Previsioni Euribor e Irs a ottobre 2014

Mercati azionari quasi inferociti e destinati a rimanere delusi chissà per quanto ancora, se il Quantitative Easing continuerà a trovare fiera opposizione nella visione teutonica di un’Europa centrale che paga la crisi degli altri; Liffe noncurante delle parole di Draghi, con qualche segnale di attività per le sole scadenze lontanissime; Bund fermo sul secondario.

Pochi particolari possono bastare a descrivere la giornata finanziaria di giovedi, priva di cambiamenti per i tassi base europei (come da attese: Refi fermo al minimo storico 0,05%) e arricchita dai soli dettagli tecnici sugli acquisti di Abs e covered bond che saranno condotti su mercati primari e secondari per un periodo di due anni. Interessante la precisazione sui titoli di Grecia e Cipro che verranno trattati dalla Bce per entità, dimensione e tipo in maniera tale da essere assimilabili per grado di rischio ai rimanenti dell’area euro giudicati con rating più elevato.

Gli operatori sul mercato dei derivati di Londra, prima, ed i membri del consiglio direttivo poi sono rimasti indifferenti al nuovo calo dell’inflazione nell’eurozona a settembre, su cui evidentemente avevano puntato molti altri per sospingere la deriva ultraespansionistica della politica monetaria: l’Euribor 3 mesi, che sull’interbancario permette di prestare denaro al tasso 0,081% il 3 ottobre 2014, dovrebbe percorrere fino al termine dell’anno prossimo un tratto quasi pianeggiante (minimo 0,07% tra marzo e giugno 2015) prima di risalire con molta gradualità (quota 1% superata a fine 2019).

La corsa al ribasso dei tassi ai quali le banche scambiano denaro senza garanzia sembra continuare soltanto per la scadenza a dodici mesi dell’Euribor, aiutata dalla crescita dell’eccesso di liquidità nel sistema per circa quindici miliardi di euro settimanali imputabili alla prima iniezione Tltro; sul brevissimo tassi quasi sempre in territorio negativo.

Le previsioni sui tassi fissi formulate il mese scorso possono dirsi nella sostanza corrette, ad esclusione dei primi quindici giorni condizionati da manovre speculative.

A partire dalla seconda settimana di settembre, infatti, gli investitori avevano scommesso sul rialzo anticipato dei tassi da sponda Usa, assistiti dalla crescita in agosto delle vendite al dettaglio al ritmo più alto negli ultimi quattro mesi: la risalita repentina del rendimento del decennale americano aveva trascinato il Bund, tornato a superare quota 1%, e fatto risalire l’Irs 10 anni all’1,26% il 12 settembre.

Dal successivo evento market mover, rappresentato dalla riunione del board della Federal Reserve, non erano emerse poi novità ma la sola conferma della continuazione del tapering: il Treasury invertiva così la rotta e faceva nuovamente avvertire la sua forte influenza sul Bund; dopo il picco massimo del 18 settembre a quota 1,28%, l’Irs 10y iniziava ad affrontare la discesa.

Negli ultimi giorni di settembre i due benchmark decennali non apparivano influenzati dalla crescita del prodotto interno lordo americano, al passo più rapido da fine 2011, ma piuttosto il Bund risentiva delle dichiarazioni dei “falchi” tedeschi sulle difficoltà che potrà incontrare l’implementazione della politica monetaria ultraespansiva nel vecchio continente: rendimento della carta europea ad alto merito di nuovo sotto l’1% e Irs 10 anni all’1,16% il 26 settembre.

La risalita del numero degli occupati negli Stati Uniti, col tasso di disoccupazione sceso venerdi al 5,9%, potrebbe rinvigorire le attese di anticipo sui tempi della stretta monetaria oltreoceano, ricomponendo le condizioni per la salita del tasso in oggetto verso l’1,3%; se invece l’atteggiamento degli investitori dovesse essere maggiormente orientato alla prudenza, alla luce della recente esperienza fondata sul comportamento delle “colombe” ai vertici dell’autorità monetaria nordamericana, il Bund sarebbe destinato a rimanere un titolo ambito nell’Europa che non cresce in fatto di produzione né in termini di prezzi e l’Irs 10 anni, fissato 1,13% in data 03/10/2014, rimarrebbe ad oscillare sopra quota 1,10% nel corso delle prossime settimane per via di aspettative improntate alla stabilità e magari a qualche ulteriore allentamento della Bce in materia di misure non convenzionali.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 10 ottobre 2014“)

(per le attese del prossimo mese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a novembre 2014”)

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