Previsioni Irs del 24 giugno 2016

Per quanto corretta sia stata l’individuazione del trend al ribasso del tasso fisso, le vicende politiche che colpiscono il cuore dell’Europa non rendono immediata e univoca l’identificazione degli sviluppi economici e finanziari.Eurirs (24 giugno 2016)

A inizi giugno, mentre gli analisti erano impegnati a valutare quanto l’occupazione americana potesse costituire ostacolo alla politica di normalizzazione dei tassi Usa e consideravano pure le ripercussioni sull’asset allocation dei grandi investitori, si impennavano Treasury e Bund: il primo bucava la soglia 1,7%, il secondo arriva a rendere appena lo 0,01%.

La novità per l’acquisto dei corporate da parte Bce faceva ritrovare ottimismo per i titoli pubblici italiani, così di nuovo richiesti; Irs 10 anni a 0,47% il 10 giugno, vicino al minimo storico 0,46% di aprile 2015.

La settimana successiva, dal 13 al 17 giugno, era dominata dall’inizio alla fine dal rischio Brexit che assottigliava i tassi dei Paesi centrali e aumentava quelli dei periferici come manifestazione della classica avversione al rischio. L’ipotesi leave travolgeva tutto: il petrolio scendeva sui timori di una minore domanda europea e i dati sulla produzione industriale Eurozona e sull’indice dei prezzi al consumo, entrambi in salita, non venivano minimamente considerati dagli operatori.

L’atteggiamento degli stessi ultimi veniva rafforzato dalla Fed che non solo non toccava i tassi base ma lasciava chiaramente intendere che sarebbero stati necessari dati macro molto convincenti per agire a luglio.

Per la prima volta nella storia diventava negativo il Bund giovedi 16 con quota -0,024%; Irs 10Y inevitabilmente al minimo storico (il giorno dopo) a 0,44%.

Infine, nella settimana del referendum che ha chiamato il popolo britannico ad esprimersi sulla permanenza o meno nell’UE, i mercati finanziari hanno sbagliato sia a scommettere sull’ipotesi positiva che ad ignorare tutto il resto: l’avvicinamento al giorno del voto è stato caratterizzato da un continuo susseguirsi di rialzi dei tassi sul mercato obbligazionario come conseguenza degli acquisti emotivi sui listini azionari, suggeriti dai sondaggi.

Venerdi mattina, invece, la doccia gelata della Brexit travolge i mercati di tutto il globo: la reazione banale quanto drammatica – abbandono delle attività rischiose e ricerca del rifugio – fa salire i prezzi del Treasury (rendimento giù a 1,55%), del Bund (minimo storico -0,047%) e dello stesso Gilt, sulla base dell’assunto che la Bank of England sosterrà con immediata politica espansiva un contesto dove la crisi di liquidità prelude a quella dell’economia reale.

Soffrono i periferici, col Btp che sale a 1,48% riportando in alto lo spread, ma l’Irs 10 (che risente piuttosto dei titoli core) ingrana la retromarcia e torna al minimo 0,44% il 24 giugno 2016.

I timori di contrazione dell’economia mondiale, ovvero dal lato della richiesta, incidono sul forte ribasso del petrolio che pareva aver ritrovato equilibrio.

Individuare un percorso evolutivo del tasso fisso, nel momento in cui si apre un nuovo terreno inesplorato, appare opera estremamente ardua soprattutto in considerazione di quell’iniziale periodo di assestamento che dovrà trascorrere prima che i money manager prendano posizione definita sul da farsi. E alla luce di tale assunto, una prima ipotesi credibile è proprio quella di un mercato secondario laterale con tassi privi di direzione ma comunque pervasi da una significativa componente di volatilità. E se cresceranno le attese di altri referendum europei, ovviamente si allungheranno i tempi dell’incertezza e si amplieranno le oscillazioni dei corsi.

Una seconda ipotesi mette a monte del processo evolutivo la Federal Reserve: quando scatterà il prossimo rialzo dei tassi base, il Bund dovrà necessariamente seguire offrendo un rendimento adeguato; ma per ora le possibilità che la Yellen assesti un ulteriore colpo alle speranze di crescita dell’economia mondiale sono molto limitate.

futures sul Bund (Eurex, 24 giugno 2016)Piuttosto sono cresciute le attese per un intervento della Bce a sostegno della liquidità, sia per le dichiarazioni esplicite dei banchieri europei preparati alla Brexit sia per le previsioni di inflazione di lungo termine (anch’esse scese al minimo storico) che cozzano con l’obiettivo principe del mandato di cui sono state investite le autorità di politica monetaria.

