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Azioni e obbligazioni nella prima metà del 2010: le previsioni per area geografica

Secondo un sondaggio condotto da Morningstar nella prima metà di gennaio tra le principali banche d’investimento operanti in Italia, l’Europa rimane l’area favorita per la crescita delle quotazioni azionarie.

Nonostante l’aumento della disoccupazione nell’eurozona, il debito pubblico greco e il mercato immobiliare spagnolo, le politiche monetarie a sostegno dell’economia e gli annessi segnali di ripresa del PIL inducono i gestori delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul nostro territorio a ritenere interessanti le valutazioni dei titoli nel vecchio continente, dove le condizioni di liquidità dei mercati sono buone.

L’area statunitense continua a destare preoccupazione per i gestori interpellati a causa della conclusione delle manovre di politica economica espansiva, per quanto essi ritengano che gli utili societari siano destinati a risalire dopo il crollo del 2009. Così come preoccupa l’area del Giappone in deflazione che raccoglie il maggior numero di previsioni pessimistiche.

Al contrario, nessuno si attende un ribasso delle quotazioni per la Cina, dove pure i segnali forti e chiari della terminata politica monetaria di sostegno si sono già concretizzati nell’aumento della percentuale di riserva obbligatoria che la Banca centrale ha imposto agli istituti di credito, oltretutto invitati a non concedere ulteriori prestiti alle imprese fino al termine di gennaio.

Sul fronte dei mercati obbligazionari europei, il sondaggio conferma gli orientamenti ultimi sulla stabilità dei tassi attuali per la prima metà del 2010 e sulla crescita dei rendimenti a partire dal prossimo ciclo di politica monetaria, quando la ripresa economica sarà più vigorosa. Favoriti sempre corporate ed emergenti sui governativi.

In materia di valute, aumenta il numero di intervistati che ritiene probabile un apprezzamento del dollaro sull’euro nei prossimi sei mesi, ma sempre sulla scorta delle eventuali manovre sui tassi USA (http://www.questidenari.com/?p=1829).

Fonte: Morningstar.it

La chiusura del 2009 e le previsioni 2010 per i mercati azionari

L’anno appena concluso è stato caratterizzato dalle misure a sostegno dell’economia realizzate dai governanti della politica economica dei vari Stati, e le quotazioni dei principali indici azionari risentono senza dubbio in modo positivo degli interventi operati.

I tassi di crescita attorno al 22% fatti registrare dall’FTSE a Londra, dal CAC francese e dal DAX tedesco non devono però far dimenticare che gli stessi indici hanno perso oltre il 20% se valutati in ottica di periodo decennale.

Bene anche gli americani Dow Jones al 20% e S&P 500 al 25%, performance migliore dal 2003.

Addirittura +45% per il tecnologico Nasdaq, ma ancora poco a confronto con l’indice di Shanghai all’80%, su cui le previsioni permangono rosee in virtù della politica economica stabile cinese e della ripresa economica crescente.

Rimangono dubbi, invece, sulle possibilità di ripresa del Giappone, ancora afflitto dalla deflazione, nonostante un apprezzabile +19% del Nikkei.

I timori, ovviamente, riguardano il momento in cui imprese e consumatori si troveranno ad operare scelte senza il supporto delle politiche anzidette.

Petrolio e oro hanno fatto la loro parte nei rally di borsa. Il primo ha vissuto nel 2009 la più forte impennata degli ultimi 10 anni, attestandosi a 79 dollari al barile, il secondo ha toccato nuovi massimi (+25%).

I prezzi delle materie prime sono stati senza dubbio sospinti dalla debolezza del dollaro che li ha resi a buon mercato per gli investitori esteri, favorendone la domanda. Le previsioni del 2010 sono basate sulla politica monetaria americana, dato che un innalzamento dei tassi comporterebbe un rafforzamento del dollaro e, conseguentemente, una caduta dell’oro.

Fonte: BBC News