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Asta 30 dicembre 2013: Btp 5 anni e Btp 10 anni

Il MEF ha disposto per lunedi 30 dicembre 2013, in asta marginale e con regolamento 2 gennaio 2014, il collocamento dei titoli di Stato relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali quinquennali e decennali.

I Btp 5 anni (ISIN IT0004957574, decorrenza 02/09/2013, scadenza 01/12/2018, tasso d’interesse annuo lordo 3,5%, data pagamento cedola 1° giugno 2014, giorni dietimi 32) sono offerti in settima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 3 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 2,89% nell’asta dello scorso 30 ottobre.

Nella mattinata di lunedi i Btp quinquennali hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al 2,71%, prezzo di aggiudicazione 103,69 e rapporto di copertura 1,28 derivante da richieste per oltre 3,843 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 10 anni (ISIN IT0004953417, decorrenza 01/08/2013, scadenza 01/3/2024, tasso d’interesse annuo lordo 4,5%, data pagamento cedola 1° marzo 2014, giorni dietimi 123) sono offerti in undicesima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 4,01% nell’asta dello scorso 28 novembre.

Nella mattinata di lunedi i Btp decennali hanno fatto registrare rendimento lordo in salita al 4,11%, prezzo di aggiudicazione 103,53 e rapporto di copertura 1,34 derivante da richieste per oltre 3,36 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Btp quinquennali e dei Btp decennali: “Asta 30 gennaio 2014: CCTeu, Btp 5 anni e Btp 10 anni“)

Asta Bot semestrali e Ctz del 27 dicembre 2013

Con regolamento 02/01/2014, il MEF ha disposto per venerdi 27 dicembre 2013 l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali col sistema di collocamento dell’asta competitiva e l’emissione dei Certificati di credito del Tesoro “Zero coupon” col sistema di collocamento dell’asta marginale.

I Bot 6 mesi (ISIN IT0004981269, emissione 02/01/2014, scadenza 30/06/2014, durata 179 giorni) sono offerti in prima tranche per un importo pari a 8 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari allo 0,539% nell’asta dello scorso 27 novembre.

Nella mattinata di venerdi i Bot semestrali, assegnati per l’intero importo offerto, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in salita allo 0,827%, prezzo medio ponderato 99,59 ed hanno ricevuto richieste per 10,59 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,32). Il rendimento dei Bot 6 mesi scende al rendimento semplice netto minimo dello 0,322%, secondo Assiom Forex, una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime.

I Ctz (ISIN IT0004978208, emissione 29 novembre 2013, scadenza 31 dicembre 2015) sono offerti in terza tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 3 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari all’1,163% nell’asta dello scorso 26 novembre.

Nella mattinata di venerdi i Ctz 24 mesi, assegnati per oltre 2,63 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,48 derivante da richieste per oltre 3,903 miliardi di euro), hanno fatto segnare rendimento lordo in salita all’1,346% e prezzo di aggiudicazione pari a 97,368.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Ctz: “Asta Ctz e BTP€i 5 anni del 28 gennaio 2014“)

(per la prossima asta dei Bot 6 mesi: “Asta Bot semestrali del 29 gennaio 2014“)

Previsioni Euribor e Irs a dicembre 2013

Per l’ultimo mese dell’anno 2013 rimangono confermate le attese di mantenimento dei tassi base in Europa (Refi 0,25%) ma vengono delusi quanti si attendevano un’imminente operazione straordinaria a 9 o 15 mesi che avrebbe consentito al denaro della Bce di raggiungere l’economia reale. Le condizioni critiche di liquidità e di incertezza che condussero al varo delle ultime Ltro a 36 mesi, fortunatamente, non sussistono allo stato attuale né il direttivo della banca centrale è disposto ad assistere al ripetersi di operazioni di carry trade, sostanziatesi nel recente passato con l’acquisto di bond governativi finiti negli attivi di bilancio delle banche commerciali.

Le condizioni economiche dell’Eurozona continuano a denunciare una ripresa debole, mentre le previsioni di inflazione oltre il breve termine permangono saldamente ancorate al di sotto del cancelletto prefissato al 2%.

