Le debolissime ma significative limature che sul breve termine riducono le attese del Liffe sono dovute all’ultima stima preliminare di rallentamento della dinamica dei prezzi al consumo elaborata da Eurostat: i tassi Euribor 3 mesi, pur essendo visti sempre in crescita dal fixing -0,327% del 2 marzo 2018, raggiungeranno quota -0,205% a marzo 2019.
Si rafforzano così le indiscrezioni che giovedi prossimo non sarà annunciato dal board alcun cambiamento per il ritmo degli acquisti mensili di attività operati dalla Bce né per i tassi di interesse base: estrapolate dai derivati che segnalano variazioni al tasso sui depositi bancari, le probabilità che possa essere deciso un aumento nell’ordine del +0,1% sono nulle fino alla riunione di aprile e salgono appena al 35% per gennaio dell’anno prossimo.
Alle limature dell’Euribor 3 mesi tra il 2020 ed il 2022, mai superiori ai quattro centesimi a distanza di una settimana, ha contribuito il rallentamento dell’attività manifatturiera nella zona euro: vista quota superiore all’1% a inizio 2022.
Coi medesimi valori di venerdi scorso, in chiusura Euribor 1-6-12 mesi a -0,37%, -0,271% e -0,191%.
Depositi overnight usati giovedi per 694 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 1.309 mld.
(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 9 marzo 2018”)