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Asta 28 novembre 2013: Btp 10 anni

Il MEF ha disposto per giovedi 28 novembre 2013, in asta marginale e con regolamento 2 dicembre 2013, il collocamento dei titoli di Stato relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali decennali.

I Btp 10 anni (ISIN IT0004953417, decorrenza 01/08/2013, scadenza 01/3/2024, tasso d’interesse annuo lordo 4,5%, data pagamento cedola 1° marzo 2014, giorni dietimi 92) sono offerti in nona tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 4,11% nell’asta dello scorso 30 ottobre.

Nella mattinata di giovedi i Btp decennali hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al 4,01%, prezzo di aggiudicazione 104,45 e rapporto di copertura 1,53 derivante da richieste per oltre 3,826 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Btp decennali: “Asta 30 dicembre 2013: Btp 5 anni e Btp 10 anni“)

Asta Bot semestrali del 27 novembre 2013

Con regolamento 29/11/2013 e sistema di collocamento dell’asta competitiva, il MEF ha disposto per mercoledi 27 novembre 2013 l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali.

I Bot 6 mesi (ISIN IT0004969454, emissione 29/11/2013, scadenza 30 maggio 2014, durata 182 giorni) sono offerti in prima tranche per un importo pari a 7 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari allo 0,629% nell’asta dello scorso 29 ottobre.

Nella mattinata di mercoledi i Bot semestrali, assegnati per l’intero importo offerto, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in discesa allo 0,539%, prezzo medio ponderato 99,728 ed hanno ricevuto richieste per quasi 12,358 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,77). Il rendimento dei Bot 6 mesi scende al rendimento semplice netto minimo dello 0,079%, secondo Assiom Forex, una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Bot 6 mesi: “Asta Bot semestrali e Ctz del 27 dicembre 2013“)

Ctz: asta del 26 novembre 2013

Per martedi 26 novembre 2013, con regolamento 29/11/2013, il MEF ha disposto il collocamento in asta marginale dei Certificati di credito del Tesoro “Zero coupon”.

I Ctz (emissione 29 novembre 2013, scadenza 31 dicembre 2015) sono offerti in prima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2,5 miliardi di euro ad un massimo di 3 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari all’1,392% nell’asta dello scorso 28 ottobre.

Nella mattinata di martedi i Ctz 24 mesi (ISIN IT0004978208), assegnati per l’importo massimo offerto (rapporto di copertura 1,68 derivante da richieste per oltre 5,048 miliardi di euro), hanno fatto segnare rendimento lordo in discesa all’1,163% e prezzo di aggiudicazione pari a 97,615.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Ctz 24 mesi: “Asta Bot semestrali e Ctz del 27 dicembre 2013“)

Causale del bonifico per spese di ristrutturazione e codice fiscale del beneficiario. Trasferimento della detrazione per vendita dell’immobile

(continua da “Detrazione Irpef per interventi di ristrutturazione edilizia, manutenzione ordinaria e straordinaria: spese ammesse e interessi passivi sul mutuo”)

Tra le varie novità introdotte dalla normativa, nel caso in cui l’unità immobiliare sia oggetto di cessione (vendita o trasferimento per atto tra vivi) prima che sia trascorso l’intero periodo di agevolazione fiscale, è stata prevista la facoltà riconosciuta al venditore di scegliere se continuare ad usufruire delle detrazioni non ancora utilizzate oppure trasferire il diritto all’acquirente/persona fisica dell’immobile (ipotesi che si realizza automaticamente in assenza di indicazioni contenute nell’atto di compravendita). In caso di decesso dell’avente diritto, invece, il bonus si trasmette per intero all’erede che conserva la detenzione materiale e diretta dell’immobile.

La detrazione per gli interventi di recupero edilizio non può essere cumulata con l’agevolazione fiscale prevista per i medesimi interventi dalle disposizioni relative al risparmio energetico.

Per fruire della detrazione è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o postale da cui risultino la causale del versamento, il codice fiscale del soggetto che paga, il codice fiscale o il numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

In particolare, dalla ricevuta del bonifico bancario o postale deve risultare con precisione il riferimento normativo inserito nella causale “bonifico per lavori di ristrutturazione ai sensi dell’art. 16-bis del D.P.R. 917/1986”; infatti le Entrate, in risposta all’interpello n. 901-184/2013 (protocollo 2013/41381), hanno escluso la validità della causale del bonifico indicante il generico riferimento al Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

La stessa risoluzione della Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate del Piemonte, tuttavia, ha ammesso il carattere descrittivo per la causale (es. “detrazione del 50% per spese di manutenzione straordinaria”) che pone l’operatore di banca o Poste in condizione di comprenderne il contenuto al fine di trattenere la ritenuta d’acconto sull’importo pagato; se invece la trattenuta non viene effettuata, l’omissione è imputabile al contribuente che, compilando il bonifico in maniera inappropriata, ha impedito la corretta codifica del versamento. Pertanto, in luogo della precisa norma, è consentita l’indicazione della disposizione che ha regolato la detrazione del 36% fino al 31/12/2011 (art. 1, legge 27 dicembre 1997, n. 449), ovvero quella che dal 1° gennaio 2012 ha prorogato a regime l’incentivo (art. 4, 1°, lettera c, decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201).

