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Dl incentivi è legge: estensione dei bonus e delle agevolazioni fiscali, novità sulle liti fiscali

Col voto di ieri al Senato, il decreto incentivi è diventato legge.

Il sostegno ad alcuni settori dell’economia (http://www.questidenari.com/?tag=incentivi-2010) – nonostante i fondi per motocicli, macchine agricole e nautica siano terminati – prosegue sotto forma di incentivo sugli acquisti fino al 31/12/2010. Il bonus sui motorini è stato esteso alle bici a pedalata assistita, come gli incentivi sono stati estesi pure ai battelli lacustri alimentati a energia solare.

E’ stata estesa al settore calzaturiero l’agevolazione fiscale per gli investimenti in Ricerca & Sviluppo finalizzati a realizzare campionari nel settore tessile e confezioni di articoli di abbigliamento. Inoltre, per gli stessi settori del tessile e dell’abbigliamento, sono stati stanziati fondi per il 2010 destinati alle imprese che applicano volontariamente il sistema di etichettatura dei prodotti “Made in Italy”.

Equitalia non può iscrivere ipoteca sulla casa del contribuente che abbia un debito col Fisco complessivamente inferiore ad 8.000 euro, e viene consentito al debitore iscritto a ruolo di contrastare l’esecuzione di riscossione coattiva producendo il titolo di pagamento (http://www.questidenari.com/?tag=ruolo). In materia di liti fiscali (c.d. lodo Cassazione), al contribuente è consentito di chiudere i contenziosi ultradecennali pendenti in Cassazione, che hanno visto soccombere l’amministrazione finanziaria nei primi due gradi di giudizio, attraverso il pagamento del 5% del valore della controversia.

Dal 1° luglio 2010 diviene obbligatoria la comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate per quei contribuenti che realizzano scambi commerciali con soggetti operanti nei paradisi fiscali.

E’ prevista l’iscrizione a ruolo per il recupero coattivo di somme erogate indebitamente dall’Inps e di crediti contributivi vantati dallo stesso istituto previdenziale.

L’esenzione dall’Iva è possibile soltanto per il servizio postale universale e per la vendita di beni e prestazioni accessorie di servizi. Per l’editoria no profit vengono ripristinate le tariffe postali agevolate.

In materia di giochi on line, il gioco a distanza “con vincita in denaro” può essere raccolto soltanto da concessionari autorizzati e nei luoghi autorizzati.

Fonti: IlSole24Ore.com

Malinconico. Tasse per tutti e caffè per gli editori

Il costo di un caffè al mese per navigare in Internet come avete sempre fatto. Sarebbe solo una piccola tassa in cambio della fruizione di tanto materiale informativo (e non) da trovare on line. Una tassa da aggiungere, ovviamente, agli oneri per la connessione che già sostenete.

E’ la proposta del presidente Fieg, Carlo Malinconico, che intende così contrastare in via transitoria la grave crisi del settore dell’editoria, nonché minaccia per il pluralismo informativo. La misura sarebbe anche conseguenza della condotta del Governo, reo non solo di non aver accordato sostegno nel momento della difficoltà congiunturale, ma addirittura di aver posto in essere misure punitive sostanziatesi nella soppressione delle tariffe postali agevolate.

Questa, in sintesi, è la soluzione del presidente della Federazione Italiana Editori Giornali nell’attesa che l’Antitrust risolva il problema dei contenuti editoriali utilizzati dai motori di ricerca: a partire da Google, essi deviano altrove l’utenza che cerca un determinato articolo di testata, mettendo così a rischio la pubblicità on line raccolta dal sito della stessa testata giornalistica (fonte: Corriere.it).

E voi cosa pensate?

Viviamo un’epoca in cui il diritto del cittadino all’informazione è tutelato dalla possibilità di scelta tra una pluralità di fonti informative di cui sono portatori soggetti liberi di esprimere opinioni eterogenee senza pericolo di emarginazione?

Considerate giusto per il Governo rivedere i parametri di assegnazione dei finanziamenti pubblici all’editoria sulla base dei principi dei regimi libero-concorrenziali, ovvero erogare denaro pubblico in proporzione alle vendite realizzate da testate che, evidentemente, siano in grado di raccogliere l’apprezzamento dei lettori?

Ritenete applicabile in Italia il modello proposto da Murdoch che, entro certi limiti e a causa della diminuzione degli introiti pubblicitari, ha reso l’informazione generalista on line (oltre che specialistica in materia finanziaria) accessibile solo a pagamento?

Il caffè vi rende nervosi?