Tanzi e il capro espiatorio

 

A tre mesi dalla sentenza di primo grado, sono note le motivazioni di condanna per Calisto Tanzi, autoproclamatosi imprenditore modello sotto il profilo industriale ma del tutto sprovveduto sotto quello finanziario, a parere dei giudici.

L’immagine di Tanzi, specchio opaco dei nostri tempi ultimi in cui si è andato perdendo il rapporto di sano parallelismo tra la produzione di grandezze reali e monetarie in azienda, si confonde con quella purtroppo consueta dell’agnello sacrificale che caratterizza i grandi scandali, non solo finanziari. Ne rimane indenne, più di tutti, l’istituto finanziario della Bank of America, che secondo i pm milanesi avrebbe dovuto essere condannato a risarcire solidalmente i creditori del gruppo.

I legali di Tanzi non si sono ancora pronunciati in merito all’eventuale ricorso in appello, ma in caso di definitiva condanna a 10 anni per aggiotaggio, ostacolo all’attività di vigilanza e falso dei revisori, i superati limiti di età del cavaliere impediranno comunque la costrizione nelle patrie galere. Chissà cosa starà pensando Stefano Ricucci che, in una delle sue ultime apparizioni televisive, aveva esternato stupore per essere stato l’unico condannato, in Italia, per il reato di “divulgazione di notizie false, esagerate o tendenziose, ovvero attuazione di operazioni simulate” ………..………

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