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Cartella di pagamento: compensazione con i crediti d’imposta, modelli e divieti. Crediti verso la Pubblica Amministrazione

(continua da “Cartella di pagamento: richiesta, proroga e decadenza per il piano di rateizzazione ordinario o straordinario”)

Con riferimento ai tributi erariali (imposte sui redditi e addizionali, Iva, Registro e altri tributi indiretti, Irap, etc.) ed ai relativi oneri accessori (compresi aggi e spese a favore dell’agente della riscossione), è possibile estinguere le cartelle di pagamento attraverso compensazione con i crediti per le stesse imposte erariali. Detto pagamento tempestivo comporta l’utilizzo del modello F24 Accise (codice tributo RUOL) entro 60 giorni dalla notifica.

E’ necessario, invece, utilizzare uno specifico modulo reperibile sul sito web Equitalia – download della “DICHIARAZIONE DI AVVENUTA COMPENSAZIONE E/O RICHIESTA DI IMPUTAZIONE DEI PAGAMENTI AI SENSI DELL’ARTICOLO 31, COMMA 1 DEL DECRETO LEGGE 31 MAGGIO 2010 N. 78 (CONVERTITO CON MODIFICAZIONI DALLA LEGGE 30 LUGLIO 2010 N. 122)” disponibile con approfondimenti alla pagina di gruppoequitalia.it – in caso il pagamento attenga soltanto ad una parte delle imposte dovute ed indicare l’avvenuto pagamento in compensazione con l’F24 Accise.

I debiti iscritti a ruolo per imposte erariali ed accessori di importo superiore a 1.500 euro, e per i quali è scaduto il termine di pagamento, dal 1° gennaio 2011 non possono essere compensati nel modello F24. I crediti disponibili possono essere utilizzati solo dopo l’estinzione dei debiti erariali iscritti a ruolo e scaduti e l’inosservanza del divieto comporta l’applicazione di una sanzione pari alla metà dell’importo dei debiti iscritti a ruolo, fino al limite dell’intera somma indebitamente compensata.

Il divieto riguarda la sola ipotesi di “compensazione orizzontale” (fra tributi di diversa tipologia tramite il modello F24) e pertanto non inficia la “compensazione verticale” (nell’ambito dello stesso tributo. Esempio: Irpef con Irpef).

Le somme iscritte a ruolo notificate entro il 30 settembre 2013 possono essere estinte anche mediante compensazione con i crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche per somministrazione, forniture e appalti.

(continua “Cartella di pagamento: riscossione coattiva per debiti fino a 1.000 euro, ganasce fiscali, ipoteca, pignoramento immobiliare ed esclusioni, pignoramento dei crediti”)

Previsioni Euribor 3 mesi del 15 marzo 2013

Il mercato interbancario ha vissuto una settimana di sostanziale stallo, al termine della quale l’Euribor 3 mesi ha messo a segno il rialzo maggiore (tre millesimi da venerdi scorso) col fixing 0,204% del 15/03/2013. Chiudono a 0,118%, 0,326% e 0,543%, rispettivamente, i tassi Euribor a 1-6-12 mesi.

Praticamente nessuna reazione anche dopo l’annuncio di venerdi mattina sui 385 milioni di euro e sui quasi 6,5 miliardi di euro che il giorno 20 saranno restituiti alla Bce dalle banche europee. La percentuale di denaro rimborsato rimane ferma al 32% per la Ltro del 2011, sale al 15% per l’operazione del 2012.

Sul brevissimo risulta variato soltanto l’Euribor a 2 settimane: quotazioni a 0,079%, 0,091% e 0,101% per il tasso a 1-2-3 settimane.

Il clima di attesa, generato dalla delicata fase di evoluzione politica, e la stabilizzazione dei tassi per la permanenza della condizione di eccesso di liquidità si riflettono sulle aspettative degli operatori di Londra che, in data 15 marzo 2013, non vedono cambiamenti rispetto ai tassi future della settimana scorsa entro l’orizzonte temporale di metà anno: a giugno l’Euribor 3 mesi rimarrebbe attorno a quota 0,21%, in mancanza di manovre o interventi straordinari di sostegno operati dall’istituto centrale. La risalita dei tassi, per le scadenze successive dei contratti sul Liffe, si fa più graduale ed indica il superamento di quota 0,3% a metà dell’anno prossimo e di quota 1% a giugno 2016.

