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Bot & Bonds

Con un volume della domanda che ha superato il doppio dell’offerta espressa in milioni di Euro, è tornato a scendere a 0,862% il rendimento lordo del Bot a 12 mesi – secondo i calcoli eseguiti dall’Assiom, il rendimento netto si attesta allo 0,46% una volta detratte le imposte e le commissioni (Fonte: IlSole24Ore).

La notizia ha seguito l’annuncio dell’emissione del bond Fiat a scadenza febbraio 2015, la cui cedola fissa è stabilita nella misura del 6,875% annuo. La stessa azienda ha comunicato il prezzo di emissione pari al 99,935% del valore nominale del titolo (Fonte: IlSole24Ore).

(per il bilancio Fiat S.p.A. al 31 dicembre 2010 si legga http://www.questidenari.com/?p=4029)

Tassi di interesse negativi per Bot people e correntisti svedesi

Notizie curiose e beffarde dal mondo finanziario: all’ultima asta dei Bot trimestrali, il relativo rendimento lordo, una volta sottratte le imposte – da calcolarsi nella misura del 12,5% – e le commissioni sul prezzo del titolo – massime stimate allo 0,10% – da pagare alla banca, assume valore NEGATIVO (esattamente pari a -0,08511% ……… !!?! per chi volesse cimentarsi ad elaborare le cifre riportate dal sito ASSIOM dell’Associazione Italiana Operatori Mercati dei Capitali).

I risparmiatori che finanziano il debito italiano, in altri termini, pagano le banche per aggravare il deficit pubblico.

Per spuntare rendimenti positivi, sia pur in calo (ma tanto ci siamo abituati), gli stessi risparmiatori dovrebbero acquistare il Bot annuale (Fonte: IlSole24Ore).

Consoliamoci col fatto che gli eventi sono frutto del libero agire delle forze di mercato, e non sono conseguenti a manovre impositive come è accaduto in Svezia. Dove i risparmiatori pagano lo 0,25% di interesse negativo sui loro depositi bancari, anziché essere pagati.

E’ la prima volta che una banca centrale decide di applicare una sorta di tassa di custodia per mantenere i soldi nei caveau, col fine di incentivare la circolazione di moneta nel sistema finanziario; ma potrebbe non essere l’ultima: in caso di difficoltà legate alla ripresa economica, la mossa potrebbe essere imitata dalla Bank  Of  England (Fonte: Morningstar).

L’ultima caduta dei tassi a luglio

Vanno di pari passo gli andamenti in discesa dei tassi registrati negli ultimi giorni, con buona pace di chi porta i soldi in banca e dalla stessa banca se li fa prestare, non avendo mancato di esprimere il proprio malcontento per il fenomeno contraddittorio manifestatosi nel recente passato.

Proprio ieri, infatti, le scadenze dell’Euribor settimanale, trimestrale, semestrale e annuale hanno subìto un ulteriore calo – in particolare, quello a 3 mesi è sceso allo 0,914% ed il semestrale all’1,168% (Fonte: IlSole24Ore).

Ed oggi, a seguito di assegnazione in asta, scende pure il rendimento dei Bot a sei mesi attestandosi allo 0,594% (Fonte: IlSole24Ore).

Fa altrettanto il Ctz: il c.d. Bottone rende poco più dell’1,6% (annuo) per i prossimi 2 anni.

Panoramica di metà anno sui mercati finanziari

 

Vi eravate illusi che i Titoli di Stato avessero imboccato la via del rialzo, dopo il timido segnale del mese scorso? O magari, fatta l’abitudine ai ripetuti cali di rendimento dei titoli di Stato dei mesi passati, pensavate di non stupirvi più di nulla?

Eccovi allora l’ultimo crollo di quasi mezzo punto dei Bot annuali che all’asta del 10 luglio hanno fatto registrare un rendimento lordo dello 0,859%.

Possiamo consolarci con quello che accade sul fronte obbligazionario e azionario?

Al giro di boa di fine giugno, come si completa lo scenario dei mercati finanziari?

Ce lo descrive in sintesi Marco Caprotti con due articoli (link a fondo pagina), dove segnala che l’apprezzamento crescente degli investitori per i bond comincia ad accompagnarsi ad una evidente crescita dei casi di default, con rischi più accentuati nei settori delle linee aeree e degli operatori dei media. Uno dei motivi alla base della scelta di investimento in operazioni rischiose si lega alla scomparsa dei titoli strutturati, principali indiziati della crisi mondiale degli ultimi due anni: molti operatori propensi al rischio avrebbero così indirizzato le proprie scelte su obbligazioni di nuova emissione dal rating non proprio soddisfacente, ma dal rendimento più alto.

Sui mercati azionari, invece, gli ultimi 30 giorni sembrano aver rovinato quanto di buono era stato fatto da gennaio: l’indice MSCI europeo, in lieve rialzo da inizio 2009, non recupera certo gli oltre 45 punti percentuali persi lo scorso anno.

Nell’ultimo mese, evidentemente, si è diffusa la percezione che la ripresa economica non è vicina nel tempo né potrà essere rapida negli sviluppi (valgono per tutte le parole di Trichet http://www.questidenari.com/?p=788). In particolare, colpiti dalle vendite delle ultime settimane i bancari, perché alcuni istituti ancora non si fidano di altri (!), e le materie prime, su cui ha influito negativamente la volatilità eccessiva del prezzo del petrolio.

 

Fonti:

http://www.morningstar.it/it/funds/article.aspx?articleid=81124&refsource=newsletter&lang=it-IT

http://www.morningstar.it/it/funds/article.aspx?articleid=81120&refsource=newsletter&lang=it-IT

La sicurezza all’asta

 

E continua la discesa dei rendimenti dei titoli di Stato sulle scadenze brevi: BOT e CTZ, di nuovo, non consentono di recuperare l’inflazione.

Le cause sono rintracciabili nei forti volumi di domanda dettati dal bisogno di tranquillità, oggi avvertito in misura maggiore rispetto al desiderio di guadagnare, e nelle attese di ribasso del costo del denaro fissato dalla BCE, forse nella misura dello 0,5% già a partire dalla prossima riunione di marzo.

Bot ai minimi storici

 

I Buoni Ordinari del Tesoro a 3 e 12 mesi sono stati collocati con rendimenti in calo, come conseguenza del crescente volume della domanda.

In particolare, i Bot annuali sono stati piazzati al tasso lordo pari a 1,374%, con una caduta di 0,4 punti sul precedente minimo storico che continua a descrivere la condizione di timore dei risparmiatori in fuga dalle borse verso titoli considerati sicuri.