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Previsioni Euribor 3 mesi del 14 giugno 2013

Anche se per effetto di lievi limature sono scesi a quota 0,23% e 0,265% i tassi future delle scadenze di settembre e dicembre, trovano sostanziale conferma le previsioni della settimana passata che avevano indicato un rialzo dei valori Euribor 3 mesi per l’anno in corso. Dall’ultima riunione Bce da cui sono emersi la decisione di non tagliare il costo base del denaro ed il raffreddamento degli entusiasmi su eventuali future manovre, tutti i tassi impliciti nei derivati negoziati sul Liffe hanno continuato a collocarsi al di sopra del fixing (aggiornato allo 0,209% del 14 giugno 2013) fino a tracciare una curva che tocca quota 1% a metà 2016.

Sul mercato interbancario la settimana è trascorsa all’insegna della lenta crescita dei tassi su ogni scadenza: 0,121% per l’Euribor 1 mese; 0,319% per l’Euribor 6 mesi; 0,504% per l’Euribor 12 mesi.

Con l’approssimarsi della fine del semestre, in aumento anche le quotazioni sul brevissimo: 0,09%; 0,103% e 0,113% per l’Euribor 1-2-3 settimane.

Se alla conclusione del periodo di mantenimento della riserva obbligatoria si sono svuotati i depositi overnight presso Bce (82 miliardi di euro giovedi scorso), corrispondentemente si sono riempiti i conti correnti riportando in crescita il totale di euro 389 miliardi, ai livelli di una settimana fa. Mercoledi prossimo 3,18 miliardi di euro in restituzione da parte delle banche europee che sfrutteranno la finestra dei rimborsi previsti per le Ltro del 2011 e del 2012.

Giovedi Eonia a 0,074% e spread Euribor-Ois a 12,1 punti base.

(per le aspettative della settimana prossima sui tassi variabili per mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 21 giugno 2013“)

Previsioni Euribor e Irs a giugno 2013

La Banca centrale europea, almeno per questo mese, ha deciso di non usare alcuna tra le misure ordinarie o straordinarie a sua disposizione per contribuire a migliorare la situazione economica e finanziaria.

E’ quanto emerge dall’ultima soporifera conferenza stampa a margine della riunione del direttivo che ha confermato tutti i tassi (decisione non unanime sul minimo storico del Refi allo 0,5%; rifinanziamenti marginali 1% e depositi 0%) dopo aver rilevato il Pil in contrazione e l’inflazione all’1,4% per il 2013.

La decisione non poteva essere considerata scontata se poi le Borse europee hanno virato in negativo e lo spread italiano si è allargato, a meno di non voler attribuire eccessiva importanza alle ignorate misure straordinarie (tra le quali il “complicato” piano Abs): il tasso sui depositi, qualora fosse stato ridotto al di sotto dello zero, avrebbe inciso su utilizzi sempre meno consistenti (87 miliardi di euro giovedi scorso, con l’altra voce di bilancio Bce dei conti correnti a quota 292 miliardi).

Qualcosa degno di nota, comunque nella limitatezza di variazioni che non indicano tensioni fra istituti, è accaduto pure sull’interbancario (caratterizzato da eccesso di liquidità attorno ai 270 miliardi di euro) dove l’Euribor 3 mesi, congelato da sette sedute consecutive allo 0,2%, ha subito un’increspatura di 3 millesimi (0,203% venerdi 7 giugno); ed anche sul mercato Liffe, dopo la decisione Bce, i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi sono tutti saliti sopra il fixing a partire dalla scadenza di metà giugno.

Gli operatori di Londra, in data 07/06/2013, si attendono che il parametro sorpassi quota 0,25% per settembre prossimo e, proseguendo nel trend di sola salita, raggiunga quota 0,32% per fine anno.

Le misure straordinarie, secondo le parole di Draghi, non sono necessarie al momento perché parte della liquidità immessa nel 2012 si trova ancora nel mercato ed è positivo che le restituzioni continuino a realizzarsi (mercoledi prossimo rimborsi delle Ltro 2011 e 2012 per meno di 3 miliardi di euro).

Sviluppi imprevisti anche sul fronte tassi fissi. Le stime del mese scorso sulla prosecuzione della fase positiva del Bund sono state disattese quando si è presentato l’effetto congiunto di due fattori: la differenza molto sostanziosa tra la ricchezza generata dall’economia reale e quella registrata dai mercati finanziari da un lato; il messaggio della Federal Reserve che ha lasciato intuire la futura riduzione degli stimoli monetari dall’altro.

La reazione immediata di Tokyo (-7,3%), col suo indice calibrato su aziende orientate all’export, ha dato idea della velocità con cui gli speculatori internazionali (hedge fund) sono pronti ad abbandonare un mercato dove è in atto lo scoppio di una bolla.

Ma anche la fine della corsa ai titoli high yield deve suggerire qualcosa.

