L’eterna condanna di Madoff

 

La condanna era facilmente prevedibile, ma fa ugualmente effetto perché carica di un forte significato simbolico: a Bernard Madoff, per la sua gigantesca frode finanziaria, sono stati comminati 150 anni di galera dai giudici di Manhattan.

Arrestato lo scorso inverno, Madoff aveva confessato ai giudici la costruzione fantastica del suo impero finanziario tirato su in applicazione dello schema ideato molti anni fa dall’emigrante italiano Ponzi (http://www.questidenari.com/?p=305).

Dopo le scuse presentate a tutti, clienti e familiari, la condanna aiuterà Madoff, e non solo lui, a riflettere sui danni cagionati e le sofferenze fatte patire a tante persone, per quanto appare difficile che il protagonista di questa brutta pagina di storia della finanza mondiale potrà utilizzare utilmente tutto il tempo a disposizione.

 

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/06/Madoff-chiesta-condanna-a-150-anni.shtml?uuid=e5a339fa-6304-11de-8b2a-9ebaaabf1752&DocRulesView=Libero

La relazione tra ciclo monetario e capitale di giro – 1

 

A questo punto ci siamo appropriati dei concetti di capitale di giro (http://www.questidenari.com/?p=597) e ciclo monetario (http://www.questidenari.com/?p=741), il primo inteso come indicatore della situazione dell’azienda che si trova in condizioni di fabbisogno (ha – cioè – bisogno di essere finanziata) o di disponibilità (ovvero dispone delle risorse necessarie a proseguire la propria attività tipica), e il secondo come indicatore dei tempi di pagamento e incasso collegati alle operazioni caratteristiche di acquisizione e trasformazione dei fattori produttivi, e vendita dei prodotti finiti, anch’esso ideato al fine di descrivere una condizione di fabbisogno o di disponibilità.

Proprio questa finalità descrittiva della produzione di disponibilità/fabbisogni, comune ad entrambi i concetti, rischia di ingenerare confusione tra coloro che si avvicinano alla conoscenza dell’analisi di bilancio: in che modo coesistono capitale di giro e ciclo monetario?

Una valida risposta iniziale credo debba anzitutto chiarire che il ciclo monetario concerne la variabile “tempo”: i tempi di incasso dai clienti per le vendite, i tempi di pagamento ai fornitori per le materie prime, i tempi di produzione e quelli di stoccaggio delle merci, nel loro complesso, incidono sul periodo temporale di fabbisogno dell’azienda, nel senso dell’allungamento o dell’accorciamento che può spingersi fino a rendere negativo il valore dei “giorni del ciclo monetario” (denotando così una condizione di disponibilità).

Detta variabile temporale, semplicisticamente indicata come politica commerciale, si inserisce nel concetto di capitale di giro basato sui volumi di attività che generano crediti (a seguito di vendite), debiti (a seguito di acquisti) e magazzino (a seguito di produzione), aumentando o diminuendo gli stessi volumi in un determinato istante.

(continua http://www.questidenari.com/?p=817)

Jacko: vita, morte e debiti

 

Dai media americani non arriva solo la spiacevole notizia della scomparsa di un mito del Pop che, con musiche e balli trascinanti, ha accompagnato molti dei nostri momenti di svago adolescenziale, quando cuffiette e mangianastri tascabile facevano parte del nostro look al pari delle Timberland e del risvoltino sull’orlo dei blue jeans che mostrava il calzino bianco.

Da oltreoceano, da un popolo pragmatico per antonomasia, ci giungono puntuali anche gli aggiornamenti sull’enorme debito per oltre 400 milioni di dollari accumulato da Michael Jackson nel corso della sua vita stravagante, degna di un artista ai limiti di molte cose, compresa la propria salute fisica e mentale.

