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Gianluca Libbi studia e lavora a Latina. Dopo aver conseguito la Licenza Scientifica e la Laurea in Economia e Commercio presso “La Sapienza” di Roma, ottiene l’abilitazione all’esercizio dell’attività di Promotore Finanziario con cui opera fra gli anni 2003 e 2006 per conto delle reti di vendita di due fra le maggiori banche d’affari in Europa. A seguito della frequentazione di alcuni corsi di formazione professionale, a partire dalla seconda metà del 2006 si occupa di consulenza finanziaria e mediazione creditizia per le imprese, approfondendo la propria conoscenza e maturando competenza nelle discipline della finanza aziendale e del controllo di gestione.

I covered bonds per i tassi dell’Eurozona

 

Come si legge dal bollettino mensile della European Central Bank (www.ecb.int), fra le misure a sostegno dell’economia vi saranno anche quelle “non convenzionali” relative all’acquisto diretto di covered bonds, ovvero obbligazioni garantite, da parte della stessa banca responsabile dell’euro.

Questi bond strutturati rappresentano titoli di debito garantiti dalle banche in ordine alla corresponsione delle cedole periodiche e alla restituzione del capitale a scadenza, pagamenti tutti legati ai flussi finanziari rivenienti da un portafoglio crediti costituito da mutui per acquisto casa. Se si aggiunge l’obbligo di rimborso a carico dell’emittente – le banche, al fine di evitare il default del portafoglio, saranno chiamate a rispondere col proprio capitale – si comprende che l’elevato rating (il massimo) è uno dei fattori su cui punta la BCE per procedere all’acquisto di titoli affidabili il cui prezzo, per effetto dell’incremento della domanda, è destinato a salire calmierando i tassi.

Nei giorni scorsi gli effetti della riduzione ultima del costo del denaro (http://www.questidenari.com/?p=578) e delle dichiarate intenzioni di procedere alle operazioni “non convenzionali”, conseguenti all’analisi di una condizione economica che appare traslare in avanti i tempi della ripresa, hanno prodotto un abbassamento marcato dell’Euribor e dell’Irs (tasso di riferimento per gli intestatari di mutuo a tasso fisso) a 5 anni – per quanto non sia questa la scadenza a cui sono interessati i mutuatari. Diversamente, le successive scadenze Irs hanno fatto segnare un rialzo trainato dai rendimenti dei titoli governativi tedeschi, saliti per effetto del recente andamento positivo delle Borse e delle attese maturate sulle ingenti prossime emissioni di Bund programmate per il 2009 (www.ilsole24ore.com).

Perché il capitale di giro?

 

Più volte mi sono trovato a motivare la mia scelta di utilizzo del capitale di giro nelle analisi di bilancio aziendale richieste dalle banche e incorporate nei business plan.

E la cosa non mi sorprende, non fosse altro per aver assistito alla reazione, alquanto infastidita, dei commercialisti riuniti nei periodici incontri finalizzati all’acquisizione dei crediti formativi annuali, quando per la prima volta veniva posta alla loro attenzione una riclassificazione finanziaria di bilancio di tipo non tradizionale. Commercialisti esperti non appartenenti all’ultima generazione, come esperti sono i direttori delle banche ed i gestori a cui sono indirizzati i documenti contabili e le annesse rielaborazioni soggettive.

Prima di esporre una definizione tecnica del capitale di giro, è bene premettere che la riclassificazione funzionale (cioè operata col criterio della pertinenza gestionale) non esclude la tradizionale riclassificazione finanziaria per scadenze, ma anzi la incorpora all’interno di una delimitata area funzionale, appunto! E tali aree sono 3:

        quella tipica, in cui ricadono i crediti e i debiti commerciali, il magazzino e le immobilizzazioni tecniche, i debiti verso i dipendenti e verso l’Erario,

        quella extra-gestionale, di solito trascurabile perché riguardante gli immobili ad uso civile,

        e quella finanziaria, in cui compaiono le fonti rappresentate da banche e soci, nonché gli utili.

Da questi brevi cenni dovrebbe essere chiaro che il capitale di giro (o capitale circolante netto in senso stretto), non può comprendere voci di natura finanziaria come la cassa, la banca (intesa come c/c attivo o passivo), i crediti e i debiti finanziari a qualsiasi scadenza o i titoli oggetto di trading, perché dette grandezze non rappresentano una porzione del capitale investito in azienda!

Avete mai sentito parlare di un’industria che investe nei contanti depositati in cassa? Semmai avrete sentito esprimere giudizi negativi per quelle imprese nei cui bilanci le voci “cassa” e “banca” presentano valori elevati, a significare che un buon amministratore deve prontamente reinvestire le disponibilità liquide nei fattori produttivi che generano futuri margini economici e flussi monetari!

E allora perché alcuni autori, ivi incluso il bravo prof. Roberto Cappelletto allineato ai più recenti orientamenti della disciplina, includono i depositi bancari nei crediti di gestione “inquinando” così il capitale netto complessivamente investito?

