Asta 30 gennaio 2014: CCTeu, Btp 5 anni e Btp 10 anni

Il MEF ha disposto per giovedi 30 gennaio 2014, in asta marginale e con regolamento 3 febbraio 2014, il collocamento dei titoli di Stato relativi ai Certificati di Credito del Tesoro indicizzati all’Euribor e relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali quinquennali e decennali.

I Btp 5 anni (emissione 3 febbraio 2014, scadenza 1 maggio 2019, tasso d’interesse annuo lordo 2,5%, data pagamento cedola 1° maggio 2014, prima cedola corta con tasso lordo pari a 0,600829% corrispondente ad un periodo di 87 giorni su un semestre di 181 e scadenza cedole successive il 1° novembre e 1° maggio di ogni anno, giorni dietimi 0) sono offerti in prima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 3,5 miliardi di euro ad un massimo di 4 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 2,71% nell’asta dello scorso 30 dicembre.

Nella mattinata di giovedi i Btp quinquennali (ISIN IT0004992308) hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al minimo storico dall’introduzione dell’euro pari al 2,43%, prezzo di aggiudicazione 100,40 e rapporto di copertura 1,49 derivante da richieste per oltre 5,975 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 10 anni (ISIN IT0004953417, decorrenza 01/08/2013, scadenza 01/3/2024, tasso d’interesse annuo lordo 4,5%, data pagamento cedola 1° marzo 2014, giorni dietimi 155) sono offerti in tredicesima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 3 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 4,11% nell’asta dello scorso 30 dicembre.

Nella mattinata di giovedi i Btp decennali hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al 3,81%, prezzo di aggiudicazione 106,00 e rapporto di copertura 1,32 derivante da richieste per quasi 3,97 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I CCTeu (ISIN IT0004922909, decorrenza 01/05/2013, scadenza 01/11/2018, tasso annualizzato 2,149%, spread 1,8%, tasso cedolare semestrale 1,08%, cedola in pagamento il 1° maggio 2014, giorni dietimi 94) sono offerti in tredicesima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1 miliardo di euro ad un massimo di 1,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 2,11% nell’asta dello scorso 13 novembre.

Nella mattinata di giovedi il rendimento lordo dei CCTeu è risultato pari all’1,79%, il rapporto di copertura si è attestato a 1,53 derivante da richieste per oltre 2,234 miliardi di euro (assegnato un importo di quasi 1,46 miliardi di euro) ed il prezzo di aggiudicazione è stato pari a 101,57.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Btp 5 anni, Btp 10 anni e CCTeu: “Asta 27 febbraio 2014: Btp 5 anni e Btp 10 anni, CCTeu e CCTeu con vita residua 4 anni“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 24 gennaio 2014

 

I flussi di denaro ricevuti dalle banche europee, superiori ai flussi rimborsati nel corso degli ultimi giorni, hanno fatto salire l’eccesso di liquidità nel sistema monetario a circa 160 miliardi di euro. Rimborsi Ltro per circa 3,7 miliardi di euro mercoledi prossimo.

La dinamica dei flussi, in tal modo, ha impedito la prosecuzione del trend rialzista dei tassi interbancari: L’Euribor 3 mesi, fissato a 0,3% il 24 gennaio 2014, chiude stabile a differenza delle altre scadenze tutte in calo: 0,238%, 0,401% e 0567%, rispettivamente, per il parametro a 1-6-12 mesi.

Andamento in discesa anche sul brevissimo, dove l’Euribor 1-2 settimane chiude a 0,211% e 0,222%.

Non sono mancati riflessi sul Liffe, dove gli operatori hanno manifestato piena fiducia nella capacità della Bce di trasmettere gli effetti della politica accomodante e trascurato il positivo dato flash di gennaio relativo all’indice (Markit) Pmi composito della produzione nell’Eurozona: col massimo di 53,2 punti negli ultimi trentuno mesi, viene segnalato il rafforzamento della ripresa economica nel settore privato.

La scaletta dei tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi, estrapolati in data 24/01/2014, evidenzia riduzioni crescenti che rimandano a fine 2016 il superamento di quota 1%. Limature dei valori di venerdi scorso, contenute nell’ordine di un centesimo sulle scadenze a breve, descrivono il prossimo lieve abbassamento dell’Euribor 3 mesi che oscillerebbe tra quota 0,28% (minimo di metà giugno) e quota 0,32% di fine 2014.

Giovedi scorso depositi Bce overnight usati per 37,5 miliardi di euro (due giorni prima al minimo di 28) e media Eonia in calo a 0,21%.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 31 gennaio 2014“)

Asta Bot semestrali del 29 gennaio 2014

Con regolamento 31/01/2014 e sistema di collocamento dell’asta competitiva, il MEF ha disposto per mercoledi 29 gennaio 2014 l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali.

