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Obbligazioni a tasso fisso Atlantia TF 2012–2018 (ISIN IT0004869985): prezzo e periodo di offerta

Con la pubblicazione del prospetto informativo relativo alle obbligazioni emesse da Atlantia S.p.A. (codice ISIN IT0004869985), ciascuna avente valore nominale di mille euro, viene reso noto che il prezzo di offerta dei titoli – compreso tra il 99% ed il 100% del valore nominale – sarà comunicato entro 5 giorni lavorativi dalla conclusione del periodo di offerta. Entro lo stesso termine saranno comunicati sia il tasso di interesse nominale annuo lordo che il tasso di rendimento annuo lordo effettivo a scadenza dei bond e dovrà essere effettuato il pagamento del prezzo di offerta (data di emissione).

Il periodo di offerta ha inizio alle ore 9:00 del 19 novembre 2012 e termina alle ore 13:00 del 7 dicembre 2012, salvo chiusura anticipata o proroga. Le domande di adesione fuori sede saranno raccolte esclusivamente dalle ore 9:00 del 19/11/2012 alle ore 17:00 del 30/11/2012 (per il collocamento on line, invece, le adesioni pervenute per via telematica saranno raccolte esclusivamente dalle ore 9:00 del 19/11/2012 alle ore 17:00 del 23/11/2012).

Gli interessi delle obbligazioni saranno riconosciuti annualmente in via posticipata, ad iniziare dalla scadenza del 1° anno dalla data di godimento del prestito per concludere con l’ultimo pagamento alla data di scadenza del prestito quando verrà rimborsato integralmente il capitale alla pari.

In data 15 novembre 2012 il tasso mid swap 6 anni è risultato stabile poco sopra l’1% (per il calcolo del rendimento del titolo si legga: “Atlantia TF 2012–2018 in offerta dal 19 novembre 2012: rendimento minimo mid swap 6 anni + 2,6%”).

(per l’analisi del rendimento netto si legga: “Atlantia TF 2012-2018: analisi rischio-rendimento“)

Atlantia TF 2012–2018 in offerta dal 19 novembre 2012: rendimento minimo mid swap 6 anni + 2,6%

Col comunicato stampa di ieri 14 novembre è stato reso noto che la Consob ha autorizzato la pubblicazione del prospetto relativo all’offerta pubblica e quotazione sul MOT delle obbligazioni del prestito “Atlantia TF 2012–2018 garantito da Autostrade per l’Italia S.p.A.”.

Le obbligazioni a tasso fisso riservate al pubblico indistinto (retail) in Italia, emesse da Atlantia S.p.A., saranno offerte nel periodo dal 19 novembre 2012 al 7 dicembre 2012, salvo chiusura anticipata o proroga; esse potranno essere sottoscritte senza l’aggravio di spese o commissioni per almeno 2.000 euro (lotto minimo) pari a 2 obbligazioni del valore nominale di 1.000 euro ciascuna, con possibili incrementi di almeno 1 obbligazione per un valore nominale di 1.000 euro ciascuna.

Le obbligazioni, per le quali è stata richiesta attribuzione del rating, hanno durata 6 anni (scadenza 2018), prevedono il rimborso integrale del capitale a scadenza e potranno essere negoziate sul MOT dai risparmiatori a partire dalla data iniziale stabilita da Borsa Italiana al termine del periodo di offerta.

Gli interessi saranno corrisposti attraverso cedole annuali posticipate.

Il rendimento delle obbligazioni, comunicato entro 5 giorni dalla conclusione del periodo di offerta e da intendersi al lordo dell’imposizione fiscale vigente al momento del pagamento della cedola, sarà determinato sommando al tasso mid swap a 6 anni (rilevato il 3° giorno lavorativo antecedente alla data di godimento delle obbligazioni) un ulteriore margine di rendimento non inferiore a 260 punti base (basis points); detto margine (spread) sarà definito al termine del periodo d’offerta.