In sostanza ad alcuni investitori è giunto il messaggio che non è possibile acquistare ogni genere di attività come era accaduto il mese prima, ma occorre comprare titoli adottando criteri selettivi. E tra questi, sicuramente, la redditività del Bund misurata in termini reali praticamente a zero ha suggerito di cedere il decennale tedesco ed accorciare la durata media finanziaria del portafoglio.

Venuto meno il paradosso secondo cui titoli rischiosi vengono acquistati grazie alla copertura delle politiche monetarie espansive necessarie a rispondere alla crisi economica, si è assistito all’innalzamento del rendimento non solo dei periferici ma anche del Bund e alla crescita dell’Irs 10 anni fino a quota 1,81% (fixing 7 giugno 2013).

La fase attuale si caratterizza per elevato nervosismo e volatilità, e non a caso la Fed ha messo in chiaro che lancerà messaggi espliciti ai mercati attraverso la riduzione graduale degli acquisti in titoli federali scambiati con moneta stampata.

Il QE americano troverà interruzione fra alcuni mesi, ma nel frattempo il Bund potrebbe tornare ad essere iper-acquistato per due motivi: l’approssimarsi della decisione della Corte costituzionale tedesca sul programma Omt, i cui contenuti potrebbero rivelarsi disallineati rispetto ai principi del progetto europeista, ed il dubbio che alcuni investitori possano aver manifestato un comportamento troppo reattivo in occasione dell’uscita dai titoli rifugio.

Se le ultime ragioni dovessero dimostrarsi fondate, nelle prossime settimane l’Irs 10 anni potrebbe nuovamente tornare a scendere avvicinandosi a quota 1,5%.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 14 giugno 2013“)

(per le previsioni del prossimo mese sui tassi fissi dei mutui: “Previsioni Euribor e Irs a luglio 2013“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 28 marzo 2013

L’accordo di inizio settimana per il salvataggio di Cipro, con la garanzia di aiuti per 10 miliardi di euro provenienti da Bce, Ue e Fmi, ha invertito la rotta dei tassi interbancari: Euribor 1-3-6-12 mesi in discesa rispettivamente a 0,117%, 0,211%, 0,335% e 0,547% in data 28/03/2013.

Stesso trend si manifesta sul brevissimo: Euribor 1-2-3 settimane a 0,083%, 0,091% e 0,1%.

Rientrato il rischio contagio tra banche, anche i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi si riavvicinano al fixing sulle scadenze prossime: le previsioni del Liffe indicano quota 0,25% per metà anno e 0,35% per inizio 2014. Nessun segnale relativo ad un taglio dei tassi per la riunione del consiglio direttivo Bce in programma il 4 aprile.

Continuano i rimborsi per le Ltro 2011 e 2012 (mercoledi saranno restituiti dalle banche europee 3,845 miliardi di euro per la prima e 3,16 mld per la seconda) e prosegue la discesa dei depositi overnight presso Bce e conti correnti (mercoledi scorso a complessivi 470 miliardi di euro).

Sempre mercoledi scorso Eonia a 0,067%, mentre il giorno prima lo spread Euribor-Ois si era attestato a 13 punti base.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili dei mutui: “Previsioni Euribor e Irs: aprile 2013“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 22 marzo 2013

Non sono stati certamente i debolissimi rimborsi annunciati dalla Bce per mercoledi prossimo (1,565 miliardi di euro per l’operazione a lungo termine 2011 e 371 milioni per la Ltro 2012) a produrre le increspature dei tassi Euribor nel corso della settimana, ma l’intreccio di vicende che hanno riguardato il governo di Cipro, impegnato a reperire fondi per il salvataggio, l’Ue e l’Fmi in soccorso di Nicosia con diversi miliardi di euro, ed infine la Bce. L’istituto centrale ha minacciato di tagliare la liquidità alle banche cipriote a partire da lunedi prossimo se non verrà trovato un accordo.

L’Euribor 3 mesi è stato fissato a 0,215% in data 22 marzo 2013, 11 millesimi sopra la quotazione del venerdi prima, ma sono saliti pure l’Euribor 1 mese (0,12%), l’Euribor 6 mesi (0,339%) e l’Euribor 12 mesi (0,553%).

Imputabili quasi esclusivamente alle scadenze fiscali della valuta di fine mese coincidente con la valuta di fine trimestre, invece, i rialzi sul brevissimo: Euribor a 1-2-3 settimane rispettivamente a 0,088%, 0,094% e 0,103%.

Il prelievo forzoso sulle disponibilità di conto corrente dei depositanti privati (ora ripensato dal parlamento dopo il panico della corsa agli sportelli ed il pericolo di fuga dei capitali), ovvero un salvataggio di Cipro che non avviene con soldi pubblici, ha rappresentato per l’agenzia di rating Fitch un “precedente” significativo che, sia pur non immediatamente, accresce il rischio di contagio tra istituti bancari della zona Euro.

