Limature giornaliere lievi, nel corso della settimana, hanno attenuato l’inclinazione della curva dei tassi attesi sul tratto di medio-lungo termine per motivi legati al rallentamento della crescita economica (Pil Eurozona III trimestre in seconda lettura preliminare), alla flessione dei prezzi del petrolio (riduzione delle stime di crescita per la domanda 2018 formulate dall’Agenzia internazionale per l’energia) e alla discesa del tasso di inflazione annuale nella zona euro all’1,4% in ottobre (contro l’1,5% di settembre).
L’Euribor 3 mesi è visto dagli operatori sui derivati del mercato di Londra nuovamente a -0,32% per marzo dell’anno prossimo, quasi in linea col fixing -0,329% del 17/11/2017 che, pur inchiodato da tredici sedute, non fa più notizia. Staticità imputabile all’eccesso di liquidità sistemica giunta quasi a 2.000 miliardi di euro.
La pendenza della curva dei tassi future si accresce in corrispondenza dell’ultimo trimestre 2018 (-0,305% a settembre), quando le misure eccezionali che la Bce sta utilizzando per risollevare i prezzi al consumo troveranno ulteriore riduzione o saranno state annullate.
Euribor 3 mesi in quota 0,285% per dicembre 2020, due centesimi in meno nell’arco di sette giorni.
Chiudono la settimana a -0,373%, -0,274% e -0,192%, rispettivamente, i tassi Euribor 1-6-12 mesi (fonte dati: Aritma).
Depositi overnight usati giovedi per 690 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 1.281 mld.
(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 24 novembre 2017”)