Previsioni Irs del 13 febbraio 2015

Nell’ultima settimana di gennaio, prima ancora che il Pil americano facesse registrare un incremento inferiore alle attese nel 4° trimestre, la Federal Reserve ribadiva di non avere fretta ad alzare i tassi di interesse ed aiutava il Treasury a mantenersi alto.

Allo stesso tempo le preoccupazioni per le dichiarazioni dei politici greci neoeletti, in contrasto con i programmi di austerità, tenevano banco in Europa rafforzando gli acquisti-rifugio: il nuovo minimo storico per il rendimento del Bund (0,30%) arrivava il giorno successivo al nuovo minimo dell’Irs 10 anni, toccato il 29 gennaio a 0,69%.

A febbraio, invece, si è presentata una novità: non più è il Quantitative easing a muovere il mercato ma la questione Grecia, caratterizzata in questa fase dal braccio di ferro tra i nuovi governanti insofferenti all’austerity e la Germania con cui si è apertamente schierata la Bce attraverso la decisione di non accettare più bond ellenici a garanzia. Investitori alla finestra in attesa di una soluzione.

In tale contesto il rendimento del decennale tedesco ha interrotto la serie dei minimi storici e innescato una fase di stabilità per l’Irs che non è stata turbata neppure da un’estemporanea discesa del governativo Usa.

Venerdi il Pil 4° trimestre accresciuto nell’Eurozona ha fatto sentire i propri effetti sul Bund ma, una volta superata la questione politica market mover del momento, il mercato tornerà a premiare la qualità del titolo tedesco.

Se da un lato si verifica la stabilità dell’Irs 10y, che staziona poco sopra quota 0,7% da metà gennaio e fa segnare 0,71% (fixing 13/02/2015) per il terzo venerdi di seguito, e dall’altro scende il future sul Bund a scadenza marzo, le previsioni Irs 10 anni per la fine del mese vengono ritoccate verso l’alto a quota 0,52% rispetto al valore indicato a gennaio. Prosegue il trend ribassista anche per fine marzo, quando l’Irs 10 anni è previsto a 0,39%.

(per le attese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni del prossimo 6 marzo: “Previsioni Euribor e Irs del 6 marzo 2015”)

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