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Suonatore di liuto: l’amore elegante di Caravaggio per la musica

L’assegnazione in usufrutto a Margherita d’Austria (detta la “Madama”) di un ricco edificio, costruito su un terreno ceduto alla Francia, sancì il passaggio dello stesso palazzo capitolino dalla sfera d’influenza transalpina a quella ispano-austriaca. Malgrado ciò, verso la fine del sedicesimo secolo il cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria, imparentato coi Borboni di Francia, riuscì ugualmente a fissare la propria residenza a Palazzo Madama in Roma.

Il cardinal Del Monte, protettore di Caravaggio, probabilmente mise a disposizione dell’artista la camera della musica, una grande stanza del palazzo in cui il pittore trovò molti strumenti, spartiti ed altri oggetti di cultura elitaria che gli permisero di trarre ispirazione e dipingere una delle più famose opere del periodo giovanile, espressione del suo potente naturalismo: il “suonatore di liuto”.

L’attimo di vita vissuta – qui nella presenza del modello preferito Mario Minniti, per quanto il museo dell’Ermitage di San Pietroburgo (che custodisce l’opera) riferisse inizialmente di una donna, tanto il viso è androgino – rappresenta un’usanza in voga già a quei tempi, ovvero il canto accompagnato dalla musica.

Le fonti bibliografiche che, sia pure a tratti, hanno permesso di ricostruire la vita di Caravaggio descrivono vicende rozze, con strascichi giudiziari, spesso culminate in modo drammatico. E invece questo dipinto colpisce per l’eleganza di una cultura sopraffina tanto compresa e apprezzata da Michelangelo Merisi (che, notoriamente, sapeva suonare il liuto) da consentirgli di realizzare, con grande abilità descrittiva, la trasposizione su tela non solo degli strumenti musicali, ma anche della partitura in modo perfettamente leggibile ed eseguibile.

Si tratta di un madrigale, creato dal compositore fiammingo Jacques Arcadelt, intitolato “Amatevi come io v’amo”.

Nella consueta lettura simbolica, la natura morta è costituita dai frutti, dai fiori (dono d’amore), dal violino (l’amore di Caravaggio per la musica), e dal liuto (emblema della musica stessa): quest’ultimo, meraviglioso per la descrizione della nervatura lignea e delle corde, è il vero centro focale di un quadro che deve essere considerato l’omaggio di Michelangelo Merisi all’amore e alla musica.

Risalente al 1595, il “giovane che suona il liuto, con vaso di fiori e frutti” può essere ammirato presso le Scuderie del Quirinale (http://www.questidenari.com/?tag=scuderie-quirinale).

2 milioni di euro ai calciatori del Siena per fermare l’Inter

“Non permetterei a nessuno di sporcare l’immagine di Siena”: così si è espresso Massimo Mezzaroma, presidente (romano) del Siena calcio che non ha gradito lo spettacolo offerto in campo e sugli spalti l’ultima domenica sera, quando dall’Olimpico è stato trasmessa – alle televisioni e ai media di tutto il mondo – una partita di calcio a dir poco originale fra Lazio ed Inter.

L’ultima giornata del campionato di serie A, per il Siena già retrocesso matematicamente, assume ora un significato molto preciso: lealtà sportiva che animerà tutti i giocatori contro la squadra dell’Inter per far vincere i valori dello sport, e premio di 2.000.000 di euro ai calciatori per l’ottenimento di punti in classifica che potrebbero tornare utili in caso di ripescaggi.

Infatti un dirigente del Siena, Davide Buccioni, non esclude stravolgimenti della classifica finale di serie A dell’attuale campionato 2009-2010 in conseguenza della riapertura da parte della FIGC del processo sportivo denominato “calciopoli 2”. Un ulteriore ed evidente segnale sulla necessità di reinterpretare il concetto di lealtà sportiva nei rapporti col business di grandi società, alcune delle quali quotate in Borsa, e di favorirne l’applicazione uniforme a tutti i protagonisti del pianeta pallone.

Fonte: IlSole24Ore.com

Ragazzo con canestra di frutta: la sensualità sperimentale di Caravaggio

Il sequestro dei beni del 1607, ordinato per inadempienze fiscali dell’artista e collezionista Giuseppe Cesari meglio noto come Cavalier d’Arpino, costrinse il pittore a privarsi del celebre dipinto “fanciullo con canestro di frutta”, la più antica opera autografa di Caravaggio.

Michelangelo Merisi, che trascorse solo pochi mesi presso la bottega del Cavalier d’Arpino, in quel periodo si impegnò nella composizione artistica di fiori e frutti con l’intento di pareggiare la pittura della natura morta con la pittura di figura.

Il risultato che ci è pervenuto va a vantaggio della prima: gioiosa nei suoi tanti colori vividi, la frutta che strabocca dalla cesta, simbolo dell’amore, viene offerta all’artista e, idealmente, a chiunque si trovi ad ammirare il quadro.

Il giovane che porge la canestra, per quanto dettagliato nella descrizione della pelle e delle pieghe dell’abito, è ritratto invece in una posa patetica: viene raffigurato Mario Minniti, amico intimo di Caravaggio e primo tra i modelli ad entrare nelle sue opere. Anche altre fonti lo descrivono come un bel ragazzo, ma qui l’Artista ne accentua l’aspetto sensuale con la bocca dischiusa, il capo inclinato e la spalla scoperta che lo rendono molle e sognante.

Entrato poi a far parte della collezione del cardinale Scipione Borghese, ed oggi nella stessa collezione della Galleria Borghese a Roma, l’olio su tela “giovane con un canestro di frutti” (1592-1593) può essere ammirato presso le Scuderie del Quirinale (http://www.questidenari.com/?tag=scuderie-quirinale).