Giovedi è tornato a salire l’utilizzo dei depositi overnight presso Bce e dei conti correnti, per complessivi 502 miliardi di euro, mentre l’Eonia è stato fissato a quota 0,068%.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili dei mutui: “Previsioni Euribor 3 mesi del 22 marzo 2013“)

Previsioni Euribor e Irs a marzo 2013

Nel corso dell’ultima conferenza stampa, a margine della riunione del consiglio direttivo Bce, Mario Draghi è stato molto attento a diffondere contenuti che aiutassero a distendere il clima surriscaldato dei giorni successivi alle elezioni politiche italiane.

Il governatore ha comunicato le previsioni riviste al ribasso del Pil 2013 (tra -0,9% e -0,1%) e dell’inflazione (tra 1,2% e 2%, quindi ben al di sotto del “cancelletto”) che hanno portato, in linea con le attese sul Liffe, a confermare i tassi di riferimento (principali operazioni di rifinanziamento: 0,75%; operazioni di rifinanziamento marginali: 1,50%; depositi che la Bce custodisce per conto delle banche commerciali: 0%). Ma Draghi, soprattutto, ha affermato che la restituzione della liquidità erogata con le due Ltro del 2011 e del 2012 sarebbe segnale di miglioramento dei bilanci bancari, motivo per cui non sono in programma altri interventi straordinari a sostegno della liquidità. Mentre sul raggiungimento dell’economia reale la Bce potrebbe fare ben poco: un tasso sui depositi negativo porterebbe a gravi conseguenze, ma il governatore non ha spiegato quali.

Nell’occasione non è stata menzionata la condizione di aumento dei rischi derivanti dall’utilizzo della liquidità da parte delle banche: l’acquisto dei titoli di Stato a cedola più elevata del tasso di costo del denaro, operazione necessaria a produrre utili finalizzati al risanamento, lega le sorti dei bilanci bancari a quelle dei conti di Stato; ed ovviamente i rischi aumentano quanto più la durata residua del prestito si discosta dalla durata delle obbligazioni pubbliche iscritte. Per comprendere le dimensioni del fenomeno, è possibile fare riferimento ad alcuni istituti di credito quotati italiani: le stime sui ricavi da trading 2012 oscillano per ciascuna banca da un minimo di 38 milioni ad un massimo di 2,7 miliardi di euro, con incidenza percentuale sul risultato d’esercizio per i soli Intesa Sanpaolo ed Unicredit variabile dal 100% al 208% (elaborazioni da fonte Icbpi).

In ogni caso la situazione di assestamento del mercato interbancario (definito da alcuni tesorieri “alla finestra”) era in atto già da molti giorni e sembra essere stata raggiunta la condizione di stabilità con la quotazione dell’Euribor 3 mesi: piatto per tre sedute consecutive e fissato un solo millesimo sopra a quota 0,201% venerdi 8 marzo 2013. Andamento stabile anche per la scadenza a 1 mese, mentre per l’Euribor a 6 e 12 mesi la seduta di venerdi ha fatto registrare un lieve rialzo di tre millesimi. Si segnala lo spread Euribor-Ois a 13 punti base mercoledi pomeriggio, mentre la somma tra depositi overnight presso Bce e conti correnti è nuovamente scesa facendo segnare l’utilizzo di 487 miliardi di euro giovedi scorso.

Nulla di nuovo si registra sul brevissimo, coi tassi Euribor poco sopra lo zero e praticamente schiacciati sui valori di una settimana fa, né sul fronte dei rimborsi per le finestre settimanali di mercoledi prossimo relative alle due Ltro di fine 2011 e inizio 2012: poco più di 1,3 miliardi di euro per la prima e circa 2,9 miliardi per la seconda rappresentano cifre limitate che lasciano intendere come il grosso delle restituzioni sia stato effettuato e che pertanto, a meno di improbabili cambiamenti radicali sotto l’aspetto politico ed economico locale, non ci si può attendere molto altro a breve. Lo stesso Draghi ha precisato che i governi devono continuare con le riforme strutturali e che permane la frammentazione del mercato del credito “da Paese a Paese e da società a società”.

I suddetti elementi dipingono un quadro molto simile a quello della settimana scorsa, al quale si aggiungono le poche parole, ma piuttosto chiare, con le quali il governatore ha riferito in merito alla discussione sul taglio dei tassi in seno al consiglio: le quotazioni dei futures sul mercato Liffe, in data 08/03/2013, restituiscono tassi impliciti che non lasciano spazio ad alcun intervento di politica monetaria espansiva per le prossime settimane, dato che l’Euribor 3 mesi viene visto stabile fino a metà anno. A settembre, invece, si registrerebbe un lieve aumento (0,24%) mentre quota 0,3% verrebbe superata soltanto nel 2014.

