interesse ai quali gli istituti europei scambiano denaro sul mercato interbancario.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-4-novembre-2016

Fixing -0,312% il 4 novembre 2016 per l’Euribor 3 mesi dopo quattro sedute invariate rispetto a venerdi scorso.

Euribor 1-6 mesi a -0,373% e -0,213% (fonte dati: Gruppo Kairos).

Lunedi Eurostat, in lettura preliminare, ha confermato la crescita debole del Pil Eurozona e, coerentemente, la lievissima accelerazione dell’inflazione su base annua: fattori che non hanno esercitato alcuna pressione per i derivati di breve termine sul mercato di Londra.

Differente il comportamento degli operatori a seguito della diffusione di notizie sul progressivo rafforzamento dell’economia Usa: la stretta Fed, data quasi per certa a dicembre, ha increspato i tassi future a partire dal medio termine.

Venerdi mattina lievi limature per la correzione del dato finale sulla Produzione composita Eurozona di ottobre, comunque record a trenta mesi sul manifatturiero; poi nessuna influenza dal dato sui payroll americani.

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In data 04/11/2016 i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi rimangono in linea con le risultanze del fine settimana precedente: variano in crescita per un centesimo da dicembre prossimo (-0,295%) a marzo 2018 (-0,25%) e decrescono nella stessa misura da metà 2020 (0% che eguaglia tasso finito e maggiorazione nei contratti di mutuo) fino al termine del 2021 (0,39%) ma descrivono di nuovo un trend sempre positivo.

La risalita dell’Euribor 3 mesi tende a rallentare all’approssimarsi di dicembre dell’anno prossimo (-0,26%) ma poi prosegue con sempre maggior vigore invertendo la concavità della curva.

Depositi overnight usati per 431 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 817 miliardi: riflessi dell’eccesso liquidità salito nel sistema ad oltre 1.100 miliardi di euro.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor dell’11 novembre 2016”)