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Previsioni Euribor e Irs a settembre 2012

Giovedi si sono rivelate sbagliate le previsioni degli analisti di Morgan Stanley che, sulla scorta delle previsioni su crescita e inflazione dell’Eurozona, avevano dato per scontato un nuovo taglio dei tassi operato nell’ordine di un quarto di punto dalla Bce, mentre sono risultate corrette anche per questo mese le decisioni degli operatori sul mercato Liffe espresse attraverso la contrattazione dei derivati futures.

In mancanza di uno shock proveniente dalle autorità di politica monetaria (P/T 0,75%; tasso di rifinanziamento marginale 1,5%; tasso di deposito nullo), tutto ciò che è accaduto nelle ultime settimane non ha modificato il trend al ribasso dei tassi Euribor, sia pur rallentato sulle scadenze più corte: se l’Euribor 1 mese (base 360) rimane impantanato da tre giorni a quota 0,121%, conosce un nuovo minimo storico l’Euribor 3 mesi a 0,265% (fixing del giorno 07/09/2012) e scendono a passo ancora spedito la scadenza 6 mesi (0,515%) e la scadenza 12 mesi (0,773%). Sul brevissimo, al 7 settembre, scende l’Euribor 3 settimane (0,104%) e rimangono fermi l’Euribor 2 settimane (0,097%) e l’Euribor 1 settimana (0,088%); infine scende l’Eonia (0,105%), anche se quota sopra il minimo di martedi a 0,102%.

L’abbondanza di liquidità che isola il mercato interbancario si manifesta anche nei depositi presso la Bce – giovedi scorso utilizzati per oltre 342 miliardi di euro, in lieve aumento rispetto ai valori di fine periodo del mantenimento riserva obbligatoria che si erano registrati ad agosto.

Ha smesso di occupare le cronache economiche pure il differenziale Eur-Ois, oramai ridimensionato sotto i 19 punti base e ai minimi da 14 mesi.

Le attese che giungono da Londra in data 07/09/2012 forniscono una visione dell’Euribor 3 mesi inferiore al livello attuale ancora fino a metà dell’anno prossimo, passando per il minimo di dicembre poco sopra quota 0,2%. Sulle scadenze più lontane, dopo i rialzi vistosi di 14 centesimi seguiti alla riunione Bce che può favorire ma non certo realizzare la ripresa economica, venerdi sono stati limati i tassi previsti: la curva dei tassi impliciti nei futures è così tornata a muoversi dopo una settimana di sostanziale tranquillità.

Ma ben più movimentato è stato il fine settimana dei mercati obbligazionari, nonostante il raffreddamento delle attese sull’ultimo vertice Bce tentato da fonti dell’Eurotower con una comunicazione a Bloomberg sui dettagli del piano di acquisto dei bond dei Paesi in difficoltà che sarebbero stati resi noti solo dopo la decisione della Corte Costituzionale tedesca del 12 settembre.

E invece le parole di Draghi hanno entusiasmato i mercati per la decisione di non abbassare i tassi di interesse (nonostante il contesto recessivo in cui l’inflazione europea continua ad essere vista per tutto l’anno almeno di uno 0,4% sopra il cancelletto prefissato) ma principalmente per la dichiarata illimitatezza del sostentamento agli Stati in difficoltà sulle scadenze più brevi, soprattutto a 3 anni, da esercitarsi attraverso operazioni monetarie dirette (OMT: outright monetary transactions) che comportano acquisti sul mercato secondario di titoli da sterilizzare (col ritiro settimanale di liquidità dalle banche in misura pari a quella impiegata per acquistare i bond, senza aumentare la massa monetaria, sfruttando un tasso di deposito per l’occasione superiore a zero). Viene ancora ampliata la gamma dei collaterali accettati in garanzia dalla Bce: la divisa dei titoli potrà essere espressa in dollari, sterline e yen.

Il tutto sotto una stretta condizionalità (imposizione di un programma di aggiustamento macroeconomico) e con il controllo continuativo (esercitato da un’autorità sovranazionale, forse l’Fmi) del rispetto degli impegni presi dai Paesi aiutati: fra questi ultimi qualcuno vorrebbe mettere subito l’Italia che, alla naturale cessazione del Governo tecnico, tornerebbe ad essere guidata da una classe politica impreparata in materie economiche.