Ne tengono conto gli operatori del Liffe nella misura in cui rivedono al rialzo i tassi future fino a metà 2015: l’Euribor 3 mesi dovrebbe raggiungere quota 0,3% per giugno prossimo e superare quota 0,33% per fine anno.

Giovedi è sceso ancora il totale depositi giornalieri Bce e conti correnti (474 miliardi di euro) ed è stato fissato a 0,062% l’Euribor overnight; mercoledi pomeriggio differenziale Euribor-Ois a 12,7 punti base.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili dei mutui: “Previsioni Euribor 3 mesi del 28 marzo 2013“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 22 febbraio 2013

Se le intenzioni della Bce furono quelle di raffreddare le tensioni sul mercato interbancario con le aste a tre anni del dicembre 2011 e del febbraio 2012, con risultati apprezzabili per la veloce discesa dei tassi Euribor, la motivazione che ora spinge le banche europee a rimborsare cifre relativamente basse va ricercata proprio nella rimozione incompleta delle cause scatenanti le stesse problematiche di allora. Ne rimane coinvolto l’accesso alle linee di credito, mantenutosi piuttosto oneroso per alcuni istituti localizzati nella zona periferica. Ad esempio il rischio-Paese per le banche italiane in attesa dell’esito elettorale, mescolato ai rischi derivanti da bilanci imbottiti di debito pubblico nostrano per motivi di arbitraggio, fornisce spiegazione sullo scarso contributo alle restituzioni settimanali proveniente dall’Italia.

La comunicazione ultima da fonte Bce indica per il prossimo mercoledi rimborsi complessivi per 1,744 miliardi di euro relativi alla Ltro 2011 e per oltre 61,092 miliardi di euro in occasione della prima “finestra” della Ltro 2012.

I dati, di nuovo inferiori alle attese, giungono al termine di una settimana che ha visto i tassi Euribor proseguire in discesa al ritmo lento di qualche millesimo: Euribor 3 mesi fissato a 0,218% il 22 febbraio 2013; Euribor 1-6-12 mesi rispettivamente a quota 0,119%, 0,352% e 0,581%.

Venerdi Euribor 1-2-3 settimane a 0,081%, 0,09% e 0,101%.

Gli operatori di Londra, nell’ultima settimana come nelle due precedenti di febbraio, hanno proceduto a correggere verso il basso i tassi future perché inizialmente erano stati influenzati da attese di restituzioni abbondanti e da prospettive economiche dell’area Euro affette da ottimismo eccessivo, pur nel grigiore delle cifre stimate ai primi dell’anno. Le ultime due sedute hanno comportato limature dell’Euribor 3 mesi, adeguato ai livelli correnti per la scadenza di metà marzo (0,21%) e valutato appena due centesimi sopra per metà anno (0,23%) secondo le previsioni del 22/02/2013 sul mercato Liffe.

Giovedi scorso Eonia a quota 0,07% e diminuzione di circa 9 miliardi di euro in sette giorni per la somma fra depositi giornalieri presso Bce e conti correnti (totale euro 585 mld).

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili dei mutui: “Previsioni Euribor 3 mesi del 1° marzo 2013“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 15 febbraio 2013

Con l’annuncio di altri 3,79 miliardi di euro per mercoledi prossimo (quarta “finestra”) che porteranno i rimborsi volontari per l’operazione straordinaria del 2011 con durata trentasei mesi a superare il totale di 149 mld, si stabilizza verso il basso il quantitativo di denaro restituito dalle banche europee e tornano a scendere tutte le scadenze dei tassi di mercato: Euribor 3 mesi fissato 0,225% in data 15/02/2013; 0,12%, 0,363% e 0,593% rispettivamente per l’Euribor a 1-6-12 mesi.

Sul brevissimo Euribor 1-2-3 settimane a 0,081%, 0,091% e 0,101%: tra questi soltanto il primo in discesa in relazione alle quotazioni del giorno 8.

Bene in linea col quadro descritto dalle cifre, il contenuto dell’ultimo bollettino Eurotower ha rimandato al prossimo anno la crescita del Pil nell’Eurozona ed ha ritoccato verso il basso anche le stime dell’inflazione che riducono la probabilità di una stretta monetaria: proprio giovedi scorso i tassi impliciti nei futures sull’Euribor hanno subito le correzioni più importanti lungo l’intera scaletta.

A confronto con i tassi di sette giorni fa, invece, gli operatori sul Liffe confermano i precedenti valori mantenendo la previsione di un tasso Euribor 3 mesi in rialzo sul fixing corrente: al 15 febbraio 2013 le scadenze da marzo (0,24%) a dicembre di quest’anno (0,39%) perdono soltanto da uno a tre centesimi.

Giovedi scorso differenziale Euribor-Ois a 12,6 basis points, Eonia giù a 0,066% e totale depositi overnight presso Bce più conti correnti sceso a 594 miliardi di euro.

(per le previsioni della settimana prossima sui tassi variabili dei mutui: “Previsioni Euribor 3 mesi del 22 febbraio 2013“)