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Previsioni Euribor e Irs a novembre 2011 dopo il taglio dei tassi di riferimento dello 0,25%. E’ arrivato super Mario?

Le ultime settimane, caratterizzate da vicende legate alla soluzione della crisi del debito pubblico fra Paesi europei, non avevano portato novità in grado di influenzare sensibilmente l’andamento dell’Euribor 3 mesi.

Sul più importante tasso interbancario, principalmente, avevano pesato le frizioni tra banche commerciali disposte a parcheggiare liquidità presso la Bce, piuttosto che scambiare con altri istituti ritenuti “a rischio”: il volume dei depositi remunerati sotto costo, dal 18 ottobre al 3 novembre, era cresciuto in maniera quasi lineare portandosi da 172 miliardi di euro a quota 275, chiaro segnale di una liquidità distribuita in maniera non ottimale, seppur abbondante.

Ma poi, nel primo pomeriggio di giovedi, è arrivata a sorpresa la notizia del taglio di tutti i tassi base (-0,25%) operato con decisione unanime dai membri del board Bce presieduto da Mario Draghi, appena insediato e subito capace di fornire chiara dimostrazione di indipendenza dalla linea politica seguita dal suo predecessore: è stato fissato così all’1,25% il tasso d’interesse sui rifinanziamenti principali, al 2% quello sui rifinanziamenti marginali e allo 0,5% il tasso sui depositi, affinché le banche commerciali abbiano più facilità a rifornirsi di denaro (sia in asta che nelle operazioni di “emergenza”) e minor attitudine a scaricare costi sulla clientela rappresentata da privati ed imprese richiedenti mutui ed altre forme di finanziamento a tasso variabile, ed abbiano meno convenienza ad immobilizzare i capitali presso la Bce (a tutto vantaggio del transito di denaro per i circuiti interbancari).

L’effetto immediato è stato l’adeguamento dell’Euribor 3 mesi alle nuove condizioni di costo base, ovvero la repentina discesa (dall’1,58% del 3 novembre all’1,488% del giorno successivo venerdi 4 novembre 2011) del principale tasso interbancario che a metà della settimana prossima giungerà vicino all’1,25% (il tasso ufficiale di riferimento entrerà in vigore mercoledi 9).

Anche le previsioni sui tassi Euribor 3 mesi, impliciti nei futures sul mercato londinese del Liffe, si sono prontamente adeguate con l’abbassamento dei valori su tutte le scadenze (valori del venerdi precedente in azzurro): l’andamento del tasso, in base ai derivati contrattati dagli operatori il 04/11/2011, dovrebbe proseguire in discesa e risentire di un ulteriore taglio di un quarto di punto del costo del denaro a marzo dell’anno prossimo (P/T atteso all’1%), toccare il minimo a settembre 2012 (1,06%) e poi risalire.

Confermati i dati macro deboli e l’inflazione dell’Eurozona vicina al 3%, ben al di sopra del 2% fissato come obiettivo, la decisione della Bce è stata motivata dall’esiguità dell’inflazione core (1,6% ottobre) che esclude le componenti più volatili dell’energia, dalla crescita economica molto modesta o lieve recessione attesa nell’ultima parte del 2011 e dal rallentamento previsto dell’inflazione che dovrebbe scendere sotto al 2% entro la fine dell’anno prossimo.

Secondo studi accademici, al di là dell’euforia del momento registrata da azioni e cambi, la mossa di Draghi potrebbe non avere effetto benefico per un Paese in difficoltà, la cui condizione di rischio-Stato (misurata dallo spread col Bund) alimenterebbe il costo di finanziamento sul mercato sostenuto dalle banche in relazione a problematiche nuove emissioni obbligazionarie, e quindi imporrebbe agli stessi istituti l’applicazione in parallelo di condizioni onerose per l’accesso al credito da parte di famiglie e imprese, in tal modo beneficiarie solo potenziali del taglio del tasso di riferimento: il risultato finale sarebbe la perdita di controllo dell’inflazione (Francesco Giavazzi, fonte IlSole24Ore.com). Se ciò dovesse dimostrarsi vero, considerati i recenti atteggiamenti di insofferenza agli interventi di sostegno per i Paesi periferici estranei al compito istituzionale della Bce che opera in autonomia dai governi – espressioni manifestate in particolare dai Tedeschi attenti ai danni cagionati dall’inflazione sul loro settore manifatturiero nonché alle differenze di ricchezza pro-capite posseduta dai cittadini degli Stati membri – per il sistema della moneta unica potrebbe essere game over.

