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Previsioni Euribor 3 mesi del 12 aprile 2013

La liquidità garantita dalle politiche ultraespansive della Federal Reserve e della Bank of Japan tranquillizza i mercati obbligazionari ed il mercato interbancario, sul quale si è dichiarata pronta ad intervenire la Bce in ogni momento con misure convenzionali e non convenzionali.

Euribor quasi fermo che inizia e termina la settimana su valori identici: con lo stesso fixing del venerdi precedente, l’Euribor 3 mesi chiude a 0,21% il 12/04/2013. Euribor 1 mese a 0,118%; Euribor 6 mesi 0,327%; Euribor 12 mesi 0,534%.

Con riferimento alle ultime sei sedute, rimangono stabili anche le quotazioni sul brevissimo per l’Euribor 2 settimane (0,092%) e per l’Euribor 3 settimane (0,102%). Perde un millesimo l’Euribor 1 settimana a 0,082%.

Come di consueto, scalfiranno appena la liquidità in eccesso gli oltre 6,55 miliardi di euro annunciati in fase di rimborso (Ltro 2011) per mercoledi prossimo; idem per gli oltre 4,23 miliardi della Ltro 2012. Le restituzioni cumulate delle banche europee sono giunte, rispettivamente, al 35% e al 17% del totale erogato con le due aste straordinarie a 36 mesi.

Le tensioni tra banche commerciali continueranno a rimanere silenti ancora per molte settimane secondo gli operatori del mercato Liffe che confermano le previsioni della settimana scorsa: Euribor 3 mesi stabile per metà giugno ed in lieve aumento a quota 0,27% per fine anno.

Giovedi scorso ha ceduto di pochissimo il totale depositi overnight Bce e conti correnti: quasi 109 miliardi di euro per i primi e 359 per i secondi; nello stesso giorno in lieve aumento a 13,2 punti base il differenziale Euribor-Ois ed il tasso Eonia a 0,086%.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili nei mutui: “Previsioni Euribor 3 mesi del 19 aprile 2013“)

Previsioni Euribor e Irs: aprile 2013

Per il nono mese consecutivo, e come da attese implicite nei futures sul mercato Liffe, ad aprile i tassi di interesse dell’Eurozona sono rimasti invariati (Refi 0,75%) per lasciare possibilità di intervento alla Bce nelle occasioni successive, quando si teme che la crescita economica potrà risultare ancora più debole dell’attuale, deludente persino nei Paesi core.

La decisione (non unanime) dei membri del consiglio direttivo è maturata dopo la valutazione del dato di marzo sull’inflazione che, in calo all’1,7%, erode in misura sempre più esigua il rendimento dei titoli degli Stati virtuosi, ultimamente acquistati da investitori possibilisti sulla disgregazione dell’Europa. Se non con il ritorno al Marco tedesco, difficile spiegare altrimenti il comportamento di chi mette nel paniere Bund decennali tornati sui livelli di rendimento di metà luglio 2012 – ovvero in perdita in termini reali.

Essenzialmente di matrice politica, di fatto, il problema che alcuni giorni fa era scaturito dal piccolo Stato di Cipro (e forse domani dalla Slovenia?) ed aveva diffuso la paura del contagio tra istituti bancari: al cessato pericolo, i tassi attesi dagli operatori di Londra sono progressivamente diminuiti per allinearsi al fixing 0,21% dell’Euribor 3 mesi del 5 aprile 2013. Le scadenze di giugno e settembre prossimi, rispettivamente, segnano con 0,215% e 0,23% valori che rappresentano il tratto iniziale di una curva appiattita dall’abbondante liquidità in essere, ovvero fornita al sistema bancario dell’Eurozona a tasso fisso e volume illimitato dalla Bce sempre pronta a “mascherarne” i possibili difetti, e abbassata per effetto della perdurante crisi economica.

