I Madoff cercano casa, gli Italiani la fiducia

 

Se a pochi giorni dalla sentenza di condanna di Bernard Madoff (http://www.questidenari.com/?p=770) la signora Ruth, sua consorte, è già impegnata nelle operazioni di trasloco verso altra abitazione causa sequestro della dimora abituale, significa che un segnale forte e chiaro arriva a tutto il mondo e a noi in particolare.

Grande la truffa, esemplare la condanna e veloce l’attività di risarcimento dei malcapitati che verranno rimborsati col ricavato dalla vendita all’incanto dell’immobile: questo deve bastarci a riflettere sulle modalità di risoluzione dei grandi scandali praticate all’estero, piuttosto differenti dalle nostre che ci hanno abituato a tempi della giustizia biblici, sentenze meno severe per pochi colpevoli che pagano per tutti (come Tanzi: http://www.questidenari.com/?p=575), e soldi svaniti nel nulla, magari sparpagliati tra chissà quante società off-shore nei paradisi fiscali.

Come scrive Sara Silano, caporedattore di Morningstar Italia (link a fondo articolo), nonostante la molteplicità di leggi e regolamenti in Italia si diffonde un clima di sfiducia crescente tra i risparmiatori che rende deboli tutti gli operatori del sistema, minando alle basi l’industria del risparmio gestito.

 

Fonte: http://www.morningstar.it/it/funds/article.aspx?articleid=81029&refsource=newsletter

Come evitare le liti con l’amministrazione finanziaria /1 – L’autotutela

Al fine di evitare il contenzioso, l’amministrazione fiscale ha cercato di migliorare la propria efficienza istituendo delle procedure ad hoc.

Una di queste è l’autotutela, un’autocorrezione che l’amministrazione può adottare, ma bisogna tener presente che si tratta di una facoltà discrezionale.

L’Agenzia delle Entrate può provvedere tramite i propri uffici ad una autocorrezione dell’atto, oppure su istanza del contribuente.

Quindi non è necessario che si attivi il contribuente stesso, ma è consigliato al contribuente di effettuare l’istanza vista la possibilità che l’ufficio non provveda a causa della mole di lavoro da eseguire.

I casi più frequenti di richiesta di annullamento o di revoca di un atto si hanno quando l’illegittimità derivi da: errore di persona, evidente errore logico di calcolo, errore sul presupposto dell’imposta, doppia imposizione, mancata considerazione dei pagamenti regolarmente eseguiti, mancanza di documentazione successivamente presentata, sussistenza dei requisiti per fruire di deduzioni, detrazioni o regimi agevolati precedentemente negati, errore materiale del contribuente facilmente riconoscibile dall’amministrazione.

L’atto illegittimo può essere annullato anche in presenza di giudizio pendente o, se è divenuto definitivo, per decorso dei termini per ricorrere o anche, se il contribuente ha presentato ricorso e lo stesso è stato respinto per motivi formali (inammissibilità, improcedibilità, irricevibilità) con sentenza passata in giudicato.

Se si è formato un giudizio sostanziale (cioè il contribuente ha impugnato l’atto e i giudici tributari, con decisione non più revocabile, hanno dato ragione all’amministrazione), l’annullamento è possibile soltanto per motivi di legittimità del tutto diversi da quelli esaminati e respinti dai giudici.

L’annullamento dell’atto automaticamente fa sì che un eventuale accertamento infondato sia ritirato, ed eventualmente le somme pagate a seguito di iscrizione a ruolo siano rimborsate.

Il contribuente, come già esposto, ha facoltà di iniziativa ma deve tener presente che l’istanza di autotutela non sospende i termini per la presentazione del ricorso al giudice tributario, per cui si invita chi si trovasse in dette situazioni a provvedere a presentare il ricorso per non far trascorrere i termini di opposizione.

L’istanza presentata dal contribuente non è soggetta ad alcuna forma particolare, basti pensare che può essere presentata in carta libera: è necessario che ci siano riportati i dati del contribuente, i motivi (possibilmente fondati) che fanno ritenere l’atto illegittimo e quindi annullabile in toto o in parte.

Si fa presente che qualsiasi atto può essere oggetto di riesame.

SCARICA LA RICHIESTA DI RIESAME IN AUTOTUTELA – formato pdf

Il possibilismo di Trichet e la stabilità dei tassi a breve

 

Non era difficile prevedere che il consiglio direttivo della BCE, riunitosi ieri per decidere eventuali manovre sui tassi, lasciasse inalterato all’1% il costo del denaro, considerato adeguato all’attuale scenario di economia in declino. Le previsioni di ripresa nell’Eurozona, al momento, proiettano alla seconda metà dell’anno venturo.

Il presidente Trichet, soffermandosi sugli esiti dell’ultima operazione di immissione di liquidità nel sistema per 442 miliardi (http://www.questidenari.com/?p=755), dopo aver sottolineato il successo dell’iniziativa si è dichiarato disponibile a qualsiasi soluzione: fornire ulteriore liquidità oppure, al contrario, disporre il veloce ritiro delle misure straordinarie in caso di evidenti segnali di ripresa macroeconomica.

