Previsioni Euribor 3 mesi: 25 novembre 2011

Coi depositi presso la Bce stabilmente sopra i 235 miliardi di euro questa settimana e con le richieste di rifinanziamento marginale sempre in atto, l’Euribor 3 mesi – venerdi in salita all’1,475% – conferma le difficoltà di avvicinamento al tasso di riferimento sui rifinanziamenti principali della Bce.

Anche i futures sull’Euribor 3 mesi contrattati sul Liffe in data 25 novembre 2011, che già incorporavano le tensioni sul mercato interbancario, mostrano valori in linea con quelli del fine settimana precedente: in particolare, il tasso atteso per metà dicembre (poco sotto l’1,4%) indica la considerazione prevalente tra gli operatori circa l’approvvigionamento di denaro da parte degli istituti commerciali alle condizioni dell’attuale P/T (1,25%) nel corso dell’asta a 12 mesi e a quantità illimitata programmata per il 20/12/2011.

Sempre secondo le contrattazioni di Londra, la Bce dovrebbe abbassare di un quarto di punto il costo base del denaro soltanto a metà 2012.

(per le previsioni Euribor 3 mesi del 2 dicembre 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=5712)

Asta del 29 novembre 2011: Btp 3 anni, Btp 10 anni e Btp decennali non più in corso d’emissione

Il MEF ha disposto per martedi 29 novembre 2011, in asta marginale e con regolamento 1° dicembre 2011, il collocamento dei titoli di Stato relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali triennali, decennali e decennali non più in corso d’emissione.

I Btp 3 anni (decorrenza 15/11/2011, scadenza 15/11/2014, tasso d’interesse annuo lordo al 6%) sono offerti in prima tranche e, nella precedente asta di ottobre, avevano fatto segnare rendimento lordo al 4,93%. I Btp triennali (ISIN IT0004780380) sono offerti per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2,5 miliardi di euro ad un massimo di 3,5 miliardi di euro. I nuovi Btp triennali, nella mattinata di martedi, hanno fatto registrare rendimento lordo in forte aumento al 7,89% (massimo dal 1997), prezzo di aggiudicazione a 95,45 e rapporto di copertura 1,5 derivante da richieste per oltre 5,256 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 10 anni (ISIN IT0004759673, decorrenza 01/09/2011, scadenza 01/03/2022, tasso d’interesse annuo lordo 5%) sono offerti in settima tranche e, nell’asta dello scorso ottobre, avevano fatto segnare rendimento lordo al 6,06%. I Btp decennali sono offerti per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1,5 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro. I Btp decennali, nella mattinata di martedi, hanno fatto registrare rendimento lordo in aumento al 7,56%, prezzo di aggiudicazione a 82,81 e rapporto di copertura 1,34 derivante da richieste per 3,338 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 10 anni non più in corso d’emissione (ISIN IT0004594930, decorrenza 01/03/2010, scadenza 01/09/2020, tasso d’interesse annuo lordo 4%) sono offerti in tredicesima tranche e, nella precedente asta dello scorso settembre, avevano fatto segnare rendimento lordo al 5,47%. I Btp off-the-run sono offerti per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1 miliardo di euro ad un massimo di 2 miliardi di euro. I Btp decennali (vita residua 9 anni), nella mattinata di martedi, hanno fatto registrare rendimento lordo in aumento al 7,28%, prezzo di aggiudicazione a 79,76 e rapporto di copertura 1,54 derivante da richieste per 2,305 miliardi di euro (assegnato importo pari a 1,4985 miliardi di euro).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per l’asta del 29 dicembre 2011 relativa ai Btp 3 anni ed ai Btp 10 anni a scadenza 2022, si legga “Asta del 29 dicembre 2011: CCTeu, Btp 3 anni, Btp 10 anni e Btp decennali non più in corso d’emissione“)

BTP€i 2023 anni: asta del Tesoro del 28 novembre 2011

Il MEF ha disposto per lunedi 28/11/2011, con regolamento 30 novembre 2011, il collocamento in asta marginale dei titoli di Stato BTP€i 15 anni (Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione dell’Area Euro).