Di certo il taglio operato con lo strumento principale della politica monetaria incide sulla prima parte della curva, all’incirca fino agli IRS a 2 e 3 anni che, difatti, si sono mossi al ribasso. Per il parametro preso a riferimento quando le banche erogano mutui a tasso fisso, invece, le scadenze più lunghe risentono poco o nulla della mossa espansiva, mentre grande efficacia riveste il rendimento del decennale governativo tedesco, influenzato anche dalle Borse nell’immediato.

Il Bund, nonostante le operazioni di vendita nelle ultime settimane per via del rendimento reale negativo, era sceso ad offrire l’1,8% dopo l’annuncio del referendum in Grecia che aveva di nuovo generato acquisti di qualità e fuga dalla periferia; andamento opposto veniva seguito dal Btp 10 anni al 6,2% (spread allargato a 440 punti, poi a quota 453 a fine settimana) a causa dell’assenza di importanti acquirenti della carta italiana, esclusa la Bce.

Le prospettive economiche fosche e le attuali idee negative degli operatori di mercato in merito all’imminente fallimento della Grecia riporterebbero il governativo tedesco ai massimi e forse oltre, impedendo così la crescita del tasso Irs sul tratto intermedio della curva nelle prossime settimane.

(per le previsioni Euribor 3 mesi del prossimo venerdi 11 novembre 2011 si veda http://www.questidenari.com/?p=5596)

(per le previsioni Euribor 3 mesi e Irs del 9 dicembre 2011, successive al nuovo taglio del costo del denaro, si legga http://www.questidenari.com/?p=5795)

Tassi fermi per la Bce. Le previsioni Euribor e Irs a ottobre 2011

Più che la ripresa economica europea ridotta ai minimi termini, col rischio di ricaduta in recessione, poté l’inflazione galoppante a settembre, flash al 3% contro il 2,5% atteso.

E con le ultime parole di J.C. Trichet, a un passo dal commiato dalla presidenza Bce ma ancora deciso a confermare l’impronta della politica monetaria, non potevano che restare congelati i tassi di riferimento anche nel mese di ottobre: P/T all’1,5%, tasso sui depositi allo 0,75% e quello sui rifinanziamenti marginali al 2,25%.

Smentiti per questo mese, in tal modo, quegli operatori e analisti che davano per cosa fatta il taglio di un quarto di punto, o addirittura dello 0.5%, come necessario sostegno all’economia europea impantanata nella crisi del debito pubblico, piaga di alcuni Paesi “periferici” ma pure – di riflesso – fonte di dubbi per i governanti degli Stati virtuosi circa la permanenza nel sistema della moneta unica.

Come ha spiegato Trichet, la liquidità continuerà ad essere erogata alle banche commerciali dall’istituto centrale attraverso le aste aggiuntive con durata a 12 e 13 mesi di ottobre e dicembre; inoltre, continueranno fino a giugno 2012 le aste a 3 mesi con volume illimitato.

L’insieme delle decisioni immediate e prossime, compresa quella derivante dalla partenza a novembre del nuovo piano di acquisti (sul mercato di prima emissione e sul secondario) relativi alle obbligazioni bancarie garantite (covered bond), ha agevolato la stabilità dei tassi Euribor (scadenza trimestrale a 1,566% venerdi scorso); al tempo stesso, le scelte effettuate hanno determinato il ravvedimento delle previsioni per gli operatori di mercato che, a partire dai momenti successivi alla conferenza stampa di giovedi scorso, hanno ricontrattato subito i derivati future sull’Euribor 3 mesi: ne è seguito un deciso rialzo dei tassi impliciti sul Liffe misurato nell’ordine dei 15-20 centesimi fino al 2013, appena limato il giorno successivo.