In caso il bonifico non presentasse i requisiti descritti, ai fini dell’ottenimento del beneficio fiscale, si renderebbe necessario procedere alla disposizione di un nuovo bonifico recante i dati corretti e regolare i flussi di pagamento col soggetto beneficiario (per approfondimenti sui contenuti della “risoluzione n. 55/E del 7 giugno 2012” si legga “D.L. 83/2012: detrazione 50% per intervento di ristrutturazione edilizia e bonifico”).

Le spese che non vengono liquidate a mezzo bonifico (oneri di urbanizzazione, diritti pagati per concessioni, autorizzazioni e denunce di inizio lavori, ritenute fiscali sugli onorari dei professionisti, imposte di bollo) possono essere pagate con diverse modalità.

Quando diversi soggetti sostengono la spesa ed intendono tutti usufruire della detrazione, il bonifico deve riportare il numero di codice fiscale delle persone interessate. Se il bonifico contiene indicazione del codice fiscale del solo soggetto che fino al 13/05/2011 era obbligato a presentare il modulo di comunicazione al Centro operativo di Pescara, gli altri aventi diritto devono riportare nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale indicato sul bonifico.

In aggiunta, per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali, oltre al codice fiscale del condominio è necessario indicare quello dell’amministratore o di altro condomino che effettua il pagamento.

(continua “Detrazione 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici nuovi con bonifico, carta di credito o bancomat fino al 31 dicembre 2013“)

Previsioni Euribor e Irs a novembre 2013

Giovedi scorso, facendo uso dello strumento principale della politica monetaria per la seconda volta nell’anno, la Bce ha sorpreso la maggior parte degli analisti ma non quelli di Bank of America, Ubs ed Rbs che avevano correttamente previsto il taglio del Refi all’attuale 0,25% (meno venticinque punti base), nuovo minimo storico operativo da mercoledi prossimo che si accompagnerà al taglio (di pari misura) del tasso sulle operazioni marginali di rifinanziamento (0,75%) ed allo scontato mantenimento del tasso sui depositi (0%). Durante la conferenza, nel momento allegro delle Borse europee positive, al restringimento dello spread e al raffreddamento del cambio EurUsd, Draghi ha risposto che la manovra espansiva si fondava su dinamiche dei prezzi mutate rapidamente nel breve (inflazione sotto l’1%) ma sempre al di sotto della soglia 2% nel medio termine.

Gli operatori del mercato Liffe, al termine della seduta di giovedi, hanno reagito premurandosi di abbassare al di sotto del fixing giornaliero il tasso previsto per dicembre: tuttavia tale azione, quantificata con un differenziale inferiore ad appena due centesimi, ha denunciato la scarsa fiducia riposta nella manovra espansiva in merito alla relativa efficacia sulla riduzione della frammentazione, fenomeno negativo che fa patire il rischio-Paese alle banche solide, inserite nei contesti economici più svantaggiati dell’Europa, al momento dell’accesso al mercato interbancario.

Quindi venerdi, dopo che la fissazione dell’Euribor 3 mesi a 0,217% (8 novembre 2013) aveva prodotto un ribasso giornaliero di undici millesimi insolito per gli ultimi tempi, a Londra sono state confermate le attese di benefici limitatissimi per quanti si trovano a pagare rate di mutuo indicizzato al tasso variabile.

La curva dei tassi previsti in data 08/11/2013 ricalca quasi perfettamente la stessa della settimana prima: il tasso implicito di metà dicembre (0,215%) rimane incollato al fixing, i tassi a breve  perdono meno  di quattro centesimi (0,27% a giugno 2014) e nel medio periodo le increspature di inizio settimana, conseguenti alla lettura positiva dell’indice Pmi Markit legata alla ripresa europea, sono state in gran parte compensate dalle correzioni di giovedi e venerdi.

Sul fronte tassi fissi, all’opposto, il peso delle politiche monetarie Usa sembra prevalere sulle iniziative Bce.

Nelle prime due settimane di ottobre, secondo corrette previsioni, l’Irs si era mosso in un intorno di quota 2,10%: in particolare si era notato come la perdurante tendenza al rialzo aveva subito la correzione imposta dallo scampato default americano, quando l’accordo tra repubblicani e conservatori aveva trascinato al ribasso il rendimento del T-note, del Bund e quindi l’Irs di pari misura (prima 6 e poi 4 punti base in meno nell’arco di due sedute, col parametro usato per i mutui decennali finito a 2,14% il 18 ottobre scorso).

