Previsioni Euribor del 29 gennaio 2016

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 29 gennaio 2016)A una settimana dal nulla di fatto per la Banca centrale europea, e subito dopo il meeting della Federal Reserve giunta alle stesse conclusioni per la delusione sui consumi interni, la curva dei tassi attesi si allontana dall’asse orizzontale per i prossimi mesi e mantiene nel complesso la forma parabolica: concavità rivolta verso l’alto, ad indicare la continuazione della discesa per l’Euribor 3 mesi fissato a -0,162% il 29 gennaio 2016, e punto di minimo visto a -0,34% per metà dicembre (una delle cinque nuove scadenze sotto quota -0,3%).tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 29 gennaio 2016)

La seduta di venerdi è stata la più intensa sul piano dei rialzi per il mercato dei futures di Londra, dopo la sorpresa del taglio dei tassi in territorio negativo per la Banca centrale del Giappone e la risalita a +0,4% per l’inflazione flash nella zona Euro a gennaio.

Le differenze a sette giorni, che abbassano la curva sul breve termine e sul medio-lungo rispettando quasi fedelmente il canone della progressività crescente, confermano l’attesa per le prossime manovre ultraespansive perché conducono a valori al di sotto dell’attuale deposit rate, ignorano il calo dell’indice Ifo tedesco sulla fiducia degli imprenditori in Germania e tengono conto della diminuzione prolungata dei tassi sul mercato interbancario. Euribor 3 mesi previsto a -0,31% a metà anno (-0,045%) e poi a -0,33% a marzo dell’anno prossimo (-0,045%), positivo allo 0,045% per marzo 2019 (-9 punti base) e mai sopra l’1% nell’orizzonte temporale di riferimento secondo le estrapolazioni del 29/01/2016.

Mercoledi scorso, primo giorno del nuovo periodo di mantenimento della riserva obbligatoria, ennesimo balzo per il totale dei depositi overnight e dei conti correnti presso Bce a quota 767 miliardi di euro nell’analisi dei dati da inizio 2014.

Eccesso di liquidità nel sistema attorno ai 635 miliardi che, in linea con le cifre delle ultime settimane, schiaccia verso il basso il tasso Euribor 1 mese (-0,229%).

Venerdi Euribor 6-12 mesi a -0,089% e 0,015% (fonte dati: Aritma).

Brevissimo stabile poco sopra i minimi.

(per le attese della settimana prossima sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 5 febbraio 2016”)

Previsioni Euribor e Irs del 22 gennaio 2016

Euribor 3 mesi vs Refi (%) - 2 gen 15_22 gen 16Nessuna nuova misura adottata e rinvio esplicito al meeting di marzo, quando il direttivo Bce avrà a disposizione le proiezioni macroeconomiche fino al 2018 ed in particolare le nuove stime dell’inflazione europea.

Il monitoraggio stretto della dinamica dei prezzi, su cui impattano fortemente le quotazioni del petrolio, lascia intuire una modestissima inflazione o addirittura una fase calante nelle prossime settimane, quando il tasso Refi si manterrà al minimo 0,05% e il deposit rate a -0,3%.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 22 gennaio 2016)La risposta arrivata giovedi dal mercato Liffe, dove i contratti derivati restituiscono le attese sull’Euribor 3 mesi, ha preso le mosse dall’atteggiamento possibilista ma non proprio sbilanciato con cui gli operatori avevano tentato di anticipare la decisione dell’autorità monetaria. tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 22 gennaio 2016)Difatti, contemporaneamente alla diffusione delle notizie nel primo pomeriggio e a partire già dalla prossima scadenza utile in scaletta, si sono manifestate limature dei tassi future poi ampliate nel corso della giornata. Dunque un parziale rafforzamento delle aspettative che, già orientate nel verso giusto, adesso indicano con fermezza una data di intervento.

Il 22 gennaio 2016 i tassi sul mercato interbancario concludono con un movimento più energico una settimana trascorsa all’insegna dei ribassi: tuttavia la discesa dell’Euribor 3 mesi (nuovo minimo storico -0,152%), quantificata dalla differenza di un centesimo sul fixing a una settimana, non è commisurata alla discesa dei tassi previsti sul breve termine che si aggira attorno ai cinque centesimi per scadenza.

