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La chiusura del 2009 e le previsioni 2010 per i mercati azionari

L’anno appena concluso è stato caratterizzato dalle misure a sostegno dell’economia realizzate dai governanti della politica economica dei vari Stati, e le quotazioni dei principali indici azionari risentono senza dubbio in modo positivo degli interventi operati.

I tassi di crescita attorno al 22% fatti registrare dall’FTSE a Londra, dal CAC francese e dal DAX tedesco non devono però far dimenticare che gli stessi indici hanno perso oltre il 20% se valutati in ottica di periodo decennale.

Bene anche gli americani Dow Jones al 20% e S&P 500 al 25%, performance migliore dal 2003.

Addirittura +45% per il tecnologico Nasdaq, ma ancora poco a confronto con l’indice di Shanghai all’80%, su cui le previsioni permangono rosee in virtù della politica economica stabile cinese e della ripresa economica crescente.

Rimangono dubbi, invece, sulle possibilità di ripresa del Giappone, ancora afflitto dalla deflazione, nonostante un apprezzabile +19% del Nikkei.

I timori, ovviamente, riguardano il momento in cui imprese e consumatori si troveranno ad operare scelte senza il supporto delle politiche anzidette.

Petrolio e oro hanno fatto la loro parte nei rally di borsa. Il primo ha vissuto nel 2009 la più forte impennata degli ultimi 10 anni, attestandosi a 79 dollari al barile, il secondo ha toccato nuovi massimi (+25%).

I prezzi delle materie prime sono stati senza dubbio sospinti dalla debolezza del dollaro che li ha resi a buon mercato per gli investitori esteri, favorendone la domanda. Le previsioni del 2010 sono basate sulla politica monetaria americana, dato che un innalzamento dei tassi comporterebbe un rafforzamento del dollaro e, conseguentemente, una caduta dell’oro.

Fonte: BBC News

Previsioni di fine 2009: tassi giù

Per quanto le stime sulla ripresa in Europa si facciano sempre più ottimistiche, e nonostante la locomotiva americana stia “sbuffando” per ripartire, l’atteggiamento della Bce (http://www.questidenari.com/?p=1602) appare improntato ad una posizione di prudenza dettata fondamentalmente da due fattori.

Il primo è la mancanza di previsioni minacciose sull’inflazione, che gli analisti ritengono potrà essere controllata anche oltre il breve termine.

Il secondo fattore è dettato dalla consapevolezza che continuare a tenere il tasso base sui livelli minimi significa limitare il rischio di esplosione per i bilanci degli Stati sovrani.

Il primo pensiero va al deficit della Grecia con un buco da 300 miliardi di euro, e ancora poco si è sentito parlare del downgrade delle previsioni espresse dalle agenzie di rating sul debito spagnolo (fonte: Morningstar.it).

Naturalmente anche la crisi di Dubai non può che contribuire a togliere serenità dalle menti dei manovratori di Bruxelles, temendo questi ultimi un effetto domino simile a quello già sperimentato negli ultimi tempi dai sistemi finanziari anglosassoni. Le agenzie di rating, in via prudenziale, stanno monitorando strettamente proprio le finanze di USA e Gran Bretagna, essendo le banche inglesi quelle a maggior esposizione al rischio di bolla immobiliare.

I riflessi della congiuntura economica e dei comportamenti degli operatori dei mercati finanziari, tradotti nelle quotazioni dei tassi future, evidenziano attese al ribasso per l’Euribor a 3 mesi su tutte le scadenze (fonte: Ilsole24Ore.com).

Sul fronte dei tassi fissi – giova ricordare che i contratti di mutuo casa, nella maggior parte dei casi, sono stati stipulati a tasso fisso – l’Irs a 10 anni, parametrato al Bund decennale tedesco, è sceso perché il “volo verso la qualità” indotto dal declassamento della Grecia ha portato ad acquisti massicci del titolo del debito pubblico tedesco, e al conseguente innalzamento del prezzo.

Come per il tasso variabile, anche le attese per l’Irs sono caratterizzate dal ribasso del future a 2-3-5 anni (fonte: IlSole24Ore.com).

La Bce conferma i tassi e prende tempo sulla exit strategy

La ripresa economica nel 2010 basata su fattori estemporanei, il PIL 2009 meglio del previsto, i tassi adeguati.