Ma poi le titubanze della Fed, alle prese coi segnali di ripresa dell’economia Usa non troppo convincenti che rimandavano la conclusione della fase iperespansiva tra gennaio e febbraio 2014 se non oltre, avevano inviato ai maggiori gestori internazionali di portafoglio un chiaro segnale nella direzione del rallentamento delle vendite iniziate in primavera nel comparto obbligazionario che, fino a questi giorni, continua ad impedire il decollo ai rendimenti dei benchmark americano e tedesco.

Sul Bund, trascinato dal Treasury, esercita effetto indirettamente la variabile del cambio Euro-dollaro che tanto più è forte, e tanto più comprime i rendimenti. Si osservi: sulla stessa variabile cambio agisce indirettamente la politica monetaria europea ed è bene sottolineare che il raggiungimento del cross (medio) 2013 a 1,32, compatibile con le previsioni Bce su crescita e inflazione, non ha rappresentato un fattore ostativo all’assunzione della decisione di novembre sul taglio al costo del denaro (supra). In altri termini, il cambio si conferma – di fatto! – non essere un obiettivo previsto dallo statuto Bce, per quanto il suo valore venga monitorato costantemente ai fini della stabilità dei prezzi e della crescita.

Tra giovedi e venerdi, infine, l’effetto schiacciamento sul rendimento del Bund causato dal taglio al tasso di interesse sulle operazioni principali è stato più che compensato dalle nuove vendite del Treasury decennale (+0,15%) sulla scia dei dati occupazionali Usa in sorprendente salita, tanto da indurre molti analisti ad aggiornare addirittura a dicembre l’inizio della riduzione della maxi iniezione di liquidità.

E’ evidente che se i prossimi dati sul lavoro non forniranno indicazioni pienamente persuasive il QE americano sarà destinato a durare in eterno, o meglio fino allo scoppio della bolla speculativa causata dalla droga monetaria.

In conclusione: le attese delle prossime settimane, con l’esclusione dell’inizio del tapering, indicano movimenti laterali del decennale tedesco che, contemperati con la lettura dei futures, porterebbero l’Irs 10 anni ad oscillare attorno a quota 2% con andamento stabile, sostanzialmente in linea col fixing di venerdi scorso (2,06%).

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 15 novembre 2013“)

(per le previsioni del prossimo mese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a dicembre 2013“)

Asta 13 novembre 2013: Btp 3 anni, Btp 30 anni e CCTeu

Per mercoledi 13 novembre 2013, in asta marginale e con regolamento 15/11/2013, il MEF ha disposto l’emissione dei titoli di Stato relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali triennali, trentennali e relativi ai Certificati di Credito del Tesoro indicizzati all’Euribor.

I Btp 3 anni (ISIN IT0004960826, emissione 16/09/2013, scadenza 15/11/2016, tasso d’interesse annuo lordo 2,75%, data pagamento cedola 15 maggio 2014, giorni dietimi 0) sono offerti in quinta tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2,5 miliardi di euro ad un massimo di 3 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 2,25% nell’asta dello scorso 11 ottobre.

Nella mattinata di mercoledi i Btp triennali hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa all’1,79%, prezzo di aggiudicazione 102,81 e rapporto di copertura 1,8 derivante da richieste per oltre 5,403 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 30 anni (ISIN IT0004923998, decorrenza 1° marzo 2013, scadenza 1° settembre 2044, tasso d’interesse annuo lordo 4,75%, data pagamento cedola 1° marzo 2014, giorni dietimi 75) sono offerti in quarta tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1 miliardo di euro ad un massimo di 1,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 5,19% nell’asta dello scorso 11 luglio.

Nella mattinata di mercoledi i Btp trentennali hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al 4,99%, prezzo di aggiudicazione 97,17 e rapporto di copertura 1,46 derivante da richieste per oltre 2,141 miliardi di euro (assegnato un importo pari a quasi 1,468 miliardi di euro).

I CCTeu (ISIN IT0004922909, decorrenza 01/05/2013, scadenza 01/11/2018, tasso annualizzato 2,149%, spread 1,8%, tasso cedolare semestrale 1,08%, cedola in pagamento il 1° maggio 2014, giorni dietimi 14) sono offerti in undicesima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 750 milioni di euro ad un massimo di 1 miliardo di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 2,32% nell’asta dello scorso 11 ottobre.

Nella mattinata di mercoledi il rendimento lordo dei CCTeu è risultato in discesa al 2,11%, il rapporto di copertura si è attestato a 2,84 derivante da richieste per quasi 2,837 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto) ed il prezzo di aggiudicazione è stato pari a 100,10.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Btp 3 anni: “Asta 13 gennaio 2014: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 15 anni“)

(per la prossima asta dei CCTeu scadenza 2018: “Asta 30 gennaio 2014: CCTeu, Btp 5 anni e Btp 10 anni“)

(per la prossima asta dei Btp 30 anni: “Asta 13 febbraio 2014: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 30 anni“)