I Bot 6 mesi (ISIN IT0004986433, emissione 31/01/2014, scadenza 31/07/2014, durata 181 giorni) sono offerti in prima tranche per un importo pari a 8 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari allo 0,827% nell’asta dello scorso 27 dicembre.

Nella mattinata di mercoledi i Bot semestrali, assegnati per l’intero importo offerto, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in discesa allo 0,59%, prezzo medio ponderato 99,704 ed hanno ricevuto richieste per oltre 12,16 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,52). Il rendimento dei Bot 6 mesi scende al rendimento semplice netto minimo dello 0,119%, secondo Assiom Forex, una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Bot 6 mesi: “Asta Bot semestrali del 26 febbraio 2014“)

Asta Ctz e BTP€i 5 anni del 28 gennaio 2014

Con regolamento 31/01/2014 e sistema di collocamento dell’asta marginale, il MEF ha disposto per martedi 28 gennaio 2014 l’emissione dei Certificati di credito del Tesoro “Zero coupon” e dei Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione dell’Area Euro quinquennali.

I Ctz (ISIN IT0004978208, emissione 29 novembre 2013, scadenza 31 dicembre 2015) sono offerti in quinta tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari all’1,346% nell’asta dello scorso 27 dicembre.

Nella mattinata di martedi i Ctz 24 mesi, assegnati per l’importo massimo offerto (rapporto di copertura 1,78 derivante da richieste per oltre 4,44 miliardi di euro), hanno fatto segnare rendimento lordo in discesa al minimo storico dell’1,031% e prezzo di aggiudicazione pari a 98,055.

I BTP€i 5 anni (ISIN IT0004890882, emissione 31 gennaio 2013, scadenza 15 settembre 2018, cedola annuale 1,7% in pagamento il 15 marzo 2014, giorni dietimi 138) sono offerti in undicesima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 750 milioni di euro ad un massimo di 1,25 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari al 2,3% nell’asta dello scorso 27 agosto.

I BTP€i 5 anni, nella mattinata di martedi, hanno fatto segnare rendimento lordo in discesa all’1,39%, prezzo di aggiudicazione 101,40 e rapporto di copertura 1,88 derivante da richieste per oltre 2,355 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei CTZ e dei BTP€i 5 anni: “Asta Ctz e BTP€i 5 anni del 25 febbraio 2014“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 17 gennaio 2014

 

Come era stato ipotizzato alla conclusione del periodo festivo, i tassi interbancari hanno manifestato un andamento in salita più spedito nel corso dell’ultima settimana a causa della variazione dell’eccesso di liquidità: ridotta a circa 130 miliardi di euro per effetto delle ultime restituzioni anticipate delle banche europee (Ltro annunciate per meno di un miliardo mercoledi prossimo), sulla stessa ha inciso pure la bassa richiesta di fondi a sette giorni. L’Euribor 3 mesi, inchiodato a 0,282% dal 9 al 14 gennaio, guadagna due centesimi con quota 0,302% del 17/1/2014 e torna ai massimi dall’estate 2012. Chiude a 0,243%, 0,408% e 0,571%, rispettivamente, l’Euribor 1-6-12 mesi.

Sul brevissimo Euribor 1-2 settimane a 0,227% e 0,233%.

Tra i dati resi noti negli ultimi giorni meritano menzione la crescita del Pil tedesco 2013 poco sotto le attese e quella allineata alle previsioni sull’inflazione europea a dicembre: le variazioni di segno opposto dei tassi future sul Liffe, nelle risultanze del 17 gennaio 2014 a confronto con quelle di sette giorni fa, hanno prodotto un abbassamento della curva principalmente dalla scadenza di metà 2016 (0,86%). L’Euribor 3 mesi previsto, sul tratto a breve, viene confermato attorno allo 0,3% di metà marzo prossimo.

Giovedi scorso depositi giornalieri superiori ai 32 miliardi registrati nel primo giorno del periodo “Rob”; Eonia in salita a 0,3%.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 24 gennaio 2014“)

Previsioni Euribor e Irs a gennaio 2014

 

Il primo mese dell’anno non porta alcuna novità rilevante sul piano della politica monetaria europea: giovedi scorso la banca centrale ha deciso per gennaio, in linea con le attese, di mantenere sugli stessi livelli i tassi base (Refi confermato al minimo storico dello 0,25%) mentre, deludendo alcuni analisti, non ha fornito indicazioni per una nuova operazione straordinaria a sostegno della liquidità.

Le ragioni di tale atteggiamento di vigile attesa, presumibilmente, sono riconducibili alla disponibilità di liquidi nell’area Euro che mantiene accettabile la fiducia tra banche commerciali: gli scambi di denaro, nei valori medi del 10 gennaio 2014, hanno prodotto un tasso Euribor 3 mesi a quota 0,282%, secondo un andamento piatto che contraddistingue da inizio anno il parametro più utilizzato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile.

