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Euribor e Irs a gennaio 2012: previsioni sui tassi e costo del denaro fermo all’1%

La disponibilità dei dati rilevati per tutto il 2011 consente di verificare graficamente il senso di un concetto ribadito spesso negli ultimi mesi: il surriscaldamento del mercato interbancario, luogo economico dove gli istituti di credito si scambiano denaro al prezzo dell’Euribor, in alternativa al reperimento della “materia prima” dalla fonte della Bce (alla quale occorre fornire adeguate garanzie) o all’emissione di (costosi) titoli obbligazionari destinati ai risparmiatori.

In particolare, è apprezzabile un differenziale quasi nullo tra tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale fissato dall’istituto centrale ed Euribor 3 mesi nei primi giorni del 2011; poi lo stesso differenziale è andato crescendo fino a manifestare pienamente le difficoltà del settore quando, negli ultimi mesi dell’anno, il tasso interbancario ha mostrato una certa rigidità ad adeguarsi al nuovo orientamento della politica monetaria stabilita da Mario Draghi.

Anche l’efficacia indebolita dei tagli al costo del denaro, pertanto, spiega la volontà di mantenimento dello status quo da parte del consiglio direttivo Bce in questo primo mese del 2012 (tasso di riferimento dell’Eurozona 1%, tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rispettivamente 1,75% e 0,25%), influenzata pure dalle stime al ribasso dell’inflazione derivanti dalla diminuzione della rilevazione ultima al 2,8%, dal 3% di novembre.

Altri indicatori suffragano la tesi di un mercato che, inondato di liquidità, rischia di non portare sostanziosi benefici ai destinatari ultimi dei finanziamenti (famiglie e imprese) ma solo controindicazioni come, per esempio, la speculazione. L’ammontare dei depositi overnight – quelli alimentati dalle banche commerciali che, timorose di prestare denaro senza garanzia, preferiscono “parcheggiare” per una notte i soldi già pagati alla Bce – è in continua crescita e, giovedi scorso, ha nuovamente segnato un record raggiungendo la cifra di quasi 490 miliardi di euro. Lo stesso giovedi 12, inoltre, l’utilizzo dei prestiti overnight dell’Eurotower si è attestato a quota 1,5 miliardi di euro, quando le somme dei rifinanziamenti marginali dovrebbero limitarsi a qualche centinaio di milioni in un mercato caratterizzato da un ricorso ideale alla suddetta operazione di emergenza. Il problema, come è stato più volte ribadito, non è la mancanza di liquidità nel sistema ma la sua cattiva distribuzione tra le banche (tra quelle dei Paesi periferici, in particolare).

Col tasso Euribor 3 mesi sceso al fixing dell’1,231% in data 13 gennaio 2012 (l’Eonia, invece, sembra aver invertito la rotta salendo allo 0,385%), le attese degli operatori sul Liffe si sono dimostrate corrette per il mese di gennaio con un valore che permane stabile rispetto a quello della settimana prima, quando la Bce non aveva ancora comunicato le proprie intenzioni.

Tutte le scadenze seguenti alla metà dell’anno, invece, subiscono un calo che rende la curva dei tassi attesi più bassa e più piatta (punti di minimo a settembre e dicembre 2012) ad indicare l’allontanamento ulteriore nel tempo della ripresa economica – fase in presenza della quale le spinte sui prezzi delle materie prime faranno nascere dinamiche inflattive e renderanno improponibile il mantenimento dei tassi attuali.

I tassi impliciti nei futures contrattati a Londra venerdi 13/01/2012 indicano che sarà annunciato a margine della riunione di marzo del consiglio direttivo un taglio di un quarto di punto (P/T a 0,75%), dato che il tasso atteso a febbraio (1,08%) potrebbe essere compatibile con la discesa del differenziale manifestata nell’ultimo mese tra Euribor 3 mesi e tasso di rifinanziamento della Bce.

L’abbondante liquidità, che ha tranquillizzato buona parte del mercato interbancario, ha pure contribuito a calmierare i rendimenti dei titoli di Stato sulle scadenze ravvicinate: bene per i Bot, meno bene per gli acquirenti dei governativi della Germania che la settimana scorsa ha collocato in asta titoli a tasso negativo (-0,0122% identifica il costo della qualità).