Rispetto alla settimana precedente rimane confermato l’andamento parabolico nel tempo dei tassi Euribor 3 mesi previsti, in ribasso sulle scadenze più ravvicinate; il taglio di un quarto di punto al costo del denaro viene traslato a marzo dell’anno prossimo ed il punto di minimo (1,19% a settembre 2012) rimane lontano, sospinto dalle notizie sul default di una Grecia perennemente a rischio in quanto al beneficio dell’ottenimento delle tranche di finanziamento di volta in volta stanziate sulla base degli impegni assunti con Bce, Ue e Fmi.

Il comportamento manifestato dai tassi previsti Euribor la scorsa settimana ha influenzato anche i tassi Irs sulle scadenze a 2 e 3 anni, mentre l’Irs 10 anni è salito in maniera impercettibile. Senza dimenticare che Trichet ha confermato l’attuale continuità del piano di acquisto dei titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona in difficoltà, e la continuità futura garantita dal fondo “salva-Stati”, rispetto al mese scorso si assiste all’aumento dell’Irs per le durate inferiori a 15 anni e alla diminuzione per le durate superiori.

Il parametro decennale, principalmente, viene influenzato dal Bund 10 anni che la settimana scorsa ha viaggiato sopra quota 1,9%, ancora al di sotto del livello dell’inflazione; è questo uno dei motivi per cui si ritiene che il governativo tedesco possa essere venduto nelle settimane a seguire, e che il suo rendimento trascini l’Irs al rialzo. Al solito, non vanno escluse le sorprese che riserverà la situazione socio-economica e che potrannno alimentare il fenomeno “fly to quality” di richiesta del bene rifugio, causa del movimento opposto di discesa dei tassi.

(per le previsioni Euribor 3 mesi del 14 ottobre 2011: http://www.questidenari.com/?p=5350)

(per le previsioni Euribor 3 mesi e Irs al 4 novembre 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=5544)

Previsioni Euribor e Irs a settembre 2011

Come era stato previsto dagli operatori sul mercato dei capitali, e come è ancora visibile nelle risultanze estrapolate dai derivati futures sull’Euribor 3 mesi oggetto di contratto al giorno 09/09/2011, il costo base del denaro rimane fermo anche nel mese di settembre. La Bce ha confermato giovedi scorso il tasso di riferimento all’1.5%, il tasso sui finanziamenti marginali al 2.25% e quello sui depositi allo 0.75%.

La decisione deriva dalla constatazione di una crescita economica modesta nell’Eurozona e dal conseguente minor rischio di registrare fenomeni in grado di alimentare la spirale inflazionistica, anche se l’aumento dei prezzi nei prossimi mesi è stimato nuovamente al di sopra della soglia di attenzione del 2% fissata dall’istituto centrale.

La liquidità, ancora abbondante nel circuito bancario europeo, non crea diffusi problemi di fornitura agli istituti di credito: e difatti il passo dell’Euribor 3 mesi sembra essersi stabilizzato con l’avvicinamento al costo del denaro (fixing 1,53% al 9 settembre 2011; per la stessa scadenza il tasso interbancario era stato quotato all’1,55% un mese prima). Ciononostante, la Bce ha dichiarato la propria disponibilità a realizzare eventuali ulteriori “iniezioni” nel sistema per favorire gli investimenti delle imprese: gli operatori di mercato, in tal modo, sono divenuti ancora più fiduciosi sul prossimo abbassamento dei tassi di interesse e poco sensibili alla volontà della stessa banca centrale di rispettare l’obiettivo istituzionale in materia di inflazione.