Come le evidenze del mese trascorso hanno pienamente confermato, lo strumento principale della politica monetaria, causa la vicinanza del tasso base allo 0%, avrebbe potuto agire poco o nulla a contrasto della lenta risalita dell’Euribor 3 mesi giunto al nuovo massimo dell’anno: fixing 0,248% in data 06/12/2013, quando l’entità della protezione rappresentata dall’eccesso di liquidità si è ridotta a circa 160 miliardi di euro. In assenza di programmi su nuove maxi iniezioni di liquidità e valutata la lieve revisione al rialzo del Pil 2014 (+0,1%) effettuata dalla Bce, giovedi scorso gli operatori del mercato Liffe hanno ricontrattato i derivati producendo increspature dei tassi previsti che sono andate ad aggiungersi a quelle scaturite dalla pubblicazione degli indici Pmi europei nella prima metà della settimana. I tassi impliciti nei futures del 6 dicembre 2013, a quota 0,285% sulla specifica scadenza di marzo 2014, delineano di nuovo una curva caratterizzata da un andamento iniziale piatto che, tradotto in termini di aspettative per coloro che pagano rate di mutuo a tasso variabile, indica una sostanziale stabilità nei pagamenti. L’Euribor 3 mesi supererà quota 1% nella seconda metà del 2016 e quota 2% nel primo trimestre del 2018.

La situazione di stallo delineata rafforza la centralità del ruolo giocato dalla Federal Reserve sul fronte dei tassi fissi.

Il mese passato le previsioni corrette dell’Irs 10 anni avevano prospettato un andamento orizzontale del tasso in oggetto, che poi ha mantenuto effettivamente una media giornaliera pari al 2,02% nelle quattro settimane passate ed un andamento uniforme se si escludono le ultime due sedute di giovedi e venerdi (fixing 2,10%) condizionate dai dati americani positivi riguardanti il settore manifatturiero, i beni durevoli, le operazioni di compravendita immobiliare, le auto, il Prodotto Interno Lordo ed il numero degli occupati.

Alla stabilità dell’Irs ha contribuito non solo la politica accomodante della Bce ma anche, in misura marginale, l’operato dell’agenzia di rating Standard & Poor’s: la conferma del miglior giudizio per la Germania ed il contestuale declassamento per l’Olanda hanno assicurato la continuità degli acquisti del Bund per quegli organismi di investimento del risparmio che si obbligano a selezionare titoli sovrani di affidabilità massima.

Chiusa la parentesi europea, l’attenzione torna ad essere puntata sulla Fed che, in presenza di un aumento dell’input lavoro, potrebbe dare inizio alla fase di drenaggio della liquidità in grado di innescare le aspettative rialziste già dal vertice del 17 dicembre. A ruota salirebbero rendimento del decennale tedesco e tassi Irs.

Al fine di conservare gli equilibri di bilancio altrimenti messi a rischio da un vigoroso rialzo dei rendimenti che farebbe perdere valore ai Treasury acquistati, la banca centrale americana ha già fatto sapere che i tassi di interesse rimarranno bassi anche con l’inizio del tapering: questa strategia, comunicata in anticipo e resa credibile ai mercati dalla presenza del futuro presidente Janet Yellen considerata “colomba” della politica espansiva ancor più di quanto sia stato Bernanke, condizionerebbe solo marginalmente il tratto a lungo della curva ma impedirebbe comunque una brusca salita dei tassi che possono essere stimati in crescita rispetto ai valori correnti nell’ordine dello 0,2% mensile, proprio come accadde all’Irs 10 anni dalla seconda metà di maggio alla seconda metà di giugno quando passò dall’1,6% all’1,8%.

Ma la reazione degli operatori ai dati dell’occupazione americana di venerdi, piuttosto significativa, suggerisce maggiore moderazione sulla tempistica delle aspettative al rialzo: il dato quantitativo, pure se in crescita, non ha centrato l’obiettivo disoccupati al di sotto del 6,5% e quindi è stato giudicato insufficiente a determinare la ferma presa di posizione delle autorità di politica monetaria a stelle e strisce. Tutto ciò ha generato cautela sostanziatasi nella conferma del rendimento del Treasury a 2,86% e nella lieve diminuzione del rendimento del Bund, sceso a 1,84% (-0,02%).

Pertanto se la Fed rimanderà al 2014 la decisione sul ritiro del programma di acquisto mensile di bond governativi, ipotesi al momento più probabile, le prossime settimane saranno caratterizzate da livelli stabili del tasso fisso Irs 10 anni attorno a quota 2,1% come da risultanze dei futures sul Bund segnalati sul mercato Eurex poco sopra quota 140.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 13 dicembre 2013“)

(per le previsioni del mese prossimo sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a gennaio 2014“)

Bot 12 mesi: asta 11 dicembre 2013

Per mercoledi 11 dicembre 2013, con regolamento 13/12/2013, il MEF ha disposto l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro annuali col sistema di collocamento dell’asta competitiva.

I Bot 12 mesi (ISIN IT0004981251, emissione 13/12/2013, scadenza 12/12/2014, durata 364 giorni) sono offerti in prima tranche per un importo pari a 5,5 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari allo 0,688% nell’asta dello scorso 12 novembre.

