Previsioni Euribor del 24 novembre 2017

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Le variazioni di prezzo che in settimana hanno riguardato i futures contrattati sul mercato Liffe, dai quali si estrapolano le previsioni sull’Euribor 3 mesi, sono state molto blande ed hanno rispecchiato l’andamento laterale di altre attività sul mercato secondario dove si avverte la presenza forte e calmieratrice della Bce.

tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2023-liffe-24-novembre-2017La più significativa notizia economica, l’indice flash composito IHS Markit PMI sull’Eurozona che a novembre ha segnalato la crescita record pluriennale per tutti gli indicatori, non ha prodotto increspature dei tassi attesi.

In base alle previsioni elaborate il 24/11/2017, quando anticipazioni danno al lavoro il Parlamento UE per sterilizzare gli effetti contabili delle cessioni in blocco di Npl, la curva presenta sul tratto iniziale il consueto andamento quasi orizzontale all’asse dei tempi, con valori poco superiori al fixing -0,329% che si ripete da inizio mese sul mercato interbancario.

Quindi l’aumento della pendenza colloca l’Euribor 3 mesi in quota -0,26% alla fine dell’anno prossimo, con un differenziale positivo pari a quindici millesimi in sette giorni.

Vista quota 0,155% a metà 2020 e quota 0,525% per settembre 2021, quando la risalita del parametro più utilizzato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile seguirà andamento lineare nel tempo.

Tornano ad azzerarsi i differenziali sul lungo termine, con l’Euribor 3 mesi prossimo a quota 1%.

Chiudono la settimana a -0,372%, -0,272% e -0,186%, rispettivamente, i tassi Euribor 1-6-12 mesi (fonte dati: Aritma).

Depositi overnight usati giovedi per 700 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 1.263 mld.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 1° dicembre 2017”)

Previsioni Irs del 17 novembre 2017

A inizio mese l’onda lunga dell’efficace riunione Bce proseguiva ad abbassare i tassi con l’aiuto delle stime al ribasso dell’inflazione Eurozona mentre, dal nuovo continente, giungevano le notizie del costo del denaro Usa fermo e della creazione di posti lavoro sotto le attese.

Il rendimento Treasury risultava in netto calo anche grazie alla circolazione del nome di Jerome Powell alla guida della Fed e l’Irs chiudeva a 0,86% il 3 novembre: evidente il convincimento degli investitori sulle banche centrali che manterranno il sistema in condizioni di liquidità sovrabbondante ancora per molto tempo. La fase in corso è ben diversa da quella che gli analisti ipotizzavano fino a pochi mesi fa.

irs-17-11-2017La settimana successiva non presentava alcun dato macro innovativo ma era caratterizzata da prese di profitto in vista della chiusura dei bilanci a fine anno (non a caso i realizzi erano concomitanti su azionario e obbligazionario): tutti in salita i rendimenti europei, col Bund che si manteneva a 200 bp di distanza dal Treasury appesantito da considerevoli nuove immissioni. Irs 10Y in lieve salita a 0,9% il 10 novembre, massimo relativo da quindici giorni.

Nell’ultima settimana sono giunti segnali di rallentamento sia dal Pil Eurozona III trimestre che dall’inflazione di ottobre all’1,4%.

Considerate le emissioni di nuova carta copiose sul tratto medio-lungo per Germania, Francia, Spagna e Italia, appaiono significative le limature di pochi punti base per il Bund (di nuovo sotto 0,4%) e per i titoli che hanno portato giù l’Irs 10 anni a 0,86% il 17/11/2017 e ne condizionano la previsione di fine novembre in quota 0,8%, appena corretta rispetto alla precedente di fine ottobre.

Ancor più significativo, però, è il consolidamento dell’intervallo di variazione del tasso fisso che viene aggiornato lievemente verso il basso nella fascia 0,62%-0,92% anche grazie all’effetto di “segnalazione” del QE rivendicato con soddisfazione da Draghi, oggi più importante della durata.futures-sul-bund-eurex-17-11-2017

L’azione della Bce è tesa ad impedire per tutto l’anno il superamento di quota 0,6% al decennale tedesco, che proverà a guadagnare quota quando i recenti massimi relativi del petrolio entreranno nella statistica dei prezzi al consumo e quindi saranno inglobati nel valore reale delle attività.

Con l’annuo nuovo, e la decisa riduzione del QE, dovrebbe concludersi la fase laterale ed i tassi sarebbero destinati a salire.