A titolo d’esempio, col tasso mid swap 6 anni attorno all’1,03% in data 14/11/2012, il rendimento minimo delle obbligazioni Atlantia sarebbe poco superiore al 3,6%.

(per il prezzo di offerta ed il periodo di adesione: “Obbligazioni a tasso fisso Atlantia TF 2012–2018 (ISIN IT0004869985): prezzo e periodo di offerta“)

Atlantia: nuove obbligazioni a tasso fisso o variabile e durata non superiore a 8 anni

Il CdA di Atlantia S.p.A., venerdi scorso, ha deliberato a favore dell’emissione di un prestito obbligazionario non convertibile entro il 31.12.2013. L’autorizzazione della Consob alla pubblicazione del prospetto informativo è attesa nell’arco dei prossimi dieci giorni.

Il bond retail potrà essere sottoscritto dai risparmiatori italiani (forse dal prossimo 19 novembre per la durata di tre settimane, a meno di chiusura anticipata) e sarà destinato alla quotazione sui mercati regolamentati, incluso il Mercato Telematico Obbligazionario; le obbligazioni avranno durata non superiore a 8 anni, potranno essere regolate da un tasso di interesse fisso o variabile e saranno assistite da garanzia rilasciata da Autostrade per l’Italia S.p.A.

In data 19 ottobre 2012 il tasso mid swap 8 anni quota circa 1,55% e l’Euribor 6 mesi quota 0,405%.

(per l’offerta delle obbligazioni Atlantia a tasso fisso: “Atlantia TF 2012–2018 in offerta dal 19 novembre 2012: rendimento minimo mid swap 6 anni + 2,6%“)

Previsioni Euribor e Irs a giugno 2012

La riduzione degli scambi registrata ultimamente sul mercato interbancario ha avuto effetto sulla stabilizzazione del fixing dell’Euribor 3 mesi, per quattro sedute consecutive a quota 0,663% (venerdi 8 giugno 2012), e sulla manifestazione di lievi increspature per le altre scadenze (alla stessa data: Euribor 1 mese a 0,383%; Euribor 6 mesi a 0,939%; Euribor 12 mesi a 1,222%).

A metà settimana il governatore Draghi, preso atto dell’abbondante liquidità presente nel sistema (e tuttavia male utilizzata, visti i 756,573 miliardi di euro depositati overnight giovedi scorso presso la Bce), ha escluso un ulteriore ricorso alle aste straordinarie a lungo termine ma ha rassicurato sull’utilizzo di prestiti agevolati a tasso fisso a tre mesi a favore degli istituti di credito: ne è derivato il raffreddamento delle quotazioni sulle scadenze più corte (in particolare, Eonia a 0,312% al 7 giugno).

Pertanto neppure questo mese la Bce ha ritenuto opportuno il ricorso allo strumento principale della politica monetaria: sono rimasti fermi tutti i tassi di riferimento (P/T 1%; depositi 0,25%; rifinanziamenti marginali 1,75%) ma le reazioni sono state in ogni caso positive in considerazione del fatto che gli istituti di credito commerciali continueranno ad essere assistiti con liquidità illimitata sino a metà gennaio dell’anno prossimo. Dopo l’iniziale delusione per l’esclusione di una nuova Ltro, i mercati hanno ripreso slancio e trascinato al rialzo i tassi future sull’Euribor 3 mesi, in salita da 2 a 9 centesimi su tutta la scaletta mercoledi scorso; tra i segnali di allarme in chiusura di settimana, invece, si è manifestata di nuovo una certa tendenza all’allargamento dello spread Euribor-Ois, risalito venerdi a 40 punti base.

Il mantenimento del costo del denaro – rimasto fermo anche per via delle stime sull’inflazione attesa sopra il 2% per il resto del 2012 e al di sotto della stessa soglia a inizio 2013 – non ha sorpreso la maggior parte degli osservatori né gli operatori del Liffe, che si aspettano tassi Euribor 3 mesi ancora in discesa fino al minimo di marzo 2013 (0,56%) e poi l’inversione di tendenza col ritorno ai livelli attuali per la fine dell’anno prossimo.