Il tasso Euribor 3 mesi atteso sul Liffe, già da alcune settimane, segue un andamento al ribasso sulle prossime scadenze che porta al punto di minimo di metà 2012 (0,95%); a partire da settembre dell’anno prossimo, invece, i tassi ricomincerebbero a descrivere una curva inclinata positivamente. Ciò significa che, nelle previsioni degli operatori sul mercato londinese rafforzate dalle ultime parole di Trichet, la Bce tornerebbe presto sui propri passi tagliando i due ritocchi del costo del denaro da 0.25% ciascuno operati nella prima metà dell’anno corrente.

Gli acquisti dei titoli di Stato, nell’ultimo mese, hanno continuato ad interessare il decennale tedesco Bund, sempre più considerato bene rifugio come accade per i richiestissimi oro e franco svizzero. La domanda, ovviamente, ha spinto in alto i prezzi sino a presentare rendimenti inferiori al tasso d’inflazione (2.5% in agosto): tradotto in lettere significa che l’investitore, per i prossimi dieci anni, si accontenta della sola tranquillità di vedersi restituire il capitale (di sicuro il Bund all’1.9%, forse l’inflazione al 2% annuo) perché non ripone la minima fiducia nella crescita economica di una qualsiasi attività imprenditoriale. Sinora si è registrato un duraturo appeal del Bund che avrebbe dovuto essere temporaneo e non lo è stato, e chissà per quanto ancora saranno registrati rendimenti reali negativi.

Contribuiscono ad allontanare il tempo del ritorno alla normalità l’angoscia per la tragedia greca e la brillantezza della commedia all’italiana, rimarcata dagli osservatori internazionali ai quali non è sfuggita la rilassatezza della politica dopo il pronto soccorso prestato dalla Bce con l’acquisto dei Btp (Hans-Werner Sinn); a seguire: l’ammonimento all’Italia sul sostegno alle obbligazioni pubbliche che “non è scontato” (Mario Draghi), la puntualizzazione sulle “esitazioni” in materia di risanamento dei conti pubblici (J.C. Trichet), e le dimissioni dal board della Bce per opinioni divergenti sulle politiche di sostegno ai titoli governativi dei Paesi in difficoltà (Jurgen Stark).

Se la speculazione prima, e la paura dopo, aggrediscono i titoli di Stato come prima dell’introduzione della moneta unica venivano aggredite le valute, gli effetti negativi sono rappresentati dai livelli sempre più alti di spread e Cds (giorni fa è arrivato al 4,45% il costo sostenuto dall’investitore in Btp per assicurarsi contro il rischio di insolvenza dell’Italia).

Rovescio della medaglia positivo per i mutuatari che si interrogano sulla prossima scelta del tasso, invece, è la discesa dell’Irs decennale parametrato al rendimento del Bund, anch’essa prevista nel mese scorso. Le quotazioni del tasso sono in calo per tutte le scadenze al 9 settembre.

(per le previsioni Euribor 3 mesi del 16 settembre 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=5133)

(per le previsioni sui tassi Irs ed Euribor del mese di ottobre 2011: http://www.questidenari.com/?p=5272)

Costo del denaro fermo ad agosto 2011: le aspettative sui tassi Euribor e Irs

La stabilità del tasso base deciso dalla Bce, fermo all’1,5% nel mese di agosto, non deve essere intesa come un rallentamento dell’attività esercitata dall’istituto europeo. La banca centrale rimane vigile sull’inflazione, stimata per quest’anno sempre al di sopra della soglia di attenzione del 2%, e resta impegnata nel programma mai interrotto di acquisto dei titoli di Stato, come dichiarato da Trichet.

Solo che stavolta, in aggiunta ai consueti acquisti dei governativi di Grecia, Irlanda e Portogallo, ad essere oggetto delle operazioni di sostenimento dei prezzi da parte della Bce saranno pure i Bonos spagnoli e – fatto inquietante – i nostri Btp.