Giovedi pomeriggio le piazze europee sono risultate positive con Milano euforica, gli spread periferici sono andati a picco e, su ogni scadenza, futures su Euribor e Bund tutti in ribasso. Più o meno lo stesso copione venerdi, col Ftse Mib a +2,09% e il differenziale italiano ridotto al 3,55% sulla durata decennale.

Gli effetti del piano sembrano manifestarsi ancor prima della sua entrata in azione: secondo le intenzioni, l’acquisto dei titoli governativi periferici sulle scadenze da 1 a 3 anni porterebbe in basso i relativi rendimenti e gli investitori si sposterebbero sulle altre scadenze determinando l’abbassamento dei tassi su tutta la curva.

La ricerca di rendimenti interessanti potrebbe penalizzare i titoli rifugio, in primis il Bund. Affetto da movimento “laterale” per tutto agosto (un po’ su e un po’ giù come sintomo di apprezzamento giunto al limite per via del rendimento esiguo) e semi-ignorato dagli investitori nell’asta di mercoledi scorso, il decennale tedesco ha chiuso la settimana a 1,52% con un messaggio chiaro: la fase di rialzo del titolo è conclusa, e con essa le possibilità di rivedere l’Irs 10 anni (fixing 1,85% del 7 settembre 2012) toccare nuovi minimi nelle prossime settimane.

Ancora è presto per affermare che il parametro dei mutui a tasso fisso, assestato sul trampolino di lancio, possa spiccare definitivamente il volo: la prima data di verifica è proprio mercoledi prossimo, quando la Corte tedesca potrebbe imporre l’adozione di limiti invalicabili al piano di sostegno degli Stati; successivamente occorrerà valutare fino a che punto i Paesi a rischio saranno disposti a tollerare la perdita di sovranità nazionale per l’osservanza di un rigoroso piano di riforme istituzionali (sinora ben poco sulla base delle dichiarazioni provenienti da Spagna e Italia).

Come ha ribadito Draghi, l’efficacia del sistema anti-spread passerà per la via della classe dirigente: senza una precisa volontà politica, l’interruzione degli interventi della Bce non consentirebbe la produzione continuativa degli effetti di contrasto all’attività speculativa (perché “gli acquisti di bond servono a spegnere i timori infondati degli investitori sulla reversibilità dell’Euro”).

L’attenzione, in definitiva, sembra spostarsi sui fondamentali dell’economia: in mancanza di segnali di ripresa potrebbe voler dire, almeno, assistere ad una fase di consolidamento della crisi e ad un mercato caratterizzato da minor volatilità.

(per le previsioni sui tassi variabili della prossima settimana: “Previsioni Euribor 3 mesi del 14 settembre 2012“)

(per le previsioni sui tassi fissi del mese prossimo: “Previsioni Euribor e Irs a ottobre 2012“)

Previsioni Euribor e Irs: agosto 2012

A differenza del mese scorso, quando venne tagliato il costo del denaro, il mercato Liffe non si è fatto sorprendere dal mantenimento in agosto del tasso di rifinanziamento sulle operazioni principali allo 0,75%: i derivati di giovedi hanno restituito tassi praticamente uguali a quelli della seduta precedente per le scadenze fino a metà dell’anno prossimo.

La Bce ha lasciato invariato anche il tasso sulle operazioni marginali all’1,50% ed il tasso nullo sui depositi in custodia perché rendere negativa la remunerazione delle banche commerciali che “parcheggiano” overnight presso la Bce significherebbe, secondo Draghi, “entrare su un terreno ampiamente inesplorato”. Il taglio del mese precedente, comunque, ha già ottenuto l’effetto di far scambiare a qualche settimana ed ha più che dimezzato l’uso dei depositi (in discesa a circa 323 miliardi di euro, nonostante l’imminente chiusura – fissata martedi prossimo – del periodo di mantenimento della riserva obbligatoria).

Più consistenti, invece, le reazioni di Londra in chiusura di settimana, in linea con l’euforia delle principali piazze europee che erano state depresse soltanto poche ore prima dalla ridotta operatività della Bce. I tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi, pur muovendosi in salita su tutta la scaletta in data 3 agosto 2012, disegnano una curva quasi uguale a quella della settimana precedente, col minimo sempre vicinissimo a quota 0,3% previsto per fine anno.

