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Zecca e potere nell’antica Roma, prima della crisi finanziaria

Per via delle tante conquiste di tesori persiani, nel III° secolo A.C. Alessandro Magno mise numerose colonie urbane in condizioni di coprire il loro fabbisogno attraverso una quantità colossale di metalli preziosi.

Sorse così un elevato numero di zecche periferiche (http://www.questidenari.com/?p=1031), tra cui quella di Roma ubicata presso il tempio di Giunone ammonitrice, dove nasce il termine “moneta”.

repubblica romanaIl secolo successivo, dalla zecca di Roma uscì il denarius argenteo, destinato nel giro di 150 anni a divenire la moneta accettata ovunque, anche al di fuori dell’Impero romano.

Fu quindi Giulio Cesare a sancire la supremazia politica ed economica (http://www.questidenari.com/?p=775) attraverso l’emissione dell’aureus, ma a partire dall’età augustea, il desiderio di possesso dei beni di lusso espresso da Roma diede origine ad un inarrestabile deflusso di metalli preziosi e moneta circolante, manifesto nelle forme della crisi monetaria che anticipa quella economica ed il futuro controllo delle zecche da parte dei regni barbarici.

Monete dell’antica Roma

 

Circa cento anni dopo la comparsa della monetazione nell’Italia meridionale, anche gli antichi romani utilizzarono monete contenenti rame nell’Italia centrale ma, a differenza di quanto avvenuto nelle città greche, il relativo valore nominale era corrispondente a quello del metallo utilizzato.

Infatti, prima che le influenze greche giungessero in Italia, i popoli romani (ed etruschi) usavano il bronzo a peso come denaro, e solo successivamente si adeguarono al modello greco conferendo alla lega la forma di moneta valorizzata secondo il peso in once e assi.