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Obbligazioni Enel 2010-2016: tasso fisso o variabile?

Al fine di agevolare la valutazione sulla bontà dell’operazione di sottoscrizione (http://www.questidenari.com/?tag=bond-enel-2016), sul prospetto informativo Enel sono riportate alcune ipotesi sui rendimenti delle obbligazioni in base agli scenari di mercato più o meno favorevoli all’investitore.

Con riferimento alla tranche a tasso fisso, adottando l’ipotesi prudenziale secondo cui il mid swap a 6 anni sia pari al valore rilevato al 5 febbraio 2010 e poi venga maggiorato dello spread minimo previsto pari a 65 basis points, si ottiene un rendimento effettivo lordo a scadenza del 3,378% annuo. Una volta sottratte le imposte, dato che non vi sono commissioni di sottoscrizione, il rendimento effettivo netto a scadenza si attesta al 2,956% annuo (fonte in formato pdf: www.enel.it).

Con riferimento alla tranche a tasso variabile, adottando l’ipotesi prudenziale secondo cui l’Euribor a 6 mesi sia pari a quello rilevato alla stessa data del 5 febbraio 2010 e poi venga maggiorato dello spread minimo previsto pari a 65 basis points, si ottiene un rendimento lordo dell’1,615% annuo (rendimento effettivo lordo a scadenza dell’1,644% annuo). Una volta sottratte le imposte, dato che non vi sono commissioni di sottoscrizione, il rendimento netto annuo si attesta all’1,413% (1,437% annuo effettivo netto a scadenza).

Di conseguenza, considerato che la fase espansiva di un ciclo economico può durare circa 5 anni e che la scadenza del bond è fissata a marzo 2016, chi crede nella prossima ripresa economica potrebbe scegliere il tasso variabile: basterebbero pochi interventi di politica monetaria restrittiva da parte della Bce – rialzo del costo del denaro o altre operazioni – per superare i rendimenti attesi della tranche a tasso fisso.

Più alti delle attese i rendimenti delle obbligazioni Enel 2016

L’autorizzazione Consob di quest’oggi alla pubblicazione del prospetto informativo sull’emissione societaria Enel a scadenza 2016 conferma tutte le caratteristiche già note dei bond dell’azienda italiana di produzione energia elettrica (http://www.questidenari.com/?p=2129).

Unica eccezione è rappresentata dallo spread sui tassi di riferimento (midswap per il fisso ed Euribor semestrale per il variabile) fissato da un minimo di 65 ad un massimo di 125 punti base, più alto delle aspettative di mercato. La fissazione del relativo campo di variazione – probabilmente – è stata indotta dalle considerazioni sul raffronto coi rendimenti di titoli similari nel caso (facile da prevedere) l’offerta Enel ricevesse forti richieste di adesione.

La restituzione integrale del capitale a scadenza sarà preceduta dalla corresponsione posticipata annua della cedola a tasso fisso per gli investitori che sceglieranno la relativa tranche, e dalla corresponsione posticipata semestrale della cedola a tasso variabile per gli altri.

La sottoscrizione di obbligazioni non prevede spese o commissioni. Ai rendimenti lordi maturati sarà applicata l’aliquota di imposizione fiscale nella misura del 12,5%.

Fonte: Milano Finanza

Bond Enel 2016: l’appeal del marchio e l’incognita dei rendimenti

Il prossimo 15 febbraio 2010, e fino al giorno 26 dello stesso mese a meno di chiusura anticipata, verrà offerto il bond Enel per un taglio minimo di € 2.000,00 (due obbligazioni da mille euro ciascuna) nella duplice versione a tasso fisso o variabile. Il titolo, con scadenza marzo 2016, sarà quotato sul MOT (mercato telematico delle obbligazioni), ovvero garantirà trasparenza agli investitori che potranno seguirne l’evoluzione e confrontarlo con titoli similari (fonte: IlSole24Ore).

L’interrogativo del momento è se il richiamo della maggiore azienda italiana di energia – senza dubbio forte anche grazie alla politica di distribuzione dei dividendi attuata in passato nonostante le difficoltà congiunturali – riuscirà a superare la mancanza di certezza sui rendimenti effettivi dell’emissione: infatti, al momento dell’adesione, i sottoscrittori non conosceranno il rendimento effettivo a scadenza neppure sulla tranche a tasso fisso, ma dovranno attendere i giorni successivi alla chiusura dell’offerta.

Il meccanismo di corresponsione della cedola, come riportato dal prospetto informativo, prevede che i tassi di riferimento – la curva swap per l’emissione a tasso fisso e l’Euribor a 6 mesi per quella a tasso variabile – siano maggiorati di uno spread dipendente dall’incontro dei volumi di domanda e offerta del titolo. In sintesi: se i bond ricevessero forti adesioni, detto differenziale si assottiglierebbe facendo giungere il tasso fisso corrisposto a livello (minimo stimato) del 3,3% lordo annuo, ed il tasso variabile (minimo stimato) all’1,7% (fonte: IlSole24Ore).

Qualora venissero confermati, detti rendimenti sarebbero buoni per la tranche a tasso variabile, ma insufficienti se paragonati a quelli di titoli dalle caratteristiche similari che offrono un tasso fisso poco al di sotto del 4%.

(Post correlato: http://www.questidenari.com/?p=2147)