Euribor 360 gg. (22 gen 2016)L’effetto Bce trascinerà l’Euribor 3 mesi a quota -0,23% a marzo e a quota -0,29% a fine anno, limite inferiore attualmente previsto per il parametro più usato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile.

Sul tratto di medio periodo, dove l’Euribor 3 mesi è visto invertire la rotta per tornare positivo a fine 2018 (0,055%), le differenze negative sono attribuibili in egual misura alla dialettica del presidente Draghi e alle pressioni al ribasso che nella prima metà della settimana sono state esercitate dal taglio delle stime di crescita dell’economia mondiale secondo il Fmi e dal peggioramento delle attese economiche in Germania registrato dall’indice Zew di gennaio.

grafico Irs 10 anni (%) - 2 gen 15_22 gen 16

Se a seguito delle iniezioni monetarie della Bce continueranno ad essere ingolfati i depositi overnight e i conti correnti senza che la liquidità possa esercitare effetti altrettanto tangibili in termini di aumento dei prestiti a privati e aziende, comunque saranno ottenuti altri benefici sotto forma di riduzione degli spread applicati ai tassi base. L’abbattimento dei tassi di interesse sul debito pubblico di ogni Stato europeo, difatti, concorre a limitare il rischio Paese e si riversa sui mutui a tasso fisso in termini di riduzione della maggiorazione.

La prima settimana dell’anno era caratterizzata da Borse negative e marcate preferenze per le obbligazioni a causa di molteplici fattori intersecati: il rallentamento del manifatturiero cinese, la svalutazione dello Yuan decisa dalle autorità monetarie che intimidiva più del dato economico locale ed il prezzo del petrolio ai minimi da quasi dodici anni (Brent e Wti spinti sotto i 34 dollari al barile dall’economia cinese e dalla sovrapproduzione mondiale). Gli operatori, anziché vendere seguendo la governatrice Yellen alla luce dei dati positivi sull’occupazione nordamericana, avevano acquistato tasso fisso Usa e Europa con l’ausilio della riattivazione del QE dopo la pausa festiva: Irs 10 anni giù a 0,86% il 6 gennaio, livello che non si vedeva da oltre un mese.

Lo scenario rimaneva inalterato anche la settimana dopo col comparto della zona euro che girava in positivo a causa della netta avversione per il rischio: ai nuovi segnali di rallentamento dalla Cina si aggiungeva lo scivolone del greggio sotto quota 30 dollari il barile (atteso addirittura sulla soglia dei 20 dollari per la rapida revoca delle sanzioni all’Iran produttore di qualità) ed il dato negativo sulle vendite al dettaglio Usa arrivato in chiusura di settimana. L’offerta di carta europea in abbondanza continuava a tenere l’Irs 10 sopra quota 0,8%, ma il future sul Bund segnalava brutto tempo sopra quota 160 per marzo.futures sul Bund (Eurex, 22 gen 2016)

Nella settimana appena conclusa, infine, l’unica stonatura nel panorama del calo generalizzato per i rendimenti dei titoli pubblici è stata rappresentata dai Btp (spread ai massimi da fine agosto) oggetto di attacco dopo gli scontri verbali tra il primo ministro italiano e Juncker: risolutiva, ancora una volta, la dialettica di Mario Draghi che ha rassicurato sull’entità adeguata di accantonamenti e garanzie contro crediti in sofferenza nei bilanci delle banche italiane. Dopo essere sceso a 0,75%, l’Irs 10 anni rimane fissato a 0,81% in data 22/01/2016.

L’attenzione si sposta ora sul meeting della Federal Reserve, dal quale più nessuno si attende l’annuncio di un nuovo rialzo dei tassi base; anzi, dai tre interventi previsti nell’anno in corso, i mercati sono scesi ad uno, o forse due, tornando ad enfatizzare le possibilità di azione Bce inibita a dicembre da ciò che accadeva oltre oceano.