I BTP€i 2023 (ventiduesima tranche, ISIN IT0004243512, decorrenza 15 marzo 2007, scadenza 15 settembre 2023, cedola al tasso d’interesse reale 2,60% annuo pagabile semestralmente) sono offerti per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 500 milioni di euro ad un massimo di 750 milioni di euro e, nell’asta del Tesoro del marzo 2010, avevano fatto registrare rendimento lordo pari al 2,19%. I BTP€i 15 anni (vita residua 12 anni), nella mattinata di lunedi, hanno fatto segnare rendimento lordo in fortissimo aumento al 7,3%, prezzo di aggiudicazione 64 e rapporto di copertura 2,16 derivante da richieste per quasi 1,225 miliardi di euro (importo assegnato superiore a 567 milioni di euro).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei BTP€i 15 anni: “Asta 26 giugno 2012: CTZ, BTP€i 5 anni e BTP€i 15 anni“)

(per la prossima asta dei BTP€i 15 anni ISIN IT0004243512: “CTZ, BTP€i 5 anni e BTP€i 15 anni: asta 25 marzo 2013“)

Bot semestrali e Ctz nell’asta del 25 novembre 2011

Con regolamento 30 novembre 2011, il MEF ha disposto per venerdi 25 novembre 2011 l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali, col sistema di collocamento dell’asta competitiva, e dei Certificati di credito del Tesoro “Zero coupon” col sistema dell’asta marginale riferita al prezzo.

I Bot 6 mesi hanno scadenza 31/05/2012 (183 giorni), sono offerti per 8 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari al 3,535% nell’asta dello scorso ottobre (corrispondente al rendimento semplice netto minimo del 2,687% secondo Assiom Forex, una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime). Nella mattinata di venerdi i Bot semestrali (ISIN IT0004776164, emissione 30/11/2011), collocati in prima tranche per l’intero importo offerto, hanno fatto segnare rendimento medio ponderato in fortissima salita al 6,504%, prezzo medio ponderato 96,8 ed hanno ricevuto richieste per oltre 11,73 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,47). Il rendimento dei Bot 6 mesi, che rappresenta il massimo dall’introduzione della moneta unica, scende al rendimento semplice netto minimo del 5,251% secondo Assiom Forex, una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime.

I Ctz (ISIN IT0004765183, quinta tranche) hanno decorrenza 30 settembre 2011 e scadenza 30 settembre 2013, sono emessi per importo nominale pari a 2 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari al 4,628% nell’asta dell’ottobre scorso. Nella mattinata di venerdi i Ctz 24 mesi (emissione 30/09/2011), collocati per l’intero importo offerto (rapporto di copertura 1,59), hanno fatto segnare rendimento lordo in fortissima salita al 7,814% (massimo dall’introduzione dell’Euro), importo richiesto superiore a 3,188 miliardi di euro e prezzo di aggiudicazione pari a 87,1.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Bot 6 mesi e dei Ctz si legga “Asta Bot semestrali e Ctz del 28 dicembre 2011”)

Conto deposito: garanzie sulle somme e imposta di bollo

Dopo aver valutato le novità fiscali delle manovre di luglio e agosto, la volatilità elevata dei mercati, e preso atto che tra i risparmiatori si fa sempre più labile il (falso) concetto di rischio-zero, le banche hanno reagito da diverse settimane indicando alla clientela soluzioni finanziarie caratterizzate da un basso grado di costo, rischio e complessità. Sulla proposta del conto deposito, in particolare, è in atto una forte concorrenza giocata sul filo dello zero virgola in termini di maggiorazione percentuale di rendimento offerto da un istituto rispetto ai competitors.

E’ bene chiarire che se l’acquisto di un titolo di Stato espone al rischio di default del Paese emittente, l’accensione di un conto deposito espone al rischio di fallimento della banca. Nella peggiore ipotesi, a ristoro delle eventuali perdite di denaro del correntista, giungerebbe in soccorso il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) a cui devono aderire tutte le banche italiane e le filiali italiane di banche extracomunitarie (alle filiali di banche comunitarie, invece, è lasciata la possibilità di aderire volontariamente al FITD).

La garanzia prestata a favore del depositante, per ogni intestatario del conto a prescindere dal numero di conti posseduti e per ogni banca indipendentemente dall’esistenza di una pluralità di istituti presso i quali siano accesi diversi rapporti, arriva fino alla somma di 100.000 euro per effetto del Decreto Legislativo 24 marzo 2011, n. 49, di recepimento della Direttiva 2009/14/CE nell’ordinamento italiano. Se ad esempio il correntista possiede presso la banca A un conto con saldo pari a 90mila euro ed un conto cointestato con saldo 30mila euro, per complessivi (90 + 30:2) 105mila euro, e possiede presso la banca B un conto con saldo pari a 110mila euro, la garanzia a suo favore sarà pari ad euro 100mila presso la banca A ed euro 100mila presso la banca B. Ovviamente, se lo stesso correntista fosse titolare soltanto del primo conto per euro 90mila, a tale cifra corrisponderebbe il limite della relativa copertura.

