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Previsioni Euribor 3 mesi del 17 febbraio 2011

Ancora ferma, nel tratto iniziale, la curva dei tassi ricavati dai futures sull’Euribor 3 mesi, alla fine di una settimana in cui hanno tenuto banco le diffidenze di Ue, Fmi e Bce sulla Grecia destinataria degli aiuti finanziari internazionali. In lieve abbassamento solo il tratto a lungo termine, quello più sensibile alle aspettative inflazionistiche.

L’Euribor 3 mesi, che rallenta ma prosegue la caduta (fixing 1,036% al 17/02/2012), è stimato dagli operatori del Liffe al minimo di 0,81% per settembre di quest’anno, al pari del livello registrato nel luglio 2010; sorpassata questa scadenza, il tasso dovrebbe tornare a risalire gradualmente.

Sempre alti i depositi, nonostante ci si trovi all’inizio del periodo di mantenimento della riserva obbligatoria (quasi 417 miliardi di euro giovedi scorso). Per tentare di limitare un fenomeno che non aiuta l’economia reale e considerata l’imminenza dell’asta a 3 anni LTRO di fine febbraio, dall’ultima riunione del consiglio direttivo Bce avrebbe potuto scaturire l’azzeramento o addirittura un tasso negativo da applicare alla remunerazione dei depositi con durata 24 ore al fine di incentivare le banche commerciali ad un più frequente esercizio degli scambi di denaro.

(per le previsioni Euribor 3 mesi del prossimo venerdi si legga “Previsioni Euribor 3 mesi del 24 febbraio 2012”)

Previsioni Euribor e Irs del 10 febbraio 2012

Subiscono solo un lieve cambiamento, lungo il tratto orizzontale della curva dei tassi impliciti nei contratti futures, le aspettative maturate sul mercato Liffe dagli operatori riguardo ai prossimi valori dell’Euribor 3 mesi, increspati di pochi centesimi a paragone con quelli del venerdi precedente.

Segnale inequivocabile che i mercati sono risultati quasi indifferenti alle comunicazioni post riunione del consiglio direttivo Bce (P/T fermo all’1%, come già era accaduto a gennaio, per via del calo dell’inflazione stimata sotto il target 2% fra alcuni mesi).

Se nelle settimane precedenti le previsioni del tasso interbancario formulate sulla piazza londinese sono risultate corrette, e se altrettanto corrette sembrano quelle relative alle prossime scadenze quando si potrebbe registrare una discesa dell’Euribor 3 mesi al di sotto del costo base del denaro (0,92% estrapolato a metà marzo, col P/T stabile all’1%, secondo i derivati di venerdi 10 febbraio 2012) ed una lunga permanenza ai minimi fino a metà dell’anno prossimo, è perché nei circuiti di scambio della liquidità tra le banche europee si attenuano le frizioni grazie ai consistenti finanziamenti già erogati dalla Bce; in aggiunta, il volume delle richieste di prestito è stimato in forte aumento per fine mese quando, in occasione della prossima LTRO a durata triennale e tasso 1%, le banche commerciali faranno ulteriore rifornimento di fondi sfruttando la più ampia gamma di collaterali ammessi a garanzia.

Le rilevazioni statistiche dell’Euribor 3 mesi, ormai, segnalano da moltissimi giorni una discesa che appare inarrestabile (fixing 1,063% al 10/02/2012); gli stessi depositi overnight presso la Bce si stabilizzano (490 miliardi di euro un mese fa, 496 al 9 febbraio), al pari di quanto accade per l’Eonia (Euribor sui prestiti scoperti a scadenza 24 ore, pari allo 0,362% in data 10/02/2012); interessante pure l’andamento di un altro indicatore del rischio interbancario, il differenziale tra Euribor e Ois sulla scadenza 3 mesi che, sceso dallo 0,82% del 20 gennaio scorso allo 0,7% dell’ultimo venerdi, segnala una situazione in miglioramento (pur rimanendo ancora distante da un valore normale quantificabile attorno ai 20 centesimi).