Senza alcun cambiamento nei fondamentali, il petrolio si riprende il 15% perso nelle ultime due sedute e torna a 32 dollari: ma un’analisi storica più approfondita, che mostra il calo dei prezzi correlato a quello dei rendimenti dei titoli di Stato, fornisce sostegno all’ipotesi di un crollo strutturale dei prezzi energetici e di un continuo atteggiamento ultra-accomodante per la banca centrale.Irs (%) - 22 gen 16

L’Irs 10 anni è visto in discesa a 0,72% a fine gennaio, secondo una rilettura in chiave ribassista delle attese di fine 2015, ed ancora in caduta per il mese di febbraio quando, tuttavia, l’assottigliamento dei rendimenti reali renderà sempre più vicino l’avvio dei ritracciamenti.

(per le prossime attese sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 29 gennaio 2016”)

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs del 12 febbraio 2016”)

Previsioni Euribor del 15 gennaio 2016

L’attenzione degli operatori nel corso della settimana è stata rivolta in primo luogo ai dati di provenienza Paesi emergenti, che esercitano effetti di trascinamento sull’economia mondiale, e poi alla variabile petrolio che influenza il livello dei prezzi e suggerisce manovre di politica monetaria.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 15 gennaio 2016)

In particolare il rallentamento della Cina, l’apprezzamento del dollaro, la volontà dell’industria di settore intenzionata a procedere comunque ad estrarre materia prima nonostante l’abbondanza di scorte e l’aggiunta imminente della produzione iraniana, fanno ritenere congrua la soglia dei 20 dollari al barile che apre orizzonti economici e finanziari inesplorati. Entro questi si colloca sia il potenziamento del Quantitative Easing oltre quota 60 miliardi di euro mensili che tanto aveva illuso (e poi deluso) i mercati a dicembre, sia un nuovo taglio del tasso sui depositi Bce. L’ipotesi dell’abbattimento del deposit rate per 10 punti base, che verrebbe così annunciato in quota -0,4% già durante la riunione del consiglio direttivo il prossimo 21 gennaio, trova consenso crescente tra gli operatori.

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 15 gennaio 2016)Sul fronte prettamente monetario europeo, invece, non sono state segnalate novità di rilievo e lo stesso eccesso di liquidità sistemico si è mantenuto stabile: tutto ciò si è riflesso in una situazione di tranquillità relativa che in settimana sul mercato interbancario ha comportato oscillazioni minime dei tassi per gli scambi di denaro tra istituti.

Se l’Euribor 3 mesi risale a quota -0,142% il 15 gennaio 2016 mantenendo il minimo storico di martedi e mercoledi distante due millesimi, per gli altri tassi prosegue la discesa tra qualche incertezza.

Chiude a -0,221% l’Euribor 1 mese. Euribor 6-12 mesi rispettivamente a -0,054% e 0,049% (fonte dati: Aritma).

Il grafico elaborato secondo i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi del 15/01/2016 evidenzia cambiamenti di rilievo sul tratto in salita a medio-lungo termine, dove la crescita dei valori viene moderata per meno di sette centesimi a scadenza tra la fine del 2018 e settembre 2019 (0,13% – 0,38%).

Sulle scadenze più vicine, invece, le attese ribassiste sull’Euribor 3 mesi rimangono invariate sul dato a sette giorni (-0,185% a metà marzo e -0,215% a metà giugno). Minimo confermato a fine 2016 (-0,24%) dal mercato Liffe, nel complesso tiepido sulla possibilità di intervento Bce.

Euribor 1 settimana al minimo storico -0,262% mercoledi scorso, quando è rimasto stabile l’utilizzo dei depositi giornalieri e dei conti correnti presso Bce sul totale dei 776 miliardi di euro.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 22 gennaio 2016”)

Previsioni Euribor dell’8 gennaio 2016

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 8 gennaio 2016)Ampi ribassi dei tassi attesi, tornati ad affacciarsi sotto quota -0,2% già per i mesi di primavera, caratterizzano questo inizio anno e trovano origine da diversi fattori concomitanti.