Ha contribuito ad appiattire il tratto iniziale della curva dei tassi attesi anche la battuta d’arresto segnata dalla quotazione dell’Euribor 3 mesi (fixing 0,375% in data 03/08/2012); lievemente increspate le scadenze a sei e dodici mesi, come pure l’Eonia salito a 0,111%; tutta in discesa, invece, la settimana del differenziale Euribor-Ois che ha chiuso a 29 punti base.

Le parole espresse dal governatore della Bce giovedi scorso – prima accolte molto male dai mercati per via delle attese andate deluse, ma poi apprezzate a seguito di attenta rilettura – aprono spazio agli acquisti di titoli di Stato per attenuare i rendimenti delle emissioni di più breve termine e lasciano intendere che saranno allo studio gli effetti sul sistema finanziario di nuove aste straordinarie, di un ulteriore ampliamento dei collaterali o dell’acquisto di obbligazioni bancarie. Non possono certamente costituire un impedimento alle azioni della Bce, al momento, i timori legati alla salvaguardia del livello dei prezzi, dato che l’inflazione è prevista in discesa per quest’anno e sotto al 2% nel 2013.

Forse quanto accaduto tra giovedi e venerdi sui mercati azionari e obbligazionari è specchio nitido del clima di incertezza che impedirà l’abbandono di massa dei porti sicuri (Treasury americani, titoli svizzeri e Bund tedeschi in risalita a 1,42% venerdi scorso) anche nei momenti di ritorno della propensione al rischio. Sono apparsi effimeri, la scorsa settimana, gli effetti delle vendite sul decennale tedesco generate dal peggioramento dell’outlook di Moody’s sulla Germania, vista come trascinata in basso dalle zavorre dei Paesi periferici.

In tale contesto di volatilità, col future sul Bund a 142,84 (-1,39%) per la scadenza di settembre ‘12 sull’Eurex in data 03/08/2012 (e a 141,05 per dicembre ’12; -1,43% giornaliero), nelle settimane a seguire le previsioni dell’Irs 10 anni non sono orientate ad individuare un trend al rialzo.

Tuttavia non si può escludere la manifestazione graduale di un effetto “contagio” duraturo nel tempo derivante dalla posizione di isolamento in cui si è ricacciata la Germania, stretta dall’asse politico di Italia, Francia e Spagna e pressata dal supporto monetario accordato alla stessa linea da Bce e Fed: in tal caso si potrebbe assistere al cambiamento dello scenario che da molti mesi schiaccia i rendimenti dei governativi tedeschi con ricadute sui tassi Irs, venerdi sostanzialmente invariati rispetto a quelli di inizio luglio.

(per le previsioni sui tassi variabili della settimana prossima: “Previsioni Euribor 3 mesi del 10 agosto 2012“)

(per le previsioni sui tassi fissi del mese prossimo: “Previsioni Euribor e Irs a settembre 2012“)

Previsioni Euribor e Irs a luglio 2012

L’annunciato taglio al costo base del denaro, non ancora operativo dato il regolamento 11 luglio, venerdi scorso ha immediatamente influenzato il tasso di interesse al quale le banche europee si prestano denaro: l’Euribor 3 mesi, in particolare, è sceso di dieci centesimi, fissato al minimo storico di 0,549% in data 6 luglio 2012; ribassi di simile intensità sono stati registrati anche per l’Euribor 1 mese (0,255%), per l’Euribor 6 mesi (0,831%) e per l’Euribor 12 mesi (1,118%). Rientra il differenziale Euribor-Ois (sulla durata tre mesi), sceso venerdi a 42 punti base dopo l’impennata a 0,51% del giorno prima.

La Bce, oltre ad aver dichiarato che il tasso sulle operazioni principali di rifinanziamento scenderà allo 0,75%, ha annunciato tagli che riguardano pure il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale overnight (1,5%) e soprattutto il tasso sui depositi overnight, azzerato per attuare una politica disincentivante nei confronti di quelle banche che preferiscono “parcheggiare” liquidità a scadenza un giorno anziché utilizzarla per erogare mutui e prestiti alla clientela. I dati pubblicati dallo stesso istituto centrale sull’utilizzo dei depositi continuano da mesi a fornire cifre elevatissime (giovedi 5 oltre 790 miliardi di euro, provenienti in larga parte da istituti dell’Europa centrale che hanno preferito lo 0,25% ai tassi quasi nulli dei titoli governativi virtuosi): per molto tempo è risuonato il campanello di allarme di un sistema sul quale Draghi si è espresso denunciando l’impossibilità di “incanalare i fondi alle banche verso una specifica categoria di aziende, o di risparmiatori” e la lentezza con cui le due Ltro manifestano i loro effetti, oltre che la debolezza dei flussi di credito attuali.

