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Asta Bot semestrali del 26 novembre 2014

Con regolamento 28 novembre 2014 e sistema di collocamento dell’asta competitiva, il MEF ha disposto per mercoledi 26 novembre 2014 l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali.

I Bot 6 mesi (ISIN IT0005067258, emissione 28 novembre 2014, scadenza 29 maggio 2015, durata 182 giorni) sono offerti in prima tranche per un importo pari a 6 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari allo 0,379% nell’asta dello scorso 29 ottobre.

Nella mattinata di mercoledi i Bot semestrali, assegnati per l’intero importo offerto, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in discesa allo 0,272%, prezzo medio ponderato 99,863 ed hanno ricevuto richieste per oltre 10,321 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,72).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Bot 6 mesi: “Asta Bot semestrali e Ctz del 29 dicembre 2014”)

Asta 13 novembre 2014: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 15 anni

Per giovedi 13 novembre 2014, in asta marginale e con regolamento 17 novembre 2014, il MEF ha disposto l’emissione dei titoli di Stato relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali triennali, ai Btp 7 anni e ai Btp 15 anni.

I Btp 3 anni (ISIN IT0005058463, emissione 15 ottobre 2014, scadenza 15 gennaio 2018, tasso d’interesse annuo lordo 0,75%, data pagamento cedola 15 gennaio 2015, prima cedola corta con tasso lordo pari a 0,1875% corrispondente ad un periodo di 92 giorni su un semestre di 184 gg., scadenza cedole successive il 15 luglio ed il 15 gennaio di ogni anno, giorni dietimi 33) sono offerti in terza tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo dello 0,7% nell’asta dello scorso 13 ottobre.

Nella mattinata di giovedi i Btp triennali hanno fatto registrare rendimento lordo in salita allo 0,77%, prezzo di aggiudicazione 99,93 e rapporto di copertura 1,53 derivante da richieste per quasi 3,824 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 7 anni (ISIN IT0005028003, emissione 15 giugno 2014, scadenza 15 dicembre 2021, tasso d’interesse annuo lordo 2,15%, data pagamento cedola 15 dicembre 2014, giorni dietimi 155) sono offerti in nona tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1,5 miliardi di euro ad un massimo di 2 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo dell’1,71% nell’asta dello scorso 13 ottobre.

Nella mattinata di giovedi i Btp 7 anni hanno fatto registrare rendimento lordo in salita all’1,74%, prezzo di aggiudicazione 102,75 e rapporto di copertura 1,51 derivante da richieste per oltre 3,027 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 15 anni (ISIN IT0005024234, emissione 1° marzo 2014, scadenza 1° marzo 2030, tasso d’interesse annuo lordo 3,5%, data pagamento cedola 1° marzo 2015, giorni dietimi 77) sono offerti in sesta tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1 miliardo di euro ad un massimo di 1,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento annuo lordo del 3,03% nell’asta dello scorso 11 settembre.

Nella mattinata di giovedi i Btp 15 anni hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al minimo storico del 2,97%, prezzo di aggiudicazione 106,76 e rapporto di copertura 1,55 derivante da richieste per quasi 2,319 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Btp triennali, dei Btp 7 anni e dei Btp 15 anni: “Asta 13 gennaio 2015: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 15 anni”)

Previsioni Euribor e Irs a novembre 2014

L’accelerazione nella crescita del livello dei prezzi nell’area euro, dallo 0,3% di settembre allo 0,4% di ottobre, non fa diminuire la paura che l’attuale periodo di bassa inflazione possa peggiorare le stime di medio termine.

I membri del consiglio Bce, che a novembre confermano i tassi base (Refi 0,05%) secondo attese, con decisione unanime assegnano ai tecnici il compito di preparare nuove misure straordinarie da affiancare ai finanziamenti Tltro, all’acquisto dei covered bond e all’acquisto delle prossime obbligazioni garantite da mutui (asset backed securities) secondo un piano biennale e forse partecipato dalle banche nazionali.