In questo senso le previsioni del tasso Irs 10 anni, rispetto al fixing attuale, indicano ribasso a quota 0,41% per fine giugno e confermano le ultime attese formulate il giorno 3. Ulteriore ribasso per fine luglio.

La terza ipotesi, quella meno probabile ma da non trascurare per evitare brutte sorprese a chi detiene in portafoglio titoli obbligazionari, principia dall’analisi del rendimento reale del Bund divenuto ancora più negativo, distante circa 30 punti base da quello che contraddistinse il ritracciamento nella primavera 2015. Le vendite, nella fattispecie, farebbero impennare presto i tassi fissi e deluderebbero quanti poco prima avevano acquistato le stesse attività in prossimità dei massimi.

(per le attese del prossimo mese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 22 luglio 2016”)

Previsioni Euribor 24 giugno 2016

Fino a giovedi i tassi attesi sul mercato Liffe hanno seguito logica e andamento opposti a quelli che avevano caratterizzato la settimana scorsa.

Nonostante la continua discesa dell’Euribor 3 mesi (ieri a -0,269%), la conferma del record negativo sul brevissimo e la stima flash del Pmi Markit composito sul peggior trimestre dal 2014, le increspature dei tassi future hanno portato all’innalzamento generale della curva, sollecitata principalmente sul lungo termine dalle aspettative di voto erronee dei mercati.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 24 giugno 2016)

Infine la seduta di venerdi, apertasi con l’esito delle urne sull’uscita della Gran Bretagna, ha nuovamente sovvertito la direzione dell’impulso: solo che stavolta, coerentemente all’intensità dei movimenti registrati su tutte le piazze azionarie mondiali e sui mercati obbligazionari, l’abbassamento dei tassi ha raggiunto la ragguardevole dimensione di un quarto di punto percentuale sulle ultime scadenze. Sul finire di seduta il movimento è rientrato in parte ma i tassi che fotografano la situazione del 24 giugno 2016 risultano inferiori a quelli della settimana scorsa per almeno due centesimi.tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 24 giugno 2016)

Mentre sull’interbancario l’Euribor 3 mesi perde sedici millesimi in sette giorni chiudendo al minimo -0,281% il 24/06/2016, gli operatori di Londra vedono quota -0,315% per settembre prossimo quando la Bce potrebbe intervenire, o essere già intervenuta, con le nuove misure a sostegno della liquidità.

Minimo -0,385% ipotizzato a cavallo tra il 2017 ed il 2018, quindi risalita fino al massimo in scaletta rivisto allo 0,575% per giugno 2022.

Gli altri minimi di venerdi sull’interbancario: Euribor 1 mese a -0,364%; Euribor 6-12 mesi rispettivamente a -0,175% e -0,047% (fonte dati: Gruppo Kairos); Euribor 1 settimana al minimo assoluto -0,373%.

Depositi overnight usati per 290 miliardi di euro, conti correnti presso Bce per 606 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 1° luglio 2016”)

Previsioni Euribor del 17 giugno 2016

L’assorbimento dell’eccesso di liquidità sistemica dovuto ai prossimi riversamenti fiscali, che venerdi fa scendere i depositi overnight a 301 miliardi di euro, non arresta la discesa dell’Euribor 3 mesi fissato il 17 giugno 2016 al minimo storico -0,265%.

Idem per tutti gli altri tassi di interesse applicati ai prestiti in denaro non garantiti tra banche commerciali: l’Euribor 1 mese quota -0,356%; minimo assoluto per l’Euribor 1 settimana a -0,368%.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 17 giugno 2016)

Nei giorni trascorsi la produzione industriale Eurozona, registrata in aumento per il mese di aprile, è stata ignorata dagli operatori del Liffe, completamente concentrati sull’ipotesi favorevole o contraria alla Brexit. Ignorato pure l’incremento su base mese dei prezzi al consumo di maggio secondo stima superiore alla preliminare.

La netta prevalenza dei timori di uscita della Gran Bretagna hanno prodotto continue limature dei tassi future che, in data 17/06/2016, confermano su base settimanale la sola previsione di metà settembre a -0,27%, molto vicina alla quotazione sull’interbancario.

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 17 giugno 2016)I tassi impliciti nei derivati sull’Euribor 3 mesi, già sulle scadenze di breve termine, sottolineano le crescenti possibilità di intervento della Bce a sostegno di un mercato privo dei vecchi riferimenti: il minimo ipotizzato a -0,36%, sempre a fine 2017 ma rettificato per 55 millesimi, si avvicina molto all’attuale soglia teorica -0,4% relativa al tasso sui depositi giornalieri.