Complice la stessa politica accomodante dell’istituto centrale che ha stabilizzato l’Euribor 3 mesi questa settimana ed ha fatto aumentare di un solo millesimo la quotazione della scadenza mensile, continuano a non produrre variazioni sul mercato interbancario i rimborsi di liquidità degli istituti di credito europei in programma mercoledi prossimo: con valori già da tempo assestati verso il basso, suggeriti dal clima di incertezza per il trascinamento di questioni varie tra le quali lo scenario politico italiano instabile, il giorno 10 saranno restituiti 4,092 miliardi di euro dei 489 erogati in occasione della Ltro 2011 e 3,972 miliardi dei 529 erogati con la Ltro 2012.

Un’idea della situazione attuale di stallo viene suggerita anche dalla condizione persistente di eccesso di liquidità nel sistema, così come segnala l’utilizzo dei depositi overnight presso Bce e dei conti correnti: rispetto alla settimana scorsa, il totale registrato giovedi è rimasto stabile a 469 miliardi di euro. Sempre giovedi spread Euribor-Ois a 13,3 punti base.

Nel corso del mese passato le previsioni di una fase di attesa degli sviluppi della situazione politica, e connesso congelamento della propensione al rischio, si sono deteriorate velocemente con la vicenda Cipro: la relativa soluzione imposta dal dictat tedesco ha lasciato bene intendere che la tolleranza dei Paesi virtuosi ad accollarsi il debito altrui è nulla, ma soprattutto che l’Europa è entrata definitivamente nella fase cruciale della propria crisi identitaria politica. Governanti incapaci di fornire spunti validi per l’uscita dalla crisi economica iniziano a tirare le conclusioni circa un progetto che, nato per contenere inflazione e tassi, presenta controindicazioni impulsive se, come denunciato da Draghi, non trovano sufficiente attuazione le riforme strutturali nei Paesi dell’Eurozona.

Manifattura e servizi sempre più depressi, regole del patto fiscale che ostacolano la pubblica amministrazione italiana nell’assolvimento dei propri obblighi verso le imprese creditrici e (rinnovata) lettura di dati diametralmente opposti fra bilanci pubblici e ricchezza privata, nella distinzione tra Paesi virtuosi abitati da poveri e Stati periferici con cittadini ricchi, sospettati di evasione fiscale, da colpire col prelievo forzoso sui conti correnti: ne esce alimentata l’avversione al rischio che è tornata a deprimere il rendimento dei titoli rifugio tedeschi (1,21%) e a spingere al minimo storico quello delle obbligazioni francesi (1,78%). Sorprendentemente, però, gli spread periferici sono diminuiti perché gli acquisti di Btp e Bonos giungono da altre parti del mondo – Giappone, anzitutto, con la debolezza dello yen ben correlata alle operazioni di acquisizione del debito italiano – dove le politiche espansive che comportano la possibilità di stampare moneta rendono praticabile la speculazione sulla carta più a rischio.

Fino a quando la linea guida sarà l’austerità della Germania, prevalente sulla linea francese della crescita che al momento non viene appoggiata dall’Italia, è lecito tornare a prefigurare lo scenario del 2012 nella speranza che i mercati non intendano mettere alla prova l’efficacia del programma Omt; nel frattempo la ricerca della qualità nei Bund spingerà al ribasso l’Irs 10 anni verso quota 1,5%, al di sotto dell’attuale fixing.

(per le previsioni sui tassi variabili dei mutui della settimana prossima: “Previsioni Euribor 3 mesi del 12 aprile 2013“)

(per le attese del mese prossimo sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a maggio 2013“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 28 marzo 2013

L’accordo di inizio settimana per il salvataggio di Cipro, con la garanzia di aiuti per 10 miliardi di euro provenienti da Bce, Ue e Fmi, ha invertito la rotta dei tassi interbancari: Euribor 1-3-6-12 mesi in discesa rispettivamente a 0,117%, 0,211%, 0,335% e 0,547% in data 28/03/2013.

Stesso trend si manifesta sul brevissimo: Euribor 1-2-3 settimane a 0,083%, 0,091% e 0,1%.

