Previsioni Euribor del 28 ottobre 2016

L’eccesso di liquidità sistemica rimane stabile ed elevato: le scadenze più ravvicinate dei tassi interbancari procedono impercettibilmente al ribasso e l’Euribor 3 mesi ritrova il minimo storico -0,313% in data 28/10/2016. Euribor 1 mese fissato a -0,373%.

Gli operatori sui derivati di Londra, tuttavia, attribuiscono poca importanza allo stato attuale e anticipano i probabili sviluppi futuri del sistema finanziario.

Ad eccezione della previsione di dicembre, che conferma la scadenza trimestrale poco sotto quota -0,3%, tutti i tassi future subiscono considerevoli rivisitazioni al rialzo apparentate con le violente ondate di vendita che in settimana hanno colpito il secondario.

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Come si osserva dall’inclinazione della curva, sempre positiva per la prima volta quest’anno, il mercato Liffe considera terminata l’efficacia calmieratrice dei tassi che il programma di acquisti in titoli europei ha esercitato sinora: Euribor 3 mesi in risalita a -0,28% per metà dell’anno prossimo.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-28-ottobre-2016

L’analisi delle differenze a sette giorni, crescenti fino a sedici centesimi al limite della scaletta, comporta la valutazione di molteplici fattori: la migliorata situazione dell’economia reale, come da segnalazione del record nell’anno per il flash PMI Composito della Produzione Eurozona di ottobre, ha fatto riaffiorare l’idea del tapering tonificata da una nuova indiscrezione a orologeria (poi smentita nei contenuti da fonte ufficiale Bce). Hanno rinsaldato le attese rialziste prima l’inflazione preliminare della Germania, in crescita a ottobre su base annua, e poi il vistoso balzo del Pil americano nel III trimestre.

Il 28 ottobre 2016 i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi indicano quota -0,26% a marzo 2018 ed il ritorno in territorio positivo a metà 2020. Sale da 0,38% a 0,54% la previsione più lontana nel tempo, collocata a giugno 2022.

Euribor 6-12 mesi rispettivamente a -0,212% e -0,069% (fonte dati: Aritma).

Depositi overnight usati per 380 miliardi di euro, conti correnti presso Bce per 833 miliardi.

Mercoledi scorso, nel raffronto tra le date da inizio 2014 sul primo giorno di mantenimento della riserva obbligatoria, è stato raggiunto il nuovo massimo per l’ammontare complessivo tra depositi e conti correnti.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 4 novembre 2016”)

Previsioni Euribor e Irs del 21 ottobre 2016

Non cambiano le previsioni a breve sul mercato dei derivati di Londra prima, durante e dopo la conferenza stampa di giovedi, quando Mario Draghi ha annunciato lo scontatissimo mantenimento della politica monetaria ultra-accomodante europea.

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Rimangono fermi i tassi base, tra cui il Refi al minimo storico 0%, e rimane invariato il programma di acquisto per i titoli obbligazionari di cui il direttivo non ha parlato. Pertanto nessuna discussione sul tapering o sulla soluzione opposta: ogni decisione sul prolungamento temporale del QE, o su altre variabili afferenti, è rimandata a dicembre quando la Bce disporrà di ulteriori dati e previsioni, su crescita e inflazione, necessari a chiarire le idee e formare maggioranze larghe in seno al direttivo. Verso fine seduta gli acquisti sui titoli europei centrali e periferici hanno trascinato in lieve ribasso i tassi di interesse (Bund a 0% e Irs10 a 0,41% come non accadeva da due settimane): evidenti le rassicurazioni ricevute dal mercato per l’esclusione dell’ipotesi sull’imminente fine del programma in atto.euribor-360-gg-21-ottobre-2016

I tassi sul mercato interbancario hanno mostrato in settimana andamento in discesa generalizzata ivi incluso l’Euribor 3 mesi che però, dal minimo storico -0,313% di mercoledi e giovedi, ha chiuso un millesimo sopra in data 21/10/2016.

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Lo scenario dei successivi dodici mesi non cambia rispetto a venerdi scorso: estrapolato dai futures del 21 ottobre 2016, l’Euribor 3 mesi rimarrà stabile in quota -0,31% che, nelle valutazioni degli operatori del Liffe, appare la frontiera ultima della sorprendente discesa sperimentata negli ultimi anni.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-21-ottobre-2016

Minimo ritocco per il parametro più usato nei mutui a tasso variabile nell’anno 2018, in salita da quota -0,305% a -0,275%. Tuttavia rimarrà saldamente negativo, attorno all’1,9%, il tasso reale sulla base delle ultime previsioni di inflazione in crescita Eurostat.

Senza superare i quattro centesimi, diventano negativi i differenziali a sette giorni per l’Euribor 3 mesi a partire da dicembre 2019 (-0,18%) fino all’ultima previsione disponibile di metà 2022 (0,38%), quando il tasso nominale tornerà ad aggiungersi alla maggiorazione applicata dalle banche nella concessione di finanziamenti.