Euribor 3 mesi positivo soltanto a partire dalla seconda metà del 2020. Nuovo dato in scaletta con la previsione 0,61% del giugno 2022.

Euribor 6-12 mesi rispettivamente a -0,159% e -0,026% (fonte dati: Gruppo Kairos).

(per le prossime attese sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 24 giugno 2016”)

Previsioni Euribor del 10 giugno 2016

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 10 giugno 2016)

Ad eccezione della scadenza più lontana che non ha presentato variazioni, i tassi interbancari hanno fatto registrare movimenti verso il basso: l’Euribor 3 mesi ha chiuso la settimana a -0,263% dopo aver toccato il nuovo minimo storico mercoledi scorso (con quota -0,264%).

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 10 giugno 2016)La liquidità sistemica, sospinta dal Quantitative Easing, continua a rafforzare sia i conti correnti presso Bce che i depositi giornalieri, nonostante la penalità -0,4% applicata per le banche commerciali: gli utilizzi complessivi, nel primo giorno del periodo di mantenimento della riserva obbligatoria, hanno raggiunto non solo il picco massimo (€ 968 mld) di inizio finestra dal gennaio 2014 ma addirittura si sono assestati sui livelli medi degli ultimi giorni relativi al precedente periodo Rob.

L’Euribor 3 mesi, previsto stabile nel corso dell’estate dagli operatori del Liffe (-0,27% a metà settembre prossimo), entrerà poi nella fase discendente conclusiva (segnalata dalla scadenza ultima di dicembre 2017 con quota -0,305%) prima di risalire con passo più rapido.

In osservanza delle regole di cui alla comunicazione Bankitalia del 7 aprile 2016, il parametro più utilizzato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile concluderà la sua opera di abbattimento dello spread applicato dagli istituti eroganti mutui nel secondo trimestre 2020.

Rispetto a venerdi scorso, previsioni confermate sino a settembre 2019. Infatti, ad eccezione della giornata di lunedi in cui i tassi future sono stati spinti verso l’alto dal dato Markit Eurozone sulle vendite al dettaglio di maggio, aumentate su base annua e per la prima volta in tre mesi, dalle successive sedute sono scaturite limitate ma continue limature sulle scadenze a ridosso del medio-lungo termine in conseguenza di un generale processo di abbassamento dei rendimenti sul mercato obbligazionario.

Il 10 giugno 2016 l’Euribor 3 mesi viene visto sempre sotto quota 0,55%.

Euribor 1-6-12 mesi a -0,353%, -0,159% e -0,018% venerdi (fonte dati: Kairos Partners); brevissimo a ridosso dei minimi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 17 giugno 2016”)

Previsioni Euribor e Irs del 3 giugno 2016

I mercati finanziari non hanno manifestato alcuna forma di sorpresa nell’apprendere la decisione del direttivo Bce di mantenere inalterata la struttura dei tassi base, con Refi a zero e deposit rate a -0,4%, e nel sapere che la revisione minima al rialzo dell’inflazione prevista 2016, dovuta al petrolio, non intacca le stime per il 2017 e 2018 rispetto alle medesime proiezioni di marzo.

Euribor 3 mesi vs Refi (%) - 3 giu 16

L’atteggiamento attendista è stato confermato giovedi dall’Eurotower pure sui temi della Brexit e del debito in Grecia, mentre sono stati esplicitati i giorni di giugno nei quali prenderanno avvio gli acquisti di attività del settore societario e le operazioni di rifinanziamento mirate all’economia reale.

Euribor 360 (3 giu 16)Per queste ragioni tutto appare essere in continuità con quanto avveniva prima della riunione: sul mercato interbancario la liquidità, balzata in settimana a 840 miliardi di euro in termini di eccesso e visibile pure nei depositi overnight schizzati a 335 mld, ha ridotto l’Euribor 3 mesi al minimo storico di giovedi (-0,262%); due giorni prima il minimo era stato toccato pure dall’Euribor 1 settimana a -0,365%.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 3 giugno 2016)

Il mercato dei derivati di Londra, giovedi invariato, chiude la settimana segnalando sul medio-lungo termine per nulla la debolezza registrata a maggio dai dati definitivi Markit, sul manifatturiero e sul composito Eurozona, ma parecchio il tonfo dell’occupazione americana che fa colare a picco i rendimenti dei titoli di Stato sul secondario.

