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Previsioni Euribor e Irs del 4 settembre 2015

Atteso già da qualche mese e anticipato secondo corrette previsioni venerdi scorso, il provvedimento di ampliamento del Quantitative Easing è stato annunciato da Mario Draghi attraverso il riscorso all’estensione del limite massimo di acquisto delle attività che passa dal 25% al 33% per ogni singola emissione obbligazionaria. Tassi base invariati col Refi a 0,05%.

Euribor 3 mesi vs Refi (2 gen 14 - 4 sett 15)

Risolutive, nel dibattito in seno al board riunito giovedi, la considerazione dei rischi aumentati per la crescita dell’economia europea e la revisione al ribasso dell’inflazione di medio termine, su cui tuttavia ha pesato il fattore (forse transitorio) relativo al prezzo del petrolio. In questo senso i contorni della decisione del direttivo conservano carattere di flessibilità nonostante la conferma del limite temporale del programma di acquisti rimasto fissato per adesso a settembre 2016.

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 4 settembre 2015)Fino al giorno prima l’Euribor 3 mesi era rimasto inchiodato alla medesima quotazione del 25 agosto (-0,033% che manterrà anche giovedi) e di riflesso i tassi future erano risultati invariati sul breve termine, senza ulteriori e più convinti segnali di apertura verso ampliamenti del programma di acquisti (nella misura o nei tempi) dopo la diffusione del dato definitivo Eurostat sulla stabilità dell’inflazione europea.

Increspature a partire dalle scadenze 2018, invece, per i tassi attesi nel giorno della conferma per la crescita più rapida in quattro anni dell’occupazione manifatturiera di agosto nell’Eurozona.

Euribor 360 gg. (4 settembre 2015)Giovedi il Liffe non ha seguito le indicazioni del Pmi composito finale di agosto sulla crescita della produzione record in quattro anni ma, in scia ai corsi degli obbligazionari europei che sono saliti ed hanno trascinato senza sosta al rialzo il future sul Bund, i tassi impliciti nei derivati hanno limato fino a sette centesimi a partire dalle scadenze dell’anno prossimo. Anche l’Irs 10 anni ha chiuso in caduta di cinque punti base.

Rispetto alla settimana precedente, i tassi Euribor 3 mesi attesi il 4 settembre 2015 vengono rivisti al ribasso sull’intera scaletta ma in sostanza confermati fino a metà dell’anno prossimo (-0,035%) intorno al fixing -0,034% che torna a scendere dopo otto sedute.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 4 settembre 2015)

Nella giornata di venerdi, quando il dato saliente sugli occupati Usa delude e surclassa quello sulle buone vendite al dettaglio nella zona euro, le limature sul medio-lungo termine contribuiscono ad abbassare le previsioni di fine 2017 allo 0,165% e quindi, pur nella considerazione della rivisitazione della stima dell’inflazione dall’1,8% all’1,7%, ad agevolare con l’azzeramento del tasso reale coloro che dovranno restituire rate di mutuo a tasso variabile.

Ma i dati in chiaroscuro su occupati e tasso di disoccupazione (in calo) negli Stati Uniti, che influenzano la politica della Fed, interessano anzitutto le obbligazioni pubbliche.

Le ultime previsioni dei tassi fissi si sono rivelate corrette nella conferma dell’ipotesi ribassista sino ad una settimana dal termine del mese di agosto, quando novità macroeconomiche brillanti da entrambe le sponde dell’oceano hanno fatto saltare il banco.

grafico Irs 10 anni (2 gennaio 2014 - 4 settembre 2015)

Nella settimana di ferragosto erano state ignorate le buone notizie sulla Grecia per dare spazio all’incrinatura dell’economia cinese e con la risalita dell’avversione al rischio venivano acquistati oro, Treasury e Bund. Irs 10y giù all’1% il giorno 14 mentre Citygroup abbassava le stime del Brent e del Wti, vicino ai minimi degli ultimi 6 anni.