A partire dalla metà del mese, tuttavia, potrebbe cambiare l’atteggiamento della Bce che monitora non solo l’inflazione, prevista ai bassi livelli attuali ancora per un periodo prolungato, ma anche la consistenza del “cuscinetto” di liquidità nel sistema in grado di proteggere i tassi da brusche variazioni: sui flussi di denaro, infatti, torneranno ad agire in negativo le restituzioni volontarie relative alle Ltro 2011 e 2012 (per oltre 2,5 miliardi di euro mercoledi prossimo), prudenzialmente sospese nel periodo festivo durante il quale l’eccesso di liquidi è tornato ad aumentare. Intanto nello stesso giorno in cui è stato confermato il relativo tasso zero, sono scesi a 50 miliardi di euro i depositi overnight presso Bce, dopo aver sfondato quota 90 nei giorni precedenti.

La seduta di giovedi sul mercato Liffe dei derivati è stata altrettanto incolore, caratterizzata da limature di 2 centesimi sul solo tratto breve. Il successivo giorno 10, dopo la diffusione dei dati Eurostat che hanno registrato una contrazione dello 0,3% su base annua dell’economia zona Euro nel terzo trimestre, non si sono manifestati cambiamenti per le scadenze di marzo e giugno prossimi (Euribor 3 mesi in salita sul fixing a 0,295% e 0,3%, rispettivamente) ma i tassi impliciti nei futures hanno restituito valori in ribasso che appiattiscono la curva delle attese sul tratto più lontano. In particolare, detti ribassi colpiscono le scadenze relative alla seconda parte dell’anno 2017 quando l’Euribor 3 mesi viaggerebbe verso quota 1,9%.

Se rimane predominante la figura della banca centrale americana su quella europea per il tasso fisso, questo non vuol dire che lo scenario sia rimasto invariato nel periodo festivo.

A dicembre lannuncio sull’avvio del tapering ha comportato l’ingresso in una fase che, da quando sono iniziate a maggio dell’anno scorso le vendite dei titoli benchmark, rappresenta il momento cruciale per l’inversione di tendenza dei tassi.

La spinta ricevuta dai futures sul Bund verso quota 139 a fine 2013, senza alcuna particolare influenza esercitata dalle aspettative inflazionistiche, indica la tendenza a rifiutare rendimenti tipici dei periodi risk-off alla cui base, prima ancora della ripresa europea e del graduale annullamento del rischio sistemico, sta la svolta nella politica della Federal Reserve.

Le attese del mese scorso avevano evidenziato una situazione di stallo che avrebbe tenuto stabili i tassi fissi almeno sino alla riunione del Fomc, organismo della Federal Reserve chiamato a decidere sull’avvio del programma di riduzione degli acquisti in titoli obbligazionari.

Fino al 18 dicembre le previsioni venivano confermate da un tasso Irs 10 anni mantenutosi su valori compresi tra 2,05% e 2,09% e successivamente all’annuncio di avvio della riduzione degli acquisti mensili, che pure rappresentava la soluzione meno probabile, non si verificavano situazioni di shock per il mercato obbligazionario nonostante i realizzi sui titoli ad alto rating.

Ciò è stato possibile grazie all’atteggiamento di Bernanke: molto attento a sottolineare che il tapering iniziava in maniera soft con la riduzione di soli 10 miliardi di dollari mensili, 5 relativi ai Treasury e 5 relativi ai bond legati ai mutui, il presidente ribadiva la politica dei tassi di interesse vicini allo zero e soprattutto l’adattabilità del piano di rientro alle mutevoli condizioni macro che, in caso di perdita dell’occupazione, porterà alla sospensione dello stesso programma.

La caratteristica di elasticità conferita all’azione Fed è piaciuta molto ai mercati ed ha consentito di riprendere a ritmo più sostenuto, ma senza scossoni, quelle operazioni di vendita delle obbligazioni governative (Irs 10 anni in prossimità di quota 2,2% tra fine 2013 e inizio ‘14) iniziate da mesi che soltanto con lo shut-down avevano conosciuto una battuta d’arresto. E con l’aumento dello yield americano, 3% a fine 2013 per il decennale, sarebbe stato impossibile collocare carta tedesca a meno di un adeguato innalzamento dei rendimenti passati a fine dicembre in quota 1,95%.

Il numero delle buste paga americane in crescita rallentata, meno della metà del dato in previsione, venerdi 10 gennaio 2013 (Irs 10 anni fissato a 2,14%) ha reso gli operatori più favorevoli all’ipotesi di sospensione del tapering e conseguentemente ha schiacciato il rendimento degli Usa a 2,88% spingendo nella stessa direzione, assieme ai numeri sul Pil da fonte Eurostat, il rendimento del decennale tedesco a 1,84%.

Il Bund, pertanto, rimane in zona vendita ma il percorso di salita dell’Irs 10 anni sembra subire qualche ritardo che lo colloca probabilmente tra il 2,15% ed il 2,25% per le prossime settimane.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 17 gennaio 2014“)

(per le previsioni del prossimo mese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a febbraio 2014“)