Nessuna replica particolare dai mercati alle parole del governatore che probabilmente intendeva suscitare e valutare reazioni di parte sull’ipotesi dell’acquisto di debito pubblico europeo, quantitativamente superiore alle possibilità offerte dal mercato degli Abs: sul Liffe, che giovedi ha chiuso invariato per i derivati sull’Euribor 3 mesi, in precedenza erano state modificate le sole previsioni a medio termine (meno sette centesimi nella seduta di martedi) per l’ennesima rivisitazione al ribasso delle stime di crescita economica della Commissione europea, causata anzitutto dai sistemi sclerotizzati di Italia e Francia.

Venerdi 7 novembre 2014 la curva dei tassi attesi si appiattisce sul breve termine quotando vicinissima al fixing 0,08% dell’Euribor 3 mesi, in lieve discesa nell’ultima settimana grazie al beneficio della liquidità tornata abbondante sul mercato interbancario dopo il superamento delle scadenze fiscali di ottobre. Il parametro più usato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile dovrebbe manifestare oscillazioni trascurabili per tutto il 2015 a partire dallo 0,085% di metà dicembre prossimo.

Sul tratto rimanente i tassi, sempre superiori a 0,09%, vengono rivisti al ribasso sul dato a sette giorni lungo tutta la scaletta ed in particolare per quattro centesimi in corrispondenza delle scadenze nella prima metà del 2018, quando l’Euribor 3 mesi quoterà sotto lo 0,47%.

Le aspettative formulate il mese scorso sui tassi fissi sono state rispettate: senza l’intralcio di manovre speculative anticipatrici della politica monetaria Usa, il tasso Irs 10 anni si è mosso attorno a quota 1,1%.

Nella prima metà di ottobre la forza del dollaro, ritenuta in grado di far perdere competitività all’economia americana, condizionava il rendimento del Treasury decennale facendolo tornare sotto quello del Btp: per correlazione, ma anche per le rilevazioni di un’economia tedesca sorprendentemente in recessione nel quadro europeo a tinte grigie, scendeva anche il rendimento del Bund (Irs a 1,11% il 10 ottobre).

Il conflitto sull’austerity che vedeva Italia e Francia opposte alla Germania e i dubbi sull’affidabilità delle banche in Grecia, conditi con argomentazioni spesso pretestuose sui timori di rallentamento dell’economia Usa, facevano precipitare la situazione con la discesa del rendimento del Bund al minimo storico di quota 0,76% mercoledi 15 ottobre, in concomitanza col minimo dell’Irs 10 anni all’1%.

Il comportamento burrascoso di investitori viziati dalla troppa liquidità concessa dalle banche centrali più grandi al mondo, analogo a quello mostrato quando Bernanke annunciò la fine del piano di acquisti prima di ritrattare, non condizionava la decisione della Federal Reserve di porre fine al tapering che, a conti fatti, non ha prodotto lo scenario apocalittico ipotizzato a priori ma ha semplicemente mosso i mercati emergenti: con gli acquisti iniziali, per la liquidità generosamente dispensata, e con le vendite finali, per la liquidità di ritorno.

Nell’ultima settimana del mese passato la novità sulla crescita del livello dei prezzi europeo, sia pure nell’ordine dello 0,1%, l’esito positivo degli stress test e l’ulteriore espansione del Quantitative Easing giapponese non cambiavano la preferenza per il Bund e non schiodavano l’Irs 10 dall’1,08% (31 ottobre), in un contesto caratterizzato dal ritorno dell’appetito per il rischio che, tanto per fare un esempio di bene rifugio, faceva toccare all’oro il minimo storico negli ultimi quattro anni a 1.161,25 dollari l’oncia.

Ovvia reazione al rialzo del Bund, infine, al momento della rivisitazione al ribasso della crescita europea operata dalla Commissione ai primi di novembre (Irs 10 a 1,03% martedi 4).

