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La Bce conferma tutto, anche i tassi

Ripetitive, quasi monotone le parole pronunciate oggi da Trichet che ha parlato di ripresa economica incerta, diseguale, e di tempi non ancora maturi, né meglio definiti, per avviare a pieno titolo la exit strategy (http://www.questidenari.com/?p=1602).

Però è giunto un elogio, meritatissimo ad avviso di chi scrive, riguardante l’operato del Financial Stability Board (Fsb) guidato da Mario Draghi, nell’intento di riorganizzare la regolamentazione dei mercati finanziari – il nostro Governatore, non più tardi di qualche mese fa, aveva ammonito che il trascorso apice della crisi, fondamentalmente, non era stato di grande insegnamento per le banche, imperterrite nel continuare a praticare manovre “pericolose” con gli strumenti della finanza creativa.

La conferma dei tassi base, fra cui il costo del denaro all’1%, non aggiunge altro alle parole del numero 1 della Bce (fonte: IlSole24Ore).

Volendo trarre indicazioni aggiuntive dai comportamenti delle autorità di politica monetaria, dovremmo riferirci a William Dudley, presidente della Fed di New York, che ha parlato di un periodo di 6 mesi per la stabilità dei tassi americani. Se non giungono manovre immediate da oltreoceano, diviene ancora più improbabile un rialzo dei tassi nel vecchio continente.

La primavera dell’Euribor

Ennesimo minimo record per l’Euribor a 3 mesi, sceso oggi allo 0,692%, e ancora ossigeno per chi deve restituire alla banca i soldi del mutuo a tasso variabile.

Di certo non durerà in eterno, ma il modo lento e graduale in cui i tassi hanno affrontato quest’ultimo tratto basso della loro parabola fa riflettere sui tempi di risalita, più lunghi di quanto si potesse prevedere fino a qualche mese fa.

La Bce, che per statuto deve controllare l’inflazione, non intenderà ritoccare tanto presto i tassi di un sistema economico in cui le imprese, attraverso i tagli all’occupazione, hanno proceduto a gettare le basi per una fase di prezzi stabili. Né lo stesso istituto dovrebbe incappare nell’errore del 2008 quando non comprese che la dinamica inflattiva si legava all’andamento folle di un’unica variabile esogena al sistema, il petrolio.

E’ più facile pensare, invece, ad una manovra di “aggiustamento” dell’Euribor, attualmente al di sotto del costo base del denaro fissato all’1%, quando Trichet e compagni daranno per finito il tempo delle “operazioni non convenzionali” – ovvero quando sarà “riassorbita” l’iniezione di liquidità della maxi operazione a 12 mesi datata giugno 2009 (http://www.questidenari.com/?tag=exit-strategy).

Anche in questo senso possono essere lette le previsioni dei tassi future sull’Euribor a 3 mesi, stimato a 1,06% a giugno e 1,42% a settembre (le previsioni complete dalla fonte IlSole24Ore).

Previsioni di fine 2009: tassi giù

Per quanto le stime sulla ripresa in Europa si facciano sempre più ottimistiche, e nonostante la locomotiva americana stia “sbuffando” per ripartire, l’atteggiamento della Bce (http://www.questidenari.com/?p=1602) appare improntato ad una posizione di prudenza dettata fondamentalmente da due fattori.

Il primo è la mancanza di previsioni minacciose sull’inflazione, che gli analisti ritengono potrà essere controllata anche oltre il breve termine.

Il secondo fattore è dettato dalla consapevolezza che continuare a tenere il tasso base sui livelli minimi significa limitare il rischio di esplosione per i bilanci degli Stati sovrani.

Il primo pensiero va al deficit della Grecia con un buco da 300 miliardi di euro, e ancora poco si è sentito parlare del downgrade delle previsioni espresse dalle agenzie di rating sul debito spagnolo (fonte: Morningstar.it).

Naturalmente anche la crisi di Dubai non può che contribuire a togliere serenità dalle menti dei manovratori di Bruxelles, temendo questi ultimi un effetto domino simile a quello già sperimentato negli ultimi tempi dai sistemi finanziari anglosassoni. Le agenzie di rating, in via prudenziale, stanno monitorando strettamente proprio le finanze di USA e Gran Bretagna, essendo le banche inglesi quelle a maggior esposizione al rischio di bolla immobiliare.

I riflessi della congiuntura economica e dei comportamenti degli operatori dei mercati finanziari, tradotti nelle quotazioni dei tassi future, evidenziano attese al ribasso per l’Euribor a 3 mesi su tutte le scadenze (fonte: Ilsole24Ore.com).

Sul fronte dei tassi fissi – giova ricordare che i contratti di mutuo casa, nella maggior parte dei casi, sono stati stipulati a tasso fisso – l’Irs a 10 anni, parametrato al Bund decennale tedesco, è sceso perché il “volo verso la qualità” indotto dal declassamento della Grecia ha portato ad acquisti massicci del titolo del debito pubblico tedesco, e al conseguente innalzamento del prezzo.

Come per il tasso variabile, anche le attese per l’Irs sono caratterizzate dal ribasso del future a 2-3-5 anni (fonte: IlSole24Ore.com).

La Bce conferma i tassi e prende tempo sulla exit strategy

La ripresa economica nel 2010 basata su fattori estemporanei, il PIL 2009 meglio del previsto, i tassi adeguati.

Questo, in estrema sintesi, il contenuto delle parole espresse oggi da Trichet che ha deciso la conferma di tutti i tassi in zona Eurolandia: 1% per il costo del denaro, 1,75% per il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento e 0,25% per quello sui depositi presso l’istituto centrale.

La Bce, dunque, non interviene per l’immediata e decisa manovra di drenaggio della liquidità iniettata nel sistema durante i mesi passati (fonte: IlSole24Ore): almeno fino ad aprile 2010 non è attendibile la stretta monetaria.

La chiave di lettura delle parole di Trichet sembra rappresentata da un passo indietro rispetto alle ultime azioni decise, quando forse l’orizzonte non era offuscato dalla crisi di Dubai, mercato in cui risulta investita una parte dei portafogli delle banche europee.

Infatti, non più di tre settimane fa, alle banche era stato lanciato il segnale di stop alla liquidità facile. Le cartolarizzazioni garantite da asset-backed securities (Abs), emesse a partire dal prossimo 1 marzo 2010, saranno accettate dall’Eurotower solo se valutate col rating di almeno due diverse agenzie, e saranno utilizzate con le finalità tipiche del prestito prendendo a riferimento il rating più basso. Questa regola sarà poi estesa a tutte le cartolarizzazioni a partire dal 1° marzo 2011, indipendentemente dalla loro data di emissione.

Tassi fermi nell’Eurozona

 

Le previsioni al ribasso del PIL nella zona Euro, associate a quelle altrettanto negative dell’inflazione, quest’oggi hanno indotto la Bce a lasciare invariato il tasso base.

Secondo il presidente Trichet, pertanto, il costo del denaro pari all’1% è da considerarsi adeguato all’attuale contesto economico che si avvierà verso uno scenario di ripresa solo nel 2010 (www.corriere.it).

C’è da augurarsi che tali ultime indicazioni siano recepite pure dagli operatori di Borsa: le contrattazioni delle ultime settimane, difatti, hanno prodotto un’impennata del prezzo al barile del petrolio la cui spiegazione è di natura unicamente speculativa.