L’azzeramento del tasso sui depositi dovrebbe produrre effetto di abbattere anche i tassi interbancari sulle scadenze a brevissimo termine: osservato speciale l’Eonia (Euribor overnight), venerdi 6 luglio quotato 0,329%.

La manovra della Bce, le dichiarazioni sull’indebolimento della crescita in tutta l’Eurozona in un contesto peggiore delle stime, ma anche il dato sulla disoccupazione Usa di giugno hanno obbligato gli operatori del Liffe a ricontrattare i derivati futures lungo l’intero arco settimanale: le previsioni sul tasso Euribor 3 mesi del 6 luglio 2012 evidenziano ribassi diffusi che portano il minimo a quota 0,41% per marzo dell’anno prossimo, quando l’inversione del trend ribassista ricondurrebbe il parametro interbancario a superare gli attuali livelli per metà 2014.

La discesa dei tassi Euribor influenzerà l’abbassamento dei tassi Irs a 2-3 anni; e lo scenario di un continente dove si accentuano le divisioni politiche (Germania contraria all’intervento dell’Esm e all’Unione bancaria, Olanda e Slovacchia sulla stessa linea e Finlandia che preferisce uscire dall’Euro piuttosto che pagare il debito di altri) non può che irrobustire l’ipotesi del Bund decennale oggetto di acquisti operati da investitori alla ricerca di qualità.

Le attese di rendimento sotto quota 1,3% potrebbero essere compatibili con l’accettazione di un tasso piuttosto distante dall’inflazione europea per un periodo di tempo prolungato, conseguenza dell’ondata di pessimismo tornata a prevalere tra gli investitori (il titolo tedesco a 10 anni è tornato a scendere a 1,33%, lo spread italiano e quello spagnolo sono arrivati rispettivamente a 469 e 557 punti base ed il future sul Bund, venerdi, ha fatto registrare variazioni +0,57% e +0,51% sulle scadenze di settembre e dicembre).

Anche se le banche italiane e spagnole continueranno ad acquistare titoli di Stato nazionali, garantendosi rendimenti più elevati ma esponendo i bilanci a rischi crescenti, le attese del tasso Irs 10 anni, che nell’ultimo mese è prima risalito e poi tornato praticamente sugli stessi livelli (1,83% in data 06/07/2012), sono stabili o in lieve diminuzione.

(per le attese sui tassi variabili della prossima settimana: “Previsioni Euribor 3 mesi del 13 luglio 2012“)

(per le previsioni sui tassi fissi del prossimo mese: “Previsioni Euribor e Irs: agosto 2012”)

Previsioni Euribor e Irs a giugno 2012

La riduzione degli scambi registrata ultimamente sul mercato interbancario ha avuto effetto sulla stabilizzazione del fixing dell’Euribor 3 mesi, per quattro sedute consecutive a quota 0,663% (venerdi 8 giugno 2012), e sulla manifestazione di lievi increspature per le altre scadenze (alla stessa data: Euribor 1 mese a 0,383%; Euribor 6 mesi a 0,939%; Euribor 12 mesi a 1,222%).

A metà settimana il governatore Draghi, preso atto dell’abbondante liquidità presente nel sistema (e tuttavia male utilizzata, visti i 756,573 miliardi di euro depositati overnight giovedi scorso presso la Bce), ha escluso un ulteriore ricorso alle aste straordinarie a lungo termine ma ha rassicurato sull’utilizzo di prestiti agevolati a tasso fisso a tre mesi a favore degli istituti di credito: ne è derivato il raffreddamento delle quotazioni sulle scadenze più corte (in particolare, Eonia a 0,312% al 7 giugno).