Il governatore Draghi ha esortato le banche a non manifestare timori nell’utilizzo del denaro messo a disposizione con le operazioni a 36 mesi: sinora è stato prodotto un benefico effetto in termini di minori rendimenti dei titoli di Stato a scadenza simile (carry trade: il finanziamento all’1%, usato per comprare Bot ed altri governativi europei dai rendimenti appetibili, ha fatto aumentare i prezzi dei titoli), qualche rischio per gli equilibri di bilancio quando gli acquisti degli istituti di credito sono stati dirottati sui decennali caratterizzati da rendimenti ancora interessanti (Btp al 5,6% e spread in decisa contrazione dal mese scorso fino ai 366 punti base di fine settimana), ed insoddisfazione tra gli investitori espressa in relazione alle operazioni di buy-back per obbligazioni subordinate, richiamate a prezzi troppo scontati.

Ma proprio questa rinnovata propensione al rischio finalizzata alla ricerca di rendimento, che origina dalle banche per poi diffondersi tra gli altri investitori e che potrebbe essere rafforzata dall’accettazione del pacchetto di riforme votate dal parlamento ellenico col conseguente ottenimento dei nuovi finanziamenti per la Grecia messi a disposizione dall’Efsf, è in grado di interrompere la lunga fase di ancoraggio ai porti sicuri dell’Europa centrale e dare seguito alle vendite del Bund. Se ciò dovesse verificarsi, l’Irs 10 anni imboccherebbe la strada della salita, dopo un mese altalenante per le note vicende.

(per le previsioni Euribor 3 mesi della prossima settimana si legga: “Previsioni Euribor 3 mesi del 17 febbraio 2011”)

(per le previsioni Irs del prossimo mese: “Previsioni Euribor e Irs del 9 marzo 2012”)

Previsioni Euribor 3 mesi del 3 febbraio 2012

Nonostante il rialzo di venerdi, i tassi Euribor 3 mesi previsti sul Liffe chiudono il 3 febbraio 2012 con diffusi ribassi lungo tutta la curva parabolica rispetto a sette giorni prima. Il punto di minimo si raggiunge a settembre (0,745%) e – come già sottolineato – la previsione del taglio al costo base del denaro fissato dalla Bce, in corrispondenza di un tasso così ridotto, passa per gli effetti di mitigazione del rischio sistemico interbancario prodotti dalla prossima maxi asta di fine febbraio.

Secondo stime, infatti, alla successiva operazione di rifinanziamento a 3 anni (Long Term Refinancing Operation – LTRO) potrebbero aderire banche europee con un ricorso al prestito di entità doppia rispetto alle richieste di dicembre. Considerato il successo della prima asta, al momento sembra possibile ipotizzare per il futuro prossimo una sostanziale riduzione dell’Euribor 3 mesi al di sotto del P/T all’1%, per quanto continui a rendersi necessario lo stretto monitoraggio di ulteriori indicatori in grado di rafforzare la tesi.

La settimana ha nuovamente evidenziato l’andamento in diminuzione dell’Euribor 3 mesi (1,102% al fixing del 3 febbraio 2012) e dei tassi a brevissimo termine (Eonia 0,366% al 2 febbraio 2012), mentre è tornato a crescere il volume dei depositi (488,689 miliardi di euro il 2 febbraio) delle banche commerciali presso la Bce – anche per via dell’approssimarsi della scadenza del periodo di giacenza obbligatoria che impone alle banche di raggiungere il valor medio prefissato, l’1% delle passività in termini di capitale depositato, lungo tutto l’arco temporale.

(per le previsioni Euribor 3 mesi della prossima settimana si legga: “Previsioni Euribor e Irs del 10 febbraio 2012”)

Previsioni Euribor 3 mesi del 27 gennaio 2012

Molti parametri indicano una certa direzione nel panorama del mercato monetario.

L’Euribor, stabilmente da settimane, scende (fixing 1,138% del venerdi 27 gennaio 2012) e si porta su livelli registrati molti mesi fa.

L’Eonia (o Euribor overnight) si è stabilizzato vicino al benchmark dello 0,25% (Eonia 0,377% al 26 gennaio 2012).

I depositi delle banche commerciali presso la Bce, sia pur elevati, durante la settimana hanno invertito il trend (dagli oltre 490 miliardi di euro di lunedi, sono scesi fino ai 464,848 miliardi di giovedi scorso).

La Federal Reserve ha confermato i tassi d’interesse tra 0 e 0,25% e reso noto che gli stessi rimarranno bassi almeno fino al termine del 2014.

