Archivi tag: 28/10/2011

Previsioni Euribor e Irs a novembre 2011 dopo il taglio dei tassi di riferimento dello 0,25%. E’ arrivato super Mario?

Le ultime settimane, caratterizzate da vicende legate alla soluzione della crisi del debito pubblico fra Paesi europei, non avevano portato novità in grado di influenzare sensibilmente l’andamento dell’Euribor 3 mesi.

Sul più importante tasso interbancario, principalmente, avevano pesato le frizioni tra banche commerciali disposte a parcheggiare liquidità presso la Bce, piuttosto che scambiare con altri istituti ritenuti “a rischio”: il volume dei depositi remunerati sotto costo, dal 18 ottobre al 3 novembre, era cresciuto in maniera quasi lineare portandosi da 172 miliardi di euro a quota 275, chiaro segnale di una liquidità distribuita in maniera non ottimale, seppur abbondante.

Ma poi, nel primo pomeriggio di giovedi, è arrivata a sorpresa la notizia del taglio di tutti i tassi base (-0,25%) operato con decisione unanime dai membri del board Bce presieduto da Mario Draghi, appena insediato e subito capace di fornire chiara dimostrazione di indipendenza dalla linea politica seguita dal suo predecessore: è stato fissato così all’1,25% il tasso d’interesse sui rifinanziamenti principali, al 2% quello sui rifinanziamenti marginali e allo 0,5% il tasso sui depositi, affinché le banche commerciali abbiano più facilità a rifornirsi di denaro (sia in asta che nelle operazioni di “emergenza”) e minor attitudine a scaricare costi sulla clientela rappresentata da privati ed imprese richiedenti mutui ed altre forme di finanziamento a tasso variabile, ed abbiano meno convenienza ad immobilizzare i capitali presso la Bce (a tutto vantaggio del transito di denaro per i circuiti interbancari).

L’effetto immediato è stato l’adeguamento dell’Euribor 3 mesi alle nuove condizioni di costo base, ovvero la repentina discesa (dall’1,58% del 3 novembre all’1,488% del giorno successivo venerdi 4 novembre 2011) del principale tasso interbancario che a metà della settimana prossima giungerà vicino all’1,25% (il tasso ufficiale di riferimento entrerà in vigore mercoledi 9).

Anche le previsioni sui tassi Euribor 3 mesi, impliciti nei futures sul mercato londinese del Liffe, si sono prontamente adeguate con l’abbassamento dei valori su tutte le scadenze (valori del venerdi precedente in azzurro): l’andamento del tasso, in base ai derivati contrattati dagli operatori il 04/11/2011, dovrebbe proseguire in discesa e risentire di un ulteriore taglio di un quarto di punto del costo del denaro a marzo dell’anno prossimo (P/T atteso all’1%), toccare il minimo a settembre 2012 (1,06%) e poi risalire.

Confermati i dati macro deboli e l’inflazione dell’Eurozona vicina al 3%, ben al di sopra del 2% fissato come obiettivo, la decisione della Bce è stata motivata dall’esiguità dell’inflazione core (1,6% ottobre) che esclude le componenti più volatili dell’energia, dalla crescita economica molto modesta o lieve recessione attesa nell’ultima parte del 2011 e dal rallentamento previsto dell’inflazione che dovrebbe scendere sotto al 2% entro la fine dell’anno prossimo.

Secondo studi accademici, al di là dell’euforia del momento registrata da azioni e cambi, la mossa di Draghi potrebbe non avere effetto benefico per un Paese in difficoltà, la cui condizione di rischio-Stato (misurata dallo spread col Bund) alimenterebbe il costo di finanziamento sul mercato sostenuto dalle banche in relazione a problematiche nuove emissioni obbligazionarie, e quindi imporrebbe agli stessi istituti l’applicazione in parallelo di condizioni onerose per l’accesso al credito da parte di famiglie e imprese, in tal modo beneficiarie solo potenziali del taglio del tasso di riferimento: il risultato finale sarebbe la perdita di controllo dell’inflazione (Francesco Giavazzi, fonte IlSole24Ore.com). Se ciò dovesse dimostrarsi vero, considerati i recenti atteggiamenti di insofferenza agli interventi di sostegno per i Paesi periferici estranei al compito istituzionale della Bce che opera in autonomia dai governi – espressioni manifestate in particolare dai Tedeschi attenti ai danni cagionati dall’inflazione sul loro settore manifatturiero nonché alle differenze di ricchezza pro-capite posseduta dai cittadini degli Stati membri – per il sistema della moneta unica potrebbe essere game over.

