Mercoledi scorso, nel primo giorno del nuovo periodo di mantenimento della riserva obbligatoria per le banche europee, ha superato quota mille miliardi di euro il totale degli utilizzi per i depositi overnight e per i conti correnti presso Bce: la liquidità abbondante ha portato al nuovo minimo storico l’Euribor 3 mesi (-0,298%) che poi chiude la settimana invariato a sette giorni su quota -0,297% (29/07/2016).
Stabili nel corso della settimana i tassi Euribor 1-12 mesi che chiudono rispettivamente a -0,371% e -0,049% (fonte dati: Aritma). Euribor 6 mesi a -0,186%.
Brevissimo poco sopra i minimi.
Tassi future limati lunedi e mercoledi quando, nell’ordine, l’indice di fiducia Ifo di luglio è risultato in calo rispetto a giugno e la Federal Reserve ha confermato i saggi base.
Venerdi, quindi, i derivati del Liffe rimangono sostanzialmente invariati dopo i dati Eurostat sul Pil, in rallentamento nel secondo trimestre e su base annua, e sull’inflazione preliminare in lieve aumento (inclusa quella core) su base annua. Nel finale di seduta: limature per i tassi previsti sul medio-lungo termine a causa della delusione per il Pil Usa del secondo trimestre.
Il 29 luglio 2016 i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi indicano un sostanziale mantenimento delle attese sul breve termine; da -0,31% di settembre, il parametro più utilizzato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile scenderebbe fino al minimo -0,38% nel secondo trimestre del 2018.
Euribor 3 mesi di nuovo ai livelli attuali a fine 2019 e col segno positivo a metà 2021 (0,025%), undici centesimi sotto la previsione di venerdi scorso.
(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 5 agosto 2016”)