Rientrato il rischio contagio tra banche, anche i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi si riavvicinano al fixing sulle scadenze prossime: le previsioni del Liffe indicano quota 0,25% per metà anno e 0,35% per inizio 2014. Nessun segnale relativo ad un taglio dei tassi per la riunione del consiglio direttivo Bce in programma il 4 aprile.

Continuano i rimborsi per le Ltro 2011 e 2012 (mercoledi saranno restituiti dalle banche europee 3,845 miliardi di euro per la prima e 3,16 mld per la seconda) e prosegue la discesa dei depositi overnight presso Bce e conti correnti (mercoledi scorso a complessivi 470 miliardi di euro).

Sempre mercoledi scorso Eonia a 0,067%, mentre il giorno prima lo spread Euribor-Ois si era attestato a 13 punti base.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili dei mutui: “Previsioni Euribor e Irs: aprile 2013“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 22 marzo 2013

Non sono stati certamente i debolissimi rimborsi annunciati dalla Bce per mercoledi prossimo (1,565 miliardi di euro per l’operazione a lungo termine 2011 e 371 milioni per la Ltro 2012) a produrre le increspature dei tassi Euribor nel corso della settimana, ma l’intreccio di vicende che hanno riguardato il governo di Cipro, impegnato a reperire fondi per il salvataggio, l’Ue e l’Fmi in soccorso di Nicosia con diversi miliardi di euro, ed infine la Bce. L’istituto centrale ha minacciato di tagliare la liquidità alle banche cipriote a partire da lunedi prossimo se non verrà trovato un accordo.

L’Euribor 3 mesi è stato fissato a 0,215% in data 22 marzo 2013, 11 millesimi sopra la quotazione del venerdi prima, ma sono saliti pure l’Euribor 1 mese (0,12%), l’Euribor 6 mesi (0,339%) e l’Euribor 12 mesi (0,553%).

Imputabili quasi esclusivamente alle scadenze fiscali della valuta di fine mese coincidente con la valuta di fine trimestre, invece, i rialzi sul brevissimo: Euribor a 1-2-3 settimane rispettivamente a 0,088%, 0,094% e 0,103%.

Il prelievo forzoso sulle disponibilità di conto corrente dei depositanti privati (ora ripensato dal parlamento dopo il panico della corsa agli sportelli ed il pericolo di fuga dei capitali), ovvero un salvataggio di Cipro che non avviene con soldi pubblici, ha rappresentato per l’agenzia di rating Fitch un “precedente” significativo che, sia pur non immediatamente, accresce il rischio di contagio tra istituti bancari della zona Euro.

Ne tengono conto gli operatori del Liffe nella misura in cui rivedono al rialzo i tassi future fino a metà 2015: l’Euribor 3 mesi dovrebbe raggiungere quota 0,3% per giugno prossimo e superare quota 0,33% per fine anno.

Giovedi è sceso ancora il totale depositi giornalieri Bce e conti correnti (474 miliardi di euro) ed è stato fissato a 0,062% l’Euribor overnight; mercoledi pomeriggio differenziale Euribor-Ois a 12,7 punti base.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili dei mutui: “Previsioni Euribor 3 mesi del 28 marzo 2013“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 15 marzo 2013

Il mercato interbancario ha vissuto una settimana di sostanziale stallo, al termine della quale l’Euribor 3 mesi ha messo a segno il rialzo maggiore (tre millesimi da venerdi scorso) col fixing 0,204% del 15/03/2013. Chiudono a 0,118%, 0,326% e 0,543%, rispettivamente, i tassi Euribor a 1-6-12 mesi.

Praticamente nessuna reazione anche dopo l’annuncio di venerdi mattina sui 385 milioni di euro e sui quasi 6,5 miliardi di euro che il giorno 20 saranno restituiti alla Bce dalle banche europee. La percentuale di denaro rimborsato rimane ferma al 32% per la Ltro del 2011, sale al 15% per l’operazione del 2012.

Sul brevissimo risulta variato soltanto l’Euribor a 2 settimane: quotazioni a 0,079%, 0,091% e 0,101% per il tasso a 1-2-3 settimane.