Alle ipoteche apposte sui suoi beni più preziosi, al prestito ottenuto dalla Bank of America e alle spese legali sostenute per risolvere i suoi problemi con la giustizia, si aggiunge l’incubo dell’organizzazione AEG che ha già incassato 85 milioni di dollari dalla vendita dei biglietti del suo prossimo tour mondiale programmato, e che ora dovrà restituire: l’esame autoptico disposto, rivelatore della causa di morte di Michael Jackson, potrebbe far saltare le coperture assicurative, e gli annessi risarcimenti, qualora il decesso non fosse avvenuto per cause naturali.

Torna giù l’Euribor

 

Ha avuto subito effetto l’operazione realizzata ieri dalla BCE, che ha iniettato nel sistema finanziario la bellezza di 442 miliardi di euro nella forma del prestito alle banche al tasso fisso dell’1% (pronti contro termine – fonte: www.ilsole24ore.com).

Infatti, dopo un mese in ascesa lenta ma continuata, il tasso Euribor – a cui le banche si scambiano denaro e che rappresenta la base di calcolo della rata per i mutui a tassi variabile – ha invertito la tendenza con un netto ribasso fatto registrare dalla scadenza mensile (a 360 giorni) che, scesa di colpo allo 0,828%, si è riportata in prossimità del minimo storico fatto registrare il 18 maggio scorso.

I titolari di mutuo con adeguamento trimestrale della rata, invece, beneficeranno di una riduzione della quota interessi più contenuta dato che l’Euribor a tre mesi ha fatto registrare una minore diminuzione.

Chi soffia sul petrolio

 

Sono bastate le dichiarazioni del presidente dell’OPEC a far risollevare la testa alle quotazioni dell’oro nero, sceso due giorni fa sotto quota 67 dollari prima delle parole di Jose Maria Botelho de Vasconcelos.

Gli attuali livelli compresi tra i 60 e i 70 dollari sono giudicati sufficienti a sostenere solo una parte degli investimenti programmati di settore, e quindi non ancora adeguati per la totalità degli interventi. Inoltre, secondo il segretario Opec Abdallah El Badri, il prezzo di 100 dollari non minaccerebbe la ripresa economica mondiale.

Dobbiamo dunque aspettarci nuove fiammate che sospingeranno il petrolio sino alla soglia degli 80 dollari?

Basteranno a tutelare i nostri portafogli le secchiate d’acqua degli economisti e delle autorità politiche che rinnovano le paure sull’allontanamento della ripresa a livello globale?

Potere e denaro: il binomio storico

Storicamente, il potere sovrano degli imperatori, dei re e delle oligarchie si associa all’istituzione di una struttura prima morale, poi legale e amministrativa che consenta di produrre e rendere fruibile la moneta nell’ambito di una determinata collettività, durante i periodi di pace come in quelli complicati dalle guerre.

Sul finire della prima metà del ‘600, quando nell’Inghilterra di Carlo I scoppiò la guerra civile, il re fu costretto a fuggire portandosi dietro la propria zecca in grado di assicurargli la coniazione di monete, a volte rozze al punto da essere definite “monete d’assedio”: utilizzate per pagare e mantenere leale l’esercito a protezione dell’assolutismo monarchico (la “mezza corona” rappresentava la paga giornaliera del soldato), le monete recavano incisioni facenti appello alla religione protestante e alle leggi d’Inghilterra.

Le immagini simboleggiate sulle monete, da sempre, hanno difatti rappresentato i fattori a protezione del conio al fine di incoraggiare la fiducia nelle varie forme di denaro, rafforzare la sovranità del potere a seguito del riconoscimento della sua autorità sulle operazioni monetarie, e minacciare di punizione, per tradimento e sacrilegio, coloro che si macchiano di abusi.

cromwell-the-protector-corona-dargento-1658L’umiliante sconfitta di Carlo I, e l’esecuzione che ne seguì, diede inizio alla coniazione di monete non-reali del Commonwealth come la corona d’argento del 1658 (mai messa in circolazione) che raffigurava Oliver Cromwell, definito Protettore per Grazia di Dio, condottiero e politico fra i principali artefici dell’abbattimento della monarchia inglese.