Il governatore Draghi non ha mancato di sottolineare gli sforzi intrapresi dagli Stati europei che devono perseverare a consolidare i conti attraverso i tagli della spesa pubblica senza aumentare la pressione fiscale, e al tempo stesso devono attuare riforme strutturali per la crescita.

L’unificazione della politica fiscale non è un processo che si può realizzare in poco tempo e con facilità, ma in ogni caso la posizione di non-decisione tenuta da Berlino è considerata opportunistica da alcuni osservatori per ragioni riconducibili all’attuale facilità di finanziamento per la Germania (tasso 0% sui titoli pubblici a 2 anni e tasso all’1,3% sulla durata decennale) e per le imprese locali (1,5%, cioè 5 volte meno del costo sostenuto dagli imprenditori italiani e spagnoli), mentre sarebbero i tassi crescenti sino a divenire insostenibili a fare piazza pulita dei periferici Grecia, Portogallo e forse anche Spagna.

Nelle settimane passate i titoli governativi tedeschi erano stati fortemente acquistati da investitori che li avevano considerati difensivi in un contesto futuro di disgregazione del sistema e di ritorno al Marco: solo così si può giustificare un tasso di rendimento del decennale sceso sino all’1,14% che, con l’inflazione europea ben al di sopra, comporta il pagamento (anziché la remunerazione!) di una percentuale sul capitale affidato in custodia dagli investitori.

Successivamente, come accade di solito quando un’attività finanziaria è iper-comprata, il brusco processo opposto di vendita dei titoli tedeschi ha rialzato i rendimenti (1,33% venerdi scorso) e risollevato l’Irs 10 anni (fixing 1,79% in data 08/06/2012). Il parametro preso a riferimento per i mutui a tasso fisso di durata decennale, negli ultimi trenta giorni, è sceso in maniera quasi continuativa dal 2,07% all’1,66% del 1° giugno, per poi risalire.

Tuttavia, più che individuare una tendenza al rialzo dei tassi Irs ovvero il ritracciamento profondo del Bund e l’appiattimento dei rendimenti del Btp, per il quale si riscontra rinnovato interesse da parte degli investitori d’oltreoceano, sembra corretto segnalare che l’attuale fase di mercato potrebbe contraddistinguersi anzitutto per l’elevata volatilità derivante dalla complicata soluzione della crisi del vecchio continente. E’ tornato a puntare verso l’alto il  future sull’euro-Bund venerdi scorso, segnando +0,25% sulla scadenza di settembre del mercato telematico Eurex.

La fissazione di un limite massimo di 100 miliardi di euro concessi sabato dall’Eurogruppo per il sostegno alla ricapitalizzazione del sistema bancario spagnolo costituisce solo l’ennesima tappa di un processo di integrazione politica e fiscale tortuoso sul quale, negli ultimi giorni, hanno voluto far sentire il loro peso anche gli Stati Uniti, preoccupati per le sorti di un importante partner commerciale.

(per le previsioni Euribor della prossima settimana: “Previsioni Euribor 3 mesi del 15 giugno 2012“)

(per le previsioni sui tassi fissi del mese prossimo: “Previsioni Euribor e Irs a luglio 2012“)

Previsioni Euribor e Irs a maggio 2012

Dopo essere rimasti piuttosto indifferenti alle dichiarazioni rese dal governatore Bce, che giovedi aveva lasciato invariati i tassi di interesse nell’Eurozona (tasso di riferimento principale 1%, tasso di rifinanziamento marginale 1,75% e tasso di deposito 0,25%), gli operatori sul Liffe hanno contrattato questo fine settimana derivati futures dai quali si ricavano tassi impliciti di nuovo in ribasso lungo tutto l’orizzonte temporale, ad eccezione della scadenza di metà giugno.