Se venerdi il mercato del lavoro Usa fa registrare un incremento dei nuovi occupati inferiore alle attese e la governatrice Yellen afferma che la ripresa lenta e irregolare necessita di una politica accomodante e che il rialzo dei tassi di interesse dovrà essere preceduto in un futuro ancora lontano da un’accorta strategia comunicativa atta a prevenire la formazione di un’elevata volatilità finanziaria, si può concludere sulle basse possibilità che a breve i governativi americani possano trascinare verso l’alto i rendimenti dei titoli emessi sul vecchio continente.

La Banca centrale europea, d’altro canto, dovrà raccogliere ed elaborare i dati sulla produzione e sull’inflazione, condizionati dal ventaglio di misure convenzionali e non convenzionali degli ultimi mesi, prima di trasformare l’ipotesi Quantitative Easing in realtà operativa: il limite temporale, a meno di un drastico peggioramento delle condizioni macro, dovrebbe essere costituito dalla metà dell’anno prossimo, quando si ritiene che inizierà la politica restrittiva Fed.

Pertanto la mitigazione del fenomeno di avversione al rischio e l’impercettibile erosione dei rendimenti reali, esercitata dalla crescita dell’inflazione, suggeriscono il mantenimento delle posizioni sul Bund: al pari delle attese sui tassi variabili, anche l’Irs 10 anni per le prossime settimane dovrebbe rimanere stabile attorno all’1,06% fissato in data 07/11/2014.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 14 novembre 2014”)

(per le attese del mese prossimo sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a dicembre 2014”)

Bot 12 mesi: asta 12 novembre 2014

Per mercoledi 12 novembre 2014, con regolamento 14 novembre 2014, il MEF ha disposto l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro annuali col sistema di collocamento dell’asta competitiva.

I Bot 12 mesi (ISIN IT0005067266, emissione 14 novembre 2014, scadenza 13 novembre 2015, durata 364 giorni) sono offerti in prima tranche per un importo pari a 6,5 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari allo 0,301% nell’asta dello scorso 10 ottobre.

I Bot annuali, nella mattinata di mercoledi, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in salita allo 0,335% e prezzo medio ponderato 99,662; la domanda è stata pari a quasi 11,6 miliardi di euro e il bid-to-cover si è attestato a 1,78 (assegnato l’intero importo offerto).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Bot annuali: “Bot 12 mesi: asta 10 dicembre 2014”)

Imposte non dovute o pagate in eccedenza: rimborso in contanti, con accredito su conto corrente o vaglia cambiario. Modelli di richiesta per le persone fisiche e per i soggetti diversi dalle persone fisiche

(continua da “Imposte non dovute o pagate in eccedenza: rimborsi da modello 730, da modello Unico Pf o su richiesta”)

Riconosciuto il diritto al rimborso, l’Agenzia delle Entrate eroga la somma spettante con accredito su conto corrente bancario o postale, a prescindere dall’entità della cifra, se il contribuente ha fornito il codice IBAN ovvero, per i conti esteri, lo stesso codice integrato da denominazione della banca, intestatario del conto e codice BIC (se UEM) oppure ancora le coordinate bancarie e l’indirizzo della banca (se extra UEM).

Ai fini della richiesta di accredito, è possibile scaricare il modello disponibile in formato pdf sul sito web dell’Agenzia delle Entrate

MODELLO PER LA RICHIESTA DI ACCREDITO SU CONTO CORRENTE BANCARIO O POSTALE DEI RIMBORSI FISCALI – PERSONE FISICHE

MODELLO PER LA RICHIESTA DI ACCREDITO SU CONTO CORRENTE BANCARIO O POSTALE DI RIMBORSI FISCALI E DI ALTRE FORME DI EROGAZIONE – SOGGETTI DIVERSI DALLE PERSONE FISICHE

che poi dovrà essere presentato presso un qualsiasi ufficio della stessa Agenzia, ovvero è possibile fornire telematicamente le coordinate del conto attraverso la specifica applicazione disponibile sul sito internet dell’Agenzia, previa registrazione ai servizi, al seguente indirizzo:

Compilazione e invio via web (senza installazione del software).

