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Previsioni Euribor 3 mesi del 24 giugno 2011

La settimana scorsa è stata caratterizzata dai consueti interrogativi suscitati dalla questione del debito pubblico della Grecia e, in aggiunta, dal declassamento per Anglo Irish Bank (deciso dall’agenzia di rating Standard&Poor’s) a soli 4 livelli dal giudizio “default”.

I timori per la continuativa presenza delle difficoltà finanziarie nei Paesi periferici hanno indotto gli operatori sul mercato Liffe ad abbassare ulteriormente i livelli dei tassi Euribor 3 mesi previsti sulle scadenze più ravvicinate. Si mantiene comunque inalterata la stima del ritocco del costo del denaro (+0,25) che la Bce dovrebbe operare a luglio.

(per le previsioni su tassi Euribor 3 mesi del prossimo 1° luglio si legga: http://www.questidenari.com/?p=4559)

Previsioni Euribor 3 mesi del 17 giugno 2011

Al termine della settimana scorsa, di nuovo caratterizzata dalle tensioni sul debito della Grecia, i future Euribor 3 mesi sul Liffe rimangono praticamente invariati rispetto alla precedente fino a tutto il 2014, mentre i tassi previsti aumentano per le successive scadenze.

Intanto l’Euribor 3 mesi ha superato quota 1,5% (prossimo livello atteso del costo del denaro fissato dalla Bce) portandosi a 1,502% al fixing del venerdi 17 giugno: si preannuncia così il futuro incremento dei pagamenti periodici per i mutuatari che hanno scelto il meccanismo di indicizzazione della rata a tasso variabile, anche se gli aumenti saranno graduali per via della diffusa adozione di metodi di adeguamento degli interessi da corrispondere basati sulla media mobile (es. ultimi 12 mesi).

(per le previsioni Euribor 3 mesi del prossimo venerdi 24 giugno 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=4508)

Euribor e Irs: le previsioni a giugno 2011

Col mantenimento del tasso di rifinanziamento pronti contro termine a 1,25%, dei tassi sui depositi e prestiti overnight rispettivamente a 0,50% e 2%, e con la precisazione che le condizioni ottimali di liquidità continueranno ad essere assicurate dalle aste a tasso fisso per i finanziamenti a uno e tre mesi e a rubinetto per i finanziamenti settimanali, giovedi scorso il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha ribadito che il livello di vigilanza sull’inflazione dell’Area Euro rimane alto.

Tanto è vero che gli economisti della Bce stimano l’inflazione europea in crescita tra il 2,5% ed il 2,7% quest’anno, come pure il Prodotto Interno Lordo in salita fra l’1,5% ed il 2,3%; i tassi Euribor, sulla scorta di queste indicazioni, hanno potuto proseguire il loro cammino in rialzo (Euribor 3 mesi fissato al massimo annuale dell’1,469% al 10 giugno 2011):

Gli operatori di mercato (istituzionali e privati), per questo mese, avevano individuato correttamente le intenzioni di Trichet di mantenere invariato il costo base del denaro; se dovessero rivelarsi corrette anche le altre previsioni derivanti dai future sull’Euribor 3 mesi quotati sul Liffe, i tassi impliciti pari a 1.565% per luglio 2011, 1.78% per novembre 2011 e 2.055% per settembre 2012 starebbero a significare che, riguardo ai successivi ritocchi (da 0,25% ciascuno) operati dalla Bce sul tasso base, due rialzi si verificherebbero durante l’anno corrente, mentre per l’ultimo rialzo occorrerebbe attendere la seconda metà dell’anno prossimo:

La curva delle previsioni Euribor, più bassa in confronto alla stessa tracciata un mese fa, indica una correzione delle aspettative passate degli operatori improntate ad eccessivo ottimismo: l’ultima conferma viene dalla pubblicazione dei dati sui prezzi al consumo in Germania dove l’inflazione, scesa al 2.3% il mese scorso contro il 2.4% di aprile, segna il primo declino negli ultimi 8 mesi. Rispetto al mese di maggio, il valor medio dell’Euribor trimestrale al 3% verrebbe traslato al dicembre 2014 (anziché verificarsi a marzo dello stesso anno).

Sul piano dei rendimenti a medio-lungo termine, il mese trascorso è stato caratterizzato dalle decisioni dei money manager influenzate più dall’avversione al rischio che dai fondamentali macroeconomici.