La settimana scorsa si è chiusa con il declassamento del rating emesso da Standard & Poor’s su Italia, Francia e Spagna, probabilmente già scontato dal mercato in occasione dell’annuncio dell’agenzia nel dicembre scorso; rimane ancora risparmiata dal furore del cannoneggiamento la Gran Bretagna, che pure non sembra avere problemi interni di più agevole soluzione. Gli effetti definitivi del peggioramento del giudizio sulla curva dei rendimenti saranno noti solo alla riapertura dei mercati; intanto lo spread italiano (cfr. Btp vs Bund) è sceso di 38 punti base negli ultimi sette giorni, nonostante – nello stesso arco temporale – il decennale tedesco abbia reso più difficile il compito: il rendimento del Bund è diminuito da 1,86% a 1,77% ed ha contribuito a tirare giù l’Irs 10 anni al 2,23% (fixing del 13/01/2012), in discesa sulla base di una tendenza che continua dall’anno prima.

La recessione prevista per il 2012 e la situazione sempre più drammatica della Grecia, mai vicina al fallimento come in questi giorni, forse spingeranno ancora più in alto il prezzo del Bund il cui rendimento, così depresso, potrà essere accettato col calo dell’inflazione. I derivati futures sui tassi a lungo, nelle ultime settimane, hanno puntato verso l’alto.

Fino a quando non sarà accolto l’invito di Draghi, espresso dopo la conclusione dell’ultimo consiglio direttivo riguardo all’urgenza del varo del nuovo trattato fiscale europeo ed al rafforzamento del fondo salva Stati (Efsf), è difficile immaginare tassi Irs in crescita sul lungo periodo.

(per le previsioni Euribor 3 mesi della prossima settimana si legga “Previsioni Euribor 3 mesi del 20 gennaio 2012”)

(per le previsioni Irs del prossimo mese si legga: “Previsioni Euribor e Irs del 10 febbraio 2012”)

Previsioni Euribor 3 mesi del 6 gennaio 2012

Prosegue il ribasso dell’Euribor 3 mesi che scende sotto la soglia dell’1,3% – esattamente 1,288% il fixing del 6 gennaio 2012. Scende pure l’Eonia, arrivato l’altro ieri a 0,369%, ancora in avvicinamento al tasso sui depositi presso la Bce.

Nella settimana caratterizzata dalla diffusione dei dati Eurostat sulla disoccupazione di novembre 2011 (stabile rispetto al mese precedente ma in crescita nel confronto con l’anno prima) e dal nuovo record sul volume di denaro che le banche commerciali depositano presso l’istituto centrale (455,299 miliardi euro giovedi scorso), le previsioni Euribor 3 mesi del giorno 06/01/2012 si presentano sostanzialmente stabili rispetto a sette giorni fa, con un appiattimento nella parte iniziale della curva.

La prossima scadenza subisce ancora una limatura (Euribor 3 mesi atteso all’1,21% per metà gennaio); a seguire, i tassi impliciti nei futures contrattati sul Liffe lasciano supporre un nuovo intervento Bce (tasso di rifinanziamento principale atteso 0,75%) collocabile temporalmente verso la metà del semestre in corso.

(per le previsioni Euribor 3 mesi del 13 gennaio 2012 si legga “Euribor e Irs a gennaio 2012: previsioni sui tassi e costo del denaro fermo all’1%”)

Previsioni Euribor 3 mesi del 30 dicembre 2011

A giudicare dai numeri sull’assegnazione di denaro in occasione dell’asta a 36 mesi della settimana passata, da quelli sull’uso delle operazioni di rifinanziamento marginale (17,3 miliardi di euro giovedi, quando in condizioni ideali di mercato le banche ricevono liquidità per poche centinaia di milioni di euro) e sul volume raggiunto dai depositi parcheggiati overnight presso la Bce (venerdi a quota 445 miliardi di euro, appena sotto il record dall’introduzione dell’euro fatto segnare martedi con 452 miliardi), si conclude che le banche hanno fatto provvista di liquidità ma non la usano in modo ottimale, causando problemi di distribuzione nelle aree periferiche (colpita quella italiana, dove gli istituti di credito hanno conosciuto difficoltà alleggeritesi solo negli ultimi giorni).

Non sembra ancora corretto, tuttavia, esprimere un giudizio di bocciatura sull’esito dell’asta straordinaria, considerata fallimentare da alcuni osservatori per via del mancato indirizzo della liquidità verso l’acquisto del debito pubblico più remunerativo, ovvero per il mancato assottigliamento dello spread a lungo termine; l’accortezza di non appesantire gli attivi di bilancio bancario e l’attuale periodo natalizio, caratterizzato da volumi di scambio sotto la media, consigliano di rinviare la riflessione a gennaio inoltrato.

Il dato oggettivo che ora deve interessare è la continua discesa dell’Euribor 3 mesi, giunto venerdi 30 dicembre al fixing dell’1,356%. In calo per via della liquidità abbondante anche le durate più brevi, con l’Eonia (ovvero il tasso Euribor “da un giorno all’altro”) sceso giovedi sotto lo 0,4%, sempre più vicino al tasso sui depositi presso la Bce.