Draghi ha vestito i panni del pompiere anche quando ha assicurato che gli scossoni patiti sulle aste e sul mercato secondario dei titoli di Stato sono conseguenze fisiologiche nel periodo elettorale degli Stati membri, e che stavolta gli effetti negativi sono risultati inferiori a quelli registrati a metà dell’anno scorso.

Se è vero che i mercati prima iper-reagiscono e poi si assestano, è anche vero che i valori attuali esprimono contenuti non esattamente in linea con quelli di alcune settimane fa.

Più specificamente: la condizione di ingovernabilità in cui si è ricacciata l’Italia non è grave come i numeri seguenti alle elezioni avevano descritto, ed infatti negli ultimi giorni si è assistito al ritorno in territorio positivo dei listini europei e al rientro degli spread; eppure sui mercati è tornato a prevalere il fenomeno fly to quality che sembrava aver perso significato nella fasi di propensione al rischio di febbraio e soprattutto gennaio.

Per quanto l’idea prevalente tra gli investitori rimanga orientata al concetto di un istituto centrale europeo pronto a sostenere col programma Omt (non necessariamente subordinato all’osservanza di condizioni di austerity) le quotazioni dei titoli pubblici dei Paesi in difficoltà, la recessione in atto ed il levarsi di un numero sempre maggiore di voci anti-europeiste impediscono le vendite su ampia scala del decennale tedesco. In altri termini la tendenza di fondo che si è manifestata sin dai primi dell’anno, relativa al graduale alleggerimento del Bund nei portafogli degli investitori, sembra essere in stand-by.

Con il ritorno della volatilità legata al clima di incertezza, al quale contribuisce sostanziosamente il contesto di instabilità politica dell’Italia non risolvibile in tempi stretti, si può presumere che il rendimento del Bund si trovi nella fase finale del recupero: nelle prossime settimane l’Irs 10 anni (fixing 1,82% in data 8 marzo 2013) dovrebbe ricominciare ad oscillare in orizzontale, delimitato da un range attorno a quota 1,9% e vicino ai livelli che hanno caratterizzato il periodo precedente l’esito delle urne.

(per le previsioni sui tassi variabili dei mutui della prossima settimana: “Previsioni Euribor 3 mesi del 15 marzo 2013“)

(per le previsioni del mese prossimo sui tassi fissi dei mutui: “Previsioni Euribor e Irs: aprile 2013“)

Preclusione alla autocompensazione dal 1° gennaio 2011

Come stabilito dall’art. 31 della Legge 30 luglio 2010, n° 122, che ha convertito, con modificazioni, il decreto-legge 31 maggio 2010, n° 78 (http://www.questidenari.com/?tag=dl-3152010-78),  dal 1° gennaio 2011 la compensazione dei crediti relativi alle imposte erariali è vietata fino al limite dell’importo dei debiti di ammontare superiore a 1.500 euro, iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori, e per i quali sia scaduto il termine di pagamento e non sia intervenuto un provvedimento di sospensione della riscossione per impugnativa dell’atto da parte del contribuente (preclusione alla autocompensazione in presenza di debito su ruoli definitivi).

Ad esempio, crediti erariali per Iva o per imposte sui redditi non sono compensabili in F24 con altri tributi se il contribuente ha debiti per imposte e accessori iscritti a ruolo definitivo, per un importo complessivo superiore ad € millecinquecento, la cui data di pagamento sia già venuta a scadenza.

In caso di inosservanza del divieto è applicata una sanzione pari al 50% dell’importo dei debiti iscritti a ruolo fino a concorrenza dell’ammontare compensato indebitamente, ed in ogni caso non superiore al 50% di quanto indebitamente compensato.

Invece, i precedenti vincoli alla compensazione con altri tributi o contributi restano in vigore per i crediti Iva di importo superiore a 10.000 o 15.000 euro: la preventiva presentazione della dichiarazione Iva annuale separata, l’ottenimento del “visto di conformità” da un professionista (importo sopra i 15.000 euro) o dal collegio sindacale se la società affida ai sindaci la revisione legale, l’obbligo successivo di realizzare la compensazione del credito Iva unicamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate (Fisconline o Entratel), l’impossibilità di utilizzare in compensazione il credito Iva superiore a 10.000 euro a mezzo servizi di home banking e remote banking (fonte: Corriere della Sera del 29 dicembre 2010).