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Previsioni Irs del 30 giugno 2017

A giugno il tasso base applicato ai mutui con durata decennale è rimasto per molte sedute sotto quota 0,8%.

Fino a metà mese aumentava l’offerta di petrolio per la ripresa a pieno ritmo delle trivellazioni americane: nonostante l’intervento Opec, il Wti finiva a 44$ al barile.

La Federal Reserve rialzava i tassi come da previsioni ma non sembrava cambiare la propria forward guidance.

Il Btp continuava a beneficiare dell’effetto delle elezioni amministrative e l’Irs 10anni chiudeva in lieve calo a 0,76%.

La settimana dal 19 al 23 giugno vedeva stabili il Treasury e la discesa dei tassi europei, parallela alla diminuzione della volatilità che però non riguardava il decennale italiano: continuava infatti il rally del Btp che scendeva sotto l’1,9%, per poi risalire poco in chiusura di settimana per effetto delle prese di beneficio. Proseguiva a scendere forte pure il prezzo del petrolio a causa delle petroliere cariche in cerca di acquirenti che trascinavano il WTI a 42$.

Nell’ultima settimana del mese, col Bund prossimo al limite superiore del trading range e l’Irs 10Y poco sopra quota 0,7%, gli operatori hanno tratto rapido profitto dalla vendita di attività a prezzi (relativamente) alti: il pretesto è stato fornito dalle parole di Mario Draghi, espresse al di fuori del contesto istituzionale ed interpretate a senso unico, riguardanti da un lato l’ampliamento della ripresa economica europea e l’estemporaneità dei fattori che rallentano la dinamica dei prezzi, dall’altro la continuità del programma Quantitative Easing.irs-30-giugno-2017

Quasi a nulla sono valse le parole di Constancio sulla lettura inappropriata dei mercati, concentrati su una dialettica che sarebbe stata anticipatrice del tapering; né è stata di alcun aiuto la stima preliminare Eurostat al ribasso per l’inflazione di giugno, nuovamente lontana dal cancelletto Bce.

Il rendimento del Bund torna vicino al limite teorico massimo di periodo 0,47%, quello del Btp guadagna la bellezza di un quarto di punto percentuale in cinque sedute e l’Irs 10 anni chiude il mese a 0,9%, praticamente al limite superiore indicato nelle previsioni del 9 giugno.

I futures prezzano un solo intervento al rialzo sui tassi base Usa per dicembre e la Bce, che manterrà il programma di acquisti invariato per tutto l’anno, difficilmente utilizzerà una dialettica restrittiva prima della fine dell’estate: entrambi i fattori impediscono di ipotizzare come imminente la fase in salita del tasso fisso.

futures-sul-bund-eurex-30-06-2017Rimane quindi confermato l’andamento laterale dei tassi che si muoveranno verso l’alto o verso il basso in base alla speculazione di mercato e dietro suggerimento della vera grande incognita rappresentata dal petrolio.

Previsioni Irs 10 anni in ribasso rispetto al fixing del 30/06/2017 e circoscritte alla fascia 0,68% – 0,84% per fine luglio, con maggiori probabilità di permanenza nella parte alta del range.

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs del 21 luglio 2017”)

Previsioni Euribor del 30 giugno 2017

Se in un primo momento è apparsa errata la lettura delle parole di Mario Draghi, che martedi aveva parlato di ampliamento della ripresa economica, estemporaneità dei fattori sul cammino dell’inflazione europea ma perseveranza nella condotta espansiva dell’autorità di politica monetaria, tuttavia la seduta di giovedi ha riproposto profondi abbassamenti per i prezzi dei derivati sul mercato Liffe.

Nel mezzo l’intervento di Vitor Constancio che, negando una comunicazione anticipatrice del tapering, era soltanto riuscito a congelare i tassi nella seduta di mercoledi e di fatto aveva rallentato il movimento repentino verso l’alto.

Movimento che non può essere considerato frutto occasionale di valutazioni inappropriate.

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La conferma giunge venerdi: le ulteriori increspature che colpiscono i tassi attesi non trovano ragione nel rallentamento dell’inflazione annuale, stimata di nuovo in calo all’1,3% con la lettura flash di Eurostat, ma piuttosto si giustificano con altre prese di beneficio sui bond.

tassi-euribor-3-mesi-previsti-fino-al-2023-liffe-30-giugno-2017L’Euribor 3 mesi a -0,331% il 30/06/2017, unico tasso invariato sul mercato interbancario nel corso della settimana, tiene salda a -0,315% la previsione degli operatori di Londra per metà settembre.

Invece per tutte le altre scadenze, come è agevole constatare dal grafico, i tassi future subiscono progressivi e significativi impulsi al rialzo che a distanza di sette giorni arrivano alla ragguardevole misura di ventitré centesimi. Sorpassa abbondantemente quota 1%, attestandosi a 1,2%, la previsione di giugno 2023.

Anticipato di un semestre, a giugno 2019, il primo segno positivo per l’Euribor 3 mesi in quota 0,035%.

Posto pari all’1% il differenziale di tasso di interesse che attualmente separa l’offerta bancaria di mutuo a tasso variabile da quella di mutuo a tasso fisso, a parità di condizioni detto gap sarà colmato soltanto a settembre 2021. Pertanto, sulla base delle migliori informazioni disponibili dalle previsioni del 30 giugno 2017, il mutuatario che sceglie la soluzione variabile ha speranza di sostenere il pagamento di minori interessi passivi per un periodo corrispondente ai prossimi quattro anni circa.

Tutti i rimanenti tassi chiudono in salita sul mercato interbancario: Euribor 1-6-12 mesi rispettivamente a -0,373%, -0,271% e -0,156% (fonte dati: Kairos Partners).

Giovedi scorso depositi overnight usati per 596 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 1.139 miliardi.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 7 luglio 2017”)