Previsioni Irs del 25 settembre 2015

La seconda e la terza settimana di settembre hanno visto prevalere sui mercati obbligazionari le attese sulla politica della banca centrale americana e la crescita del fronte di operatori che si sarebbero aspettati la prima manovra restrittiva.

Inizialmente ha dominato un atteggiamento di grande prudenza, ravvisabile a tratti nell’inerzia delle negoziazioni – che hanno comportato lievissime limature per i rendimenti dei principali titoli europei – e nell’andamento quasi lineare dell’Irs 10 anni che apriva e chiudeva la settimana con identica quotazione a 1,01%.

Neppure i primi segnali di riduzione dell’offerta di petrolio, a causa dei tagli alla produzione non efficiente in Russia, Mare del Nord e Texas (shale oil), sono sembrati scuotere uno scenario che subito dopo è tornato alla normalità col taglio delle previsioni di prezzo OPEC nel 2016 e col successivo indebolimento dei prezzi.

La settimana iniziata lunedi 14, grazie alle vendite al dettaglio Usa molto buone, ha spinto una parte degli operatori di mercato ad anticipare i tempi in previsione della perdita di valore dei titoli pubblici che sarebbe stata causata dai tassi in rialzo. Invece la Fed, preso atto dei livelli di inflazione ancora lontani dal livello 2% desiderato nel medio termine e temendo ripercussioni sull’economia occidentale derivanti da un dollaro forte che metterebbe in crisi la produzione degli emergenti, ha preferito (con 1 solo voto contrario! nella riunione del Fomc) mantenere l’attuale livello minimo dei tassi di interesse dal 2008 adducendo considerazioni che potrebbero essere interpretate nel mantenimento dello status quo ben oltre la fine di quest’anno.

La decisione Fed, ovviamente, ha costretto la stessa parte degli operatori ad una frettolosa retromarcia e così i rendimenti dei titoli Treasury, Bund e periferici europei sono praticamente tornati alla pari o al di sotto di quelli della settimana prima. Anche l’Irs 10y, dopo aver toccato quota 1,11%, è indietreggiato di 9 punti base venerdi 18.

Irs (25 settembre 2015)Draghi spenderà altre settimane per l’osservazione e la valutazione prospettica della produzione, dell’inflazione e dei cambi prima di rimettere mano al Quantitative Easing europeo: fino a venerdi 25 settembre 2015 (Irs 10 anni fissato a 1,03%, invariato rispetto al fixing del 4 settembre scorso) si sono ripetute le manifestazioni di interesse per i titoli pubblici a tasso fisso che fanno correggere in misura impercettibile la previsione di fine ottobre a quota 0,88%. Irs 10 anni ancora in discesa a 0,76% per fine novembre.

Tuttavia l’ultima sortita della governatrice Yellen, che ha spalancato la porta ad un primo e sperimentale rialzo dei tassi Usa entro dicembre, potrebbe scombinare il quadro di fronte al quale si trovano gli operatori, sorpresi per una retorica mirata in senso opposto a quello consueto.

futures sul Bund (Eurex, 25 settembre 2015)La revisione al rialzo del PIL Usa secondo trimestre comunicata venerdi comprime di nuovo i futures sul Bund (-0,2% per la scadenza di dicembre) e, valutata assieme alla posizione della Yellen e ai timori della liquidazione veloce delle riserve cinesi costituite dai governativi nordamericani, potrebbe costituire occasione per modificare radicalmente al rialzo le aspettative.

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 23 ottobre 2015”)

Previsioni Euribor del 25 settembre 2015

La novità più importante che in settimana tocca il tema delle attese riguarda la revisione al ribasso dei tassi future su tutte scadenze più ravvicinate, fenomeno che non si verificava da fine luglio. In termini relativi non è da sottovalutare il passaggio da -0,035% di venerdi scorso a -0,045% per la previsione di dicembre prossimo maturata sul mercato dei derivati di Londra in data 25/09/2015.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 25 setembre 2015)

Il dato assume ulteriore rilevanza se letto alla luce delle ultime dichiarazioni di Draghi, che ha fatto esplicito riferimento al passaggio prudenziale attraverso un periodo di osservazione delle variabili economiche e finanziarie prima di tornare ad utilizzare gli strumenti di politica espansiva.tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 25 setembre 2015)

Nullo l’impatto procurato sulle attese di giovedi dalle richieste di finanziamento per appena 15,5 miliardi di euro avanzate dalle banche europee in ordine alla quinta operazione Tltro a vantaggio dell’economia reale.