Hanno tenuto banco, in particolare, i dubbi sulle possibili modalità di ristrutturazione del debito pubblico della Grecia, in contrapposizione alla soluzione estrema di uscita dello Stato sovrano dall’Euro Zona (non molto realistica, considerata la volontà della Bce di normalizzare al più presto la politica monetaria, ma ben segnalata dall’allargamento degli spread relativi ai bond governativi dell’Area Euro e dal nuovo aumento di costo dei Credit Default Swap – fonte: IlSole24Ore.com).

Il rifugio del Bund, in tal modo, ha depresso i rendimenti del decennale tedesco sino a portarli pericolosamente vicini al tasso d’inflazione – situazione non sostenibile nel lungo termine, ovviamente. Ulteriori indicazioni vengono dal future sull’Euro Bund-10anni che al 10 giugno 2011 sul mercato Eurex continua a manifestare andamento al ribasso per le scadenze di settembre e dicembre:

settembre 11: 125,93 (era 123,98 un mese fa)

dicembre 11: 124,58 (era 123,18 un mese fa)

marzo 12: 124,59.

L’Irs di pari scadenza ne ha risentito scendendo al 3,31% al 10 giugno 2011.

Il trend primario del Bund 10 anni rimane soggetto alle variabili macro, sulle cui stime la Bce diviene più ottimista; pertanto le previsioni dei tassi a medio-lungo termine si mantengono al rialzo con l’avvertenza che, fino a quando non sarà stata trovata soluzione alla crisi della Grecia, i movimenti di “fuga verso la qualità” continueranno a far sentire la loro influenza in direzione opposta:

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(per le previsioni Euribor 3 mesi aggiornate al 17 giugno 2011: http://www.questidenari.com/?p=4447)

(per le previsioni sui tassi Euribor e Irs dell’11 luglio 2011, successive all’aumento del costo del denaro all’1,5%, si legga http://www.questidenari.com/?p=4627)

Previsioni Euribor 3 mesi del 3 giugno

L’ultima settimana che precede le attese parole di Trichet sugli sviluppi della politica monetaria nell’Euro Zona è stata caratterizzata dalle nuove rilevazioni sul rallentamento dell’inflazione e sui dati macro inferiori alle previsioni. Ma nelle ultime ore le stime di Fmi, Bce e Ue sui progressi del risanamento del bilancio pubblico della Grecia, nonché gli sviluppi positivi sul possibile nuovo accordo in materia di aiuti finanziari, hanno condizionato i contratti derivati sul mercato Liffe di Londra nella direzione dell’incremento dei tassi impliciti nei future sull’Euribor 3 mesi (per le previsioni Euribor 3 mesi del prossimo 10 giugno 2011: http://www.questidenari.com/?p=4383).

Il rialzo in questione, generalizzato su tutte le scadenze, è appena percettibile dal raffronto tra le curve dei tassi rappresentate ad una settimana di distanza l’una dall’altra (fixing Euribor 3 mesi pari a 1,436% al 3 giugno 2011):

Irs e tasso Euribor 3 mesi a maggio. Previsioni fino al 2017

Con uno scenario economico e politico quasi immutato rispetto alle condizioni di aprile, e con tassi di riferimento invariati nell’Area Euro a partire dal costo del denaro all’1,25%, le dichiarazioni di Trichet rilasciate a margine della riunione Bce del 5 maggio sono state accolte con stupore dagli operatori di mercato.

Le parole del presidente dell’Eurotower sembrano essere state interpretate per quello che non hanno espresso, piuttosto che per il contenuto proprio molto simile a quello delle passate esternazioni: al termine della conferenza, la settimana scorsa, le attese degli operatori si sono concretizzate in valori dei derivati contrattati sul Liffe indicativi di una traslazione da giugno a luglio del prossimo rialzo del tasso Bce, pur nell’invarianza del conteggio complessivo dei tre aumenti (da 0,25% ciascuno) che portano il costo del denaro in prossimità del 2% a fine anno:

Sotto forma grafica, la curva dei future sull’Euribor 3 mesi per le 24 scadenze sopra riportate in riferimento alla chiusura di lunedi 9 maggio 2011 appare più bassa rispetto alla stessa curva tracciata un mese fa, quando in aprile la media storica dell’Euribor al 3% sarebbe stata raggiunta già a inizio 2013 (ora, secondo previsioni, è necessario attendere il 2014).

