Archivi tag: controllo sulla zecca

Attività e tecniche di controllo nelle zecche medievali d’Inghilterra

Nell’ultima metà dell’anno mille, i pennies in argento di Guglielmo I presentarono identità di stile pur provenendo da zecche diverse localizzate a Londra, a Shrewsbury e nella città di York.

Il controllo centralizzato sulla monetazione esercitato dal governo inglese, che condusse ad uniformare il conio attraverso la realizzazione a Londra di tutte le matrici, si traduceva in attività finalizzate a facilitare la scoperta di monete false (http://www.questidenari.com/?p=1155).

Anche l’indicazione dei moneyers (fabbricanti) sul retro delle monete rientrava nelle attività di controllo, ma stavolta col fine specifico di rintracciare i produttori di monete difettose che circolavano nonostante le precise indicazioni fornite – come quelle registrate per obbligo di legge nella “Lista delle Analisi” di Shrewsbury in ordine alle quantità di argento da utilizzare in due diverse officine.

Infine, terminata la monetazione, per evitare che l’attrezzo del conio (utensile col quale il disegno viene impresso sulla moneta) potesse continuare ad essere utilizzato per errore o con intenzioni fraudolente, i governi decisero che gli stessi venissero deformati. Una pratica che non dovette portare a risultati certi, se è vero che col passare del tempo si decise di affinare la tecnica procedendo a nuova cottura del conio e successiva deformazione sotto una pressa, in modo che non rimanesse più traccia alcuna del disegno originale.

Zecca e attività di controllo

L’organizzazione di un sistema di zecche (http://www.questidenari.com/?p=1058) realizzato dal potere sovrano, tra l’altro, comporta la predisposizione di attività finalizzate a controllare la qualità delle monete prodotte ed ostacolare probabili tentativi di falsificazione.

Al re Atelstano (924-934) si deve la più antica promulgazione di decreti riguardante la monetazione inglese con cui si stabilisce il numero di fabbricanti di denaro (moneyers) e le rispettive località dove possono operare. Fra queste ultime, a Canterbury poterono fabbricare 4 moneyers facenti capo al re, 2 all’arcivescovo e 1 all’abate.

Più tardi, i sovrani d’Inghilterra, il cui regno si estendeva sui territori francesi, fecero apporre sulle monete il simbolo della zecca di provenienza.

Salute d'oro (1433-1444) di Enrico VI, re d'Inghilterra e FranciaE’ il caso della bellissima “Salute” d’oro di Enrico VI (1422-61 e 1470-71) il cui marchio del leone all’inizio della scritta – al centro in alto dell’immagine – indica la provenienza dalla zecca di Rouen.

Invece, il tondino inserito nella circonferenza di maggior spessore, appena percettibile sotto l’ultima lettera della scritta, rappresenta un marchio segreto di controllo.