La settimana successiva vedeva predominare le cattive notizie che dalla Cina portavano a rivedere i dati dell’economia al ribasso oltre le attese. Il ritardo con cui le autorità cinesi muovevano a tutela delle attività finanziarie detenute nel comparto azionario dalla popolazione, motore della domanda per consumi interni a cui era stato concesso appositamente credito, forniva forza supplementare all’avversione al rischio per la salita delle attività rifugio; il petrolio continuava a procedere al ribasso sotto i colpi di una produzione inarrestabile (OPEC al record) a cui si aggiungeva l’Iran.

La discesa dell’Irs 10 anni allo 0,96% il 21 agosto, tuttavia, veniva rallentata dalla risalita dei rendimenti per i titoli periferici, altra faccia della medaglia quando i mercati diventano risk-off. Sul punto pare non abbia avuto particolare rilevanza l’annuncio delle dimissioni di Tsipras.

L’ultima settimana di agosto era caratterizzata dal rimbalzo dei rendimenti dei titoli core, sensibili al ritorno dell’appetito al rischio: a partire dagli ottimi dati Usa relativi al Pil secondo trimestre, favorito dai consumi interni in ascesa grazie a petrolio e occupazione, si arrivava alla correlazione col Bund sul quale le apprezzabili statistiche macro europee giocavano un ruolo di secondo piano. La minor variabilità dei periferici non evitava la violenta scossa dell’Irs 10 anni che dal 24 al 25 del mese passava dal minimo relativo dello 0,92% al quasi massimo dell’1,07%. La dinamica dei prezzi, in ogni caso, risulterà in raffreddamento con la conferma dell’inflazione definitiva allo 0,2%.

Dopo la riunione Bce, infine, i mercati obbligazionari sono stati supportati dalla prospettiva di un aumento degli importi legati al QE: il 4/9/15 l’Irs 10 anni viene fissato all’1,03% e torna così alla stessa quotazione del 7 agosto scorso.Eurirs (4 settembre 2015)

Come già osservato, sulle aspettative dei tassi fissi torna a giocare un ruolo di fondamentale importanza la politica monetaria della Federal Reserve: il rialzo dei tassi americani potrebbe essere rinviato per motivi legati sia all’attuale volatilità dei mercati, nei quali la banca centrale non ama muoversi, sia all’inopportunità di entrare in conflitto con la richiesta di attendere inoltrata dalle autorità cinesi che hanno rappresentato e sono ancora il principale sottoscrittore dei titoli Usa. La Cina, nel tentativo di difendere la propria valuta, potrebbe usare la mano pesante liquidando altre riserve costituite da Treasury e ciò vanificherebbe buona parte degli effetti della politica ultra-espansiva americana.

futures sul Bund (Eurex, 4 settembre 2015)Quand’anche la Fed intervenisse a settembre, ipotesi non considerata nelle previsioni qui esplicitate, si tratterebbe di una prima mossa molto cauta seguita da un periodo di attesa e valutazione degli eventi.

Al momento gli operatori di mercato assumono un atteggiamento attendista e prudente che privilegia la parte a lungo della curva dei rendimenti: l’Irs 10 anni è atteso in calo allo 0,95% per fine settembre ed allo 0,86% per fine ottobre.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor dell’11 settembre 2015”)

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs del 25 settembre 2015”)

Previsioni Euribor e Irs del 17 luglio 2015

Euribor 3 mesi vs Refi (2 gennaio 2014 - 17 luglio 2015)

L’osservazione dei grafici relativi ai tassi Euribor e Irs, nell’attuale periodo di rilevazione, porta a concludere su una condizione di relativa stabilità, ovviamente con oscillazioni molto più accentuate per chi è interessato al tasso fisso.

grafico Irs 10 anni (2 gennaio 2014 - 17 luglio 2015)