Sempre al 9 maggio 2011, il tasso interbancario Euribor si è portato a quota 1,423% sulla scadenza trimestrale (era all’1,294% al giorno 8 aprile 2011) proseguendo il consueto cammino nel quadro della crescita rilevata da inizio anno.

Posto che gli operatori si aspettavano dal presidente Bce l’annuncio di un aumento, viene da chiedersi se la mancanza di espliciti riferimenti al (secondo) rialzo prossimo del tasso base non possa essere letta come un tentativo di colpire la speculazione per abbattere il costo del petrolio (in un colpo solo: -8,7% il Wti scambiato a New York e -9,89% il Brent quotato a Londra).

Se così fosse, l’esposizione di Trichet si sarebbe rivelata azzeccata: coi tassi che non aumentano, il cambio Euro su Dollaro non facilita la disponibilità del biglietto verde con cui acquistare materie prime (fonte: IlSole24Ore.com).

Diversa l’efficacia dell’azione dell’istituto centrale europeo sui rendimenti oltre il breve termine.

Già da aprile un elemento di innovazione importante, rappresentato dalla decisione della Bce di interrompere gli acquisti dei titoli di Stato periferici per via dell’implementazione del piano di aiuti finanziari, avrebbe dovuto costituire un passo avanti nella normalizzazione della politica monetaria, oltre che facilitare le previsioni sull’interazione delle forze di acquisto e vendita dei bond. I tassi di rendimento di Grecia, Irlanda e Portogallo sulle scadenze decennali, invece, hanno preso il volo sopra livelli rispettivamente al 15%, 10% e 9,5%, denunciando il carattere effimero di questo tipo di intervento (c.d. veicolo di salvataggio) che non risolve i problemi di sostenibilità di lungo periodo, quando le prospettive di crescita debole si fondono con elevati valori di spesa pubblica e di interessi (sul punto: Liz Ann Sonders, vice presidente e strategist di Charles Schwab – fonte Morningstar.it).

E se i bilanci dei periferici continuano a destare preoccupazione, se la ripresa economica globale appare al di sotto delle attese (che già non erano entusiastiche), il rimedio solito rimane l’agognato Bund tedesco (fly to quality) il cui rendimento in calo, ultimamente, trascina al ribasso il tasso Irs. Dai valori sotto riportati del 09/05/2011 si desume agevolmente la differenza col fixing di un mese fa che, al giorno 8 aprile, sulle scadenze 20, 25 e 30 anni segnava rispettivamente 4,09%, 4,04% e 3,94%:

Ripresa economica ed inflazione, attese comunque in crescita, si mantengono tali da far considerare il trend del decennale tedesco ancora ribassista. Questo è il future sull’Euro-Bund al 9 maggio 2011 sul mercato dell’Eurex:

giugno 2011: 124,21 (era 120,4 un mese fa)

settembre 2011: 123,98 (era 119,53 un mese fa)

dicembre 2011: 123,18 (era 118,94 un mese fa).

In conclusione, le aspettative sull’Euribor si mantengono in crescita così come le aspettative sui tassi Irs, i cui valori sono dettati dai fondamentali economici più che dall’estemporaneità dei movimenti di fuga verso la qualità. Pertanto, coloro che sono interessati a richiedere un mutuo casa, e si interrogano sulla scelta tra il tasso variabile ed il tasso fisso alla luce delle variazioni al ribasso che da alcune settimane hanno interessato quest’ultimo, non dovrebbero modificare le loro attese di rialzo generalizzato.

(per le previsioni Euribor e Irs a giugno 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=4383)

Aumento del costo del denaro in aprile ed effetti sulle previsioni dei tassi Euribor e Irs

Attendista riguardo ai riflessi sull’economia reale delle catastrofi nipponiche, e sensibile alla difesa del livello dei prezzi col settore manifatturiero tedesco al limite della capacità produttiva, Trichet ha invertito la rotta dei tassi di riferimento in Europa.

Nonostante la crisi nordafricana continui a far lievitare il prezzo del petrolio, il livello dell’inflazione nell’area euro – registrato a marzo al 2,6% annuo senza alcun contributo sostanzioso della ripresa economica globale – non appare preoccupante ma di certo si colloca al di sopra del livello di guardia fissato dalla Bce al 2%. In un contesto che, in ogni caso, vede l’inflazione “core” (scevra dalle componenti più volatili dell’energia) trovarsi all’1,5% circa.