Per motivi di sicurezza, l’Agenzia delle Entrate non accetta Iban per posta, posta elettronica (email) o posta elettronica certificata (Pec), e cifre superiori a 51.645,69 euro (comprensivi di interessi) o relative a soli interessi (per qualsiasi importo) sono erogate esclusivamente nella modalità descritta dell’accredito.

Con riferimento alle altre modalità di effettuazione del rimborso, il contribuente che non ha fornito le coordinate riceve un invito a presentarsi munito di documento d’identità (necessari anche delega e documento del delegante, se che si presenta è delegato) in un qualsiasi ufficio postale dove potrà riscuotere in contanti per importi fino a 999,99 euro (comprensivi di interessi). Oltre detta cifra, viene emesso un vaglia cambiario non trasferibile della Banca d’Italia.

(continua Imposte non dovute o pagate in eccedenza: rimborsi a favore del successore o del rappresentante)

Asta 30 ottobre 2014: BTP 5 anni, BTP 10 anni e CCTeu

Il MEF ha disposto per giovedi 30 ottobre 2014, in asta marginale e con regolamento 3 novembre 2014, il collocamento dei titoli di Stato relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali, quinquennali e decennali, e relativi ai Certificati di Credito del Tesoro indicizzati all’Euribor.

I Btp 5 anni (ISIN IT0005030504, emissione 1° luglio 2014, scadenza 1° agosto 2019, tasso d’interesse annuo lordo 1,5%, data pagamento cedola 1° febbraio 2015, giorni dietimi 94) sono offerti in nona tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo dell’1,06% nell’asta dello scorso 29 settembre.

Nella mattinata di giovedi i Btp quinquennali hanno fatto registrare rendimento lordo in salita all’1,23%, prezzo di aggiudicazione 101,26 e rapporto di copertura 1,45 derivante da richieste per oltre 3,629 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 10 anni (ISIN IT0005045270, decorrenza 1° settembre 2014, scadenza 1° dicembre 2024, tasso d’interesse annuo lordo 2,5%, data pagamento cedola 1° dicembre 2014 e prima cedola corta con tasso lordo pari a 0,621585% corrispondente ad un periodo di 91 giorni su un semestre di 183 gg., scadenza cedole successive al 1° giugno e 1° dicembre di ogni anno, giorni dietimi 63) sono offerti in quinta tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 2,75 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 2,45% nell’asta dello scorso 29 settembre.

Nella mattinata di giovedi i Btp decennali hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al 2,44%, prezzo di aggiudicazione 100,66 e rapporto di copertura 1,48 derivante da richieste per oltre 4,068 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I CCTeu (ISIN IT0005056541, decorrenza 15 giugno 2014, scadenza 15 dicembre 2020, tasso annualizzato 1,133%, spread 0,8%, tasso cedolare semestrale 0,576%, cedola in pagamento il 15 dicembre 2014, giorni dietimi 141) sono offerti in terza tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1,5 miliardi di euro ad un massimo di 2 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo pari all’1,08% nell’asta dello scorso 29 settembre.

Nella mattinata di giovedi il rendimento lordo dei CCTeu è risultato pari all’1,25%, il prezzo di aggiudicazione è stato pari a 99,29 ed il rapporto di copertura si è attestato a 1,43 derivante da richieste per oltre 2,8 miliardi di euro (assegnato un importo superiore a 1,955 miliardi di euro).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei CCTeu e dei Btp quinquennali e decennali: “Asta 27 novembre 2014: BTP 5 anni, BTP 10 anni e CCTeu”)