I dati raccolti evidenziano minimi storici ritoccati quasi quotidianamente per i saggi di interesse ai quali le banche si prestano denaro a vicenda, prima di utilizzare gli stessi soldi per finanziare i privati a tasso variabile sulla scadenza mensile e trimestrale, e valori non troppo distanti dai minimi storici per quei mutuatari che scelgono il parametro Eurirs, ottenendo dagli istituti l’applicazione di condizioni di costo più indicate per operazioni di finanziamento sul lunghissimo termine.Euribor 360 gg. (17 luglio 2015)

Le evidenze del momento trovano motivazioni varie: da un lato domina sulla scena l’intervento continuativo della Bce che assicura liquidità crescente al sistema bancario europeo, pur avendo lasciato inalterati giovedi i tassi base e l’intensità del programma Quantitative Easing a conferma della politica accomodante fondata su previsioni relative a dinamica dei prezzi e ripresa economica in linea con le attese; dall’altro le tumultuose fasi di trattativa fra Grecia e creditori internazionali non consentono agli operatori di mercato di concentrarsi esclusivamente sulle variabili macroeconomiche, vero faro dei rendimenti obbligazionari oltre il breve termine.

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 17 luglio 2015)Fino a metà settimana i tassi future sul mercato Liffe sono stati rivisitati quasi unicamente al ribasso in conseguenza di fattori che hanno inciso sull’intera scaletta: nessun segnale di inversione della tendenza negativa per i tassi sulle scadenze più importanti del mercato interbancario (fino alla chiusura del 17/07/2015 a -0,019% per l’Euribor 3 mesi, ancora una volta sotto il fixing della settimana prima); il raggiungimento dell’accordo sul programma nucleare dell’Iran che ha fatto scendere i futures sul Brent e sul Wti e farà scendere le quotazioni del greggio per l’offerta aggiuntiva di Teheran; il calo dell’indice Zew di luglio sulle aspettative degli investitori tedeschi.

Invece il mercato di Londra è risultato apatico nel corso della giornata di giovedi, dopo l’innalzamento del tetto alla liquidità d’emergenza deciso dalla Bce per ulteriori novecento milioni di euro che aiuteranno gli istituti di credito greci a riaprire gli sportelli e dopo il dato finale Eurostat sull’inflazione di giugno rallentata allo 0,2%. Neppure il mercato secondario ha mandato segnali forti ma si è limitato ad accennare il consueto motivo del restringimento del differenziale tra titolo tedesco e italiano, sintomo di scioglimento della tensione e di riposizionamento sui titoli della periferia che garantiscono rendimenti maggiori.

Il 17 luglio 2015 i tassi Euribor 3 mesi previsti tornano col segno meno fino a metà dell’anno prossimo (-0,005%) e, pur mantenendosi impercettibilmente sopra il fixing, descrivono uno scenario di stabilità duratura (-0,015% da metà settembre ’15 a metà marzo 2016).

Secondo differenziali negativi fino a diciotto centesimi nell’arco settimanale, la risalita dell’Euribor 3 mesi condurrà a superare il valore dell’1% soltanto nei primi giorni del 2020.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 17 luglio 2015)

Le recenti previsioni del tasso Irs 10 anni si stanno rivelando corrette nell’identificazione del trend in lieve ribasso e trovano ulteriori elementi di rinforzo nei fatti politici degli ultimi giorni.

A cavallo tra giugno e luglio, sempre in presenza della correlazione tra i benchmark ai lati opposti dell’oceano e della divergenza tra core e periferici europei per le vicende greche, il comparto obbligazionario era sembrato in grado di assorbire gli urti meglio di altri settori. Nella circostanza, infatti, la Bce aveva annunciato sia l’ampliamento del paniere di emittenti titoli eleggibili, con l’inclusione delle aziende a partecipazione statale tra quelle i cui bond possono essere acquistati nell’ambito del programma di Qe, sia l’apertura più generosa dei rubinetti della liquidità d’emergenza per le banche elleniche. Ne era seguita la discesa periodale dell’Irs 10 anni che l’ultimo di giugno toccava l’1,18%.