Pertanto neppure questo mese la Bce ha ritenuto opportuno il ricorso allo strumento principale della politica monetaria: sono rimasti fermi tutti i tassi di riferimento (P/T 1%; depositi 0,25%; rifinanziamenti marginali 1,75%) ma le reazioni sono state in ogni caso positive in considerazione del fatto che gli istituti di credito commerciali continueranno ad essere assistiti con liquidità illimitata sino a metà gennaio dell’anno prossimo. Dopo l’iniziale delusione per l’esclusione di una nuova Ltro, i mercati hanno ripreso slancio e trascinato al rialzo i tassi future sull’Euribor 3 mesi, in salita da 2 a 9 centesimi su tutta la scaletta mercoledi scorso; tra i segnali di allarme in chiusura di settimana, invece, si è manifestata di nuovo una certa tendenza all’allargamento dello spread Euribor-Ois, risalito venerdi a 40 punti base.

Il mantenimento del costo del denaro – rimasto fermo anche per via delle stime sull’inflazione attesa sopra il 2% per il resto del 2012 e al di sotto della stessa soglia a inizio 2013 – non ha sorpreso la maggior parte degli osservatori né gli operatori del Liffe, che si aspettano tassi Euribor 3 mesi ancora in discesa fino al minimo di marzo 2013 (0,56%) e poi l’inversione di tendenza col ritorno ai livelli attuali per la fine dell’anno prossimo.

Il governatore Draghi non ha mancato di sottolineare gli sforzi intrapresi dagli Stati europei che devono perseverare a consolidare i conti attraverso i tagli della spesa pubblica senza aumentare la pressione fiscale, e al tempo stesso devono attuare riforme strutturali per la crescita.

L’unificazione della politica fiscale non è un processo che si può realizzare in poco tempo e con facilità, ma in ogni caso la posizione di non-decisione tenuta da Berlino è considerata opportunistica da alcuni osservatori per ragioni riconducibili all’attuale facilità di finanziamento per la Germania (tasso 0% sui titoli pubblici a 2 anni e tasso all’1,3% sulla durata decennale) e per le imprese locali (1,5%, cioè 5 volte meno del costo sostenuto dagli imprenditori italiani e spagnoli), mentre sarebbero i tassi crescenti sino a divenire insostenibili a fare piazza pulita dei periferici Grecia, Portogallo e forse anche Spagna.

Nelle settimane passate i titoli governativi tedeschi erano stati fortemente acquistati da investitori che li avevano considerati difensivi in un contesto futuro di disgregazione del sistema e di ritorno al Marco: solo così si può giustificare un tasso di rendimento del decennale sceso sino all’1,14% che, con l’inflazione europea ben al di sopra, comporta il pagamento (anziché la remunerazione!) di una percentuale sul capitale affidato in custodia dagli investitori.

Successivamente, come accade di solito quando un’attività finanziaria è iper-comprata, il brusco processo opposto di vendita dei titoli tedeschi ha rialzato i rendimenti (1,33% venerdi scorso) e risollevato l’Irs 10 anni (fixing 1,79% in data 08/06/2012). Il parametro preso a riferimento per i mutui a tasso fisso di durata decennale, negli ultimi trenta giorni, è sceso in maniera quasi continuativa dal 2,07% all’1,66% del 1° giugno, per poi risalire.

Tuttavia, più che individuare una tendenza al rialzo dei tassi Irs ovvero il ritracciamento profondo del Bund e l’appiattimento dei rendimenti del Btp, per il quale si riscontra rinnovato interesse da parte degli investitori d’oltreoceano, sembra corretto segnalare che l’attuale fase di mercato potrebbe contraddistinguersi anzitutto per l’elevata volatilità derivante dalla complicata soluzione della crisi del vecchio continente. E’ tornato a puntare verso l’alto il  future sull’euro-Bund venerdi scorso, segnando +0,25% sulla scadenza di settembre del mercato telematico Eurex.

La fissazione di un limite massimo di 100 miliardi di euro concessi sabato dall’Eurogruppo per il sostegno alla ricapitalizzazione del sistema bancario spagnolo costituisce solo l’ennesima tappa di un processo di integrazione politica e fiscale tortuoso sul quale, negli ultimi giorni, hanno voluto far sentire il loro peso anche gli Stati Uniti, preoccupati per le sorti di un importante partner commerciale.