Sarà ancora necessario osservare dati che vanno verso la medesima direzione, nonché monitorare lo spread Euribor-Ois, per affermare che il tasso Euribor 3 mesi atteso per marzo, pari allo 0,95%, non ingloba un taglio al costo base del denaro deciso dalla Bce.

Di sicuro il valore del tasso atteso per metà febbraio (1,07%) indica con chiarezza l’aspettativa di un P/T all’1%, ovvero stabile.

Per il resto, rispetto alla settimana prima, tutti i valori dei tassi Euribor 3 mesi impliciti nei futures contrattati sul Liffe non manifestano variazioni di rilievo in data 27/01/2012 (tasso sopra la soglia del 2% soltanto a fine 2015).

(per le previsioni Euribor 3 mesi del prossimo fine settimana si legga: “Previsioni Euribor 3 mesi del 3 febbraio 2012”)

Previsioni Euribor 3 mesi del 20 gennaio 2012

Prosegue senza incertezze la caduta dell’Euribor 3 mesi, giunto a quota 1,182% al 20 gennaio 2012, come pure sembra destinato a stabilizzarsi attorno alla remunerazione sui depositi presso Bce (0,25%) lo stesso tasso usato dalle banche per gli scambi di denaro aventi durata di poche ore (Eonia allo 0,374% il 19/01/2012).

Nel confronto con quelle del venerdi scorso, in sostanza rimangono inalterate le previsioni Euribor 3 mesi fino a metà 2013, col tasso atteso poco sopra l’1% per metà febbraio. Soltanto per le scadenze successive gli operatori del mercato Liffe contrattano futures dai quali si ricavano tassi rivisti al rialzo ed il conseguente avvicinamento della fase di ripresa economica.

La definizione del collocamento temporale del prossimo taglio Bce è condizionata dagli effetti dell’asta a importo illimitato programmata per febbraio (operazione P/T a 36 mesi): la precedente operazione analoga ha contribuito ad affievolire la tensione sul mercato interbancario, ma non mancano i rischi di neutralizzazione. I depositi delle banche commerciali presso la Bce, infatti, continuano a manifestare tendenza alla crescita (record sopra i 528 miliardi martedi 17; poi giù a 395 per via del dimezzamento della percentuale di riserva obbligatoria richiesta alle banche, adesso pari all’1%, ed ancora volume in rialzo a quasi 421 miliardi lo scorso giovedi 19 gennaio).

(per le previsioni Euribor 3 mesi della prossima settimana si legga “Previsioni Euribor 3 mesi del 27 gennaio 2012”)

Euribor e Irs a gennaio 2012: previsioni sui tassi e costo del denaro fermo all’1%

La disponibilità dei dati rilevati per tutto il 2011 consente di verificare graficamente il senso di un concetto ribadito spesso negli ultimi mesi: il surriscaldamento del mercato interbancario, luogo economico dove gli istituti di credito si scambiano denaro al prezzo dell’Euribor, in alternativa al reperimento della “materia prima” dalla fonte della Bce (alla quale occorre fornire adeguate garanzie) o all’emissione di (costosi) titoli obbligazionari destinati ai risparmiatori.

In particolare, è apprezzabile un differenziale quasi nullo tra tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale fissato dall’istituto centrale ed Euribor 3 mesi nei primi giorni del 2011; poi lo stesso differenziale è andato crescendo fino a manifestare pienamente le difficoltà del settore quando, negli ultimi mesi dell’anno, il tasso interbancario ha mostrato una certa rigidità ad adeguarsi al nuovo orientamento della politica monetaria stabilita da Mario Draghi.

Anche l’efficacia indebolita dei tagli al costo del denaro, pertanto, spiega la volontà di mantenimento dello status quo da parte del consiglio direttivo Bce in questo primo mese del 2012 (tasso di riferimento dell’Eurozona 1%, tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rispettivamente 1,75% e 0,25%), influenzata pure dalle stime al ribasso dell’inflazione derivanti dalla diminuzione della rilevazione ultima al 2,8%, dal 3% di novembre.