I Bot annuali, nella mattinata di mercoledi, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in salita allo 0,707% e prezzo medio ponderato 99,290; la domanda è stata pari a quasi 8,96 miliardi di euro e il bid-to-cover si è attestato a 1,63 (assegnato l’intero importo offerto).

Il rendimento semplice lordo scende al rendimento semplice netto minimo dello 0,317% una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime secondo Assiom Forex.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per l’asta Bot 1 anno del mese prossimo: “Bot 12 mesi: asta 10 gennaio 2014“)

Detrazione 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici nuovi con bonifico, carta di credito o bancomat fino al 31 dicembre 2013

(continua da “Causale del bonifico per spese di ristrutturazione e codice fiscale del beneficiario. Trasferimento della detrazione per vendita dell’immobile”)

Per un elenco esemplificativo degli interventi ammessi ai fini della detrazione, riguardanti sia le singole unità abitative che le parti condominiali, è possibile fare riferimento alla fonte dell’Agenzia delle Entrate.

In aggiunta alla proroga al 31/12/2013, il decreto n. 63/2013 ha introdotto la detrazione dall’Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici nuovi di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), purché lo stesso acquisto sia finalizzato all’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione e la relativa spesa documentata sia stata sostenuta dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2013.

Rientrano tra i mobili agevolabili, ad esempio, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi e apparecchi di illuminazione che costituiscono necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Non sono agevolabili, al contrario, porte, pavimentazioni (es. parquet), tende, tendaggi ed altri complementi di arredo.

Rientrano tra i grandi elettrodomestici, ad esempio, frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici ed apparecchi per il condizionamento.

La detrazione, calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 10.000 euro riferito alle spese complessivamente sostenute, va ripartita tra gli aventi diritto in 10 quote annuali di pari importo. Detto limite si applica alla singola unità immobiliare, comprensiva di pertinenze, o alla parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione, ma il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su diverse unità immobiliari avrà diritto altrettante volte al beneficio.

L’intervento di recupero del patrimonio edilizio è individuato sia per la manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo su singole unità immobiliari residenziali come anche su parti comuni di edifici residenziali, sia per la manutenzione ordinaria sulle sole parti comuni dell’edificio residenziale.

Le Entrate sottolineano che la detrazione per gli arredi interni alla propria unità immobiliare non è consentita se sono oggetto di ristrutturazione le sole parti condominiali: in quest’ultimo caso il beneficio è concesso pro-quota ai condomini unicamente per i beni acquistati al fine di arredare le stesse parti comuni (es. guardiola o appartamento del portiere, oppure sala adibita a riunioni condominiali o lavatoio), oltre che per i lavori sulle parti in comproprietà (sempre pro-quota).

L’acquisto di mobili o di grandi elettrodomestici è agevolabile anche se i beni sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio.

Ai fini della detrazione è indispensabile che la data di inizio lavori sia anteriore a quella in cui vengono sostenute le spese (nel periodo tra il 6 giugno 2013 ed il 31 dicembre 2013, come sopra indicato) per l’acquisto di mobili nuovi e grandi elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni), per le apparecchiature per le quali è prevista l’etichetta energetica. Per gli elettrodomestici che ne sono sprovvisti, l’acquisto è agevolato solo se per essi non è ancora previsto l’obbligo di etichetta energetica.

La data di avvio dei lavori può essere dimostrata utilizzando le eventuali abilitazioni amministrative o comunicazioni richieste dalle norme edilizie oppure la comunicazione preventiva all’Asl; la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà (autocertificazione ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. 445/2000), invece, costituisce prova per quei lavori in relazione ai quali non sono necessarie comunicazioni o titoli abitativi.

Tra gli oneri detraibili vi sono le spese di trasporto e montaggio dei beni acquistati.

Al pari dei lavori di ristrutturazione, la detrazione per gli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici e per le relative spese di trasporto e montaggio dei beni spetta se i pagamenti vengono effettuati a mezzo bonifico bancario o postale con indicazione di:

–        causale del versamento (la stessa utilizzata da banche e Poste per i bonifici relativi ai lavori di ristrutturazione agevolati fiscalmente);

–        codice fiscale del beneficiario della detrazione;

–        numero di partita Iva o codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.

In caso di pagamento a mezzo carta di credito o carta di debito, la data di pagamento è individuata nel giorno di utilizzo della carta come indicato nella ricevuta di transazione.

Diversamente, non è possibile effettuare il pagamento mediante assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

E’ necessario conservare tutta la documentazione relativa alla transazione, alla ricevuta di pagamento con bonifico o carta bancomat o carta di credito ed annesso carteggio di addebito in conto corrente, alla fattura indicante natura, qualità e quantità dei beni e servizi acquistati.