Anche le previsioni sul Liffe continuano a puntare verso il basso per inizio anno nuovo, col valore di metà gennaio rivisto all’1,23% per il progressivo raffreddamento delle tensioni sull’interbancario. Entro la prima metà del 2012, poi, gli operatori di Londra prevedono un nuovo intervento della Bce nell’ordine di un quarto di punto percentuale (P/T a 0,75%) che aprirebbe la strada ad un periodo di stabilità dei tassi interbancari. Le previsioni sull’Euribor 3 mesi per l’anno prossimo, in data 30/12/2011, sono dunque favorevoli ai mutuatari che sceglieranno la corresponsione delle rate di mutuo parametrate al tasso variabile (spread ovvero debiti sovrani permettendo, ovviamente).

(per le previsioni Euribor sul Liffe del 6 gennaio prossimo si legga “Previsioni Euribor 3 mesi del 6 gennaio 2012”)

23 dicembre 2011: previsioni dei tassi Euribor 3 mesi

Nel confronto con quella di 7 giorni fa, rimane praticamente invariata la curva delle attese Euribor 3 mesi alla fine della settimana in cui si è tenuta la mega asta a 36 mesi, fortemente voluta da Mario Draghi per fornire liquidità alle banche e – indirettamente – a famiglie ed imprese.

I 489,19 miliardi di euro assegnati a 523 banche, almeno per ora, non hanno contribuito a raffreddare le tensioni sul mercato interbancario nella misura che da molti era auspicata, forse anche per via della fisiologica diminuzione degli scambi tipica del periodo festivo. Tra le note dolenti, i depositi presso la Bce ancora in crescita fino al massimo di giovedi scorso a quota 346,994 miliardi di euro; tra quelle positive, invece, i tassi overnight che si abbassano avvicinandosi al tasso dei depositi Bce (0,25%).

Comunque l’Euribor 3 mesi ha proceduto nel suo cammino in discesa fino a quotare 1,404% in data 23/12/2011. Dalle rilevazioni sul Liffe nello stesso giorno si desume che il parametro dovrebbe perdere circa 10 centesimi a metà gennaio 2012 e conoscere una lunga fase di stabilizzazione attorno all’1% a partire da giugno dell’anno prossimo; le scadenze più lontane evidenziano che gli operatori prospettano tempi lunghi per il ritorno alla condizione di ripresa economica, scenario compatibile con tassi di interesse più elevati degli attuali.

(per le previsioni Euribor di fine 2011 si legga “Previsioni Euribor 3 mesi del 30 dicembre 2011”)

Previsioni Euribor 3 mesi del 16 dicembre 2011

Tutte al ribasso le previsioni Euribor 3 mesi del venerdi 16 dicembre 2011 sul Liffe, sia nel confronto con quelle del giorno prima che nel paragone con le attese del venerdi precedente. Per gennaio gli operatori di Londra contrattano derivati con tasso implicito 1,32% ipotizzando il calo del costo del denaro sul mercato interbancario, sul quale potrebbe influire anche l’imminente asta straordinaria a 36 mesi; poi i valori scenderebbero sotto la soglia dell’1%, da settembre 2012 a marzo 2013, come conseguenza di un nuovo intervento della Bce atteso entro la prima metà dell’anno prossimo.

I dati vanno interpretati alla luce del taglio dello 0,25% operativo da pochi giorni per il tasso di interesse sui rifinanziamenti principali, causa della discesa del tasso Euribor 3 mesi arrivato a quotare 1,417% in data 16/12/2011 (diminuzione limitata nell’ordine dello 0,02% in una settimana).

Sempre presenti le tensioni sul mercato interbancario: iniziato il nuovo periodo di mantenimento della giacenza (media) obbligatoria, le banche commerciali hanno depositato presso la Bce volumi crescenti di denaro (oltre 196 miliardi di euro giovedi scorso) nonostante il taglio dei tassi abbia coinvolto pure la remunerazione riconosciuta dall’istituto centrale, scesa allo 0,25%.

(per le attese sui tassi del prossimo 23/12/2011 sul Liffe si legga “23 dicembre 2011: previsioni dei tassi Euribor 3 mesi”)

Previsioni Euribor e Irs a dicembre 2011. La risposta dei mercati al nuovo taglio del costo del denaro e agli accordi del vertice europeo

Coerentemente ai segnali lanciati a più riprese dalla Bce, non sempre recepiti da istituti di credito ed altri operatori che nei giorni scorsi hanno causato increspature sia dei tassi interbancari che delle attese implicite nei futures, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale, di rifinanziamento marginale ed il tasso sui depositi sono stati abbassati di un quarto di punto rispettivamente a 1%, 1,75% e 0,25%.

