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Fondi di diritto italiano e fondi di diritto estero: fiscalità immutata

Fumata nera per i fondi di diritto italiano ed i lussemburghesi storici collocati in Italia: sono stati respinti gli emendamenti presentati dai senatori PDL in ordine all’equiparazione fiscale dei fondi italiani rispetto agli esteri (http://www.questidenari.com/?p=1372). Pertanto, i fondi esteri continueranno ad essere tassati sul montante realizzato al momento del riscatto, ed i fondi italiani lo saranno sul maturato giorno per giorno.

Gli emendamenti suggerivano la cessione dei crediti d’imposta dagli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (fondi comuni d’investimento) alle Società di Gestione del Risparmio (gestori dei fondi), o anche ai soggetti collocatori (fra cui le banche) per i circa 5 miliardi di Euro maturati sinora dai fondi domestici, in modo da garantire liquidità al sistema finanziario. Tuttavia, sembra che il conseguente effetto sul bilancio pubblico abbia rappresentato un impedimento insormontabile, mancando nella specie l’adeguata copertura finanziaria.

Fonte: Morningstar

(per le novità sulla tassazione dei fondi comuni d’investimento italiani a partire dal 1° luglio 2011 e sulla compensazione delle relative minusvalenze si legga http://www.questidenari.com/?p=4571)

Attese invariate sui tassi d’interesse

I dati più recenti rilevati sulla concessione dei prestiti al settore privato, in calo nella zona Euro, hanno confermato che la posizione della Bce riguardo alla politica dei tassi, dichiarata dal membro del comitato esecutivo Bini Smaghi in una delle ultime interviste rilasciate, è ferma sul mantenimento dell’attuale livello di liquidità nel sistema finanziario.

A maggior ragione, le dichiarazioni nell’occasione improntate all’attendismo rendono ancora più difficile pensare che la stessa banca centrale si adoperi per produrre una variazione al rialzo dei tassi.

Ma più che le parole, contano le azioni attualmente praticate riguardo al mercato dei covered bonds, sostenuto con l’acquisto continuativo delle obbligazioni bancarie (http://www.questidenari.com/?p=591) sinora realizzato nella misura di 1/3 dell’ammontare annunciato nel mese di luglio.

In attesa della prossima operazione di rifinanziamento (http://www.questidenari.com/?p=755) prevista per la fine dell’anno, alla luce di questo scenario è difficile attendersi repentini cambiamenti nella curva dei tassi interbancari.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Giù bancari e assicurativi: Big was better

La pubblicazione “Indici e dati” di Mediobanca fotografa la situazione di drastico calo nella distribuzione dividendi per le società quotate a Piazza Affari nell’ultimo anno: 16,6 miliardi di Euro nel 2009 contro i 31,4 dell’anno precedente, praticamente la metà.

Nella media si rispecchia la caduta delle società di assicurazione, mentre per le società bancarie la diminuzione del monte dividendi è stata molto più drammatica, attestandosi all’11% del valore fatto registrare per l’esercizio precedente.

Inoltre, lo studio rileva come negli ultimi 13 anni le società di media capitalizzazione (Mid70) della Borsa Italiana abbiano reso il 10,2% annuo in termini di rendimento complessivo azionario (total return), e quindi abbiano battuto le big ma soprattutto le assicurazioni fanalino di coda. Al top della classifica le azioni risparmio.

Infine, tra le società di calcio le performance dei titoli premiano negli ultimi 2 anni la Roma (+33%) e la Lazio (+31%). Appena +1% per la Juventus che tuttavia ha il merito di rientrare tra i 20 titoli a rendimento positivo.

Fonte: IlSole24Ore

Novità fiscali sui fondi comuni d’investimento: i lordisti che piacciono

I senatori Pdl Bonfrisco, Tancredi e Germontani hanno presentato tre emendamenti in ordine all’equiparazione della tassazione in capo al sottoscrittore per tutti gli OICR.

Difatti, chi è titolare di un fondo di diritto italiano o lussemburghese storico, sino ad oggi, ha visto i propri investimenti subire la tassazione giornaliera sul NAV (c.d. fondi nettisti: tassazione in capo al fondo) mentre, diversamente, il sottoscrittore del fondo di diritto estero ha visto applicare la tassazione solo all’atto del disinvestimento (c.d. fondi lordisti: tassazione in capo all’investitore).

La differenza non è trascurabile se si valuta che i fondi di diritto estero, “lavorando” sul montante, ottengono una più forte capitalizzazione nel tempo rispetto ai fondi italiani gravati da decurtazioni continue, a parità di condizioni di mercato (effetto “zavorra”).

Ciò è vero se le quotazioni si mantengono in costante crescita nel tempo quando invece, nel caso opposto di discesa dei valori unitari delle quote, i fondi italiani proteggono meglio il capitale perché accumulano crediti d’imposta, ovvero scendono meno degli altri (effetto “paracadute”).

Il punto critico attiene proprio allo smantellamento dei crediti d’imposta ad oggi maturati dai fondi domestici per un importo di circa 5 miliardi di euro: gli emendamenti presentati giorni fa propongono che i crediti siano ceduti dagli Oicr alle Sgr, o anche ai collocatori, al fine di garantire liquidità (Fonte: Morningstar).

(per le novità sulla tassazione dei fondi comuni d’investimento italiani a partire dal 1° luglio 2011 e sulla compensazione delle relative minusvalenze si legga http://www.questidenari.com/?p=4571)

Borsa: chi meno rischia ….. più guadagna

Le logiche sottostanti all’ottenimento delle performance sui mercati finanziari sembrano entrare in crisi negli ultimi tempi.

La relazione di proporzionalità diretta tra rischio e rendimento, teorizzabile con gli strumenti dell’analisi matematica, di recente non appare essere suffragata dalla realtà empirica.

Come descritto in un precedente articolo, i titoli obbligazionari – caratterizzati da basse oscillazioni nei rendimenti – negli ultimi 40 anni hanno fatto registrare performance lievemente superiori a quelle dei titoli azionari (http://www.questidenari.com/?p=953).

Un concetto che si ripete nel nuovo studio di Morningstar condotto su OICR acquistabili in Italia, stavolta limitato all’orizzonte temporale degli ultimi 10 anni e riguardante lo stesso comparto: la volatilità media dei migliori 5 fondi azionari Europa a larga capitalizzazione borsistica è risultata inferiore, sia pur di poco, a quella dei peggiori 5 in termini di performance. Stessa conclusione per i fondi comuni azionari di Spagna che hanno fatto registrare una misura del rischio più bassa nelle gestioni collettive migliori, invertendo così il senso della predetta relazione.

Il Tamiflu guarisce prima il fatturato e poi l’influenza

I primi segnali fobici dei consumatori in fuga, spaventati dal possibile ripetersi di patologie simili a quelle che avevano colpito partendo dagli allevamenti bovini, indussero saggiamente a mutare il termine di “influenza suina” in una sigla anonima per non arrecare danno ai produttori di carne di maiale.

Potenza della comunicazione, sventata la minaccia i media si sono affrettati ad individuare nel Tamiflu, un farmaco che combatte svariati ceppi influenzali, il rimedio terapeutico all’annunciata pandemia da virus A/H1N1, altamente contagioso ma ancorato nelle statistiche ad un tasso di mortalità inferiore a quello di una qualsiasi influenza stagionale.

Ringrazia la farmaceutica Roche, produttrice svizzera dell’antivirale con i conti in buone condizioni di salute grazie al boom di vendite che ha incrementato il fatturato nella misura del 9% da inizio anno (fonte: IlSole24Ore).