Sui tassi previsti di medio termine, invece, ha pesato sia la prosecuzione del processo di riposizionamento di molti operatori che avevano scommesso erroneamente sul verificarsi del primo step della stretta monetaria Usa, sia la flessione del Markit Flash PMI sull’Eurozona di settembre, nonostante la miglior chiusura di trimestre negli ultimi quattro anni.

Le limature dell’Euribor 3 mesi per il 2017, distribuite in maniera uniforme nell’arco di ciascun semestre, abbassano il parametro più utilizzato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile attorno allo 0,14% al termine dello stesso anno.

Si conferma sul mercato interbancario l’andamento in discesa dell’Euribor 3 mesi (fixing -0,041% del 25 settembre 2015) che, almeno per i contratti stipulati dal 2014, decurta la maggiorazione applicata dalla banca al tasso base: la sottrazione di un tasso negativo dallo spread, sia pure con effetti molto limitati, alleggerisce gli interessi passivi corrisposti da aprile.

Anche l’altro parametro usato per i mutui a tasso variabile, l’Euribor 1 mese divenuto negativo ancor prima, chiude la settimana a quota -0,111% in discesa come tutti i rimanenti tassi.

Euribor 6-12 mesi rispettivamente a 0,03% e 0,146% (fonte dati: Aritma).

Il brevissimo non è sceso giovedi, quando nel complesso i depositi giornalieri (123 miliardi di euro) ed i conti correnti presso Bce sono risultati in contrazione – al pari dell’eccesso di liquidità nel sistema – causa riversamenti fiscali.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 2 ottobre 2015”)

Previsioni Euribor del 18 settembre 2015

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 18 settembre 2018)

Il mercato Liffe, fino a giovedi, è apparso attendere gli sviluppi della politica monetaria Usa senza alterare le aspettative sui tassi europei di breve termine.

A partire da dicembre 2016, invece, i rialzi dei rendimenti che hanno interessato il mercato obbligazionario dei titoli core e periferici sono stati ribaltati e distribuiti sulla curva dei tassi previsti con le dovute proporzioni.tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 18 settembre 2018)

Per questo motivo né il crollo dell’indice Zew che misura la fiducia delle imprese tedesche a settembre né la revisione al ribasso dell’inflazione finale in zona euro di agosto hanno potuto impedire sostanziosi rialzi dell’Euribor 3 mesi, riassorbiti in buona parte venerdi dopo il riposizionamento di chi aveva scommesso sul ritocco verso l’alto dei tassi americani.

Secondo attese del 18 settembre 2015, salirà a 0,28% l’Euribor 3 mesi a metà dell’anno 2018 mentre, con la maggiorazione di sei centesimi sul dato a sette giorni, la prima previsione disponibile per il 2021 è pari a 1,16%.

Rimarrà sempre negativo l’Euribor 3 mesi a metà dicembre prossimo (-0,035%), in linea col fixing -0,037% del 18/09/2015 che guadagna un millesimo sul venerdi precedente.

Limature, invece, per tutti gli altri tassi del mercato interbancario che in settimana ha visto scendere fino a -0,102% l’Euribor 1 mese.

Euribor 6-12 mesi rispettivamente a 0,036% e 0,154% (fonte dati: Aritma).

Brevissimo stabile, con l’Euribor 1 settimana sempre poco sopra -0,15%.

Depositi overnight usati giovedi per 143 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 465 miliardi: le cifre in calo inglobano la diminuzione dell’eccesso di liquidità sistemica per circa dieci miliardi di euro dovuta ai riversamenti fiscali italiani.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 25 settembre 2015”)

Previsioni Euribor dell’11 settembre 2015

L’attesa prudente per la prossima decisione della Federal Reserve, che non dovrebbe modificare le condizioni sui tassi base, rappresenta il motivo principale della conferma delle previsioni per l’anno corrente e per il prossimo: la curva dei tassi Euribor 3 mesi futuri, sovrapposta a quella della settimana passata, rivela scostamenti al ribasso inferiori ai cinque centesimi sul tratto a medio termine, dove gli operatori di Londra hanno manifestato considerazione assai scarsa per la crescita del Pil nell’Europa a diciannove in seconda lettura preliminare eseguita da Eurostat.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 11 settembre 2015)