futures sul Bund (Eurex, 17 luglio 2015)Nella prima decade di luglio, quindi, molto materiale veniva messo a disposizione degli speculatori dopo l’esito del referendum in Grecia. Venerdi 10 quasi tutti erano sembrati convinti che il fallimento della Grecia si potesse ancora evitare, quando in realtà per un default già avvenuto sul piano tecnico (per mancati rimborsi a Fmi e Efsf) si stava cercando un’adeguata modalità operativa atta a manifestare la prima uscita di un Paese membro dall’Europa: non troppo drammatica come vorrebbe la Germania, altrimenti la linea del rigore continuerà ad essere applicata a tutti i Paesi con il rischio di rendere sempiterna la stagnazione dell’economia nel vecchio continente; ma neppure troppo morbida da mettere a rischio l’osservanza dei trattati internazionali.

Il 10 luglio il rendimento del Bund decennale, dopo essere sceso nel corso della settimana, riacquistava forza sia pure nei limiti del range del fair value, al contrario dello yield italiano che scendeva per più di dieci punti base; contestualmente Irs 10 in salita all’1,25% mentre i barili di greggio continuavano ad aumentare assieme alla convinzione che prima o poi sarebbe divenuto impossibile assorbire la sovrapproduzione (Opec ed extra-Opec) tra stoccaggi e petroliere. Ciò sarà tanto più vero quanto più rallenterà la domanda di mercato per il ridimensionamento dell’economia globale (in linea con ultime stime Fmi).Eurirs (17 luglio 2015)

Venerdi, infine, i rendimenti europei appaiono livellati (Irs 10 anni fissato in calo a 1,12% il 17 luglio 2015) dopo il colpo di scena inatteso per lo slancio di alcuni parlamenti degli Stati membri – tra cui il Bundestag! – a percorrere la strada che porta al terzo piano di salvataggio della Grecia e al pagamento degli arretrati, motivato come unica alternativa al caos. Semmai l’operazione di prestito ponte dovesse andare a buon fine, il prossimo scontatissimo inadempimento della Grecia si trasformerebbe nella disgregazione della moneta unica a meno di una solerte attività di integrazione fiscale svolta nel frattempo.

Con gli Stati Uniti che ritrovano certezze economiche, e fissano l’orizzonte temporale del 2015 per la risalita dei tassi, ma con l’Eurozona che si riscopre ai minimi termini sul piano politico, il tasso Irs 10 anni è atteso in ulteriore ribasso all’1,07% per fine luglio e a quota 0,97% per fine agosto.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 24 luglio 2015”)

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs del 7 agosto 2015”)

Previsioni Euribor e Irs del 5 giugno 2015

Non è emersa alcuna novità sostanziale dalla riunione dei banchieri europei del 3 giugno: fermi i tassi base (Refi 0,05% al minimo storico da otto meeting, ma sempre superiore all’Euribor nel confronto tra parametri per l’indicizzazione del mutuo a tasso variabile), Draghi non ha annunciato accelerazioni per il programma di acquisto titoli, che sta svolgendo il proprio compito in materia di risalita dei prezzi al consumo e facilitazione delle condizioni di prestito ai privati. Il governatore ha ribadito l’impegno al mantenimento delle condizioni attuali o l’eventuale revisione al rialzo, se necessaria.

Euribor 3 mesi vs Refi (2 gen 14 - 5 giu 15)

La necessità in questione si ricollega senza dubbio all’inflazione: ora attesa in risalita nell’aerea euro per l’anno in corso, contro lo stallo dei prezzi previsto a marzo, le relative stime per gli anni successivi non hanno subito variazioni (+1,5% nel 2016 e +1,8% nel 2017, vicino al target).