Altri indicatori suffragano la tesi di un mercato che, inondato di liquidità, rischia di non portare sostanziosi benefici ai destinatari ultimi dei finanziamenti (famiglie e imprese) ma solo controindicazioni come, per esempio, la speculazione. L’ammontare dei depositi overnight – quelli alimentati dalle banche commerciali che, timorose di prestare denaro senza garanzia, preferiscono “parcheggiare” per una notte i soldi già pagati alla Bce – è in continua crescita e, giovedi scorso, ha nuovamente segnato un record raggiungendo la cifra di quasi 490 miliardi di euro. Lo stesso giovedi 12, inoltre, l’utilizzo dei prestiti overnight dell’Eurotower si è attestato a quota 1,5 miliardi di euro, quando le somme dei rifinanziamenti marginali dovrebbero limitarsi a qualche centinaio di milioni in un mercato caratterizzato da un ricorso ideale alla suddetta operazione di emergenza. Il problema, come è stato più volte ribadito, non è la mancanza di liquidità nel sistema ma la sua cattiva distribuzione tra le banche (tra quelle dei Paesi periferici, in particolare).

Col tasso Euribor 3 mesi sceso al fixing dell’1,231% in data 13 gennaio 2012 (l’Eonia, invece, sembra aver invertito la rotta salendo allo 0,385%), le attese degli operatori sul Liffe si sono dimostrate corrette per il mese di gennaio con un valore che permane stabile rispetto a quello della settimana prima, quando la Bce non aveva ancora comunicato le proprie intenzioni.

Tutte le scadenze seguenti alla metà dell’anno, invece, subiscono un calo che rende la curva dei tassi attesi più bassa e più piatta (punti di minimo a settembre e dicembre 2012) ad indicare l’allontanamento ulteriore nel tempo della ripresa economica – fase in presenza della quale le spinte sui prezzi delle materie prime faranno nascere dinamiche inflattive e renderanno improponibile il mantenimento dei tassi attuali.

I tassi impliciti nei futures contrattati a Londra venerdi 13/01/2012 indicano che sarà annunciato a margine della riunione di marzo del consiglio direttivo un taglio di un quarto di punto (P/T a 0,75%), dato che il tasso atteso a febbraio (1,08%) potrebbe essere compatibile con la discesa del differenziale manifestata nell’ultimo mese tra Euribor 3 mesi e tasso di rifinanziamento della Bce.

L’abbondante liquidità, che ha tranquillizzato buona parte del mercato interbancario, ha pure contribuito a calmierare i rendimenti dei titoli di Stato sulle scadenze ravvicinate: bene per i Bot, meno bene per gli acquirenti dei governativi della Germania che la settimana scorsa ha collocato in asta titoli a tasso negativo (-0,0122% identifica il costo della qualità).

La settimana scorsa si è chiusa con il declassamento del rating emesso da Standard & Poor’s su Italia, Francia e Spagna, probabilmente già scontato dal mercato in occasione dell’annuncio dell’agenzia nel dicembre scorso; rimane ancora risparmiata dal furore del cannoneggiamento la Gran Bretagna, che pure non sembra avere problemi interni di più agevole soluzione. Gli effetti definitivi del peggioramento del giudizio sulla curva dei rendimenti saranno noti solo alla riapertura dei mercati; intanto lo spread italiano (cfr. Btp vs Bund) è sceso di 38 punti base negli ultimi sette giorni, nonostante – nello stesso arco temporale – il decennale tedesco abbia reso più difficile il compito: il rendimento del Bund è diminuito da 1,86% a 1,77% ed ha contribuito a tirare giù l’Irs 10 anni al 2,23% (fixing del 13/01/2012), in discesa sulla base di una tendenza che continua dall’anno prima.

La recessione prevista per il 2012 e la situazione sempre più drammatica della Grecia, mai vicina al fallimento come in questi giorni, forse spingeranno ancora più in alto il prezzo del Bund il cui rendimento, così depresso, potrà essere accettato col calo dell’inflazione. I derivati futures sui tassi a lungo, nelle ultime settimane, hanno puntato verso l’alto.

Fino a quando non sarà accolto l’invito di Draghi, espresso dopo la conclusione dell’ultimo consiglio direttivo riguardo all’urgenza del varo del nuovo trattato fiscale europeo ed al rafforzamento del fondo salva Stati (Efsf), è difficile immaginare tassi Irs in crescita sul lungo periodo.

(per le previsioni Euribor 3 mesi della prossima settimana si legga “Previsioni Euribor 3 mesi del 20 gennaio 2012”)

(per le previsioni Irs del prossimo mese si legga: “Previsioni Euribor e Irs del 10 febbraio 2012”)