Il mercato monetario, grazie alle continue immissioni del programma QE, ha vissuto anche questa settimana una condizione di liquidità in crescita che si riflette sull’utilizzo dei depositi giornalieri e dei conti correnti presso Bce, ai massimi da inizio 2014 (oltre 625 miliardi di euro in totale) e conseguentemente superiori a quelli della settimana scorsa nonostante il periodo di mantenimento della riserva obbligatoria sia appena iniziato.tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 11 settembre 2015)

Ovvi riflessi pure sul mercato interbancario, dove i tassi di interesse ai quali gli istituti commerciali si prestano denaro senza garanzia sono diminuiti ad eccezione della scadenza mensile invariata in chiusura rispetto a lunedi (-0,104%).

L’Euribor 3 mesi, in data 11/09/2015, scende a -0,038% perdendo quattro millesimi sul dato a sette giorni.

Euribor 6-12 mesi rispettivamente a 0,037% e 0,157% (fonte dati: Aritma).

L’Euribor 1 settimana è arrivato a sfiorare quota -0,15%.

Venerdi 11 settembre 2015, quando la Germania non registra variazioni mese su mese per l’indice dei prezzi al consumo finale di agosto ed il petrolio si indebolisce per il taglio delle previsioni di prezzo OPEC, i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi segnalano la conferma di quota -0,04% per metà dicembre.

Euribor 3 mesi piatto fino giugno 2016 e poi sempre in risalita, passando per lo 0,2% di marzo 2018.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 18 settembre 2015”)

Previsioni Euribor e Irs del 4 settembre 2015

Atteso già da qualche mese e anticipato secondo corrette previsioni venerdi scorso, il provvedimento di ampliamento del Quantitative Easing è stato annunciato da Mario Draghi attraverso il riscorso all’estensione del limite massimo di acquisto delle attività che passa dal 25% al 33% per ogni singola emissione obbligazionaria. Tassi base invariati col Refi a 0,05%.

Euribor 3 mesi vs Refi (2 gen 14 - 4 sett 15)

Risolutive, nel dibattito in seno al board riunito giovedi, la considerazione dei rischi aumentati per la crescita dell’economia europea e la revisione al ribasso dell’inflazione di medio termine, su cui tuttavia ha pesato il fattore (forse transitorio) relativo al prezzo del petrolio. In questo senso i contorni della decisione del direttivo conservano carattere di flessibilità nonostante la conferma del limite temporale del programma di acquisti rimasto fissato per adesso a settembre 2016.

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 4 settembre 2015)Fino al giorno prima l’Euribor 3 mesi era rimasto inchiodato alla medesima quotazione del 25 agosto (-0,033% che manterrà anche giovedi) e di riflesso i tassi future erano risultati invariati sul breve termine, senza ulteriori e più convinti segnali di apertura verso ampliamenti del programma di acquisti (nella misura o nei tempi) dopo la diffusione del dato definitivo Eurostat sulla stabilità dell’inflazione europea.

Increspature a partire dalle scadenze 2018, invece, per i tassi attesi nel giorno della conferma per la crescita più rapida in quattro anni dell’occupazione manifatturiera di agosto nell’Eurozona.

Euribor 360 gg. (4 settembre 2015)Giovedi il Liffe non ha seguito le indicazioni del Pmi composito finale di agosto sulla crescita della produzione record in quattro anni ma, in scia ai corsi degli obbligazionari europei che sono saliti ed hanno trascinato senza sosta al rialzo il future sul Bund, i tassi impliciti nei derivati hanno limato fino a sette centesimi a partire dalle scadenze dell’anno prossimo. Anche l’Irs 10 anni ha chiuso in caduta di cinque punti base.

Rispetto alla settimana precedente, i tassi Euribor 3 mesi attesi il 4 settembre 2015 vengono rivisti al ribasso sull’intera scaletta ma in sostanza confermati fino a metà dell’anno prossimo (-0,035%) intorno al fixing -0,034% che torna a scendere dopo otto sedute.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 4 settembre 2015)

Nella giornata di venerdi, quando il dato saliente sugli occupati Usa delude e surclassa quello sulle buone vendite al dettaglio nella zona euro, le limature sul medio-lungo termine contribuiscono ad abbassare le previsioni di fine 2017 allo 0,165% e quindi, pur nella considerazione della rivisitazione della stima dell’inflazione dall’1,8% all’1,7%, ad agevolare con l’azzeramento del tasso reale coloro che dovranno restituire rate di mutuo a tasso variabile.

