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Previsioni Euribor e Irs del 22 luglio 2016

Le condizioni del sistema economico e finanziario europeo sono ancora sotto osservazione dopo il referendum britannico; la volatilità è aumentata ma i mercati hanno resistito all’incertezza anche grazie al supporto di liquidità erogata dalla Bce; non sono disponibili informazioni sufficienti a ridiscutere il criterio di scelta dei titoli oggetto degli acquisti programmati e al momento l’impatto della Brexit sull’inflazione attesa non è percepibile.

Euribor 3 mesi vs Refi

Queste le principali argomentazioni con cui Mario Draghi ha accompagnato l’annuncio sul mantenimento sia dei tassi base (Refi 0%, Deposit rate -0,4%), previsto dai mercati nell’ultima settimana, sia delle condizioni relative al programma Quantitative Easing.

I mercati finanziari, nei giorni precedenti la decisione di conservazione dello status quo, avevano continuato ad ignorare una moltitudine di dati, tra cui il taglio delle stime di crescita per l’economia mondiale operato dal Fmi; non a caso al termine della seduta di giovedi non sono state riscontrate variazioni nel prossimo biennio per i tassi previsti dagli operatori del Liffe, ed i listini azionari europei contrastati si sono inseriti coerentemente nel quadro dei titoli pubblici decennali invariati per Germania e Italia.Euribor (22 7 16)

Il 22 luglio 2016 l’Euribor 3 mesi viene confermato per la terza seduta al minimo storico -0,297% e rappresenta l’unica scadenza di tasso in discesa sul mercato interbancario nel corso della settimana.

Sempre venerdi sul mercato Liffe, nonostante il PMI Flash Markit dell’Eurozona mostri il rallentamento della crescita per l’attività economica a luglio vicino ai minimi in diciotto mesi, i tassi future subiscono lievissime increspature entro l’arco temporale dei prossimi due anni.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 22 luglio 2016)

Dalla curva delle attese, in particolare, non traspare la diminuzione del numero di operatori che ritengono plausibile l’intervento dell’autorità monetaria a settembre quanto, piuttosto, la minore intensità dell’intervento della Banca centrale che, col passare del tempo, avrebbe a disposizione strumenti sempre meno numerosi ed efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo istituzionale. Il riferimento è alla disponibilità di titoli da rastrellare, ma anche al problema redditività (e non più solvibilità) delle banche commerciali su cui graverebbero ulteriori tagli dei tassi.

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2022 (Liffe, 22 luglio 2016)L’Euribor 3 mesi è visto in discesa fino al minimo -0,365% nel lungo tratto compreso fra le scadenze di dicembre 2017 e giugno 2018.

Nessuna variazione a sette giorni tra la fine del 2018, con l’Euribor 3 mesi a -0,345%, e la fine del 2019, con l’Euribor undici centesimi sopra.

In ottica tasso fisso, la partita post Brexit è stata vinta dalla Bce che ha impedito la temuta catastrofe sui mercati ed ha agito come forza stabilizzatrice.

Negli ultimi giorni di giugno proseguivano gli acquisti per i titoli di qualità sulla scia delle paure e della rivisitazione al ribasso delle stime economiche post-Brexit: il Bund procedeva senza indugio (-0,13%) e pure il Treasury toccava livelli di rendimento impensabili a dicembre 2015, quando la Fed annunciò al mondo l’inversione di rotta per i tassi di interesse.

La Commissione Ue consentiva alle banche commerciali italiane, affette da problemi per crediti deteriorati, di emettere bond garantiti dal Tesoro nazionale. La misura precauzionale, valida fino al termine dell’anno, metteva fine alle speculazioni sui Btp e faceva scendere il rendimento all’1,23%: l’Irs 10 scendeva con forza, andando oltre le previsioni di fine giugno, e arrivava a 0,34% il 1° luglio.

Irs 10 anni (22 luglio 2016)

Nella prima decade del mese il rendimento del Bund sprofondava al minimo storico -0,189% e l’Irs10 seguiva al minimo 0,28% dell’8 luglio anche grazie al decennale italiano sceso sotto i 120 punti base.

Non solo acquisti Bce, che pare abbiano iniziato ad accusare il problema della scarsità dei titoli disponibili. Il dopo referendum Brexit (iniziato col tonfo dei fondi immobiliari quotati a Londra e la marcatura stretta del mercato degli immobili commerciali) era caratterizzato da investitori che acquistavano titoli rifugio anticipando i tempi di quella che sarà una mossa obbligata: fondi comuni e altri organismi di investimento collettivo che, in base al proprio regolamento, non potranno investire sul titolo pubblico britannico in uscita dalla Ue.

L’altra sorpresa arrivava dal Treasury, sceso a 1,36%: nonostante a giugno l’economia Usa avesse creato 287 mila posti di lavoro, un dato nettamente superiore alle previsioni, non decollavano le aspettative di rialzo dei tassi da parte della Fed entro fine anno perché altre preoccupazioni allontanavano l’ipotesi, prima fra tutte la Brexit.

Infine la settimana scorsa era caratterizzata da rialzi dei rendimenti, in concomitanza col recupero delle Borse, a probabile conclusione della fase iniziale di assestamento nell’immediato post Brexit.

Irs (22 7 16)Gli operatori non sembravano più interessati al petrolio, saldamente sotto quota 48 e 46 dollari per Brent e WTI (produzione in calo ma prevalenza dell’eccesso di carburanti raffinati fino a poco tempo prima), né alle cifre macroeconomiche (Treasury quasi invariato dopo i dati positivi su vendite al dettaglio e produzione industriale) perché si attendevano una continuazione della politica largamente accomodante della Bce.

Il confronto tra i numeri prima e dopo il referendum britannico indicano il Bund quasi invariato, il Btp in calo per una ventina di punti base grazie all’azione protettrice della banca centrale ed il tasso Irs 10 anni sceso a 0,37% (fixing 22 luglio) secondo un andamento lineare da inizio maggio, una volta epurata la parentesi dello shock per il voto UK.

futures sul Bund (Eurex, 22 luglio 2016)Il campo di variazione dei rendimenti dei titoli Usa, Germania e Italia sembra essersi spostato verso il basso, mentre prevale l’idea che un eventuale taglio dei tassi americani avverrebbe soltanto dopo l’elezione del Presidente, ovvero a fine anno.

Le previsioni per fine luglio indicano discesa verso quota 0,3% per il tasso Eurirs 10 anni e quote inferiori per fine agosto: tuttavia, la scarsità dei volumi di scambio tipica del periodo estivo centrale potrebbe alterare sensibilmente i prezzi delle obbligazioni e rendere il percorso evolutivo ulteriormente accidentato.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 29 luglio 2016”)

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs del 19 agosto 2016”)