La manovra operata con lo strumento più importante di politica monetaria, indotta dalle previsioni 2012 sulla variazione del Pil europeo tra -0,4% e +1% e sull’inflazione vista tra l’1,5% e il 2,5%, è stata accompagnata da ulteriori provvedimenti nel tentativo di rendere più disteso il contesto nel quale le banche commerciali si scambiano denaro, descritto nell’ultima settimana dall’utilizzo della capacità di deposito overnight della Bce fin’oltre 324 miliardi di euro e dal ricorso al finanziamento marginale per 9,3 miliardi mercoledi scorso. Cifre in crescita che Draghi e gli altri membri del consiglio direttivo sperano di sgonfiare disponendo le operazioni di pronti contro termine sino a 36 mesi a importo illimitato per fine dicembre e per febbraio (le banche che hanno partecipato al P/T a 12 mesi di fine ottobre potranno trasferire i fondi ricevuti sul nuovo finanziamento) e abbassando sia la qualità dei titoli che le banche possono offrire a garanzia dei prestiti richiesti all’istituto centrale, sia la percentuale di riserva obbligatoria dei depositi (1%).

In attesa della metà della settimana prossima, quando sarà operativo il taglio del costo del denaro, l’Euribor 3 mesi è sceso con scatto deciso al fixing 1,437% in data 9 dicembre 2011; venerdi stesso, invece, le previsioni sul mercato Liffe sono state tutte in rialzo (ed il giorno prima, con riferimento alle scadenze più vicine che arrivano fino a giugno 2012, neppure la manovra Bce aveva procurato gli immediati benefici sperati, sintomo che gli operatori di Londra ancora non vedono facili sbocchi alle tensioni sulla liquidità).

La lettura del grafico dei tassi Euribor previsti, nel confronto con quelli di venerdi scorso quando non era stato effettuato il taglio dei tassi di riferimento, suggerisce una visione peggiorativa sul tratto iniziale della curva, mentre sulle scadenze dal 2013 in poi i valori si abbassano. Nel tratto corrispondente al 2012, invece, il mercato interbancario dovrebbe conoscere prezzi di scambio attorno all’1% che, allo stato attuale delle menzionate tensioni, sottintendono un ulteriore taglio del costo del denaro.

Ma il fine settimana era atteso anche per il vertice europeo sulla soluzione alla crisi dei debiti sovrani, contraddistinto da un accordo di massima sul quale i mercati sono risultati piuttosto scettici per poi riprendere la giusta rotta alle parole di Monti sul fiscal compact.

A partire dalla regola di bilancio pubblico che prevede l’obiettivo minimo del pareggio, passando per l’automatismo delle sanzioni al superamento di un prefissato disavanzo, fino ai 200 miliardi di euro da mettere a disposizione del Fmi per gli aiuti ai Paesi in difficoltà, molte verifiche attenderanno i governi dei Paesi membri prima che l’accordo politico arrivi ad assumere veste giuridica. Voce importante, e per ora fuori dal coro, quella di David Cameron che ha rivendicato l’autonomia britannica sulla normativa in materia di transazioni finanziarie, forte anche dei rendimenti in discesa dell’obbligazione pubblica Gilt (addirittura inferiori al benchmark della Germania nei giorni di fine novembre successivi alla difficile asta tedesca). Il future sul Gilt decennale quota a 132 per dicembre 2011, a 115.07 e 115.01 rispettivamente a marzo e giugno 2012 sul mercato Liffe.

Tuttavia la strada intrapresa dalla maggior parte dei leader europei dovrebbe essere quella giusta per normalizzare i rendimenti e porre fine all’atteggiamento iper-difensivo prevalente da molti mesi: acquisti del Bund (durata 10 anni al 2,14% la sera del 9/12/2011) e cessioni dei periferici, tra i quali Btp (decennale al 6,73% la sera del 9/12/2011 con lo spread a 459 punti base) e Bonos spagnoli.

Rispetto al giorno 4 del mese scorso, i tassi Irs fino a scadenza 15 anni sono in salita, così come le previsioni sul tratto intermedio della curva dei rendimenti dove si avverte l’influenza del governativo tedesco.

(le attese sul Liffe del 16 dicembre 2011 nel prossimo articolo “Previsioni Euribor 3 mesi del 16 dicembre 2011”)

(per le previsioni dei tassi Irs del 13 gennaio 2012 si legga “Euribor e Irs a gennaio 2012: previsioni sui tassi e costo del denaro fermo all’1%”)