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 15 dicembre 2017”)

Previsioni Euribor del 17 novembre 2017

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Limature giornaliere lievi, nel corso della settimana, hanno attenuato l’inclinazione della curva dei tassi attesi sul tratto di medio-lungo termine per motivi legati al rallentamento della crescita economica (Pil Eurozona III trimestre in seconda lettura preliminare), alla flessione dei prezzi del petrolio (riduzione delle stime di crescita per la domanda 2018 formulate dall’Agenzia internazionale per l’energia) e alla discesa del tasso di inflazione annuale nella zona euro all’1,4% in ottobre (contro l’1,5% di settembre).tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2023-liffe-17-novembre-2017

L’Euribor 3 mesi è visto dagli operatori sui derivati del mercato di Londra nuovamente a -0,32% per marzo dell’anno prossimo, quasi in linea col fixing -0,329% del 17/11/2017 che, pur inchiodato da tredici sedute, non fa più notizia. Staticità imputabile all’eccesso di liquidità sistemica giunta quasi a 2.000 miliardi di euro.

La pendenza della curva dei tassi future si accresce in corrispondenza dell’ultimo trimestre 2018 (-0,305% a settembre), quando le misure eccezionali che la Bce sta utilizzando per risollevare i prezzi al consumo troveranno ulteriore riduzione o saranno state annullate.

Euribor 3 mesi in quota 0,285% per dicembre 2020, due centesimi in meno nell’arco di sette giorni.

Chiudono la settimana a -0,373%, -0,274% e -0,192%, rispettivamente, i tassi Euribor 1-6-12 mesi (fonte dati: Aritma).

Depositi overnight usati giovedi per 690 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 1.281 mld.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 24 novembre 2017”)

Previsioni Euribor del 10 novembre 2017

I continui record di liquidità in eccesso che animano il mercato monetario impediscono la risalita dei saggi, ma al tempo stesso il limite inferiore confermato dalla Bce per il tasso sui depositi non rende possibile sperimentare ulteriori minimi per le condizioni di costo alle quali le banche si prestano denaro a vicenda.

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Ne consegue l’andamento uniforme dei tassi sul mercato interbancario che conferma per l’ennesima volta l’Euribor 3 mesi a -0,329% il 10 novembre 2017 e l’Euribor 12 mesi a -0,191%.

tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2023-liffe-10-novembre-2017Se le previsioni del Liffe si mantengono inalterate sul breve termine, con l’Euribor 3 mesi a -0,32% per marzo prossimo e tendente alla stabilità nel semestre successivo, a partire dalla seconda metà del 2019 i tassi future risentono anzitutto delle increspature che giovedi hanno fatto seguito alle vendite sui mercati obbligazionari, logica conseguenza delle prese di profitto dopo il rally innescato dalla Bce con l’estensione del Quantitative Easing.

Euribor 3 mesi visto sopra quota 0,3% a fine 2020.

La parte alta della curva dei tassi estrapolati dai derivati risulta pertanto più lontana dall’asse dei tempi, con differenziali positivi a sette giorni fino a sei centesimi, nonostante lunedi fossero intervenute lievi limature in concomitanza coi dubbi sulla perdita di slancio dell’economia europea certificata dall’indice Markit composito finale.

Obbligazioni a tasso variabile con cedola attorno all’1% oltre maggiorazione nell’anno 2023.

Chiudono la settimana a -0,371% e -0,275%, rispettivamente, i tassi Euribor 1-6 mesi (fonte dati: Aritma).

Depositi overnight usati giovedi per 645 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 1.351 mld.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 17 novembre 2017”)

Previsioni Euribor del 3 novembre 2017

Tutte confermate le previsioni dell’Euribor 3 mesi sul breve termine ad una settimana di distanza dal meeting Bce: fixing -0,329% il 3 ottobre 2017, curva delle attese piatta per tutto l’anno e impercettibile risalita per appena un paio di centesimi a settembre 2018 (-0,305%).

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Limature fino a sette centesimi in sette giorni sul medio-lungo termine, sempre sulla scia della politica monetaria più accomodante del previsto.tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2023-liffe-3-novembre-2017

Trascurabili i differenziali giornalieri per la conferma del costo del denaro Usa e per i dati contrastanti sulla stima flash dell’inflazione di ottobre in calo e sul PIL dell’Eurozona in aumento su base trimestrale e annuale.

Euribor 3 mesi visto a -0,22% a marzo 2019 e atteso positivo un anno dopo a 0,05%.

Quota 1% raggiunta nella prima metà del 2023.

Ancora una volta si assiste al record per l’utilizzo dei depositi overnight (610 miliardi di euro) e dei conti correnti presso Bce (1.351 mld) nel primo giorno del periodo ROB, in concomitanza col nuovo record per l’eccesso di liquidità sistemica (1.840 mld).

L’impatto sui tassi del mercato interbancario è praticamente nullo: ad eccezione della scadenza 12 mesi che scende a -0,191%, l’Euribor 1-6 mesi rimane stabile in chiusura a -0,372% e -0,276% (fonte dati: Aritma).

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 10 novembre 2017”)