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Previsioni Euribor 3 mesi del 16 gennaio 2015

La settimana trascorsa, priva di particolari spunti sul mercato interbancario fino alla seduta di venerdi che anticipa la pioggia di liquidità in arrivo, ha riservato invece grandi sorprese in termini di aspettative sui tassi di interesse.

Anzitutto non ha avuto conseguenze sui derivati di Londra il benestare della Corte di Giustizia Ue sul programma Omt della Banca centrale europea, occasione che ha fornito a Mario Draghi la possibilità di lasciar intendere nuovamente la predisposizione Eurotower alle operazioni in titoli pubblici.

Il prossimo giovedi 22, dopo la riunione del consiglio direttivo, potrebbero essere annunciati il Quantitative Easing e le relative modalità di compimento immediato, o forse l’effettiva realizzazione del programma slitterà per alcune settimane in attesa che si verifichino gli eventi di periferia: se infatti dalle urne elleniche dovessero emergere le condizioni di default della Grecia, sinora scongiurato con due prestiti di salvataggio, nel corso delle operazioni di acquisto titoli si materializzerebbe progressivamente la possibilità che la Banca centrale incorpori pezzi di carta quasi privi di valore. La Germania, principale partecipante al capitale Bce attraverso la propria banca centrale nazionale, ovviamente non gradirebbe essere lo Stato membro che sopporta il maggior rischio accollato.

Giovedi scorso, invece, i tassi future ricompresi entro le scadenze 2018 hanno subito tagli fino a quattro centesimi: con una svolta epocale nelle previsioni dei tassi variabili, l’Euribor 3 mesi è stato visto negativo dopo la duplice decisione della Svizzera di tagliare ulteriormente il tasso di interesse (per proteggersi dall’apprezzamento della valuta elvetica) e abbandonare la soglia minima dell’euro su franco, barriera difficile da sostenere negli ultimi tempi per la continua discesa della moneta unica ma soprattutto irrealizzabile alla vigilia della manovra espansiva per la limitatezza delle riserve di franchi da vendere sul mercato. La mossa della banca centrale svizzera, in pratica, è stata letta dalle piazze finanziarie come il segnale ultimo e decisivo per il via libera all’espansione monetaria europea in grande stile.

In termini di previsioni sul Liffe del 16 gennaio 2015, quando l’Euribor 3 mesi precipita a 0,06%, Eurostat conferma la deflazione a dicembre e gli operatori compiono piccoli aggiustamenti, sono visibili l’avvicinamento dei tempi di esecuzione della manovra, che fa scendere il tasso allo 0,025% per metà marzo, e la crescita delle dimensioni del fenomeno che azzera il parametro più usato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile nella seconda metà dell’anno (sei centesimi sotto il fixing).

Limature fino a quattro centesimi mercoledi oltre il breve termine, quando la produzione industriale nell’eurozona di novembre è stata rilevata da Eurostat in crescita rallentata sul mese precedente, hanno contribuito ad abbassare il tasso attorno allo 0,2% per fine 2017 (cinque p.b. sotto il dato di venerdi scorso).

Venerdi costo base dei mutui indicizzati all’Euribor 1 mese quasi nullo: 0,002%; Euribor 6-12 mesi fissati a 0,152% e 0,299% (fonte dati: Aritma). Brevissimo negativo fino a giovedi, quando i depositi overnight sono stati utilizzati per 62 miliardi di euro (ed i conti correnti per 229).

Mercoledi prossimo rimborsi volontari Ltro per quasi 13,9 miliardi di euro complessivi. Diventano alte le probabilità che il grosso della parte rimanente della tranche 2011 possa essere restituito alla scadenza del 29 gennaio.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi e Irs del 23 gennaio 2015”)