Anche per il tasso fisso dovrebbe essersi aperta la fase terminale della discesa. Le attese indicano ancora la presenza di movimenti orizzontali, ma stavolta il campo di variazione lungo il quale si producono le oscillazioni sembra essersi spostato verso l’alto correggendo nell’ordine del +0,2% le ultime indicazioni inficiate dall’immobilismo Eurotower.

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La prima settimana del mese ruotava attorno all’indiscrezione, poi smentita da fonti ufficiali Bce, sull’imminente uscita dal QE europeo.

Né le opinioni degli analisti, che vedevano l’estensione temporale del programma di acquisti in vantaggio sull’ipotesi tapering, né la lettura delle minute Bce, né infine la crescita deludente dell’occupazione Usa impedivano il rialzo di tutti i ritorni a scadenza europei: venerdi 7 il Bund tornava alla parità, il decennale italiano saliva anche sulle congetture di instabilità del Governo e l’Irs 10 anni raggiungeva quota 0,4%.irs-21-ottobre-2016

Se quanto avvenuto da un lato è sintomatico della rapidità con cui gli investitori siano pronti a riposizionare il portafoglio alla ricerca del valore vero di mercato, dall’altro non può lasciar escludere valutazioni sul petrolio che superava i 50 dollari al barile.

La settimana cardine era quella successiva: rimaneva solido il Btp ma la crescita di rendimento per i decennali di Usa e Germania stabilizzava l’Irs10Y a quota 0,44%.

Le aspettative al rialzo sui tassi americani per dicembre trascinavano il rendimento del titolo tedesco e lo scenario era consolidato dal petrolio che ritrovava stabilmente quota 50$.

futures-sul-bund-eurex-21-ottobre-2016Lo spostamento verso l’alto del trading range manterrebbe il Bund vicino allo zero, visto che è bastato il misero rendimento nominale +0,07% a far scattare gli acquisti: l’Eurirs 10 anni, fissato a 0,41% il 21/10/16, è atteso al ribasso in quota 0,35% per fine ottobre.

Qualora dalla salute dell’economia americana non arrivassero segnali positivi per la Federal Reserve, l’Irs 10 anni proseguirebbe a rilento verso il basso anche per novembre.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 28 ottobre 2016”)

(per le prossime attese sul tasso fisso di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs dell’11 novembre 2016”)

Previsioni Euribor del 14 ottobre 2016

Liquidità in eccesso sempre elevatissima nel sistema, stimata con la media settimanale di 1070 miliardi di euro, e tasso Euribor 3 mesi in discesa sino al minimo storico -0,311% del 14 ottobre 2016.

Nonostante la scarsità di carta eleggibile abbia indicato da tempo come maturi i tempi per ripensare le specifiche percentuali di acquisto programmato dei titoli obbligazionari, non trapelano rumors su possibili novità di politica monetaria ultra-espansiva per il prossimo incontro di giovedi 20 tra banchieri europei.

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La stessa lettura dei tassi previsti non lascia spazio a dubbi: l’Euribor 3 mesi rimarrà piatto in quota -0,31% fino a marzo, quando avrà inizio un nuovo tratto di curva in lievissima discesa che porterà al minimo teorizzato -0,32% di fine 2017. Sarebbero rimandati al prossimo anno e reputati assai poco efficaci, ovvero esclusi, i successivi sviluppi del Quantitative Easing.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-14-ottobre-2016

In data 14/10/2016 i tassi impliciti nei futures, nel confronto a sette giorni sul Liffe, rimarcano che la spinta più importante nel corso della settimana è stata impartita lunedi, quando l’ipotesi di accordo con la Russia sui limiti alla produzione di petrolio ha risollevato le aspettative sui prezzi.

Quantificato in appena un centesimo giornaliero sul medio-lungo termine il contributo del rimbalzo della produzione industriale area Euro in agosto.

Rivisto verso l’alto per quattro centesimi a -0,09% l’Euribor 3 mesi di metà 2020 e anticipato alla fine dello stesso anno l’ingresso del tasso in territorio positivo.

L’Euribor 1 mese è l’unico tasso fermo a sette giorni sul mercato interbancario con quota -0,371%; Euribor 6-12 mesi in discesa rispettivamente a -0,204% e -0,072% (fonte dati: Aritma).

Depositi overnight usati per 404 miliardi di euro, conti correnti presso Bce per 785 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 21 ottobre 2016”)

Previsioni Euribor del 7 ottobre 2016

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Sul mercato interbancario rimane forte la presenza di liquidità che facilita il ritorno dell’Euribor 3 mesi al minimo storico -0,304% (fixing di giovedi e venerdi 7 ottobre 2016), livello già raggiunto il mese scorso.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2022-liffe-7-ottobre-2016

Generalmente stabili le altre scadenze: Euribor 1-6-12 mesi rispettivamente a -0,371%, -0,203% e -0,063% (fonte dati: Gruppo Kairos).