Il clima di attesa, generato dalla delicata fase di evoluzione politica, e la stabilizzazione dei tassi per la permanenza della condizione di eccesso di liquidità si riflettono sulle aspettative degli operatori di Londra che, in data 15 marzo 2013, non vedono cambiamenti rispetto ai tassi future della settimana scorsa entro l’orizzonte temporale di metà anno: a giugno l’Euribor 3 mesi rimarrebbe attorno a quota 0,21%, in mancanza di manovre o interventi straordinari di sostegno operati dall’istituto centrale. La risalita dei tassi, per le scadenze successive dei contratti sul Liffe, si fa più graduale ed indica il superamento di quota 0,3% a metà dell’anno prossimo e di quota 1% a giugno 2016.

Giovedi è tornato a salire l’utilizzo dei depositi overnight presso Bce e dei conti correnti, per complessivi 502 miliardi di euro, mentre l’Eonia è stato fissato a quota 0,068%.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili dei mutui: “Previsioni Euribor 3 mesi del 22 marzo 2013“)

Previsioni Euribor e Irs a marzo 2013

Nel corso dell’ultima conferenza stampa, a margine della riunione del consiglio direttivo Bce, Mario Draghi è stato molto attento a diffondere contenuti che aiutassero a distendere il clima surriscaldato dei giorni successivi alle elezioni politiche italiane.

Il governatore ha comunicato le previsioni riviste al ribasso del Pil 2013 (tra -0,9% e -0,1%) e dell’inflazione (tra 1,2% e 2%, quindi ben al di sotto del “cancelletto”) che hanno portato, in linea con le attese sul Liffe, a confermare i tassi di riferimento (principali operazioni di rifinanziamento: 0,75%; operazioni di rifinanziamento marginali: 1,50%; depositi che la Bce custodisce per conto delle banche commerciali: 0%). Ma Draghi, soprattutto, ha affermato che la restituzione della liquidità erogata con le due Ltro del 2011 e del 2012 sarebbe segnale di miglioramento dei bilanci bancari, motivo per cui non sono in programma altri interventi straordinari a sostegno della liquidità. Mentre sul raggiungimento dell’economia reale la Bce potrebbe fare ben poco: un tasso sui depositi negativo porterebbe a gravi conseguenze, ma il governatore non ha spiegato quali.

Nell’occasione non è stata menzionata la condizione di aumento dei rischi derivanti dall’utilizzo della liquidità da parte delle banche: l’acquisto dei titoli di Stato a cedola più elevata del tasso di costo del denaro, operazione necessaria a produrre utili finalizzati al risanamento, lega le sorti dei bilanci bancari a quelle dei conti di Stato; ed ovviamente i rischi aumentano quanto più la durata residua del prestito si discosta dalla durata delle obbligazioni pubbliche iscritte. Per comprendere le dimensioni del fenomeno, è possibile fare riferimento ad alcuni istituti di credito quotati italiani: le stime sui ricavi da trading 2012 oscillano per ciascuna banca da un minimo di 38 milioni ad un massimo di 2,7 miliardi di euro, con incidenza percentuale sul risultato d’esercizio per i soli Intesa Sanpaolo ed Unicredit variabile dal 100% al 208% (elaborazioni da fonte Icbpi).

In ogni caso la situazione di assestamento del mercato interbancario (definito da alcuni tesorieri “alla finestra”) era in atto già da molti giorni e sembra essere stata raggiunta la condizione di stabilità con la quotazione dell’Euribor 3 mesi: piatto per tre sedute consecutive e fissato un solo millesimo sopra a quota 0,201% venerdi 8 marzo 2013. Andamento stabile anche per la scadenza a 1 mese, mentre per l’Euribor a 6 e 12 mesi la seduta di venerdi ha fatto registrare un lieve rialzo di tre millesimi. Si segnala lo spread Euribor-Ois a 13 punti base mercoledi pomeriggio, mentre la somma tra depositi overnight presso Bce e conti correnti è nuovamente scesa facendo segnare l’utilizzo di 487 miliardi di euro giovedi scorso.