Euribor 360 gg. (5 giu 15)Al termine della seduta di mercoledi la lettura dei mercati finanziari è stata chiara ed univoca, forse troppo marcata a causa dello spiazzamento per le parole di Coeuré (sub), ed ha coinvolto i ritorni sul secondario delle obbligazioni centrali ancor più delle periferiche: il Bund è passato da 0,71% a 0,88%, il Btp da 2,08% a 2,17%; il tasso Irs 10Y da 1% a 1,16%. I tassi Euribor 3 mesi previsti sul Liffe, invariati sul breve termine, hanno subito per il rimanente arco temporale una revisione pesantissima al rialzo, con punte nell’ordine dello 0,26%, aiutati dall’indice finale Markit PMI della produzione composita rivisto verso l’alto, dal calo del tasso di disoccupazione in aprile e dalla crescita delle vendite al dettaglio di maggio; il future sul Bund di giugno, sempre nella stessa giornata, ha perso l’1,47%.

curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 5 giugno 2015)

tassi Euribor 3 mesi previsti fino al 2021 (Liffe, 5 giugno 2015)La curva dei tassi previsti a fine settimana, pertanto, esprime sempre maggiori differenze tra i valori più vicini nella scaletta e quelli di medio-lungo termine: se per settembre (0%) e dicembre (0,015%) prossimi il tasso Euribor 3 mesi rimarrà molto vicino al fixing del 5 giugno 2015 (-0,013% sul mercato interbancario dove la stessa immobilità si ripropone per le scadenze settimanali), il tasso di fine 2016 (0,125% aumentato sei centesimi sulle attese della settimana scorsa) si trova sul tratto di una curva che diviene più ripida e continua a volgere la concavità verso l’alto; differenza ancora più marcata (anno su anno) per fine 2017, quando l’Euribor 3 mesi è visto a 0,37%. In termini discorsivi: la crescita attesa del tasso variabile, tra circa un anno, non è più considerata a rilento dagli operatori del Liffe come avveniva poco tempo fa.

Il quadro del tasso fisso, al contrario, appare molto movimentato nei prossimi giorni.

Eurirs (5 giu 15)Nella penultima settimana di maggio le parole di Benoit Coeuré, consigliere Bce che aveva riferito sull’aumento di acquisti in titoli obbligazionari per contrastare la minore liquidità tipica del periodo estivo, erano servite a raffreddare i rendimenti di tutti i titoli pubblici (nella giornata di martedi 19: sei punti base in meno per il decennale Bund e sette per il Btp). Ulteriore acqua sul fuoco veniva gettata dai verbali Fomc, che confermavano le attese sulla stretta monetaria Usa rimandata alla seconda metà dell’anno, prima della chiusura di una settimana in cui gli operatori avrebbero decretato la conclusione del movimento di correzione dei rendimenti sul mercato, pur in presenza di elevata volatilità. Coi venti di guerra mediorientali che non scalfivano l’eccesso di offerta di greggio, l’Irs 10 chiudeva a 0,94% venerdi 22, invariato sul venerdi precedente.

L’ultima settimana di maggio era caratterizzata dalla nuova sortita di Bill Gross che profetizzava un tasso decennale tedesco all’1,5%, quindi piuttosto lontano dai valori attuali. La lettura del movimento del Bund, tuttavia, porta a concludere che i mercati – almeno in quel frangente – hanno dato maggior peso alle parole del direttore FMI Christine Lagarde: l’affermazione che l’uscita di Atene dall’unione monetaria non decreterebbe la fine della moneta unica, esplicitata per la prima volta, anticipava la chiusura dell’Irs in discesa a sette giorni allo 0,89% (29 maggio).

Considerato il complesso di fattori riconducibili alle previsioni sul Pil invariate rispetto a marzo, al mantenimento del Quantitative Easing con le stesse condizioni, alle previsioni di ripresa dell’inflazione (molto sensibili ai futures sul petrolio!) in cui crede la stessa Germania in procinto di collocare un Bund trentennale indicizzato e alla ritrovata correlazione col Treasury al ribasso, prende corpo l’ipotesi dell’inversione di tendenza dei tassi: il sistema potrebbe sperimentare nuove ondate di vendite che coinvolgerebbero più la periferia europea che i governativi tedeschi.