Di certo il taglio operato con lo strumento principale della politica monetaria incide sulla prima parte della curva, all’incirca fino agli IRS a 2 e 3 anni che, difatti, si sono mossi al ribasso. Per il parametro preso a riferimento quando le banche erogano mutui a tasso fisso, invece, le scadenze più lunghe risentono poco o nulla della mossa espansiva, mentre grande efficacia riveste il rendimento del decennale governativo tedesco, influenzato anche dalle Borse nell’immediato.

Il Bund, nonostante le operazioni di vendita nelle ultime settimane per via del rendimento reale negativo, era sceso ad offrire l’1,8% dopo l’annuncio del referendum in Grecia che aveva di nuovo generato acquisti di qualità e fuga dalla periferia; andamento opposto veniva seguito dal Btp 10 anni al 6,2% (spread allargato a 440 punti, poi a quota 453 a fine settimana) a causa dell’assenza di importanti acquirenti della carta italiana, esclusa la Bce.

Le prospettive economiche fosche e le attuali idee negative degli operatori di mercato in merito all’imminente fallimento della Grecia riporterebbero il governativo tedesco ai massimi e forse oltre, impedendo così la crescita del tasso Irs sul tratto intermedio della curva nelle prossime settimane.

(per le previsioni Euribor 3 mesi del prossimo venerdi 11 novembre 2011 si veda http://www.questidenari.com/?p=5596)

(per le previsioni Euribor 3 mesi e Irs del 9 dicembre 2011, successive al nuovo taglio del costo del denaro, si legga http://www.questidenari.com/?p=5795)

Previsioni Euribor 3 mesi del 28 ottobre 2011

L’attenzione della settimana passata è stata catalizzata dal vertice europeo di mercoledi notte che ha condotto all’accordo sulle misure di contenimento del deficit e all’intesa con i creditori privati circa la svalutazione della metà del debito pubblico della Grecia.

Le previsioni Euribor ne hanno risentito positivamente, anche se i valori dei tassi sono stati limati nella seduta successiva. Invece l’andamento dell’Euribor 3 mesi, sempre orientato al lieve rialzo fino a giungere al fixing di 1,592% venerdi scorso, si è confermato indipendente da fattori estranei alle dinamiche del circuito interbancario, dove è in aumento la tensione segnalata dalla crescita dei depositi presso l’istituto centrale (giovedi 27 ottobre a quota 218 miliardi di euro contro i 188 del giovedi prima).

Il movimento del tasso Euribor 3 mesi, opposto rispetto al trend delle aspettative, costringe nuovamente gli operatori ad aggiustare il valore atteso di novembre; per il resto, in data 28/10/2011 i futures sul Liffe restituiscono tassi impliciti allineati a quelli della settimana scorsa, col taglio del costo del denaro – di cui si dovrebbe parlare alla prossima riunione della Bce – rimandato all’anno prossimo.

(per le previsioni Euribor 3 mesi di giovedi 3 novembre 2011, dopo il taglio del tasso di riferimento di un quarto di punto, si veda http://www.questidenari.com/?p=5508)

(previsioni Euribor 3 mesi del 4 novembre 2011: http://www.questidenari.com/?p=5544)

Asta del 28 ottobre 2011: Btp 3 anni e Btp 10 anni; CCTeu e Btp 10 anni non più in corso d’emissione

Il MEF ha disposto per venerdi 28 ottobre 2011, in asta marginale e con regolamento 1° novembre 2011, il collocamento dei titoli di Stato relativi ai Certificati di Credito del Tesoro indicizzati al tasso Euribor a sei mesi e relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali triennali e decennali.