Il costo base del denaro, ampiamente previsto all’attuale livello, viene considerato stabile anche nei mesi prossimi, quando l’Euribor 3 mesi (fixing 0,697% al 4 maggio) dovrebbe continuare a quotare sotto l’1%: la curva dei tassi previsti in data 04/05/2012, in maniera più evidente rispetto alla settimana scorsa, subisce una flessione che porta ai minimi di 0,55% per fine anno e rimanda il superamento di quota 1% a dicembre 2014, mentre sarebbe irraggiungibile almeno fino al 2018 il valore 3%, media storica dell’Euribor.

Attese senza bruschi risvegli, quelle descritte, rafforzate dalla prosecuzione della caduta dell’Euribor nel circuito interbancario, dove la sola scadenza mensile ha conosciuto nell’ultimo mercoledi un rialzo di un millesimo che, per quanto esiguo, avvalora la tesi di un tasso giunto al capolinea sul brevissimo (Eonia 0,343% giovedi scorso).

La fase ribassista, sicuramente apprezzata dai chi sta restituendo alla propria banca rate di mutuo a tasso variabile, va di pari passo col restringimento del differenziale tra Euribor e Ois, arrivato a 38 punti base a metà giornata di venerdi dai 95 di inizio anno. Come già ribadito, questo mercato appare schermato dalle cattive notizie del fronte macro per via della liquidità abbondante rimasta a disposizione degli istituti di credito europei, più propensi a “parcheggiarla” nei forzieri Bce al tasso dello 0,25% (depositi overnight a quota 805,701 miliardi di euro giovedi scorso, non troppo lontano dal record di 827,5 miliardi del 5 marzo) piuttosto che “investire” nei titoli del governo federale tedesco ancora più avari in termini di remunerazione (0,05% a un anno, ad esempio, o 0,08% a due) o “rischiare” il prestito a famiglie e imprese. Secondo Draghi, che ha ricordato come la seconda operazione straordinaria di finanziamento a 36 mesi abbia avuto regolamento solo il 1° marzo, il raggiungimento dell’economia reale sarebbe una questione di tempo.

Ma le settimane a venire potrebbero essere propizie anche per quanti si vedessero accordare mutui a tasso fisso, sempre che la “sicurezza” non venga a costare troppo rispetto ai rischi della scelta del tasso variabile: ad oggi, la differenza tra il miglior fisso ed il miglior variabile si registra in un differenziale nell’ordine del 2,1%, forse troppo anche alla luce delle previsioni dell’Euribor al ribasso.

Il Bund, difatti, ha vissuto una settimana all’insegna degli acquisti che hanno portato il decennale tedesco ai minimi storici in termini di rendimento (1,58%), ed il panorama non cambia neanche in chiave prospettica quando si guarda alle scadenze del future sul mercato telematico Eurex: quotazioni del derivato di giugno e settembre entrambe in salita (+0,24%) venerdi 4.

Sintomi chiari dell’avversione al rischio che continua ad influenzare la contrazione dell’Irs 10 anni (fixing 2,09% venerdi 4 maggio) e che dovrebbe proseguire anche nelle prossime settimane: in questo momento gli investitori sono particolarmente attenti ai mutamenti della politica economica europea, in particolare alle elezioni francesi e all’apertura della Germania per la crescita, ma la complessità del sistema Eurolandia e la limitatezza delle risorse finanziarie per l’eventuale salvataggio di Paesi too big (spread italiano a 3,84%, spread spagnolo a 4,15%) spingeranno ancora l’acquisto di beni rifugio.

Non è possibile sapere per quanto tempo il titolo pubblico tedesco, su ogni scadenza, sarà considerato remunerativo, ma per il momento il parametro Eurirs conosce un calo generalizzato a confronto coi valori di un mese fa.

