Espropriazione immobiliare

 

E’ quel processo volto alla soddisfazione del credito di denaro (esecuzione dell’obbligazione pecuniaria), da realizzare con l’esecuzione del debito: vincolando beni immobili del debitore mediante l’atto di pignoramento e attraverso la procedura – compiuta da organi giudiziari – si perviene alla vendita a terzi del bene, versando il ricavato al creditore, oppure assegnando il bene pignorato direttamente al creditore.

Il fenomeno più pregnante di questa procedura è appunto l’espropriazione forzata del debitore da parte di organi giudiziari ed a favore del creditore, il quale riceve soddisfazione totale o parziale del proprio credito in denaro – ricavato dalla vendita del bene a terzi – o, talvolta il bene in natura al posto del denaro.

Presupposto del processo esecutivo è il “titolo esecutivo”, cioè un atto scritto che appartenga al novero stabilito dalle nostre leggi e presenti determinati requisiti (sentenza, decreto ingiuntivo, cambiale, assegno bancario, atto ricevuto da notaio, ecc.).

Il processo deve essere necessariamente preceduto dalla notifica del titolo esecutivo e dell’atto di precetto (intimazione formale di adempiere).

La materia è regolata dagli artt. 483 e segg. codice di procedura civile e 555 e segg. codice di procedura civile.

Per ciò che attiene la procedura promossa dall’Agente della riscossione per tributi, imposte e contravvenzioni in genere (http://www.questidenari.com/?p=556), il ruolo non pagato costituisce titolo esecutivo per dare luogo all’espropriazione forzata, a cui segue la notifica della cartella di pagamento. Il procedimento ha inizio soltanto dopo che è decorso inutilmente il 60° giorno dalla notifica della cartella di pagamento, salvo i casi di dilazione e sospensione di pagamento.

Tassi fermi nell’Eurozona

 

Le previsioni al ribasso del PIL nella zona Euro, associate a quelle altrettanto negative dell’inflazione, quest’oggi hanno indotto la Bce a lasciare invariato il tasso base.

Secondo il presidente Trichet, pertanto, il costo del denaro pari all’1% è da considerarsi adeguato all’attuale contesto economico che si avvierà verso uno scenario di ripresa solo nel 2010 (www.corriere.it).

C’è da augurarsi che tali ultime indicazioni siano recepite pure dagli operatori di Borsa: le contrattazioni delle ultime settimane, difatti, hanno prodotto un’impennata del prezzo al barile del petrolio la cui spiegazione è di natura unicamente speculativa.

 

Altre storie di denaro

 

Vergini studentesse e concorrenti di bellezza, coppie al distributore: quanto odore di umanità trasuda dalle pagine di informazione che ogni giorno scopriamo senza pudicizia leggendo i quotidiani di tutto il mondo!

Per 3 zeri sbagliati, i fidanzati Leo Gao e Kara Young che vendevano carburanti dall’altra parte del globo hanno cambiato lavoro, pensando bene di passare dalla loro vita fatta di tubi gommati sporchi e puzza di benzina a quella di neo-ricercati dalla polizia internazionale. Quando si sono accorti che l’accredito sul loro conto bancario non ammontava ai 10.000 dollari richiesti in prestito, ma a parecchi di più, non hanno saputo resistere alla tentazione e se ne sono andati via senza salutare dopo il prelevamento.

Chissà se riuscirete ad indignarvi di più sapendo che per una somma molto minore, sotto i 10.000 Euro, una studentessa romena ha messo all’asta la propria verginità per finanziarsi la continuazione degli studi, vendendo così un bene donatole da madre natura ma che, stando alle quotazioni dichiarate, il mercato di oggi non apprezza più di tanto.

Il fortunato aggiudicatario della prima notte, secondo il racconto di Alina Percea, non somiglierebbe esattamente a Richard Gere né a Brad Pitt, ma il suo comportamento da vero gentleman è stato ineccepibile. Tanto da meritarsi la possibilità di incontrare nuovamente la 18-enne romena, la prossima volta senza alcuna dazione di denaro. L’amore trionfa sempre (o almeno fino alla prossima intervista della giovane).

 

Fonti varie: web

Quale ciclo monetario? – 2

 

Cosa fa allungare o restringere detto periodo di sfasamento fra incassi e pagamenti? (http://www.questidenari.com/?p=645)

La politica delle scorte, perché tanto più si decide di accumulare merce, e tanto più si allontana l’epoca di incasso (e viceversa); il ciclo tecnico, perché tanto più elaborata è la produzione e tanto più si allontana l’epoca di incasso (e viceversa); la dilazione concessa ai clienti, che aumenta i tempi di incasso, e quella concessa dai fornitori che allontana i tempi di pagamento, ovvero restringe il periodo di sfasamento.

Quello su cui non sembra esserci uniformità di giudizio riguarda l’utilizzo di specifici indicatori per i “giorni magazzino” (gg M) e per i “giorni debitori” (gg D).

Il rimanente indicatore dei “giorni creditori” (gg C) – che sommato algebricamente agli altri due fornisce l’agognato numeretto – mette (quasi) tutti d’accordo: prendete il totale dei crediti commerciali iscritti a bilancio (qui il ciclo monetario è calcolato al 31.12), lo dividete per il fatturato annuo espresso giornalmente (ovvero diviso per 360), ed otterrete il numero dei giorni di dilazione concessa ai clienti (in media!).

Un esempio? Immaginate un’azienda che vende 1 (Euro) di merce al giorno per tutti i giorni, a fine mese fattura 30 e a fine anno 360, e si fa pagare dai clienti con 30 giorni di ritardo.

A fine esercizio, l’azienda avrà incassato tutto il venduto tranne il mese di dicembre, ovvero avrà iscritto a bilancio crediti commerciali per 30. Applichiamo la formula descritta:

gg C = crediti commerciali • 360 / fatturato = 30 • 360 / 360 = 30.

Il risultato dell’algoritmo è giusto perché corrisponde ai giorni di ritardo nei pagamenti, ma stressiamolo ulteriormente per sottoporlo a ben altre prove.

Ipotizziamo il doppio del fatturato giornaliero (2 Euro), il triplo della dilazione ai clienti (90 giorni), e ricalcoliamo il tutto al 31 dicembre:

gg C = 180 • 360 / 720 = 90.

La formula si conferma valida perché il suo “cuore pulsante” non è il fatturato mensile (incorporato nei crediti) che a ben vedere si semplifica sempre fra numeratore e denominatore, ma il numero dei mesi di dilazione che aumenta il volume dei crediti commerciali!

(continua http://www.questidenari.com/?p=689)