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 3 giugno 2016)Il 3 giugno 2016 l’Euribor 3 mesi è visto per metà settembre in ribasso di quattordici millesimi sul fixing -0,261%, mentre la previsione di dicembre a -0,285% è quella che più risente del rialzo delle stime sul livello dei prezzi per l’anno corrente.

L’Euribor 3 mesi sarà negativo fino a marzo 2020 secondo stima rivista verso il basso per quattro centesimi su quella del venerdi prima.

L’ultima seduta, invece, ha disorientato molti analisti sul capitolo tasso fisso.

Nella terza settimana di maggio il petrolio toccava i massimi dell’anno, sia per il rallentamento della produzione Usa che per il rialzo delle stime di domanda elaborate da Goldman Sachs, mentre input in direzione opposta (ai fini delle sollecitazioni sul rendimento dei titoli obbligazionari) arrivava dalla conferma della deflazione Eurozona in aprile.

Tuttavia questi fattori passavano in secondo piano per la sorprendente lettura attribuita dai mercati alle minute Fomc: secondo la relativa interpretazione, che modificava sensibilmente i futures sui tassi, la Fed avrebbe potuto agire col taglio del costo del denaro già nel mese di giugno.

Irs 10 anni (2 gen 15 - 3 giu 16)

A fine settimana, sul dato a sette giorni, si confermava stabile il Btp mentre si appesantiva il Bund e soprattutto il Treasury: ne seguiva la risalita dell’Irs10 a 0,58%.

Nella settimana dal 23 al 27 maggio i dati dell’economia europea non offrivano spunti incoraggianti ed il calo della produzione Usa (unito ad altre situazioni di emergenza come l’incendio nell’Alberta e gli attacchi terroristici in Nigeria) faceva raggiungere al Brent quota 50 dollari al barile, il massimo a sei mesi su un mercato petrolifero passato presto dalla condizione di surplus a quella di deficit; tuttavia emergeva la consapevolezza che il rally non sarebbe potuto durare ancora per molto, vista la conferma dell’estrazione ai massimi da parte dell’Organizzazione dei Paesi esportatori e la presenza sovrastante delle scorte accumulate nell’ultimo biennio.Eurirs (3 giu 16)

Negli stessi giorni l’Eurogruppo dava l’OK per sbloccare i fondi destinati alla Grecia: il ritorno dell’appetito per il rischio portava il duplice beneficio (che non si verificava da metà aprile) sul rendimento del Btp, tornato in quota 1,35%, e sullo spread rientrato nell’ordine dei 120 pb.

La risultante era la discesa dell’Irs10Y a 0,53% venerdi 27.

Ancora fino a pochi giorni fa, prima che i posti di lavoro creati a maggio nei settori dell’industria e dei servizi Usa deludessero fortemente le attese, le deduzioni degli analisti sulla bias della Federal Reserve e le interpretazioni delle dichiarazioni dei governatori sono apparse forzate nell’ottica dei 2 o 3 rialzi allora ipotizzati. Ciò ha determinato un effetto paracadute sul tasso fisso che ha stabilizzato le quotazioni dell’Irs 10 anni ed impedito la regolare discesa.

Se già appariva ragionevole escludere l’intervento della Yellen a giugno, pochi giorni prima del referendum Brexit, alla luce degli ultimi dati occupazionali nordamericani vengono spazzati via tutti i dubbi residui. Proprio mentre il Bund decennale, per ironia della sorte, nell’intra-day di venerdi tocca il minimo storico assoluto pari allo 0,067% in termini di rendimento (un centesimo sotto il precedente minimo del 17 aprile 2015) che richiama alla memoria il pericolo ritracciamento dei titoli europei sperimentato poco più di un anno fa.

Tenuto conto che adesso i futures non prezzano appieno neppure un intervento Fed nel corso del 2016 ma traslano il tutto al 2017, e posto che il petrolio abbia trovato stabilità attorno a quota 50 dollari soprattutto in forza del fallito accordo Opec sul tetto alla produzione, i rapporti di correlazione dovrebbero mantenere nelle prossime settimane il Bund ancorato a livelli di rendimento che oscillano attorno allo zero, ovvero sostenere la parte bassa del trading range da mesi collocato tra 0,1% e 0,3%.futures sul Bund (Eurex, 3 giu 16)

Ne conseguono previsioni Irs 10 anni in ribasso a 0,42% per fine giugno rispetto al fixing 0,52% del 3/6/16, ed in ulteriore ribasso per fine luglio, a meno di nuove entusiastiche e persuasive interpretazioni della strategia comunicativa che proverrà dagli esponenti delle banche centrali occidentali.

(per le prossime attese sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 10 giugno 2016”)

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs del 24 giugno 2016”)