Irs 10 anni (2 gen 14 - 5 giu 15)

Verosimilmente il rendimento Bund tra lo 0,8% e l’1% rientra nella fascia del fair value, ma è lecito attendersi per le prossime settimane oscillazioni dei prezzi, misurate dalla volatilità, derivanti dal continuo braccio di ferro tra gestori che vendono e Bce che compra. A tal proposito giova chiarire che il Quantitative Easing agisce in assoluto e nell’immediato sull’abbassamento dei rendimenti nominali in forza della spinta dal lato della domanda: pertanto rappresentazioni sul “paradosso” del QE che, al contrario delle intenzioni, avrebbe portato a cedere obbligazioni per la discesa dei rendimenti reali già dai primi momenti in cui la liquidità iniziava a confluire con molta lentezza nei circuiti bancari, sono ardue e suggestive quanto la dimostrazione del nesso causale tra il battito d’ali di una farfalla e l’uragano dalla parte opposta del globo. In luogo delle ricostruzioni teoriche, sarebbe stato più utile avere a disposizione notizie sulle (cessate?) difficoltà di immagazzinamento dei barili di petrolio o sugli sviluppi dei negoziati per il nucleare iraniano.

futures sul Bund (Eurex, 5 giu 15)Le previsioni Irs 10 anni di fine giugno sono in ribasso allo 0,94%, sotto al fixing 1,16% del giorno 05/06/2015, costante nelle ultime tre sedute ma in rialzo rispetto a metà maggio. Irs 10Y in quota 0,97% per fine luglio.

L’accennata inversione di tendenza dei tassi fissi, fenomeno graduale nel tempo che fonda sul mantenimento dei ritorni al netto dell’inflazione, sarebbe destinata in futuro a spingere l’Irs 10 anni verso quota 1,5%.

(per le attese della settimana prossima sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 12 giugno 2015”)

(per le prossime attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Irs del 26 giugno 2015”)

Asta 28 maggio 2015: BTP 5 anni, BTP 10 anni e CCTeu

Il MEF ha disposto per giovedi 28 maggio 2015, in asta marginale e con regolamento 1° giugno 2015, il collocamento dei titoli di Stato relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali, quinquennali e decennali, e relativi ai Certificati di Credito del Tesoro indicizzati all’Euribor.

I Btp 5 anni (ISIN IT0005107708, emissione 1° maggio 2015, scadenza 1° maggio 2020, tasso d’interesse annuo lordo 0,70%, data pagamento cedola 1° novembre 2015, giorni dietimi 31) sono offerti in terza tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo dello 0,63% nell’asta dello scorso 29 aprile.

Nella mattinata di giovedi i Btp quinquennali hanno fatto registrare rendimento lordo in salita allo 0,85%, prezzo di aggiudicazione 99,27 e rapporto di copertura 1,48 derivante da richieste per quasi 3,599 miliardi di euro (assegnato un importo superiore a 2,434 miliardi di euro).

I Btp 10 anni (ISIN IT0005090318, decorrenza 2 marzo 2015, scadenza 1° giugno 2025, tasso d’interesse annuo lordo 1,5%, data pagamento cedola 1° dicembre 2015, giorni dietimi 0) sono offerti in settima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1,75 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo dell’1,4% nell’asta dello scorso 29 aprile.

Nella mattinata di giovedi i Btp decennali hanno fatto registrare rendimento lordo in salita all’1,83%, prezzo di aggiudicazione 97,09 e rapporto di copertura 1,44 derivante da richieste per oltre 3,608 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I CCTeu (ISIN IT0005104473, decorrenza 15 dicembre 2014, scadenza 15 giugno 2022, tasso annualizzato 0,729%, spread 0,55%, tasso cedolare semestrale 0,369%, cedola in pagamento il 15 giugno 2015, giorni dietimi 168) sono offerti in quinta tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1,25 miliardi di euro ad un massimo di 2 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo pari allo 0,76% nell’asta dello scorso 29 aprile.