Allo stesso tempo, tuttavia, non sarebbe opportuno nascondere l’esistenza di un problema legato all’eccesso di liquidità nel sistema finanziario (http://www.questidenari.com/?p=649): le banche commerciali hanno depositato 257 miliardi di euro (remunerati al tasso dello 0,25%) presso la banca centrale, chiara conseguenza della diminuita richiesta di credito da parte di imprese e famiglie, nonché dei criteri di selezione più stringenti applicati dagli istituiti per autorizzare l’erogazione di risorse.

Fonte: Ilsole24Ore

Leggi e monete

Come già accennato (http://www.questidenari.com/?p=746), è il potere sovrano che autorizza le emissioni monetarie, prerogativa reale dai tempi più antichi fino all’epoca moderna.

solidus-del-365-366-dc3L’elevato valore simbolico del diritto di battere moneta è ben esemplificato dal Solidus d’oro del IV° secolo D.C. recante l’immagine di Procopio, ribellatosi all’imperatore Valentiniano I perché sostenitore del proprio stato di parentela col precedente sovrano Costantino: chiunque si fosse trovato in possesso di queste monete avrebbe subìto l’arresto e poi la condanna a morte.

Tuttavia, nel corso dei secoli si è manifestato un indebolimento dell’influenza del potere sovrano sul conio, come accaduto nell’antica Roma per comodità amministrativa o nell’Europa medioevale per motivi di debolezza del sovrano stesso.

Al fine di imporre l’uso di una moneta, impedire o limitare la circolazione delle monete straniere e regolarne i cambi, le emissioni vennero protette da leggi e decreti come nel caso del “manifesto” di Filippo il Bello, duca di Borgogna. manifesto-di-filippo-il-bello-14992Il proclama di emissione del 1499 elenca le monete la cui circolazione venne autorizzata sul territorio e stabilisce i tassi di cambio della valuta corrente con le altre.

Tra i Gulden, ad esempio, furono consentiti solo quelli contenenti oro di buona qualità e banditi quelli ottenuti da leghe metalliche, simili nella fattura ma riconoscibili dal colore più tenue; ciononostante, le scritture contabili dei mercanti dell’epoca provano che i Gulden circolarono ugualmente, pur avendo bassa quotazione.

L’eterna condanna di Madoff

 

La condanna era facilmente prevedibile, ma fa ugualmente effetto perché carica di un forte significato simbolico: a Bernard Madoff, per la sua gigantesca frode finanziaria, sono stati comminati 150 anni di galera dai giudici di Manhattan.

Arrestato lo scorso inverno, Madoff aveva confessato ai giudici la costruzione fantastica del suo impero finanziario tirato su in applicazione dello schema ideato molti anni fa dall’emigrante italiano Ponzi (http://www.questidenari.com/?p=305).

Dopo le scuse presentate a tutti, clienti e familiari, la condanna aiuterà Madoff, e non solo lui, a riflettere sui danni cagionati e le sofferenze fatte patire a tante persone, per quanto appare difficile che il protagonista di questa brutta pagina di storia della finanza mondiale potrà utilizzare utilmente tutto il tempo a disposizione.

 

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/06/Madoff-chiesta-condanna-a-150-anni.shtml?uuid=e5a339fa-6304-11de-8b2a-9ebaaabf1752&DocRulesView=Libero

La relazione tra ciclo monetario e capitale di giro – 1

 

A questo punto ci siamo appropriati dei concetti di capitale di giro (http://www.questidenari.com/?p=597) e ciclo monetario (http://www.questidenari.com/?p=741), il primo inteso come indicatore della situazione dell’azienda che si trova in condizioni di fabbisogno (ha – cioè – bisogno di essere finanziata) o di disponibilità (ovvero dispone delle risorse necessarie a proseguire la propria attività tipica), e il secondo come indicatore dei tempi di pagamento e incasso collegati alle operazioni caratteristiche di acquisizione e trasformazione dei fattori produttivi, e vendita dei prodotti finiti, anch’esso ideato al fine di descrivere una condizione di fabbisogno o di disponibilità.

Proprio questa finalità descrittiva della produzione di disponibilità/fabbisogni, comune ad entrambi i concetti, rischia di ingenerare confusione tra coloro che si avvicinano alla conoscenza dell’analisi di bilancio: in che modo coesistono capitale di giro e ciclo monetario?

Una valida risposta iniziale credo debba anzitutto chiarire che il ciclo monetario concerne la variabile “tempo”: i tempi di incasso dai clienti per le vendite, i tempi di pagamento ai fornitori per le materie prime, i tempi di produzione e quelli di stoccaggio delle merci, nel loro complesso, incidono sul periodo temporale di fabbisogno dell’azienda, nel senso dell’allungamento o dell’accorciamento che può spingersi fino a rendere negativo il valore dei “giorni del ciclo monetario” (denotando così una condizione di disponibilità).

Detta variabile temporale, semplicisticamente indicata come politica commerciale, si inserisce nel concetto di capitale di giro basato sui volumi di attività che generano crediti (a seguito di vendite), debiti (a seguito di acquisti) e magazzino (a seguito di produzione), aumentando o diminuendo gli stessi volumi in un determinato istante.

(continua http://www.questidenari.com/?p=817)