(per le previsioni Euribor della prossima settimana: “Previsioni Euribor 3 mesi del 15 giugno 2012“)

(per le previsioni sui tassi fissi del mese prossimo: “Previsioni Euribor e Irs a luglio 2012“)

Previsioni Euribor e Irs a maggio 2012

Dopo essere rimasti piuttosto indifferenti alle dichiarazioni rese dal governatore Bce, che giovedi aveva lasciato invariati i tassi di interesse nell’Eurozona (tasso di riferimento principale 1%, tasso di rifinanziamento marginale 1,75% e tasso di deposito 0,25%), gli operatori sul Liffe hanno contrattato questo fine settimana derivati futures dai quali si ricavano tassi impliciti di nuovo in ribasso lungo tutto l’orizzonte temporale, ad eccezione della scadenza di metà giugno.

Il costo base del denaro, ampiamente previsto all’attuale livello, viene considerato stabile anche nei mesi prossimi, quando l’Euribor 3 mesi (fixing 0,697% al 4 maggio) dovrebbe continuare a quotare sotto l’1%: la curva dei tassi previsti in data 04/05/2012, in maniera più evidente rispetto alla settimana scorsa, subisce una flessione che porta ai minimi di 0,55% per fine anno e rimanda il superamento di quota 1% a dicembre 2014, mentre sarebbe irraggiungibile almeno fino al 2018 il valore 3%, media storica dell’Euribor.

Attese senza bruschi risvegli, quelle descritte, rafforzate dalla prosecuzione della caduta dell’Euribor nel circuito interbancario, dove la sola scadenza mensile ha conosciuto nell’ultimo mercoledi un rialzo di un millesimo che, per quanto esiguo, avvalora la tesi di un tasso giunto al capolinea sul brevissimo (Eonia 0,343% giovedi scorso).

La fase ribassista, sicuramente apprezzata dai chi sta restituendo alla propria banca rate di mutuo a tasso variabile, va di pari passo col restringimento del differenziale tra Euribor e Ois, arrivato a 38 punti base a metà giornata di venerdi dai 95 di inizio anno. Come già ribadito, questo mercato appare schermato dalle cattive notizie del fronte macro per via della liquidità abbondante rimasta a disposizione degli istituti di credito europei, più propensi a “parcheggiarla” nei forzieri Bce al tasso dello 0,25% (depositi overnight a quota 805,701 miliardi di euro giovedi scorso, non troppo lontano dal record di 827,5 miliardi del 5 marzo) piuttosto che “investire” nei titoli del governo federale tedesco ancora più avari in termini di remunerazione (0,05% a un anno, ad esempio, o 0,08% a due) o “rischiare” il prestito a famiglie e imprese. Secondo Draghi, che ha ricordato come la seconda operazione straordinaria di finanziamento a 36 mesi abbia avuto regolamento solo il 1° marzo, il raggiungimento dell’economia reale sarebbe una questione di tempo.

Ma le settimane a venire potrebbero essere propizie anche per quanti si vedessero accordare mutui a tasso fisso, sempre che la “sicurezza” non venga a costare troppo rispetto ai rischi della scelta del tasso variabile: ad oggi, la differenza tra il miglior fisso ed il miglior variabile si registra in un differenziale nell’ordine del 2,1%, forse troppo anche alla luce delle previsioni dell’Euribor al ribasso.

Il Bund, difatti, ha vissuto una settimana all’insegna degli acquisti che hanno portato il decennale tedesco ai minimi storici in termini di rendimento (1,58%), ed il panorama non cambia neanche in chiave prospettica quando si guarda alle scadenze del future sul mercato telematico Eurex: quotazioni del derivato di giugno e settembre entrambe in salita (+0,24%) venerdi 4.

Sintomi chiari dell’avversione al rischio che continua ad influenzare la contrazione dell’Irs 10 anni (fixing 2,09% venerdi 4 maggio) e che dovrebbe proseguire anche nelle prossime settimane: in questo momento gli investitori sono particolarmente attenti ai mutamenti della politica economica europea, in particolare alle elezioni francesi e all’apertura della Germania per la crescita, ma la complessità del sistema Eurolandia e la limitatezza delle risorse finanziarie per l’eventuale salvataggio di Paesi too big (spread italiano a 3,84%, spread spagnolo a 4,15%) spingeranno ancora l’acquisto di beni rifugio.

Non è possibile sapere per quanto tempo il titolo pubblico tedesco, su ogni scadenza, sarà considerato remunerativo, ma per il momento il parametro Eurirs conosce un calo generalizzato a confronto coi valori di un mese fa.