Ma i dati in chiaroscuro su occupati e tasso di disoccupazione (in calo) negli Stati Uniti, che influenzano la politica della Fed, interessano anzitutto le obbligazioni pubbliche.

Le ultime previsioni dei tassi fissi si sono rivelate corrette nella conferma dell’ipotesi ribassista sino ad una settimana dal termine del mese di agosto, quando novità macroeconomiche brillanti da entrambe le sponde dell’oceano hanno fatto saltare il banco.

grafico Irs 10 anni (2 gennaio 2014 - 4 settembre 2015)

Nella settimana di ferragosto erano state ignorate le buone notizie sulla Grecia per dare spazio all’incrinatura dell’economia cinese e con la risalita dell’avversione al rischio venivano acquistati oro, Treasury e Bund. Irs 10y giù all’1% il giorno 14 mentre Citygroup abbassava le stime del Brent e del Wti, vicino ai minimi degli ultimi 6 anni.

La settimana successiva vedeva predominare le cattive notizie che dalla Cina portavano a rivedere i dati dell’economia al ribasso oltre le attese. Il ritardo con cui le autorità cinesi muovevano a tutela delle attività finanziarie detenute nel comparto azionario dalla popolazione, motore della domanda per consumi interni a cui era stato concesso appositamente credito, forniva forza supplementare all’avversione al rischio per la salita delle attività rifugio; il petrolio continuava a procedere al ribasso sotto i colpi di una produzione inarrestabile (OPEC al record) a cui si aggiungeva l’Iran.

La discesa dell’Irs 10 anni allo 0,96% il 21 agosto, tuttavia, veniva rallentata dalla risalita dei rendimenti per i titoli periferici, altra faccia della medaglia quando i mercati diventano risk-off. Sul punto pare non abbia avuto particolare rilevanza l’annuncio delle dimissioni di Tsipras.

L’ultima settimana di agosto era caratterizzata dal rimbalzo dei rendimenti dei titoli core, sensibili al ritorno dell’appetito al rischio: a partire dagli ottimi dati Usa relativi al Pil secondo trimestre, favorito dai consumi interni in ascesa grazie a petrolio e occupazione, si arrivava alla correlazione col Bund sul quale le apprezzabili statistiche macro europee giocavano un ruolo di secondo piano. La minor variabilità dei periferici non evitava la violenta scossa dell’Irs 10 anni che dal 24 al 25 del mese passava dal minimo relativo dello 0,92% al quasi massimo dell’1,07%. La dinamica dei prezzi, in ogni caso, risulterà in raffreddamento con la conferma dell’inflazione definitiva allo 0,2%.

Dopo la riunione Bce, infine, i mercati obbligazionari sono stati supportati dalla prospettiva di un aumento degli importi legati al QE: il 4/9/15 l’Irs 10 anni viene fissato all’1,03% e torna così alla stessa quotazione del 7 agosto scorso.Eurirs (4 settembre 2015)

Come già osservato, sulle aspettative dei tassi fissi torna a giocare un ruolo di fondamentale importanza la politica monetaria della Federal Reserve: il rialzo dei tassi americani potrebbe essere rinviato per motivi legati sia all’attuale volatilità dei mercati, nei quali la banca centrale non ama muoversi, sia all’inopportunità di entrare in conflitto con la richiesta di attendere inoltrata dalle autorità cinesi che hanno rappresentato e sono ancora il principale sottoscrittore dei titoli Usa. La Cina, nel tentativo di difendere la propria valuta, potrebbe usare la mano pesante liquidando altre riserve costituite da Treasury e ciò vanificherebbe buona parte degli effetti della politica ultra-espansiva americana.

futures sul Bund (Eurex, 4 settembre 2015)Quand’anche la Fed intervenisse a settembre, ipotesi non considerata nelle previsioni qui esplicitate, si tratterebbe di una prima mossa molto cauta seguita da un periodo di attesa e valutazione degli eventi.

Al momento gli operatori di mercato assumono un atteggiamento attendista e prudente che privilegia la parte a lungo della curva dei rendimenti: l’Irs 10 anni è atteso in calo allo 0,95% per fine settembre ed allo 0,86% per fine ottobre.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor dell’11 settembre 2015”)

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs del 25 settembre 2015”)