Archivi tag: 8/2/2013

Previsioni Euribor e Irs a febbraio 2013

Almeno per questo mese ancora, con la discesa dell’inflazione e la stima del vicino raggiungimento dell’obiettivo 2%, non saranno i tassi base confermati dalla Bce (P/T 0,75%; tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale 1,5%; tasso sui depositi 0%) a determinare cambiamenti nelle condizioni di scambio della liquidità sul mercato interbancario.

Piuttosto la quantità di denaro restituito a discrezione delle banche europee, qualificata dalla provenienza core o periferica, è la variabile che determina la direzione dell’Euribor 3 mesi: due settimane fa, sulla scorta del primo cospicuo rimborso da 137,2 miliardi di euro senza dubbio superiore alle attese, il tasso era salito velocemente ma poi, nel corso dell’ultima settimana, è tornato in lieve discesa a causa della deludente seconda tranche che ha comportato la restituzione di appena 3,4 miliardi. Infine, dopo la diffusione dell’annuncio di venerdi mattina sui 5 miliardi di euro relativi alla prossima terza “finestra” con valuta 13 febbraio, l’Euribor 3 mesi ha ripiegato a 0,227% (fixing 8 febbraio 2013).

Il processo di restituzione del denaro, produttivo di effetto opposto alla discesa dei tassi giunti ai minimi storici nell’anno 2012, dovrebbe comunque originare variazioni marginali, oltre che ritardate per via dei meccanismi a media mobile, sulle rate di mutuo a tasso variabile se è vero che (stima Bce) l’eccesso di liquidità nel sistema continuerà ad aggirarsi sui 200 miliardi di euro quando saranno stati completati i rimborsi relativi al secondo finanziamento triennale; inoltre la politica monetaria rimarrà accomodante ovvero la Bce sarà pronta ad offrire liquidità in base alle esigenze (in ogni caso il Direttivo rimane fermo nella posizione di non sperimentare tassi negativi: cfr. depositi overnight, giovedi a 152 miliardi di euro che sommati ai conti correnti fanno un totale in aumento a quota 602 miliardi).

Si aggiunga la difficoltà di ipotizzare restituzioni immediate e considerevoli quando si valuta la proporzione di oltre il 60% della liquidità erogata (con entrambe le Ltro) alle banche italiane e spagnole che hanno investito su titoli pubblici a cedola ben più alta del costo di fornitura del denaro. Come si nota dai tassi future che gli operatori del Liffe hanno corretto nell’ultima settimana, l’Euribor 3 mesi dovrebbe aumentare a quota 0,25% per metà marzo e proseguire con lievi rialzi superando la soglia dello 0,4% per fine anno.

Le ultime stime Bce, confortate dal dato mensile positivo riguardante gli ordinativi dell’industria manifatturiera tedesca nel dicembre ‘12, hanno consentito di ribadire le aspettative per la ripresa dell’economia europea nella seconda parte dell’anno.

Se alla fiducia per l’uscita dall’attuale fase recessiva continua ad accompagnarsi la visione dell’istituto centrale europeo come agente a contrasto della speculazione e si procede a stimare nell’importo di circa 200 miliardi di euro la liquidità che quest’anno dovrebbe percorrere la strada inversa per tornare sui Paesi periferici, rispetto ai 900 trasferiti verso Germania e altri virtuosi nel corso dell’ultimo quinquennio, allora si comprende che l’orientamento dei gestori professionali è rivolto ad alleggerire il peso dei Bund nel portafoglio.

Tuttavia, dopo un mese di gennaio trascorso allegramente, l’attuale fase di risk-off risulta condizionata dai fattori negativi per l’incertezza sull’esito delle elezioni politiche italiane, dalle quali potrebbe uscire una classe dirigente incline alla frammentazione economica e finanziaria europea, per l’inchiesta giudiziaria sul Monte dei Paschi di Siena e per lo scandalo che tocca il partito del primo ministro spagnolo: in questo senso può essere letta la variazione in aumento del future sul Bund nello stesso giorno di venerdi scorso in cui tutte le Borse europee hanno chiuso positive, il decennale tedesco ha guadagnato un punto base in termini di rendimento finendo a quota 1,61% e si è realizzato un leggero restringimento dello spread italiano a 294 punti base.

E’ ipotizzabile pertanto che l’Irs 10 anni (fixing 1,88% in data 8 febbraio 2013), dopo una fase di propensione al rischio che lo ha spinto fino all’1,94% al termine di gennaio, abbia iniziato ad attraversare un periodo caratterizzato dal protrarsi o dall’aggravamento delle criticità indicate: ne deriverebbero conseguenze in termini di stabilità o lieve contrazione dei tassi per le prossime settimane.

(per le previsioni sui tassi variabili dei mutui per la prossima settimana: “Previsioni Euribor 3 mesi del 15 febbraio 2013“)

(per le previsioni del mese prossimo sui tassi fissi dei mutui: “Previsioni Euribor e Irs a marzo 2013“)