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San Giovanni Battista della Galleria Corsini: il Caravaggio inquietante

Occorrerebbero nuove fonti storiche per rafforzare la convinzione che il dipinto denominato “San Giovanni Battista”, conservato nella Galleria Corsini a Roma, raffiguri proprio il santo anziché tutt’altro soggetto.

Il quadro, in una qualunque sua parte, non riferisce esplicitamente al profeta, né Caravaggio intitolava le proprie opere; addirittura, la sua autenticità è stata in dubbio per molto tempo, e solo la presenza di analogie con altri dipinti di Michelangelo Merisi e, soprattutto, le ultime indagini radiografiche ne hanno consentito l’attribuzione.

La storia stessa dell’opera non aiuta ad effettuare ricostruzioni. Forse entrò a far parte della collezione attuale a seguito del matrimonio di Maria Vittoria Felice Barberini (celebrato nel 1758 con Bartolomeo Corsini): sua madre Cornelia Costanza, alla morte dello zio, iniziò ad amministrare il patrimonio di famiglia e, attraverso l’alienazione di molti beni, diede avvio alla dispersione della grande collezione Barberini.

Il nudo di fronte al quale ci troviamo, ancora una volta eseguito magistralmente e che certo ricalca quello di Kansas City (http://www.questidenari.com/?p=2297) per la postura inclinata del giovane, coi lineamenti coperti e l’espressione torbida, per il drappo rosso avvolgente come la natura intorno, e per la presenza del bastone su cui poggia la mano, suggerisce una forte sensazione di estraneità alla tematica sacra. Piuttosto, ritroviamo in quest’opera il consueto e provocatorio gusto di Caravaggio per il proibito, dato che non è difficile individuare nel modello prescelto i tipici caratteri del ragazzo di vita tra i tanti frequentati dal pittore.

Sul piano tecnico si ripete la ricerca della trasposizione del momento di vita vissuta, emozionante per la sua riuscita nell’esplorazione delle membra in movimento: il braccio sinistro, che non comunica la sensazione di stabilità di quello destro, disegna ombre leggibili sul corpo del giovane, definito con la consueta capacità narrativa ed ispirata sensualità, e rafforzato dal contrasto tra il biancore dell’incarnato e l’oscurità dello sfondo naturale.

Il S.Giovanni Battista della Galleria Corsini, databile attorno al 1602, può essere ammirato presso le Scuderie del Quirinale (http://www.questidenari.com/?tag=scuderie-quirinale).

San Giovanni Battista: Caravaggio nel nuovo continente

Il San Giovanni Battista dipinto da Caravaggio nel 1601, nel periodo della maturità artistica caratterizzato dai chiaroscuri, non appare vestito ma è avvolto e valorizzato nella definizione corporea da un meraviglioso drappo rosso, emblema forte di una tecnica pittorica che fa uso limitato del contrastante colore verde.

Poco amato dall’Artista, il verde del fogliame fitto è qui reso secondo tonalità molto scure a fare da cornice al modello seminudo, forse ancora un ragazzo di vita fra quelli frequentati da Michelangelo Merisi. La luce proveniente dall’alto rende volutamente poco riconoscibili i lineamenti del giovane, in particolare gli occhi, e al tempo stesso conferisce alla rappresentazione del santo un’aria cupa e imbronciata che si accosta bene alla figura del profeta inascoltato e combattuto con sé stesso.

Il culmine del dipinto si raggiunge con la ricerca luministica dell’Artista nella zona centrale del quadro, dove il braccio sinistro getta un’ombra sul costato che, come già per altri dipinti, non è bruciante ma lascia intravedere le membra del santo.

Appartenuto inizialmente ad Ottavio Costa, banchiere pontificio in Roma e nobile committente e protettore di Caravaggio, il San Giovanni Battista è conservato a Kansas City presso The Nelson-Atkins Museum of Art: anch’esso di attribuzione certa, può essere ammirato presso le Scuderie del Quirinale (http://www.questidenari.com/?tag=scuderie-quirinale).