I tassi sul mercato secondario, prima ancora dei rendimenti fissati nelle ultime aste del Tesoro, parlano chiaro: nella mattinata di venerdi, il differenziale di rendimento tra decennali italiani e tedeschi ha raggiunto i 414 basis points, col rendimento dei Btp al 6,34% che ha segnato il picco massimo dall’introduzione della moneta unica. E per chi non lo ricordasse, la soglia di rendimento che aveva indotto Grecia e Irlanda a lanciare l’S.O.S., impossibilitate come erano a finanziarsi autonomamente sul mercato, era stata pari al 7%.

Se Italia, Spagna e – marginalmente – Francia diventano bersaglio della speculazione, anche per via delle paure americane sul debito pubblico che allontanano il miraggio della “locomotiva” trainante l’economia europea, e se permangono dubbi sull’effettiva capacità operativa del fondo Efsf di salvataggio dei Paesi periferici, la via d’uscita non può che essere la crescita della produzione interna ad ogni singolo Stato membro.

La Bce, consapevole di giocare un ruolo molto debole in questo contesto, comunica la realizzazione, per la prossima settimana, di un’operazione supplementare di liquidità attraverso l’asta di rifinanziamento del sistema bancario – con scadenza 1° marzo 2012 – per importi illimitati.

La prossima iniezione di denaro dovrebbe abbassare le tensioni tra operatori di mercato e tenere a bada i tassi interbancari; e difatti l’Euribor chiude con sensibile ribasso su tutte le scadenze, portando venerdi a 1,564% il fixing sul periodo trimestrale (dall’1,602% del giorno prima, valore in linea con quelli stabili delle ultime settimane):

Tutti i problemi delineati, in aggiunta alle preoccupazioni sui prezzi dell’energia e delle materie prime, rendono pessimisti gli operatori sul Liffe di Londra impegnati a contrattare derivati.

I future sull’Euribor 3 mesi, alla chiusura di venerdi 5 agosto 2011, restituiscono tassi impliciti che indicano una tendenza insolita per gli ultimi tempi: non solo il valore di metà agosto (1,5%) si presenta inferiore all’Euribor attuale, ma la spinta al ribasso assume carattere talmente marcato da invertire la pendenza della curva dei tassi attesi, negativa fino a metà dell’anno prossimo (1,25%). E’ evidente che, per gli operatori di mercato, le attuali condizioni critiche del sistema economico e finanziario perdureranno ancora per molti mesi e renderanno irrealizzabile il terzo rialzo del costo base del denaro entro quest’anno, mentre un miglioramento è atteso solo a partire da settembre del 2012. Aspettative invariate rispetto alla settimana prima, invece, a partire dalla fine del 2014.

Sul fronte tassi fissi, nel frattempo, si è assistito alle performance del Bund asso pigliatutto che ha delineato scenari di mercato impensabili fino a poche settimane fa, quando si ribadiva da più parti l’estemporaneità del fenomeno “fly to quality”.

Volano gli acquisti dei titoli tedeschi, sino a deprimerne i rendimenti al di sotto del tasso di inflazione; con l’accortezza che il fenomeno attuale porta con sé il rischio di un ritracciamento rapido e profondo, si segnalano in rialzo anche le previsioni sull’Eurex del future sul Bund-10 anni al giorno 05/08/2011. In particolare

– settembre 11: 130,87 (era 129,1 all’11 luglio scorso)

– dicembre 11: 129,44 (era 127,66 all’11 luglio scorso)

– marzo 12: 131,03.

Assieme al rendimento del Bund, scende pure l’Irs a scadenza 10 anni fissato al 3,05% in data 05/08/2011 (era al 3,19% all’11 luglio scorso, quando si registravano valori superiori per tutte le scadenze):

Fino al momento in cui non sarà stata trovata soluzione radicale alla crisi dei Paesi europei, per ora aiutati con interventi superficiali, il Bund continuerà ad essere acquistato massivamente ed i tassi fissi proseguiranno il loro trend in discesa, al pari di quanto si prevede per i tassi variabili.