Un punto di forza del conto deposito, al momento, è rappresentato dall’assolvimento dell’imposta di bollo che alcune banche hanno scelto di offrire alla nuova clientela: il sollevamento dai relativi oneri, in tal modo accollati in capo all’intermediario, si aggiungerebbe all’agevolazione della tassazione sugli interessi che scenderà dal 27% al 20% a partire dal 1° gennaio 2012.

Precisamente, il conto deposito non è colpito dall’imposta di bollo per (almeno) euro 34,20, attinente alla comunicazione periodica del deposito titoli e all’estratto conto inviato da banche e Poste, ma è soggetto all’imposta di

–        euro 14,62 per ogni contratto, indipendentemente dal numero degli esemplari o copie, come stabilito dalla nota 2-bis all’art. 2 della Tariffa allegata al D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 642, che regolamenta la disciplina degli atti soggetti ad imposta fin dall’origine, ed

–        euro 1,81 per ogni estratto conto generico e documento relativo ad operazioni di accredito o di addebito, quando la somma supera 77,47 euro, come stabilito dall’art. 13, comma 2, della stessa Tariffa.

In merito ad entrambe le tipologie di imposta di bollo, infine, è utile ricordare che detti oneri non sono dovuti se le movimentazioni del conto deposito vengono effettuate come contropartita del conto corrente di appoggio, presso la stessa banca e per lo stesso titolare: il bollo sul conto di corrispondenza, infatti, rappresenta un’imposta sostitutiva di quella dovuta per gli altri atti e documenti inerenti a rapporti regolati mediante lo stesso conto. Come ricorda anche la Risoluzione n. 160/E dell’Agenzia delle Entrate dell’11 novembre 2005:

….. il legislatore ha concentrato il prelievo dell’imposta di bollo sullo specifico documento bancario che è l’estratto del conto corrente di corrispondenza (articolo 13, comma 2-bis), esentando, nel contempo, tutti gli altri documenti, richiamati nella nota 3-ter, purché relativi a rapporti regolati mediante il menzionato conto corrente. Sono esenti, in particolare, in quanto regolati su conto corrente bancario:

–        i contratti relativi alle operazioni bancarie e finanziarie e i contratti di credito al consumo (art. 2, nota 2-bis tariffa parte prima);

–        gli assegni (art. 9 tariffa parte prima);

–        le quietanze, le note, i conti e le fatture (art. 13, comma 1 della tariffa parte prima);

–        documenti di addebitamento/accreditamento e gli estratti conto (art. 13, comma 2 della tariffa parte prima);

–        le ricevute (art. 14 tariffa parte prima);

–        in generale, tutti i documenti che afferiscono il rapporto di conto corrente.

(per le novità relative all’imposta di bollo a partire dal 1° gennaio 2012 si legga “Bollo su conto corrente bancario e postale, su deposito titoli, buoni fruttiferi postali e fondi comuni d’investimento per il decreto-legge n. 201 del 2011 convertito in legge (art. 19, commi 1-3)”)

Previsioni Euribor 3 mesi del 18 novembre 2011

Per tutta la settimana si è verificata la crescita dei depositi presso la Bce, dai 177 miliardi di euro del lunedi ai 230 di giovedi, mentre i volumi di rifinanziamento marginale usati dalle banche commerciali in condizioni di emergenza hanno raggiunto il massimo di 3,7 miliardi martedi scorso per poi diminuire: ciò indica la permanenza di uno stato di tensione sul mercato interbancario che, in assenza di altri input significativi, reagisce con l’aumento del costo del denaro.

Di conseguenza, dopo un periodo di discesa condizionata dal taglio di un quarto di punto del tasso base, l’Euribor 3 mesi ha conosciuto quotazioni in rialzo da metà settimana sino a raggiungere il fixing dell’1,465% venerdi 18 novembre 2011.

Inoltre, a differenza di quanto accaduto la settimana scorsa, le stesse tensioni hanno avuto ripercussioni anche sui tassi impliciti nei futures sul mercato Liffe: le previsioni sull’Euribor 3 mesi al 18/11/2011, pur manifestando il consueto andamento grafico parabolico col minimo di giugno 2012, risultano tutte in rialzo. Rimane confermata la scadenza di marzo 2012 come epoca del prossimo taglio atteso del tasso di interesse sui rifinanziamenti principali.

(per le previsioni sull’Euribor 3 mesi al 25 novembre 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=5693)