Nulla di nuovo si registra sul brevissimo, coi tassi Euribor poco sopra lo zero e praticamente schiacciati sui valori di una settimana fa, né sul fronte dei rimborsi per le finestre settimanali di mercoledi prossimo relative alle due Ltro di fine 2011 e inizio 2012: poco più di 1,3 miliardi di euro per la prima e circa 2,9 miliardi per la seconda rappresentano cifre limitate che lasciano intendere come il grosso delle restituzioni sia stato effettuato e che pertanto, a meno di improbabili cambiamenti radicali sotto l’aspetto politico ed economico locale, non ci si può attendere molto altro a breve. Lo stesso Draghi ha precisato che i governi devono continuare con le riforme strutturali e che permane la frammentazione del mercato del credito “da Paese a Paese e da società a società”.

I suddetti elementi dipingono un quadro molto simile a quello della settimana scorsa, al quale si aggiungono le poche parole, ma piuttosto chiare, con le quali il governatore ha riferito in merito alla discussione sul taglio dei tassi in seno al consiglio: le quotazioni dei futures sul mercato Liffe, in data 08/03/2013, restituiscono tassi impliciti che non lasciano spazio ad alcun intervento di politica monetaria espansiva per le prossime settimane, dato che l’Euribor 3 mesi viene visto stabile fino a metà anno. A settembre, invece, si registrerebbe un lieve aumento (0,24%) mentre quota 0,3% verrebbe superata soltanto nel 2014.

Draghi ha vestito i panni del pompiere anche quando ha assicurato che gli scossoni patiti sulle aste e sul mercato secondario dei titoli di Stato sono conseguenze fisiologiche nel periodo elettorale degli Stati membri, e che stavolta gli effetti negativi sono risultati inferiori a quelli registrati a metà dell’anno scorso.

Se è vero che i mercati prima iper-reagiscono e poi si assestano, è anche vero che i valori attuali esprimono contenuti non esattamente in linea con quelli di alcune settimane fa.

Più specificamente: la condizione di ingovernabilità in cui si è ricacciata l’Italia non è grave come i numeri seguenti alle elezioni avevano descritto, ed infatti negli ultimi giorni si è assistito al ritorno in territorio positivo dei listini europei e al rientro degli spread; eppure sui mercati è tornato a prevalere il fenomeno fly to quality che sembrava aver perso significato nella fasi di propensione al rischio di febbraio e soprattutto gennaio.

Per quanto l’idea prevalente tra gli investitori rimanga orientata al concetto di un istituto centrale europeo pronto a sostenere col programma Omt (non necessariamente subordinato all’osservanza di condizioni di austerity) le quotazioni dei titoli pubblici dei Paesi in difficoltà, la recessione in atto ed il levarsi di un numero sempre maggiore di voci anti-europeiste impediscono le vendite su ampia scala del decennale tedesco. In altri termini la tendenza di fondo che si è manifestata sin dai primi dell’anno, relativa al graduale alleggerimento del Bund nei portafogli degli investitori, sembra essere in stand-by.

Con il ritorno della volatilità legata al clima di incertezza, al quale contribuisce sostanziosamente il contesto di instabilità politica dell’Italia non risolvibile in tempi stretti, si può presumere che il rendimento del Bund si trovi nella fase finale del recupero: nelle prossime settimane l’Irs 10 anni (fixing 1,82% in data 8 marzo 2013) dovrebbe ricominciare ad oscillare in orizzontale, delimitato da un range attorno a quota 1,9% e vicino ai livelli che hanno caratterizzato il periodo precedente l’esito delle urne.

(per le previsioni sui tassi variabili dei mutui della prossima settimana: “Previsioni Euribor 3 mesi del 15 marzo 2013“)

(per le previsioni del mese prossimo sui tassi fissi dei mutui: “Previsioni Euribor e Irs: aprile 2013“)