(per le previsioni sui tassi Euribor 3 mesi al 12 agosto 2011 si veda http://www.questidenari.com/?p=4904)

(per le previsioni sull’Euribor e sull’Irs al 9 settembre 2011: http://www.questidenari.com/?p=5064)

Euribor e Irs dopo il secondo aumento del costo del denaro: le previsioni sui tassi a luglio 2011

Ampiamente prevista dai mercati, è giunta a luglio la seconda mossa annuale della Bce sui tassi base: tasso ufficiale di riferimento all’1,5% (secondo incremento da un quarto di punto, dopo quello di aprile scorso), tasso sui depositi e tasso marginale rispettivamente a 0,75% e 2,25%. L’Euribor, che aveva già inglobato quest’ultimo ritocco, non ha fatto altro che proseguire nel modo consueto la propria salita (scadenza trimestrale fissata a 1,601% ieri, nella giornata di lunedi 11 luglio 2011):

Con le parole pronunciate durante la conferenza, Trichet ha spiegato che la decisione di politica monetaria restrittiva deriva dalla necessità di contenimento dell’inflazione nell’Area Euro, ancora attestata ben oltre il “cancelletto” del 2% fissato come obiettivo istituzionale. Il consueto riferimento allo stretto monitoraggio della Bce lascia intendere che un nuovo rialzo è possibile, anche se non imminente: il messaggio, interpretato dagli operatori sui derivati futures con la restituzione di tassi attesi, si è sostanziato in un contesto che vede il mantenimento delle previsioni (rispetto a quelle di dieci giorni prima) per le sole prossime scadenze fino a settembre 2011 e la riduzione drastica di tutti i successivi valori, con relativo spostamento all’anno successivo del superamento della soglia dell’1,75%.

La tabella ed il grafico successivi (tassi attesi sull’Euribor 3 mesi dal mercato Liffe in data 11/07/2011, paragonati a quelli del 1° luglio) evidenziano i sensibili cambiamenti nelle previsioni fino a giugno 2017:

Le difficoltà previsionali aumentano sul fronte dei tassi fissi.

Sembra destinata a durare più del previsto la fase di acquisto del Bund, porto sicuro nelle acque di un’Europa che non trova pace nonostante gli interventi d’emergenza di Ue, Bce e Fmi a sostegno dei Paesi periferici. Sul mercato Eurex il governativo tedesco potrebbe aver aperto una nuova fase rialzista; ecco il future sul Bund-10 anni alla chiusura del giorno 11/07/2011:

Set-11: 129,1 (era 125,93 al 10 giugno)

Dic-11: 127,76 (era 124,58 al 10 giugno).

Nelle settimane a seguire, è difficile pensare ad un tasso Irs in sostanziosa salita. In particolare la scadenza decennale al fixing di lunedi 11 luglio 2011, parametrata al Bund di pari periodo, scende al 3,19%:

In definitiva, le previsioni risultano in peggioramento per chi intende finanziare l’acquisto della casa col mutuo a tasso variabile, in miglioramento per chi intende avvalersi del mutuo a tasso fisso. Tuttavia la differenza tra un tasso variabile (es. trimestrale) ed un tasso fisso su durata ventennale è pari quasi al 2% in ipotesi di invarianza dello spread applicato dalla banca: tradotto in termini di rata mensile per un importo erogato pari a 150mila euro, la maggiorazione di circa 250 euro per la scelta della “tranquillità” rimane molto consistente e lascia accordare di nuovo preferenza alla prima soluzione.

(per le previsioni aggiornate al venerdi 15/07/2011 sui tassi Euribor 3 mesi fino al giugno 2017 si legga http://www.questidenari.com/?p=4673)

(per le previsioni sui tassi Euribor e Irs del 5 agosto 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=4830)

Euribor e Irs: le previsioni a giugno 2011

Col mantenimento del tasso di rifinanziamento pronti contro termine a 1,25%, dei tassi sui depositi e prestiti overnight rispettivamente a 0,50% e 2%, e con la precisazione che le condizioni ottimali di liquidità continueranno ad essere assicurate dalle aste a tasso fisso per i finanziamenti a uno e tre mesi e a rubinetto per i finanziamenti settimanali, giovedi scorso il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha ribadito che il livello di vigilanza sull’inflazione dell’Area Euro rimane alto.