(per le previsioni Euribor della settimana prossima: “Previsioni Euribor 3 mesi dell’11 maggio 2012”)

(per le previsioni sui tassi fissi del mese prossimo: “Previsioni Euribor e Irs a giugno 2012“)

Previsioni Euribor 3 mesi e Irs ad aprile 2012

Il dato innovativo degli ultimi giorni riguarda l’andamento della curva tracciata dai fixing del tasso Euribor 3 mesi che, pur proseguendo in discesa, attenua la caduta e rafforza le previsioni di un tasso interbancario vicino ai minimi per la scadenza di settembre (0,68% in base ai derivati contrattati dagli operatori del Liffe in data 5 aprile 2012). Rimane confermato, invece, l’assottigliamento dello spread Euribor-Ois (a 41 punti base mercoledi scorso e in contrazione dello 0,95% da inizio anno).

Il trend così delineato (che porta l’Euribor 3 mesi a quota 0,766%, la scadenza semestrale a 1,064% e quella a 1 mese a 0,414%) rivela non solo una discesa di minore entità sulle scadenze più brevi – fra l’altro, l’Eonia continua ad oscillare poco sopra il tasso sui depositi presso la Bce e si è fermato a 0,352% giovedi scorso – ma anche la presenza di una zona franca che isola il mercato interbancario dal resto dello scenario, con ogni probabilità riconducibile alla condizione di eccesso di liquidità.

E difatti nè il quadro macroeconomico grigio dell’Eurozona, nè il colore rosso dei listini azionari hanno influenzato significativamente nell’ultima settimana le previsioni sull’andamento futuro dell’Euribor 3 mesi, visto ancora in discesa a 0,71% per metà maggio.

La crescita economica, definita dal governatore Draghi come stabilizzata verso il basso con attese di moderata ripresa nel corso dell’anno, ha portato al mantenimento del tasso d’interesse base (1%) ma soprattutto ha ricordato ai protagonisti della scena politica ed economica europea che il problema non è rappresentato soltanto dalla Grecia.

Prima ancora del suggello in occasione della deludente asta dei Bonos, i dati annunciati da Madrid – rapporto deficit/Pil al 5,3% peggiore rispetto a quello concordato prima con la Commissione europea – avevano già indirizzato le idee di molti nella direzione di una risoluzione lunga e tortuosa della crisi nel vecchio continente.

L’ovvia reazione dei mercati ha schiacciato il rendimento del titolo rifugio Bund decennale all’1,74% (05/04/2012) e risollevato quello dei governativi periferici, ivi compreso il nostro Btp (giovedi al 5,45%) che ha subìto una fase di aumento dello spread. Questa reazione, confermata pure dal rialzo nelle ultime sedute del future sul Bund (+0,6% giovedi sul mercato telematico Eurex in corrispondenza della scadenza di giugno), indica con chiarezza l’approssimarsi della fine dei benefici effetti delle aste Ltro a 36 mesi che avevano consentito alle banche di acquistare titoli pubblici e tenere bassi i rendimenti. L’attenzione, dunque, torna sulle urgenti riforme strutturali che coinvolgono diversi Paesi nell’area della moneta unica.

Se l’uso dei depositi presso la Bce si mantiene prossimo ai massimi (oltre 773 miliardi di euro in data 04/04/2012) ad indicare il bisogno di sicurezza sulle scadenze più brevi, è evidente che gli investitori internazionali continuano a diffidare degli asset più rischiosi e a privilegiare la qualità tedesca anche per le durate più lunghe: in analogia alle conclusioni del mese scorso rivelatesi corrette relativamente al tasso Irs che non avrebbe mantenuto un andamento di sola crescita, le stesse motivazioni, addirittura rafforzate, inducono a prevedere per le prossime settimane oscillazioni in prossimità dei minimi ultimi registrati (Irs 10 anni a quota 2,29% al 5 aprile) per il parametro preso a riferimento per i mutui a tasso fisso.

Gli altri valori, sempre al 5 aprile 2012, indicano quota 1,55% per l’Irs 5 anni, e quota 2,59%, 2,65%, 2,61% e 2,56% rispettivamente per le durate a 15, 20, 25 e 30 anni.

(per le previsioni Euribor della settimana prossima: “Previsioni Euribor 3 mesi del 13 aprile 2012“)

(per le previsioni Irs del mese prossimo: “Previsioni Euribor e Irs a maggio 2012“)