Senza variazioni di volume per l’eccesso di liquidità nel sistema, l’Euribor 3 mesi ha confermato il fixing di venerdi scorso a -0,298%, costante nelle ultime quattro sedute.
Euribor 1-6-12 mesi rispettivamente a -0,371%, -0,191% e -0,05% (fonte dati: Kairos Partners).
L’Euribor 2 settimane chiude a -0,377%, vicinissimo alla scadenza settimanale ed anch’esso ormai prossimo al limite teorico -0,4% del tasso sui depositi.
Martedi nessuna reazione dai derivati del Liffe dopo la diffusione dell’indice PMI Flash Markit Eurozona, al record negli ultimi sette mesi.
Le curve dei tassi previsti dagli operatori venerdi scorso e in data 26/08/2016, sovrapposte, evidenziano la prosecuzione del movimento in avvicinamento al fixing per il valore di settembre (-0,3%) e per gli altri fino alla seconda metà del 2017, ad indicare il raffreddamento dell’ipotesi di intervento immediato della Bce.
Le differenze a sette giorni, positive sul breve termine e negative sul medio, risultano di modesta entità perché le ultime sedute hanno risentito del clima festivo e non sono state caratterizzate da particolari spunti macro. Anche l’indice IFO tedesco è stato ignorato.
L’Euribor 3 mesi è confermato al minimo -0,345% a cavallo tra il 2017 ed il 2018.
Tasso reale negativo anche per il valore più alto disponibile in scaletta: 0,235% a metà 2022.
Depositi overnight usati venerdi per 348 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 738 miliardi.
(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 2 settembre 2016”)