(per le previsioni Euribor della settimana prossima: “Previsioni Euribor 3 mesi dell’11 maggio 2012”)

(per le previsioni sui tassi fissi del mese prossimo: “Previsioni Euribor e Irs a giugno 2012“)

Previsioni Euribor 3 mesi e Irs ad aprile 2012

Il dato innovativo degli ultimi giorni riguarda l’andamento della curva tracciata dai fixing del tasso Euribor 3 mesi che, pur proseguendo in discesa, attenua la caduta e rafforza le previsioni di un tasso interbancario vicino ai minimi per la scadenza di settembre (0,68% in base ai derivati contrattati dagli operatori del Liffe in data 5 aprile 2012). Rimane confermato, invece, l’assottigliamento dello spread Euribor-Ois (a 41 punti base mercoledi scorso e in contrazione dello 0,95% da inizio anno).

Il trend così delineato (che porta l’Euribor 3 mesi a quota 0,766%, la scadenza semestrale a 1,064% e quella a 1 mese a 0,414%) rivela non solo una discesa di minore entità sulle scadenze più brevi – fra l’altro, l’Eonia continua ad oscillare poco sopra il tasso sui depositi presso la Bce e si è fermato a 0,352% giovedi scorso – ma anche la presenza di una zona franca che isola il mercato interbancario dal resto dello scenario, con ogni probabilità riconducibile alla condizione di eccesso di liquidità.

E difatti nè il quadro macroeconomico grigio dell’Eurozona, nè il colore rosso dei listini azionari hanno influenzato significativamente nell’ultima settimana le previsioni sull’andamento futuro dell’Euribor 3 mesi, visto ancora in discesa a 0,71% per metà maggio.

La crescita economica, definita dal governatore Draghi come stabilizzata verso il basso con attese di moderata ripresa nel corso dell’anno, ha portato al mantenimento del tasso d’interesse base (1%) ma soprattutto ha ricordato ai protagonisti della scena politica ed economica europea che il problema non è rappresentato soltanto dalla Grecia.

Prima ancora del suggello in occasione della deludente asta dei Bonos, i dati annunciati da Madrid – rapporto deficit/Pil al 5,3% peggiore rispetto a quello concordato prima con la Commissione europea – avevano già indirizzato le idee di molti nella direzione di una risoluzione lunga e tortuosa della crisi nel vecchio continente.

L’ovvia reazione dei mercati ha schiacciato il rendimento del titolo rifugio Bund decennale all’1,74% (05/04/2012) e risollevato quello dei governativi periferici, ivi compreso il nostro Btp (giovedi al 5,45%) che ha subìto una fase di aumento dello spread. Questa reazione, confermata pure dal rialzo nelle ultime sedute del future sul Bund (+0,6% giovedi sul mercato telematico Eurex in corrispondenza della scadenza di giugno), indica con chiarezza l’approssimarsi della fine dei benefici effetti delle aste Ltro a 36 mesi che avevano consentito alle banche di acquistare titoli pubblici e tenere bassi i rendimenti. L’attenzione, dunque, torna sulle urgenti riforme strutturali che coinvolgono diversi Paesi nell’area della moneta unica.

Se l’uso dei depositi presso la Bce si mantiene prossimo ai massimi (oltre 773 miliardi di euro in data 04/04/2012) ad indicare il bisogno di sicurezza sulle scadenze più brevi, è evidente che gli investitori internazionali continuano a diffidare degli asset più rischiosi e a privilegiare la qualità tedesca anche per le durate più lunghe: in analogia alle conclusioni del mese scorso rivelatesi corrette relativamente al tasso Irs che non avrebbe mantenuto un andamento di sola crescita, le stesse motivazioni, addirittura rafforzate, inducono a prevedere per le prossime settimane oscillazioni in prossimità dei minimi ultimi registrati (Irs 10 anni a quota 2,29% al 5 aprile) per il parametro preso a riferimento per i mutui a tasso fisso.

Gli altri valori, sempre al 5 aprile 2012, indicano quota 1,55% per l’Irs 5 anni, e quota 2,59%, 2,65%, 2,61% e 2,56% rispettivamente per le durate a 15, 20, 25 e 30 anni.

(per le previsioni Euribor della settimana prossima: “Previsioni Euribor 3 mesi del 13 aprile 2012“)

(per le previsioni Irs del mese prossimo: “Previsioni Euribor e Irs a maggio 2012“)