I CCTeu non più in corso d’emissione (ISIN IT0004652175, decorrenza 15/10/2010, scadenza 15/10/2017, tasso d’interesse semestrale lordo pari all’Euribor 6 mesi maggiorato dello 0,8% e cedola semestrale in corso, con scadenza 15 aprile 2012, pari all’1,309% con tasso lordo annuo 2,575%) sono offerti in tredicesima tranche e, nell’asta del marzo scorso, avevano fatto registrare rendimento lordo pari al 2,33%. I CCTeu off-the-run sono offerti con ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 500 milioni di euro ad un massimo di 1 miliardo di euro. Il rendimento lordo dei CCTeu (vita residua 6 anni), nella mattinata di venerdi, è risultato al 5,59%, con prezzo di aggiudicazione (%) a 84.71, ed il rapporto di copertura si è attestato a 1,977 derivante da richieste per 1,977 miliardi di euro (importo massimo offerto interamente assegnato) – fonte: Borsaitaliana.it.

I Btp 3 anni (ISIN IT0004750409, decorrenza 01/07/2011, scadenza 01/07/2014, tasso d’interesse annuo lordo al 4,25%) sono offerti in settima tranche e, nella precedente asta di settembre, avevano fatto segnare rendimento lordo al 4,68%. I Btp triennali sono offerti per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2,25 miliardi di euro ad un massimo di 3,25 miliardi di euro. Il rendimento lordo dei Btp 3 anni, nella mattinata di venerdi, è risultato in aumento al 4,93%, con prezzo di aggiudicazione (%) a 98.47, ed il rapporto di copertura si è attestato a 1,35 derivante da richieste per 4,177 miliardi di euro (assegnato importo per 3,084 miliardi di euro) – fonte: Borsaitaliana.it.

I Btp 10 anni (ISIN IT0004759673, decorrenza 01/09/2011, scadenza 01/03/2022, tasso d’interesse annuo lordo 5%) sono offerti in quinta tranche e, nell’asta dello scorso settembre, avevano fatto segnare rendimento lordo al 5,86%. I Btp decennali sono offerti per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 3 miliardi di euro. Il rendimento lordo dei Btp 10 anni, nella mattinata di venerdi, è risultato in aumento al 6,06%, con prezzo di aggiudicazione (%) a 92.6, ed il rapporto di copertura si è attestato a 1,27 derivante da richieste per 3,793 miliardi di euro (assegnato importo per 2,98 miliardi di euro) – fonte: Borsaitaliana.it.

I Btp 10 anni non più in corso d’emissione (ISIN IT0004489610, decorrenza 01/03/2009, scadenza 01/09/2019, tasso d’interesse annuo lordo 4,25%) sono offerti in undicesima tranche e, nella precedente asta dell’agosto 2009, avevano fatto segnare rendimento lordo al 4,03%. I Btp off-the-run sono offerti per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 500 milioni di euro ad un massimo di 1,25 miliardi di euro. Il rendimento lordo dei Btp non più in corso d’emissione (vita residua 8 anni), nella mattinata di venerdi, è risultato in aumento al 5,81%, con prezzo di aggiudicazione (%) a 90.74, ed il rapporto di copertura si è attestato a 1,61 derivante da richieste per 1,409 miliardi di euro (assegnato importo per 871 milioni di euro) – fonte: Borsaitaliana.it.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per l’asta dei Btp 3 anni e dei Btp 10 anni del 29 novembre 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=5672)

(per l’asta dei Btp 3 anni non più in corso d’emissione ISIN IT0004750409 si legga “Asta del 13 gennaio 2012: Btp 3 anni, Btp 3 anni e Btp 10 anni non più in corso d’emissione”)

(per la prossima asta dei Btp decennali off-the-run ISIN IT0004489610: “Asta del 14 marzo 2012: Btp 3 anni e Btp 10 anni non più in corso d’emissione”)

(per la prossima asta dei CCTeu non più in corso d’emissione ISIN IT0004652175: “Asta 11 gennaio 2013: Btp 3 anni, CCTeu e CCTeu non più in corso d’emissione“)