Tanto è vero che gli economisti della Bce stimano l’inflazione europea in crescita tra il 2,5% ed il 2,7% quest’anno, come pure il Prodotto Interno Lordo in salita fra l’1,5% ed il 2,3%; i tassi Euribor, sulla scorta di queste indicazioni, hanno potuto proseguire il loro cammino in rialzo (Euribor 3 mesi fissato al massimo annuale dell’1,469% al 10 giugno 2011):

Gli operatori di mercato (istituzionali e privati), per questo mese, avevano individuato correttamente le intenzioni di Trichet di mantenere invariato il costo base del denaro; se dovessero rivelarsi corrette anche le altre previsioni derivanti dai future sull’Euribor 3 mesi quotati sul Liffe, i tassi impliciti pari a 1.565% per luglio 2011, 1.78% per novembre 2011 e 2.055% per settembre 2012 starebbero a significare che, riguardo ai successivi ritocchi (da 0,25% ciascuno) operati dalla Bce sul tasso base, due rialzi si verificherebbero durante l’anno corrente, mentre per l’ultimo rialzo occorrerebbe attendere la seconda metà dell’anno prossimo:

La curva delle previsioni Euribor, più bassa in confronto alla stessa tracciata un mese fa, indica una correzione delle aspettative passate degli operatori improntate ad eccessivo ottimismo: l’ultima conferma viene dalla pubblicazione dei dati sui prezzi al consumo in Germania dove l’inflazione, scesa al 2.3% il mese scorso contro il 2.4% di aprile, segna il primo declino negli ultimi 8 mesi. Rispetto al mese di maggio, il valor medio dell’Euribor trimestrale al 3% verrebbe traslato al dicembre 2014 (anziché verificarsi a marzo dello stesso anno).

Sul piano dei rendimenti a medio-lungo termine, il mese trascorso è stato caratterizzato dalle decisioni dei money manager influenzate più dall’avversione al rischio che dai fondamentali macroeconomici.

Hanno tenuto banco, in particolare, i dubbi sulle possibili modalità di ristrutturazione del debito pubblico della Grecia, in contrapposizione alla soluzione estrema di uscita dello Stato sovrano dall’Euro Zona (non molto realistica, considerata la volontà della Bce di normalizzare al più presto la politica monetaria, ma ben segnalata dall’allargamento degli spread relativi ai bond governativi dell’Area Euro e dal nuovo aumento di costo dei Credit Default Swap – fonte: IlSole24Ore.com).

Il rifugio del Bund, in tal modo, ha depresso i rendimenti del decennale tedesco sino a portarli pericolosamente vicini al tasso d’inflazione – situazione non sostenibile nel lungo termine, ovviamente. Ulteriori indicazioni vengono dal future sull’Euro Bund-10anni che al 10 giugno 2011 sul mercato Eurex continua a manifestare andamento al ribasso per le scadenze di settembre e dicembre:

settembre 11: 125,93 (era 123,98 un mese fa)

dicembre 11: 124,58 (era 123,18 un mese fa)

marzo 12: 124,59.

L’Irs di pari scadenza ne ha risentito scendendo al 3,31% al 10 giugno 2011.

Il trend primario del Bund 10 anni rimane soggetto alle variabili macro, sulle cui stime la Bce diviene più ottimista; pertanto le previsioni dei tassi a medio-lungo termine si mantengono al rialzo con l’avvertenza che, fino a quando non sarà stata trovata soluzione alla crisi della Grecia, i movimenti di “fuga verso la qualità” continueranno a far sentire la loro influenza in direzione opposta:

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(per le previsioni Euribor 3 mesi aggiornate al 17 giugno 2011: http://www.questidenari.com/?p=4447)

(per le previsioni sui tassi Euribor e Irs dell’11 luglio 2011, successive all’aumento del costo del denaro all’1,5%, si legga http://www.questidenari.com/?p=4627)