Nella mattinata di giovedi il rendimento lordo dei CCTeu è risultato in salita allo 0,78%, il prezzo di aggiudicazione è stato pari a 99,62 ed il rapporto di copertura si è attestato a 1,55 derivante da richieste per oltre 3,101 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

Asta Bot semestrali del 27 maggio 2015

Con regolamento 29 maggio 2015 e sistema di collocamento dell’asta competitiva, il MEF ha disposto per mercoledi 27 maggio 2015 l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali.

I Bot 6 mesi (ISIN IT0005108326, emissione 29 maggio 2015, scadenza 30 novembre 2015, durata 185 giorni) sono offerti in prima tranche per un importo pari a 6 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari allo 0,00% nell’asta dello scorso 28 aprile.

Nella mattinata di mercoledi i Bot semestrali, assegnati per l’intero importo offerto, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in salita allo 0,004%, prezzo medio ponderato 99,998 ed hanno ricevuto richieste per oltre 11,658 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,94).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

Asta 26 maggio 2015: Ctz, BTP€i 15 anni e BTP€i 15 anni con vita residua 8 anni

Con regolamento 28 maggio 2015 e sistema di collocamento dell’asta marginale, il MEF ha disposto per martedi 26 maggio 2015 l’emissione dei Certificati di credito del Tesoro “Zero coupon”, dei Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione dell’Area Euro tipologia 15 anni e dei BTP€i 15 anni con vita residua 8 anni.

I Ctz (ISIN IT0005089955, emissione 26 febbraio 2015, scadenza 27 febbraio 2017) sono offerti in settima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1,5 miliardi di euro ad un massimo di 2 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari allo 0,079% nell’asta dello scorso 27 aprile.

Nella mattinata di martedi i Ctz 24 mesi, assegnati per un importo pari a quasi 1,978 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,62 derivante da richieste per oltre 3,195 miliardi di euro), hanno fatto segnare rendimento lordo in discesa al minimo storico dello 0,062% e prezzo di aggiudicazione pari a 99,891.

I seguenti titoli sono offerti per ammontare nominale complessivo dell’emissione da un minimo di 500 milioni di euro ad un massimo di 1 miliardo di euro.

I BTP€i 15 anni (ISIN IT0004735152, decorrenza 15 marzo 2011, scadenza 15 settembre 2026, cedola al tasso d’interesse reale 3,10% annuo, data pagamento cedola 15 settembre 2015, giorni dietimi 74) sono offerti in ventiquattresima tranche ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari allo 0,13% nell’asta dello scorso 26 marzo.

I BTP€i 15 anni, nella mattinata di martedi, hanno fatto segnare rendimento lordo in salita allo 0,99%, prezzo di aggiudicazione 122,56 e rapporto di copertura 2,18 derivante da richieste per 1,02 miliardi di euro (assegnato un importo superiore a 467 milioni di euro).

I BTP€i 15 anni con vita residua 8 anni (ISIN IT0004243512, decorrenza 15 marzo 2007, scadenza 15 settembre 2023, cedola al tasso d’interesse reale 2,6% annuo in pagamento il 15 settembre 2015, giorni dietimi 74) sono offerti in trentesima tranche ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari al 2,73% nell’asta del 28 ottobre 2013.

Nella mattinata di martedi i BTP€i 15 anni (vita residua 8 anni) hanno fatto segnare rendimento lordo in discesa allo 0,65%, prezzo di aggiudicazione 115,71 e rapporto di copertura 2,06 derivante da richieste per quasi 1,095 miliardi di euro (assegnato un importo pari a quasi 533 milioni di euro).

Fonte: Dipartimento del Tesoro