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 8 gennaio 2016)La riattivazione del programma di acquisti della Banca centrale ed il superamento delle scadenze tecniche innalzano i numeri dell’eccesso di liquidità sistemica che, anzitutto sull’interbancario, fanno scivolare l’Euribor 3 mesi per oltre un centesimo nella prima settimana di scambi di denaro tra istituti europei: fixing -0,143% in data 08/01/2016 e nuovo minimo storico. Inoltre sulle prime scadenze dei tassi previsti gioca un ruolo determinante il prezzo del petrolio ai minimi: Praet, membro del comitato esecutivo Bce, ha denunciato la debolezza con cui il Quantitative Easing contrasta la caduta dei prezzi in epoca di sovrapproduzione delle materie prime, ma al tempo stesso ha aperto a nuovi interventi sottolineando la necessità di acquisto dei titoli. Euribor 3 mesi visto a -0,19% per metà marzo e al minimo -0,235% da settembre a fine anno.

Trend in discesa anche per l’Euribor 1 mese, fissato a -0,218%. Euribor 6-12 mesi a -0,051% e 0,051% (fonte dati: Aritma).

Giovedi Euribor 1 settimana sprofondato a -0,261%.

Tra le poche note positive delle ultime giornate compare il dato finale del Markit PMI Composito Eurozona sopra la lettura preliminare: il tasso di crescita record su quattro mesi, tuttavia, non ha impedito limature di medio-lungo termine per i tassi attesi di riflesso ai malumori dei mercati di Borsa, condizionati in questi giorni dal rallentamento del manifatturiero cinese e dal panico per la svalutazione competitiva.

In base ai futures del mercato Liffe contrattati l’8 gennaio 2016, i mutuatari che hanno scelto il tasso variabile continueranno a beneficiare di valori nominali negativi fino al termine del primo trimestre 2018; quindi ancora Euribor 3 mesi in salita a fine 2019 verso quota 0,53%, quattordici centesimi in meno rispetto alla chiusura del 30 dicembre.

Giovedi scorso depositi overnight usati per 217 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 557 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 15 gennaio 2016”)

Previsioni Irs del 30 dicembre 2015

La delusione seguita alle attese eccessivamente ottimistiche sull’operato della banca centrale europea per la fine del 2015 veniva presto assorbita dal mercato obbligazionario dei titoli pubblici, dove l’attenzione tornava sui fondamentali dell’economia (deludenti importazioni, esportazioni e produzione industriale tedesca) e sulla variabile petrolio in continuo calo sui derivati che portava gli operatori a comprare debito periferico.

A seguire, nella fatidica settimana della decisione Fed risoltasi con un rialzo atteso quanto annunciato, i rendimenti obbligazionari tendevano prima a salire e poi, all’indomani delle dichiarazioni della Yellen sulla progressività dei rialzi successivi e sul legame con l’inflazione futura, tornavano a scendere quasi ai livelli della settimana precedente. Il Bund, a inizio settimana infiacchito anche dal rimbalzo della produzione industriale di ottobre nell’eurozona come dal dato flash del Pmi composito ben sopra quota 50, finiva poi per mantenersi forte nell’epoca dei minimi storici per il prezzo del petrolio che evocano l’intervento Bce.Eurirs (30 dicembre 2015)

Anche il Btp veniva trainato dal Bund e l’Irs 10 anni (0,92% il 18 dicembre) chiudeva appena 3 punti base sopra il fixing della settimana prima.

Infine, nei giorni prima di Natale, la Bce sospendeva gli acquisti del piano Quantitative Easing fino al 4 gennaio al fine di ridurre le possibili distorsioni di mercato causate dalla riduzione della liquidità nel periodo festivo. In assenza del sostegno dell’autorità monetaria, i volumi di contrattazione ridotti e l’incertezza per il voto emerso dalle urne spagnole facevano salire i rendimenti europei: si verificava così un generalizzato movimento verso l’alto che portava l’Irs 10 anni a quota 1,02% il 30 dicembre.

future sul Bund (Eurex, 30 dicembre 2015)Superato il periodo festivo, in che misura la fine della liquidità facile da sponda Usa influenzerà il Bund e gli asset correlati? Il future sul decennale tedesco invia segnali che non preludono ad un immediato riprezzamento generale di entità rilevante.

Le previsioni del tasso Irs 10 anni, pur essendo riviste al rialzo (da 0,64%) a quota 0,81% per fine gennaio, comunque delineano un trend in continua discesa; attese in ulteriore ribasso per fine febbraio sotto quota 0,7%.

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 22 gennaio 2016”)