L’unico evento degno di menzione per la settimana trascorsa è rappresentato dalle turbolenze sui mercati per l’indiscrezione diffusa sull’inizio del tapering, a cui ha fatto seguito la smentita ufficiale dei funzionari Bce. Nonostante la maggior parte degli analisti si sia poi dichiarata propensa all’ipotesi opposta relativa all’estensione temporale del Quantitative Easing, i tassi future hanno fatto registrare rialzi consistenti sul medio-lungo termine.

In data 07/10/2016, quando l’occupazione Usa aumenta meno delle attese, i tassi Euribor 3 mesi previsti evidenziano l’appiattimento della curva fino a marzo dell’anno prossimo (-0,305%) e la discesa lieve fino ai minimi (-0,34%) descritti tra la fine del 2017 e la prima metà del 2018.

Ad esclusione della scadenza di dicembre, tutti i tassi attesi sono rivisti verso l’alto con differenziali crescenti nel tempo che raggiungono i sedici centesimi a sette giorni.

Pertanto si fa più veloce la risalita dell’Euribor 3 mesi nel 2020, da quota -0,175% di marzo a -0,015% di dicembre.

Depositi overnight usati per 395 miliardi di euro, conti correnti presso Bce per 795 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 14 ottobre 2016”)

Previsioni Irs del 30 settembre 2016

Il mese di settembre ha impartito una lezione significativa: i veri market movers del mercato continuano ad essere le banche centrali, anziché i fondamentali macro.

E le banche più importanti del mondo hanno suggerito che la via dell’exit strategy dalle politiche ultra-accomodanti non è ancora stata imboccata, Stati Uniti inclusi che avevano effettuato il primo passo a dicembre.

La BoE, causa Brexit, sorregge l’economia del nord-Europa.

La BCE non riesce ancora a stimolare a sufficienza l’economia reale e a produrre inflazione.

La BoJ prosegue a stampare moneta e ha stabilito un nuovo target nel rendimento del titolo di Stato sul tratto a lunghissimo termine, col decennale nipponico che dovrà mantenersi attorno all’attuale rendimento zero.

La Fed, pur dichiarandosi favorevole ad un rialzo entro fine anno in caso di consolidamento dei dati economici, non agisce e ridimensiona le stime di rialzo dei tassi di interesse per i prossimi due anni.

Evidentemente il momento della correzione non è ancora sopraggiunto, e gli investitori possono continuare ad acquistare attività a prezzi superiori al fair value.

eurirs-30-settembre-2016In sintesi: fino a metà settembre non arrivava alcuna sorpresa dal Regno Unito per il mantenimento dei tassi e del QE; i più importanti tassi Eurozona rimanevano tutti fermi ad eccezione del Btp, pesante in vista referendum (spread in risalita ai livelli prima dell’estate).

La settimana successiva si assisteva ad un film visto più di una volta: prima della decisione Fed, una parte degli operatori anticipava i tempi scommettendo sul rialzo dei tassi; poi, dopo il nulla di fatto, si tornava rapidamente al punto di partenza.

I rendimenti, in salita da inizio mese, invertivano così la rotta: i titoli centrali e periferici venivano tutti acquistati e perdevano circa 10 punti base ciascuno, il Bund tornava negativo e la carta italiana decennale scendeva sotto i 120 pb. L’Irs 10Y precipitava a 0,32% venerdi 23.

Nell’ultima settimana del mese i punti salienti erano due: l’accordo di Algeri e l’inflazione preliminare eurozona.

Il primo vedeva al centro dell’attenzione il ricompattamento dell’OPEC sul taglio all’offerta di petrolio: anche senza discussione sulle quote di produzione a cui parteciperanno i singoli Paesi, tanto bastava a far salire il prezzo del barile. Tuttavia l’effetto sui principali titoli pubblici era limitato alla riduzione dei rendimenti per circa tre punti base.

Il secondo, nonostante il lieve aumento della dinamica dei prezzi al consumo, non produceva variazioni per i tassi dei titoli europei né per l’Irs 10 anni, confermato a 0,28% il 30/09/2016 e vicino alle previsioni del 9 settembre, quando era stato accordato favore all’ipotesi di rapido riassorbimento dei rendimenti.

futures-sul-bund-eurex-30-09-2016Le risultanze ultime rientrano nell’ambito dei riposizionamenti tattici di breve termine e confermano ciò a cui si assiste da molto tempo e che dovrebbe ripetersi almeno fino alle elezioni Usa: il mercato obbligazionario è nel complesso laterale per via delle percentuali molto basse, l’azione continuativa delle banche centrali deprime ulteriormente i tassi portandone alcuni in negativo e il principale fattore che calamita il tasso del Bund verso l’alto è il Treasury.

Condizionate dalla scarsità di carta eleggibile che farebbe riparametrare il QE al prossimo meeting Bce, le previsioni dell’Irs 10 anni indicano quota 0,17% per fine ottobre e ulteriore discesa per novembre.

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 21 ottobre 2016”)