In condizioni di saggi reali negativi, la mossa di Trichet – da intendersi pure come finalizzata ad azzerare gli stessi tassi – genera ulteriori attese di rialzo del costo base del denaro: ora fissato all’1,25% (+0,25% anche per il tasso di finanziamento marginale, idem per il tasso sui depositi delle banche commerciali), con molta probabilità nei prossimi mesi sarà oggetto di ulteriori ritocchi, anche se le previsioni oggi rilevate appaiono azzardate in relazione all’irrisolto problema dei bilanci pubblici europei esposti a questa tipologia di rischio.

L’Euribor ha proseguito la sua marcia al rialzo con il ritmo consueto, senza particolari reazioni alle dichiarazioni di Trichet esternate a marzo circa l’aumento di un quarto di punto,

arrivando sino a quota 1,294% sulla scadenza trimestrale al giorno 8 aprile 2011:

Le previsioni degli operatori di mercato, sopra anticipate, scontano da tempo altri tre incrementi dei tassi (da 0,25% ognuno) per la fine 2011, come appare dai future sull’Euribor 3 mesi registrati sulla piazza di riferimento internazionale del Liffe di Londra alla chiusura di venerdi 8 aprile 2011

giu 11 – 1,58% (era 1,47% a fine febbraio)

set 11 – 1,92% (era 1,71% a fine febbraio)

dic 11 – 2,195% (era 1,94% a fine febbraio),

mentre la restituzione dei tassi impliciti nei derivati fino al 2017 indica il superamento della soglia del 3% nel 2013 e del 4% per la fine del 2015:

giu 12 – 2,665%

dic 12 – 2,985%

giu 13 – 3,21%

dic 13 – 3,415%

giu 14 – 3,59%

dic 14 – 3,75%

giu 15 – 3,88%

dic 15 – 4,045%

giu 16 – 4,1%

dic 16 – 4,15%

mar 17 – 4,15%.

D’altro canto la mossa di Trichet, accompagnata da una velata allusione ai prossimi rialzi con le parole secondo cui “i tassi rimangono ancora bassi”, alimenta la propensione al rischio degli operatori di mercato che credono nella prossima crescita economica e suddividono per la prima volta l’Eurozona in tre gironi danteschi: quello virtuoso delle centrali Germania e Francia, l’opposto periferico di Grecia, Irlanda e Portogallo, e quello di mezzo con Italia (http://www.questidenari.com/?tag=btp) e Spagna. La recente richiesta di aiuti finanziari del Portogallo, la crescita economica già moderata ed ora colpita dalle accresciute difficoltà di accesso ai finanziamenti da parte delle imprese, e gli effetti sulle materie prime della crisi nordafricana appaiono assumere una dimensione di scarso rilievo, in gran parte sottovalutata ad avviso dello scrivente.

In questo scenario il Bund tedesco, che attualmente offre tra il 3.4% ed il 3.5% di rendimento, sembra destinato a conoscere tassi in salita ancora per diversi mesi. Ecco il future sull’Eurex del decennale tedesco al giorno 8 aprile:

giu 11 – 120,04 (era 122,75 a fine febbraio)

set 11 – 119,53 (era 122,27 a fine febbraio)

dic 11 – 118,94.

Anche gli altri rendimenti dei titoli di Stato dovrebbero seguire questo andamento rialzista nelle prossime settimane, sia pure con una moderazione (caratterizzante la crescita nella parte centrale e finale della curva) lontana dalle impennate registrate fino a febbraio.

E stessa fase di crescita moderata potrebbe conoscere l’Irs, parametrato anche al Bund decennale, i cui valori di riferimento per le rate di mutuo a tasso fisso sono lievitati nelle ultime settimane (http://www.questidenari.com/?p=3794) assieme ai valori dell’Euribor:

5 anni – 3,16%

10 anni – 3,72% (era 3,44% a fine febbraio)

15 anni – 4,01% (era 3,74% a fine febbraio)

20 anni – 4,09% (era 3,82% a fine febbraio)

25 anni – 4,04% (era 3,77% a fine febbraio)

30 anni – 3,94% (era 3,67% a fine febbraio)

40 anni – 3,83%.

(per i tassi Irs ed Euribor al 9 maggio 2011 e le previsioni Euribor 3 mesi fino al 2017 si legga http://www.questidenari.com/?p=4126)

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