Questo, in estrema sintesi, il contenuto delle parole espresse oggi da Trichet che ha deciso la conferma di tutti i tassi in zona Eurolandia: 1% per il costo del denaro, 1,75% per il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento e 0,25% per quello sui depositi presso l’istituto centrale.

La Bce, dunque, non interviene per l’immediata e decisa manovra di drenaggio della liquidità iniettata nel sistema durante i mesi passati (fonte: IlSole24Ore): almeno fino ad aprile 2010 non è attendibile la stretta monetaria.

La chiave di lettura delle parole di Trichet sembra rappresentata da un passo indietro rispetto alle ultime azioni decise, quando forse l’orizzonte non era offuscato dalla crisi di Dubai, mercato in cui risulta investita una parte dei portafogli delle banche europee.

Infatti, non più di tre settimane fa, alle banche era stato lanciato il segnale di stop alla liquidità facile. Le cartolarizzazioni garantite da asset-backed securities (Abs), emesse a partire dal prossimo 1 marzo 2010, saranno accettate dall’Eurotower solo se valutate col rating di almeno due diverse agenzie, e saranno utilizzate con le finalità tipiche del prestito prendendo a riferimento il rating più basso. Questa regola sarà poi estesa a tutte le cartolarizzazioni a partire dal 1° marzo 2011, indipendentemente dalla loro data di emissione.

Bot & Bonds /2 – Prima il privato e poi il pubblico

In lieve rialzo i rendimenti dei Bot a 6 mesi e dei CTZ: assegnati nell’asta dello scorso 25 novembre, i primi hanno fatto registrare un rendimento lordo pari allo 0,679%, ed i secondi, a scadenza 30-09-2011, hanno fatto registrare un rendimento dell’1,482% (fonte: IlSole24Ore).

Con la stessa dinamica che si era manifestata per l’ultima asta Bot annuale ed il bond Fiat (http://www.questidenari.com/?p=1457), il giorno prima era stato lanciato il bond Intesa Sanpaolo: coincidenza?

Il titolo bancario ha durata triennale e tasso fisso del 2,625%; tenuto conto del prezzo di riofferta sotto la pari al 99,934%, il rendimento lordo a scadenza sale al 2,648%.

Tagli disponibili: euro 50.000,00 e multipli. Rating fissato dalle principali agenzie: Aa2 per Moody’s e AA- per Standard & Poor’s (fonte: IlSole24Ore).

Obbligazioni: giù i prezzi, su i rendimenti

Sia negli Stati Uniti che in Europa, il ritorno di interesse per i mercati azionari, che hanno manifestato qualche risveglio, sta facendo calare l’attenzione sui titoli caratterizzati da minor rischio.

In America, addirittura, gli analisti hanno fatto ricorso ad una vecchia legge, la cui teoria si deve a Say, economista francese del 19° secolo, per spiegare che l’eccesso di offerta sta generando domanda di bond, secondo un meccanismo autoregolatore.

Ma al di là degli sforzi intellettuali, almeno nel vecchio continente, vale la risonanza delle parole di Trichet (http://www.questidenari.com/?p=1430) che ha lasciato intravedere la fine del tunnel percorso ancora oggi dal sistema economico: in un simile contesto di aspettative maggiormente ottimistiche, da parte degli investitori viene meno la necessità di rifugiarsi negli asset obbligazionari, notoriamente considerati in grado di assicurare più forte protezione al loro patrimonio.

L’insieme di questi fattori lascia comprendere che al momento, senza distinzioni geografiche fino ad arrivare in Giappone, le spinte al ribasso dei prezzi dei titoli obbligazionari sono molteplici e chiariscono ampiamente il comportamento dei relativi indici di settore registrato nell’ultimo mese.

Fonte:  Morningstar.it

Bot & Bonds

Con un volume della domanda che ha superato il doppio dell’offerta espressa in milioni di Euro, è tornato a scendere a 0,862% il rendimento lordo del Bot a 12 mesi – secondo i calcoli eseguiti dall’Assiom, il rendimento netto si attesta allo 0,46% una volta detratte le imposte e le commissioni (Fonte: IlSole24Ore).

La notizia ha seguito l’annuncio dell’emissione del bond Fiat a scadenza febbraio 2015, la cui cedola fissa è stabilita nella misura del 6,875% annuo. La stessa azienda ha comunicato il prezzo di emissione pari al 99,935% del valore nominale del titolo (Fonte: IlSole24Ore).

(per il bilancio Fiat S.p.A. al 31 dicembre 2010 si legga http://www.questidenari.com/?p=4029)