(continua http://www.questidenari.com/?p=597)

Monete cinesi

 

Nonostante i tentativi di rivendicazione in merito all’invenzione del conio, ai Cinesi si deve la creazione di una monetazione indipendente, sia pur successiva a quella dei Lidi.

Oltre a quelle recanti la forma della conchiglia di ciprea, le antiche monete cinesi, a forma di zappa o di coltello, erano fuse in bronzo al pari degli utensili realmente utilizzati nella vita quotidiana delle popolazioni esistite tra il V° e il III° secolo A.C.

Questa pratica ha indotto a ritenere che in origine gli utensili stessi venissero utilizzati per i pagamenti, e che la coniazione abbia rappresentato la standardizzazione di questa usanza.

Ultimo taglio a Bruxelles

 

Con l’ultimo taglio di un quarto di punto, la BCE porta il costo del denaro al nuovo minimo storico dell’1% che potrebbe rappresentare il vertice della parabola dei tassi base, stando alle dichiarazioni espresse da alcuni esponenti di istituzioni finanziarie internazionali e da autorità politiche.

Queste recenti esternazioni prendono spunto da indagini congiunturali su una situazione economica globale in lieve miglioramento che indurrebbe a rivedere in ottica maggiormente ottimistica le stime del prodotto interno lordo elaborate dalla Commissione europea a inizio settimana. L’aumento ragguardevole del prezzo al barile del petrolio, oggi sopra quota 57 dollari, ne costituirebbe una possibile manifestazione finanziaria.

Allo stato attuale, gli effetti immediati della politica espansiva sono rappresentati dal beneficio per la riduzione della quota interessi pagata dagli intestatari di un mutuo casa, per quanto agisca in senso opposto l’aumento degli spread applicati dalle banche che lamentano di rifornirsi di denaro a costi maggiori, come pure di essere costrette a prezzare i maggiori rischi di insolvenza dei mutuatari.

Tanzi e il capro espiatorio

 

A tre mesi dalla sentenza di primo grado, sono note le motivazioni di condanna per Calisto Tanzi, autoproclamatosi imprenditore modello sotto il profilo industriale ma del tutto sprovveduto sotto quello finanziario, a parere dei giudici.

L’immagine di Tanzi, specchio opaco dei nostri tempi ultimi in cui si è andato perdendo il rapporto di sano parallelismo tra la produzione di grandezze reali e monetarie in azienda, si confonde con quella purtroppo consueta dell’agnello sacrificale che caratterizza i grandi scandali, non solo finanziari. Ne rimane indenne, più di tutti, l’istituto finanziario della Bank of America, che secondo i pm milanesi avrebbe dovuto essere condannato a risarcire solidalmente i creditori del gruppo.

I legali di Tanzi non si sono ancora pronunciati in merito all’eventuale ricorso in appello, ma in caso di definitiva condanna a 10 anni per aggiotaggio, ostacolo all’attività di vigilanza e falso dei revisori, i superati limiti di età del cavaliere impediranno comunque la costrizione nelle patrie galere. Chissà cosa starà pensando Stefano Ricucci che, in una delle sue ultime apparizioni televisive, aveva esternato stupore per essere stato l’unico condannato, in Italia, per il reato di “divulgazione di notizie false, esagerate o tendenziose, ovvero attuazione di operazioni simulate” ………..………

Overheads: concrete issues and intangible advantages

 

What accounts for all the interest in overheads?

Their weight in the accounting system, obviously. If indirect costs were a minimal portion compared to the total expenses, controllers should overlook them: accuracy pursued wouldn’t justify efforts in time spent, many involved employees and implemented information flows.

Yet, think about dealers operating in the learning field: the greatest indirect costs are salaries for sellers, because merchandise and other inputs are not very expensive.

Every seller needs to be trained, so shareholders have to invest money for renting conference rooms, purchasing office supplies, hiring experienced teachers, etc.

You are now allowed to know the total expense, but you don’t know if the effort for training will be successful. How much will training expenses affect the billing? Too little? Too much? Nothing?

On the other hand, a profitable quarter will make controllers wonder about the effective allocation of the same costs among business lines: they will choose either ABC (http://www.questidenari.com/?p=510) or traditional full costing method (http://www.questidenari.com/?p=500) using responsibility segments in order to input the overall expenditures.

The cost accounting procedures make use of strong discretionary power expressed by controllers, so final results will have been discussed by the time of the finished report.

Some managers prefer to fix the problem by eliminating training, Research & Development expenditures or promotion, and that’s why many businesses establish quality targets, and not only profitability goals.

Despite profits earned at the moment, the result of actual cost of training (or R&D) lower than the standard one doesn’t mean the achievement of long term savings necessarily. Managers must increase Economic Value Added in the long run, and a lasting competitive edge needs good services in order to satisfy customers: faithful clients might be the right way for sustainable profits.